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San Marino, CGG: bilancio di Previsione dello Stato per l’esercizio finanziario 2015 (5)

da Redazione

Tutti gli emendamenti della minoranza sono respinti, ma viene recepita una proposta di Rete sul vitalizio. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – Il Consiglio Grande e Generale prosegue l’esame del bilancio di Previsione dello Stato per l’esercizio finanziario 2015 e il tema dei contributi pubblici a partiti, movimenti politici e consiglieri, trattato dall’articolo 15, è al centro del confronto odierno. Tutti gli emendamenti della minoranza sono respinti, ma viene recepita una proposta di Rete sul vitalizio (articolo 15 ter) con un emendamento che viene condiviso con la maggioranza e con cui si prevede la perdita di diritto al vitalizio parlamentare qualora l’ex consigliere venga interdetto da pubblici uffici e diritti politici.

La seduta odierna riparte quindi dal dibattito sull’Art.15 “Finanziamento dei Partiti e Movimenti Politici”e relativi emendamenti. Cittadinanza attiva propone un emendamento per abrogare l’intero articolo e in subordine, di non raddoppiare il contributo in caso di elezioni anticipate. Rete propone di alzare da 10 a 25% la percentuale di riduzione dei finanziamenti proposta dal governo. Quindi sia Ca, sia Rete propongono rispettivamente un ulteriore emendamento “articolo 15 bis”: Su e C10 chiedono di prevedere una nuova modalità di finanziamento che includa la copertura delle spese per una sede, i funzionari e la comunicazione. Il “15 bis” di Rete propone invece di eliminare il raddoppio dei contributi ai partiti in caso di elezioni anticipate. Al termine del dibattito, tutti e quattro gli emendamenti di Ca a Rete sono respinti.

I successivi emendamenti sono sempre in tema di contributi ai partiti e consiglieri presentati dalla coalizione Ca e da Rete. Con “articolo 15 ter” di Cittadinanza attiva si propone la modifica della legge 170/2005, quella che regola il finanziamento pubblico a partiti e movimenti, per limitare il contributo pubblico previsto, in caso di elezioni, a 200 mila euro da suddividersi in parti uguali fra le liste. In subordine, Ca propone, in caso di elezioni, un contributo di 100 mila euro più un rimborso delle spese sostenute in campagna elettorale che va da 7 a 30 mila euro, a seconda del numero di consiglieri eletti. L’emendamento viene respinto.

Il vitalizio parlamentare è invece oggetto degli emendamenti articolo 15 ter di Rete e 15 quater di Ca. Respinto l’emendamento “Art. 15 quater – Vitalizio Consiglieri” di Ca per sopprimere i vitalizi degli ex consiglieri, ad eccezione per quelli cui la propria pensione risulti inferiore al trattamento minimo pensionistico”. Sorte diversa per il 15 ter di Rete su cui si apre un confronto con la maggioranza. Nella sua proposta Rete chiede di cambiare la Legge 20 marzo 1997 n.38, affinché tale compenso non venga maturato per le legislature con durata inferiori a tre anni e affinché gli ex consiglieri che subiscano restrizioni della libertà e/o condanne, anche non definitive, per determinati reati (di natura finanziaria e a danno dello Stato) non abbiano diritto a compensi e restituiscano quanto ricevuto. Idem per gli ex consiglieri che hanno ricevuto censure politiche da parte di commissioni consiliari d’inchiesta. Il capogruppo del Pdcs, Luigi Mazza, propone una “mediazione” per cui si possa prevedere la perdita del diritto al vitalizio “quando si entra in condizione di non essere più eleggibile per la legge che regola la campagna elettorale”. Ciavatta, Rete, interviene infine per ritirare l’emendamento originale e sostituirlo con uno concordato con la maggioranza che elimina il vitalizio all’ex membro del Consiglio grande e generale che subisce con condanna via definitiva per reato che comporti interdizione da pubblici uffici e diritti politici. Il nuovo emendamento viene accolto a maggioranza.

All’Art.16 “Disposizioni relative ai fondi destinati al funzionamento delle Giunte di Castello” viene accolto l’emendamento di Ca per specificare il coinvolgimento della consulta della Giunte di castello nella ripartizione dei fondi previsti.

I lavori proseguono con l’esame dell’articolato.

Di seguito un estratto della prima parte del dibattito odierno.

Comma 5. Legge di bilancio di Previsione dello Stato per l’esercizio finanziario 201.

Dibattito sull’articolo 15 “Finanziamento dei partiti e movimenti politici” ed emendamento “Articolo 15 bis” di Ca.

Toni Margiotta, Su: “Intervengo per sostenere gli emendamenti. Se la legislatura dovesse finire prima della fine naturale, il raddoppio del finanziamento ai partiti non verrà erogato, è una scelta di responsabilità per la cittadinanza, poi è importante aprire una riflessione sul tema. E’ importante individuare una modalità diversa per poter fare politica, sostengo che debbano esserci finanziamenti pubblici e non privati, è importante rivederne le modalità. Noi ne abbiamo proposta una che interviene sulle spese fisse e sull’impostazione che va a definire l’organizzazione dei movimenti e dei partiti. Rete ha individuato un modo che decurta la percentuale, pensiamo sia una modalità di discussione e mi dispiace che nessuno della maggioranza abbia espresso un parere”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Devo ricordare ai consiglieri che siamo qui e conosciamo l’impegno richiesto alla politica e quanto costa alla collettività. Non credo che le proposte di ridurre i gettoni siano la risposta. La riduzione è avvenuta, avviene ed è fisiologica con le entrate dello Stato, è pari al 10%. Non ci sono per esempio soldi per i giornali di partito, perché i partiti hanno avuto tagli drastici. Spesso il contributo dei consiglieri ai partiti è più alto di quello recepito. Pensiamo che la politica debba andare avanti con volontariato? Non basta più. Forse per Rete si fa campagna elettorale con Facebook. Volete annullare i congressi dei partiti, i momenti di incontro e tutto ciò che costa? Pensate sia un passo in avanti? Sono d’accordo con i tagli proposti dal Bilancio del 10%, non mi vergogno poi a dire che chiediamo il contributo a consiglieri e volontari, perché diversamente dovremmo ridurre l’attività politica. Non si risolvono i problemi del Paese riducendo il Consiglio a 30 consiglieri. Non è il futuro politico del Paese”.

Andrea Belluzzi, Psd: “Sottoscrivo ogni singola parola del consigliere Mazza. I partiti devono attenersi a un ulteriore passaggio, la formazione. I partiti non la fanno più perché è un costo ospitare qualsiasi persona che faccia formazione, ma serve alla collettività. Esprimo però apprezzamento per l’impegno degli emendamenti, ma ritengo la Finanziaria non sia il luogo giusto per discuterli. Non mi piace che i cittadini vedano la politica come costo, è una funzione e se il finanziamento è dello Stato è un modo perché non siano occulti. Affrontare il tema ponendo come soluzione un taglio o il dimezzamento del Consiglio, che vedo come provocazione, non è il modo giusto. Non esiste solo internet per fare informazione, esistono altri mezzi per arrivare a tutti. Bisogna garantire che partiti e movimenti possano svolgere il loro ruolo”.

Mimma Zavoli, C10: “Capisco che la proposta sia difficile da capire. Possiamo mettere in campo, se lo vogliamo, un altro approccio verso la politica, e sta anche nel sapere che l’intento politico è fatto di volontariato e anche di costi. Però pensate davvero che non si possa fare meglio? Noi pensiamo di sì. La formazione si fa anche andando con i cittadini a parlare in piazza. Non è fare chiacchiere”.

Nicola Renzi, Ap: “Un tempo eravamo abituati a fare comunicazione diversamente, oggi con i nuovi mezzi ci troviamo a una commistione di modalità. Se però pensiamo al ruolo della politica dobbiamo fare una riflessione più ampia di un emendamento. Altrimenti ci si arena, come è successo per il regolamento consiliare. La mia posizione e del mio gruppo: la democrazia rappresentativa va difesa in tutti i modi. Malgrado ci siano i tentativi di minarne le basi, ad esempio delegittimando il fatto che le forze politiche siano un agente fondamentale della democrazia rappresentativa. La crisi è dovuta al fatto che i partiti non sono stati più in grado di assolvere questo compito. Nel momento in cui i partiti abdicano a uno stretto contatto con la cittadinanza iniziano i problemi. Ma la risposta non è togliere strumenti e forza ai partiti, ma razionalizzarne le risorse e riaffermare queste organizzazioni, anche se in futuro saranno gestite da altri. Poi ciascuno può decidere di fare la propria azione come gli è più consono, i social piuttosto che il faccia a faccia, ma guai delegittimare tutte le forze di rappresentanza del Paese, altrimenti è la deriva e ne abbiamo viste le conseguenze”.

Denise Bronzetti, Indipendente di maggioranza: “Il tema viene riproposto spesso in Finanziaria. Forse il taglio del 10% non dimostra uno sforzo di fantasia, diversamente da quello fatto da chi ha presentato emendamenti. Ma nel momento in cui i movimenti diventano forze politiche in Consiglio che si devono strutturare, anche i movimenti hanno avuto bisogno di sostenere delle spese. I costi dei partiti sono costi della democrazia su cui tutti dovremmo concordare. Nel tempo sicuramente sono state disperse risorse economiche dei partiti. Del momento in cui la funzione di un consigliere è quello di dedicare il proprio tempo per la politica e le attività consiliari, in caso di eliminazione del finanziamento, incorreremo in due problemi. Il primo è che la politica a tempo perso la può fare solo chi ha soldi e proprie risorse, senza la necessità di lavorare. Che la politica sia finanziata da finanziamenti illeciti”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “E’ da qualche anno che si discute del valore economico della politica. La nostra legge del finanziamento ai partiti dispone che sia in funzione degli ingressi dello Stato, per questo negli ultimi anni è stato diminuito del 40%. Compromettere ulteriormente questi importi significa mettere a rischio l’attività degli stessi partiti e movimenti. Sul piano della formazione, malgrado le difficoltà economiche di tutti, il Psd va avanti, aprendo alla comunità e anche alle altre forze. Non ci mettiamo a sindacare su come si faccia politica altrove, ma ci sono diverse forme e hanno portata economica. Negli ultimi anni il rapporto politica-cittadini è cambiato. L’intento non deve essere colpire indiscriminatamente per gli errori commessi nel Paese e di cui i partiti sono stati responsabili. C’è bisogno oggi di maggior politica, di maggior qualità. Non è ragionando sui dati economici e sulle spese com’è stato fatto con gli emendamenti che si risolve il problemi”.

Ivan Foschi, Su: “Il finanziamento pubblico ai partiti è necessario, ma altrettanto la trasparenza. Una serie di episodi registrati in campagna elettorale si sono verificati in assenza di trasparenza. Tutte le forze politiche devono farsi un esame di coscienza e pensare se non è il caso di dare un segnale di responsabilità. Non si vuole fare di tutta l’erba un fascio, ma proprio per evitare che lo si faccia fuori da qui serve un segno. Nelle proposte di emendamento c’è l’eliminazione del raddoppio in caso di elezioni anticipate. Con una gestione oculata non è affatto vero che senza raddoppio non si riesca a fare campagna elettorale e lo diciamo noi, un movimento politico che ha alle spalle tre campagne elettorale e che non è mai andato in rosso. L’unico passivo registrato è perché abbiamo ridato indietro 32 mila euro dei contributi ricevuti. Quindi il ragionamento sull’articolo 15 bis, riteniamo si possa ragionare su modalità diverse di erogazione, non in contanti, ma prevedendo una serie di agevolazioni e criteri che consentano maggior trasparenza”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Il finanziamento pubblico è una garanzia per il cittadino e per la politica. La vostra proposta, e mi riferisco a Civico 10, danneggia principalmente i grandi partiti violando il principio della proporzionalità. La politica a San Marino non è un lavoro ma un servizio. Tanto che in quest’Aula nessuno vive di politica: i consiglieri prendono 6/7 mila euro all’anno. E comunque in un momento di crisi come quello attuale ci impegniamo ad attuare ulteriori tagli. Gli emendamenti di Cittadinanza Attiva e Rete non sono accoglibili.

Maria Luisa Berti, Pdcs: “Il contributo negli anni è stato ulteriormente ridotto. Penso che il contributo pubblico sia una conquista per la nostra democrazia, perché credo che dare la possibilità a chi fa politica di avere risorse è forma di libertà”.

Paride Andreoli, Ps: “I partiti fino ad oggi si sono privati di un 30% circa dei contributi pubblici. Ma la politica ha bisogno dei finanziamenti. O facciamo come il sindacato (che prende lo 0.40% direttamente dai cittadini), oppure non capisco perché la politica, che ha responsabilità istituzionali importanti, debba rinunciare al finanziamento? I Movimenti non possono venire in questa sede e chiedere di cambiare le regole da soli: occorre farlo insieme. Mi vergogno di venire tutti gli anni in Aula per parlare di finanziamenti”.

Marco Podeschi, Upr: “Il problema è di fondo. Non è una battaglia tra Movimenti e forze politiche. Chi fa opposizione non ha alcun funzionario a fare politica a tempo pieno: quando facciamo gli emendamenti ce li facciamo da soli. Io sono aperto a tutti i ragionamenti ma si considerino le differenze tra maggioranza e opposizione”.

Nicola Selva, Upr: “Cosa vogliamo che sia la politica a San Marino? C’è una parte della politica sammarinese che ha sia funzionari che consulenti. Le forze di opposizione invece non dispongono di tali servizi”.

Mario Venturini, Ap: “Il finanziamento è legato alle entrate dello Stato e siccome queste sono diminuite, altrettanto ha fatto il finanziamento pubblico. Senza contare i tagli operati dal Consiglio grande e generale. C’è una rincorsa a tagliare il finanziamento pubblico che è più attenta al consenso esterno piuttosto che alle reali necessità. Ma non è vero nessun politico non è favorevole a ridurre i contributi, personalmente sono favorevole a una discussione sul rivedere il raddoppio in caso di elezione”.

Franco Santi, C10: “Riteniamo di avere individuato alcuni criteri oggettivi di discussione per poter ripensare la logica del finanziamento”.

Gian Franco Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze: “Invito la politica a riflettere su questo tema e ad affrontare questo argomento con un ampio confronto. Ma gli attuali emendamenti non sono accettabili”.

Emendamento aggiuntivo dell’articolo 15 bis presentato da Rete e discusso con emendamenti Cittadinanza Attiva 15 ter e 15 ter in subordine

Roberto Ciavatta, Rete: “Nessuno vuole abrogare i finanziamenti ai partiti. Abbiamo chiesto solo un piccolo sforzo ulteriore per via della contrazione del bilancio. E’ la maggioranza a fare demagogia. Le considerazioni sul dimezzamento dei consiglieri non è una provocazione ma la strada da percorrere. Un consigliere ogni 500 abitanti è spropositato. In Svizzera sono 24 parlamentari ed in Lichtenstein 25. E noi perché 60? Venendo all’emendamento, chiediamo che i partiti facciano a meno del raddoppiamento del finanziamento in caso di elezioni”.

Andrea Zafferani, C10: “In questo emendamento parliamo di campagna elettorale. In campagna elettorale le differenze tra i partiti dovrebbero essere nulle o limitate. Nell’anno delle elezioni il finanziamento delle liste, ridotto a 200 mila euro ovvero di ad un quinto rispetto all’attuale, sarà distribuito ugualmente tra tutte le liste. Il testo dell’emendamento prevede che ‘nell’anno in cui si svolgono le elezioni per il rinnovo del Consiglio Grande e Generale, il finanziamento complessivamente previsto, pari ad euro 200 mila, rivalutabili annualmente sulla base dell’andamento delle entrate del Bilancio dello Stato, sarà suddiviso in parti uguali fra ciascuna lista a tal fine concorrente”.

Ivan Foschi, Su: “Con questo emendamento mettiamo ordine su come vengono effettuate e rendicontate le spese. A noi sta a cuore la trasparenza”.

Federico Pedini Amati, Ps: “Il sottoscritto non è d’accordo a togliere totalmente il finanziamento alla politica. Va bene che esista quello ordinario, perché non possono esserci i poteri forti a condurre, in maniera ancora più impropria rispetto a quello che abbiamo visto, la vita politica del paese. L’emendamento è chiaro e chiede, in fase di spending review, di non dare il doppio finanziamento ai partiti. Io sono a favore di quello di Rete”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Il Pdcs ha ricevuto 475 mila euro di finanziamento e rimango basito di come riescano ad andare in deficit di 78 mila euro. E anche molti altri partiti sono in deficit. Non azzeriamo il finanziamento, ma solo il raddoppio in campagna elettorale per un risparmio netto di un milione di euro almeno”.

Mario Venturini, Ap: “Ap ha chiuso in rosso per la prima volta il bilancio perché abbiamo proceduto all’acquisto della sede. I 37 mila euro di deficit sono abbondantemente coperti dalle riserve accumulate in questi anni. Se volessi fare demagogia mi basterebbe dire che mai, noi di Ap, abbiamo pagato il personale politico. Mi risulta che nell’opposizione c’è chi lo fa. Allora potrei piantare un casino su questa questione. I partiti non hanno tutti la stessa storia. Non accetto queste generalizzazioni”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Il debito di Noi sammarinesi ammonta a 39 mila euro ma deriva dai costi di una campagna elettorale. Non ci vergogniamo di questo debito. Non abbiamo chiesto soldi a nessuno e non abbiamo finanziatori occulti. Siamo l’unica forza politica che non ha dei consiglieri che lavorano come funzionari di partito”.

Filippo Tamagnini, Pdcs: “A mio avviso il Bilancio non è il luogo giusto per discutere di questo tema perché prima delle cifre dobbiamo parlare di principi”.

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