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San Marino, CGG: Previsione dello Stato per l’esercizio finanziario 2015 (2)

da Redazione

Il primo a intervenire in seconda battuta è il segretario di Stato per le Finanze, Gian Carlo Capicchioni. I lavori consiliari riprenderanno martedì alle 13 dalle repliche. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – Nella seduta notturna si concludono gli interventi dei 61 iscritti al dibattito al comma 5, dedicato alla seconda lettura del bilancio di Previsione dello Stato per l’esercizio finanziario 2015, e iniziano le repliche. Il primo a intervenire in seconda battuta è il segretario di Stato per le Finanze, Gian Carlo Capicchioni. I lavori consiliari riprenderanno martedì alle 13 dalle repliche.

Di seguito una sintesi degli interventi della seduta notturna.

 

Comma 5, Bilancio di previsione 2015 e riferimento del congresso di Stato su progetti di sviluppo e investimenti pubblici

Francesca Michelotti, Su: “Il dibattito sulla Finanziaria avviene in un contesto avvelenato da un clima anomalo da sostrato mafioso: non più e solo politici a libro paga dei poteri forti, cui eravamo abituati, ma politici sotto ricatto. Di qui il risentimento e la visione disfattista della cittadinanza che non fa distinzioni e approfondimenti, invece è importante ora distinguere le voci vere da quelle dei falsi profeti. Il contesto politico in cui cade questo dibattito è poi fragile perché la classe politica risente dalle azioni del tribunale e perché a gennaio il governo ha in programma una verifica che dovrebbe concludersi, per qualcuno della maggioranza, in un rimpasto per poi avviarsi alla conclusione anticipata della legislatura. In un contesto di grande precarietà c’è quindi il bilancio, quando la questione morale non risulta conclusa. Mi auguro il governo cada non perché lo vogliono Carrirolo e i suoi mandanti, il governo deve cadere perché insoddisfacente e perché non si sta dimostrando all’altezza delle sfide del Paese, né in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini. E l’analisi del consuntivo 2013 lo commenta in modo eloquente. Il disavanzo 2011- 2013 porta a un totale di 60 milioni di euro e rotti, sul fronte della revisione spesa la questione passivi è senza risultato, la spesa per l’Expo’ è gestita con troppa autonomia, la Smac card non ha dato l’incremento sperato nei consumi interni, rischia di essere una misura pubblica a sostegno di qualche settore privilegiato.

Un micro Stato deve avere micro debito perché non ha le potenzialità di una grande Stato, anche se ha grande debito. La risorsa sovrana si basa su fiducia, buona reputazione e considerazione degli altri Stati. Nella proposta del governo manca un’idea per risolvere la disoccupazione, sembra un’abdicazione, una rassegnazione. Vediamo la lotta allo spreco, indebitamenti per investimenti, ma anche per finanziare la spesa corrente.

Perché la Pa rappresenta un costo e non una risorsa per lo sviluppo? Le procedure di spesa sembrano un accanimento terapeutico ad un malato terminale, perché non pensare di fermare le bocce e impegnare piuttosto tutti gli uffici a una riflessione su come gestire le risorse? Perchè non più attrezzature informatiche, un grande progetto di formazione e l’assunzione di giovani per dare ossigeno e rilancio? Chiedo di investire nella Pa e di trasformare il carrozzone in una locomotiva per lo sviluppo. Il Piano di investimenti non lo giudico un libro dei sogni, noi politici siamo tutti sognatori, ma la scelte delle opere non possiamo farla da soli. La priorità deve essere dettata da due requisiti 1) l’opera deve essere fattore di sviluppo 2) deve essere un moltiplicatore economico. Si apre però una questione sulla legittimità della classe politica a scegliere l’uso di risorse che non ci sono e che devono essere comprate sul mercato del credito. C’è infatti legittimità ma non credibilità, i cittadini non si fidano. Serve più partecipazione in questa scelta, se non abbiamo tempo per i referendum rivolgiamoci alle associazioni, cerchiamo di ricostituire un tessuto connettivo di fiducia che si è sfaldato”.

Mario Lazzaro Venturini, Ap: “Credo di aver qualcosa da dire sul bilancio come capogruppo di una forza di maggioranza e non perdo tempo a fare appelli. Appellarsi alla Reggenza per difendere la democrazia è la dimostrazione che questo Paese sia strampalato.

Da quando Ap appartiene a maggioranza di governo mi sono avvicinato alla legge di bilancio sempre con difficoltà. E’ la legge più importante del governo e forse, sbagliando, ho nutrito sempre molte aspettative, rimanendo puntualmente deluso. E tante volte la delusione si è espressa in silenzio. Lo dovrei fare tanto più oggi in quanto il bilancio è tappa di una verifica politica e quello che dico potrebbe parere un giudizio su di essa, ma non lo è. Come atto dovuto ci siamo impegnati come Ap ad approvare questa legge. Intervengo però perché in un momento così particolare, di fronte alle esagerazioni che ho ascoltato- non di tutta l’Aula- voglio ricondurre il dibattito nei giusti limiti. Si deve parlare dei provvedimenti previsti nel bilancio e lo farò attraverso cinque aspetti.

1) Si è parlato di bilancio leggero, non in riferimento all’entità del disavanzo, non significa infatti che siamo contenti dei 15 mln di euro di disavanzo. Si riferisce al fatto che non si va ad imbrogliare nelle tasche dei cittadini con provvedimenti straordinari e che il progetto è stato epurato da interventi di indirizzo programmatico, quindi da impegni che spesso il governo non riusciva o non voleva soddisfare. Questa parte è stata eliminata, restano articoli che forse non dovevano essere inseriti, ma resta comunque una legge di bilancio che parla di bilancio. 2) Governo e maggioranza erano partiti da un disavanzo da far tremare i polsi, i 15 mln sono frutto di un lavoro significativo. Non siamo come Ap soddisfatti perché è un disavanzo importante e si aggiunge al debito che abbiamo già e perché più i bilanci si chiudono con disavanzi, più aumenta il carico futuro. Non c’è trionfalismo, né serenità. E non si dice la verità quando si dice che la maggioranza è trionfalistica. E’ stato fatto quindi un significativo lavoro, ma non sufficiente perché potevamo avvicinarci molto di più al pareggio di bilancio e i 15 mln di euro sono un campanello di allarme. 3) La legge di bilancio manca di coraggio ed è una critica che noi di Ap condividiamo in toto. Ci siamo fermati a un disavanzo di 15 mln mentre potevamo scendere più in basso se ci fosse stata più incisività sulla spesa corrente. Pa a sistema pensionistico sono due settori dove si doveva osare di più. La riforma della Pa è stata importante, ma siamo in ritardo rispetto l’applicazione che porterebbe a un colossale risparmio. Sulla riforma pensionistica non ne parliamo. Che il sistema vada messo in sicurezza ne siamo tutti consapevoli tutti. Tutto il lavoro fatto è stato vanificato da interventi parziali. Adesso si imporrebbe una riforma pensionistica ma anche qui tardiamo. 4) La liquidità. Senza non riusciamo a governare il Paese, ma se una soluzione è stata trovata, è vero anche che abbiamo lasciato incancrenire il problema e siamo intervenuti quando la liquidità è oramai vicina allo zero.

5) Un aspetto importante del bilancio sono gli stanziamenti fatti per la ripresa economica. So che è poca cosa, ma è il primo intervento che si possa chiamare tale, poi se si dice che i parcheggi non fanno lavorare i disoccupati, vuol dire che non si è capito niente. Significa indotto e indotto significa far lavorare la gente. E’ tardivo, se non lo fosse stato, quei 30 mln avrebbero potuto essere 40, 45 mln. Il governo ha presentato un elenco di progetti e sollecito la maggioranza a collegarli alla legge di bilancio e non aspettare quindi gennaio per varare una legge omnibus che mi ricorderebbe la legge obiettivo che penso porti male. Vorrei quindi che gli interventi infrastrutturali fossero collegati la bilancio, non lo sono, ma è un’esigenza che pongo.

Le banche hanno ricevuto molto, che comincino a finanziare economia sul serio e, se devono aiutare lo Stato, lo facciano in misura ragionevole in quanto tassi di interesse. Non mi sento però di gettare la croce al governo perché ha aiutato le banche, che si sia andati oltre il dovuto e la decenza su questo sono d’accordo. Ma che lo Stato aiutasse le banche mi sembra dovuto. Bene ha fatto”.

William Giardi, Upr: “Se avessi ascoltato solo l’intervento del capogruppo Dc Mazza avrei detto ‘che convincente intervento’, invece siamo qua da più di 10 ore e ci sono stati diversi interventi positivi dalla maggioranza, più critici dall’opposizione. Hanno destato in me perplessità alcuni interventi critici mossi da alcuni consiglieri della Dc, come Gian Franco Ugolini, e anche l’ultimo di Mario Venturini di Ap.

E’ stato poi detto dalla maggioranza che bisogna dare nuove linee di sviluppo, ma mi domando se credere a quanto viene proposto nella legge di bilancio. Andando a vedere quanto fatto nella previsione di bilanci 2013-2014, ci sono elenchi di progetti che non sono stati realizzati: il progetto pubblicità e trasparenza per le forniture di beni e servizi nella Pa era da fare entro il 30 giugno 2013, della creazione di un’agenzia di sviluppo digitale non si è visto nulla, il progetto di legge per l’istituzione di un istituto finanziario pubblico doveva esserci entro il 31 marzo 2013 E ancora: ci stiamo avvicinando ma siamo in ritardo con la regolazione delle attività commerciali al dettaglio e la conversione delle aree industriali, in ritardo anche la legge sul catasto. Sul 2014 altri progetti incompiuti: valutare entro il 30 giugno 2014 un piano per la dismissione di attività non strategiche che dovevano essere individuate, entro il 31 marzo doveva esserci la riorganizzazione del trasporto scolastico e la creazione di un distretto culturale. Mi chiedo perché in questa legge di Bilancio tanti progetti debbano andare in porto, mi auguro sia così, ma le prospettive non sono le migliori. Così come la decantata collaborazione tra minoranza e maggioranza sugli emendamenti, 20 minuti di incontro non sono foriere di accoglimento degli oltre 30 emendamenti portati da Upr e Ps–“.

Paride Andreoli, Ps: “Ascoltando gli interventi, specialmente quelli di venerdì, ho iniziato a pensare che siamo un popolo che si preoccupa molto, fino a ieri solo i consiglieri di opposizione, oggi anche quelli di maggioranza si preoccupano sull’andamento del bilancio dello Stato che presenta un consuntivo 2013 di 17 mln di disavanzo circa e il previsionale 2015 si attesta al di sotto dei 15 milioni. Il governo si è impegnato molto sul fronte del contenimento della spesa con riduzione di 4,5 milione rispetto l’anno precedente e ha ridotto di 28 mln il disavanzo del preventivo 2015. E ha fatto un enorme lavoro. Con gli emendamenti di Ps e Upr si cerca di ridurre ulteriormente questo disavanzo. Nell’ambito del bilancio e della sua relazione ho letto che ci sono state, oltre alla diminuzione della spesa, maggiori entrate di quelle previste, come per l’imposta straordinaria degli immobili e per il gettito Igr 2013, questo fa ben sperare all’attuale governo sul gettito futuro. Così per il transitorio fiscale si parla di un rientro di 7 mln e mezzo di euro per lo Stato, significa che il disavanzo 2013 da 17 mln andrà sotto i 10 milioni di euro.

Auguro che il 2015 possa portare un piano di investimenti e anche un piano occupazionale, dando lavoro per lo meno a 500-700 persone di quei mille disoccupati esistenti e che non ci siano altre aziende che mettono i dipendenti in mobilità. Si avverte la necessità di aver quel coraggio che il collega Venturini ha menzionato. Domani ci sarà un’altra manifestazione, sono certo che il governo ha fatto una scelta e che non tornerà indietro dalla riforma fiscale.

Ho appreso dalle volontà dei segretari che la Giochi del Titano prenderà pieno possesso dell’organizzazione degli eventi congressuali, così è scritto nel documento, si parla quindi anche di una seconda sede del gioco. Ma bisogna smettere di giocare, bisogna fare sul serio”.

Stefano Macina, Psd: “Non prenderò giustificazioni per quello che potevamo fare meglio. Sapevamo che non era un momento facile e che c’erano situazioni su cui intervenire. Il bilancio oggi presentato prosegue nella linea tracciata di ridurre il deficit e arrivare al pareggio di bilancio. Questo si è fatto anche con tutta una serie di interventi e imposte aggiuntive presenti nel bilancio precedenti.

Oggi dobbiamo capirlo che la situazione è cambiata e ognuno deve prendere le sue responsabilità. Non può più essere il Paese del passato, ma un Paese che può dare opportunità imprenditoriali a chi può mettere in campo qualcosa di più. In Aula abbiamo parlato di ambiente per lo sviluppo, a un anno e poco più da una legge sullo sviluppo, credo, che a gennaio una riflessione su questa normativa vada fatta per vederne i risultati e quali passaggi ulteriori occorre fare, perché è su questo terreno che occorre scommettere. La questione del bilancio non è completamente avulsa da questi aspetti, il Paese deve trovare capacità di liberare risorse e fare impresa, aspetti che devono essere sempre tenuti in considerazione. I provvedimenti presentano un tassello e sono coerenti con questa politica. Anche le sollecitazioni che arrivano dalla Commissione di controllo della finanza vanno prese in considerazione, nelle parti in cui si invita a intervenire in modo maggiore a fare interventi strutturali per imboccare la strada che porti a una struttura diversa della nostra spesa pubblica e della nostra Pa. Sulla riduzione della spesa si poteva fare di più. C’è una partita aperta sul fabbisogno con i sindacati, è una partita importante per fare in modo che la capacità della Pa di dare servizi aumenti. Sulla riforma pensionistica non possiamo continuare a registrare solo passivi, abbiamo esigenza di correggere le situazioni, è un’emergenza che dobbiamo affrontare perché anche da questo dipendete la possibilità di avere un bilancio meno appesantito da situazioni che non dovrebbero incidere in maniera continuativa. In conclusione: nel dibattito molti hanno fatto riferimento alla verifica di governo. Credo che il suo esito e il futuro della maggioranza dipenderanno dalla capacità di proseguire nel percorso avviato per far diventare San Marino un Paese virtuoso e da come la maggioranza faccia interventi necessari perché ciò accada. Nostro compito non è solo dare messaggi, ma fornire progetti che diano fiducia a cittadini e imprese”.

Luca Beccari, Pdcs: “Un anno fa quando discutevamo di bilancio il Paese aveva appena varato una riforma fiscale, il deficit era maggiore, eravamo ancora in black list e la spending review non aveva dato ancora frutti. Ricordo gli interventi dell’opposizione di allora, si diceva che il bilancio era fatto di tamponi per le emergenze. Quest’anno abbiamo onorato le promesse fatte ai cittadini, di fronte alla riforma tributaria non ci sono stati interventi straordinari, piuttosto una spending review costante per arrivare al pareggio. Questo bilancio è una tappa intermedia di un percorso possibile. Ho sentito interventi basati e fin troppo incentrati sulla relazione della Commissione di controllo della finanza pubblica con dati e numeri che riguardano un lasso di tempo preciso. Ricordo che nel 2008 avevamo 1,8 miliardi di Pil, oggi nel 2015 il Pil è sceso a 1,3 miliardi, la ricchezza si è erosa con la crisi economica, non è questione di una visione pessimistica e ottimistica, la crisi è tangibile.

Il Deficit e il disavanzo lo definiamo basso perché è in previsione, non è reale, l’entrata va sottostimata e l’uscita sovra stimata, è un principio di prudenza. Anche io penso che gli sforzi non siano finiti, ma credo ci sia un elemento di novità importante e non secondario, alla luce del fatto che siamo ancora in recessione. E’ un punto di partenza che va considerato anche alla luce della diatriba deficit/debito. Non so perché si deve pensare che nel Paese ci sia una sorta di godimento nell’andare a indebitare lo Stato. Deve essere riconosciuto che a fronte del deficit accumulato ci sia stata un enorme prudenza. Il deficit va coperto con mutuo a pareggio, di lì si genera debito pubblico. Noi abbiamo la fortuna, anche per i nostri numeri modesti, di essere un’eccezione perché non abbiamo generato debito a copertura del deficit e non è sfuggito al Fondo monetario. Così è stato perché avevamo avanzi precedenti e i nostri deficit sono così piccoli da poter essere finanziati con liquidità corrente. Anche questo valore è da analizzare. Tra il 2005 e il 2009 avevamo picchi di liquidità altissimi, altri fattori che non dipendono dal deficit hanno eroso la liquidità. Oggi non possiamo creare debito senza controllo, ma il punto è che non dobbiamo affrontare tema ‘deficit si o no’, ma di quanto sia la misura sostenibile di debito. Nessuno vuole portare il debito al 30% o al rapporto debito/Pil della Germania che è dell’80%. Se di fronte al percorso fatto finanziamo attraverso la Finanziaria 2013-2014 il disavanzo di quegli anni e segniamo per il 2015 un deficit di 15 mln non in definitiva è un’operazione sciagurata. L’opposizione può dare tutte le colpe che vuole ma questo Paese dal 2008 in avanti ha vissuto una metamorfosi. La situazione della Finanza pubblica, nonostante quello che si è passato, non è da poco.

Non è un bilancio elettorale, ci vuole coraggio a dire alle persone arrabbiate che non si ha la volontà di tornare indietro sulla certificazione dei ricavi. La scelta categorica è che tutti devono avere la trasparenza nel dichiarare, ci vuole coraggio a dirlo. E’ facile prendere le ragioni di chi è arrabbiato. Se c’è onestà intellettuale si può non essere d’accordo, ma bisogna essere capaci di leggere i fenomeni e avere la capacità di dire che non è tutto male solo per dare contro la maggioranza”.

Repliche

Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze: “Ringrazio tutti gli intervenuti su questa legge. Abbiamo avuto suggerimenti, osservazioni, molte critiche, soprattutto per quanto riguarda il risultato di bilancio di cui sembra, a detta della minoranza, che il governo sia contento. Non è così. E’ vero poi che la Commissione di controllo sulla finanza pubblica è critica sui conti pubblici, ma siamo in un contesto di bilancio consuntivo 2013, e si fa riferimento anche al 2012. Ci dice che quando abbiamo approvato la legge fiscale nel 2013, e quando avremo avuto tutti gli effetti finanziari della riforma fiscale completati, non avremmo avuto problemi a sostenere i conti pubblici. E’ quindi una critica ma dà anche suggerimenti sul fatto che la riforma fiscale deve avere piena realizzazione. Già abbiamo una parte del Paese che sta contribuendo in questo senso, ovvero i dipendenti che contribuiscono con maggior gettito fiscale. Il governo si aspetta che anche l’altra parte del Paese faccia la sua parte. E la deve fare completamente, perché altrimenti quell’auspicio della commissione non troverà il questo equilibrio. Il lavoro autonomo e le imprese devono anche loro contribuire, altrimenti il bilancio difficilmente si potrà sostenere. E sono convinto che avremo il contributo anche di queste categorie. Non posso pensare che non vogliano contribuire a far sì che il nostro Paese, che sta già procedendo verso un cambiamento radicale verso una normalizzazione, non abbia il loro sostegno. Siamo convinti che il pareggio in consuntivo sia alla portata, tranquillamente. Non siamo contenti di questo risultato. Anche i consiglieri di maggioranza lo hanno evidenziato. Si poteva fare di più anche se tanto è stato fatto. Parlo della riduzione delle spese. Su questo io mi aspetto che il governo continui nella sua azione forte precisa e costante per continuare ad avere buoni risultati. Ci sono ancora sacchi di spese superflue e sprechi nella Pa allargata. Le preoccupazioni ci sono, una di queste la liquidità. Siamo costretti a ricorrere a un finanziamento per coprire deficit 2013-2014, con 32 mln, e siamo ricorsi al finanziamento attraverso il sistema bancario. Come spiegava prima Beccari, i deficit di bilancio devono essere ripianati. Finora i deficit passati li abbiamo coperti con la liquidità disponibile, fino a quando si è esaurita. Per cui bisogna ricostituirla per i pagamenti dello Stato.

Lo Stato deve essere il primo imprenditore e investire in opere pubbliche infrastrutturali e deve farlo il più possibile per far lavorare imprese e dare quindi lavoro. Si è detto che 30 mln in tre anni sono una cosa esigua, non credo sia così. L’importante è poi partire, se uno dei progetti elencati dal segretario Mularoni, se per esempio il polo scolastico partisse nel primo semestre 2015, credo sia un segnale altamente positivo e infonderà fiducia al nostro sistema economico.

Discorso Smac fiscale: è vero che non esiste economia e lavoro senza imprese, e mi aspetto da queste categorie un risultato positivo e dalle banche un reale supporto a queste imprese perché diano lavoro e prosperità per i prossimi anni”.

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