Home NotizieSan Marino L’originale costituzione pluritestuale della Repubblica di San Marino

L’originale costituzione pluritestuale della Repubblica di San Marino

da Redazione

Sintesi tra passato e presente, nel segno della continuità. Un quadro di diritti e doveri a cui devono attenersi cittadini e istituzioni, nel rispetto prioritario dei diritti della persona umana.

 

“40 anni della Dichiarazione dei Diritti dei cittadini e dei Principi fondamentali dell’Ordinamento sammarinese” e dei “10 anni dalla prima sentenza del Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme”.

Un pubblico folto ha gremito, alla presenza dei Capitani Reggenti, la sala Alberoni della Biblioteca di Stato per la conferenza organizzata dalle Segreterie di Stato per gli Affari Interni e Giustizia e per l’Istruzione e Cultura, in occasione dei 40 anni della Dichiarazione dei Diritti dei cittadini e dei Principi fondamentali dell’Ordinamento sammarinese e dei 10 anni della prima sentenza del Collegio Garante della costituzionalità delle norme.

“Vi sono date che restano consegnate alla storia del Paese, marcandone in maniera rilevante il divenire – ha detto il Segretario Venturini nel suo intervento introduttivo – . Esse vanno celebrate e valorizzate al fine di coltivare tra i cittadini la conoscenza e la consapevolezza del comune passato storico, culturale, giuridico. La Dichiarazione, secondo quanto evidenziato nello stesso preambolo, tratteggia un quadro di sintesi tra passato e presente, nel segno della continuità. Poiché la vita, la cultura, la storia, le tradizioni consacrate negli Statuti e tramandate sino ai nostri giorni rappresentano un passato che va tutelato in quanto portatore dei valori della moderna democrazia”.

“A partire dal 1974 – ha detto il Segretario Morganti – principi sostanziali sono stati riaffermati raffrontandosi con una realtà modificata che aveva la necessità di aggiornare le prassi e definire l’esercizio dei diritti sulla base dell’evoluzione che la società e la politica avevano subito. Chi sostiene che la Repubblica di San Marino non abbia una solida base costituzionale si sbaglia. Le norme statutarie e le reformationes degli anni più recenti delineano lungo l’arco di almeno otto secoli i principi cardine su cui si basa l’ordinamento sammarinese”.

A fornire un quadro della Legge 59/1974 nel più ampio contesto storico e giuridico nazionale e internazionale sono stati i relatori: Prof. Carlo Fusaro, Professore Ordinario Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Firenze, Presidente Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme della Repubblica di San Marino, il Dott. Lamberto Emiliani, già Commissario della Legge e attuale Giudice per la Terza Istanza in materia penale- Tribunale della Repubblica di San Marino e il Prof. Vitaliano Esposito, Procuratore Generale Emerito della Suprema Corte di Cassazione.

La data che oggi ricordiamo – ha detto il prof. Fusaro – “segna l’avvio di un processo di costituzionalizzazione dell’ordinamento sammarinese il quale da stato di diritto si è evoluto negli anni dal 1974 al 2003-4 in vero e proprio stato costituzionale”. Altri passaggi importanti sono stati l’adesione della Repubblica alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali o CEDU, entrata in vigore 25 anni fa, e la Legge n. 36 nel febbraio 2002, che ha completato il processo di costituzionalizzazione dell’ordinamento sammarinese.

Interessante la ricostruzione del circuito corpo elettorale-parlamento-governo, quale ambito strutturalmente deputato a tenere in debita considerazione le diverse opinioni che ci sono nella società. “Solo decisioni parlamentari – ha affermato il prof. Fusaro, citando Barbera – e il dibattito politico che le precede e accompagna, sono in grado di attivare i circuiti partecipativi che sono essenziali al respiro democratico di una comunità”. Fusaro ha infine detto che, insieme ai membri del Collegio Garante, si sente pienamente impegnato ad adempiere al ruolo di “custodi della Costituzione”, senza cadere nella tentazione di essere “noi giudici ad imporre una sorta di Costituzione dei custodi”.

“Quella del 1974 è una dichiarazione di doveri oltre che di diritti”, ha osservato Emiliani. Doveri imposti ai cittadini e agli stessi poteri costituzionali dello Stato. Ai diritti di libertà enunciati corrispondono doveri di libertà, ovvero di responsabilità relative al loro esercizio.

A tal proposito Emiliani ha parlato in modo approfondito della responsabilità dei giudici, dell’ indipendenza della magistratura che diventa obbligo di libertà di giudizio, osservanza delle norme sostanziali e processuali, autonomia nella verifica di legittimità costituzionali delle norme applicabili nel caso concreto, nel rispetto dei principi della Dichiarazione. Le costituzioni – ha concluso – non hanno valore salvifico. Esse hanno bisogno degli uomini. Occorre coerenza nel sentirsi ed essere cittadini.

Il prof. Esposito si è infine soffermato su altri due importanti argomenti: il valore ricognitivo della Dichiarazione che, nel solco della continuità, conferma i processi storici, i valori fondanti tali processi e l’ordinamento cui hanno dato luogo, che si differenzia dal valore fondativo delle costituzioni, che rompono col passato costituendo un nuovo assetto. Una differenza sintetizzata e semplificata nel senso che le costituzioni calano dall’alto per riaffermare il primato della legge, mentre la Dichiarazione sorge dal basso come riconoscimento del diritto.

L’altro tema affrontato riguarda la peculiarità della Dichiarazione, che, unica in Europa, non si limita a riconoscere e garantire i diritti e le libertà fondamentali enunciate nella Convenzione Europea – CEDU, ma specifica che tali diritti e liberà debbano essere concretamente attuati.

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