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Editoriale: obiettivo, non avere un obiettivo

da Redazione

Il Paese ha bisogno di una Finanziaria che dia un segnale di vera responsabilità, a partire dal contenimento della spesa (rimanere sopra al 90% non può essere un obiettivo) e passando attraverso gli investimenti. Si conoscono l’importo e i tempi – 30 milioni in tre anni – ma è tutto molto fumoso: dove verranno indirizzati?

 

SAN MARINO – Parole, parole, parole. Viene in mente la celebre canzone di Mina quando si osserva con attenzione il progetto di legge sulla Finanziaria. Un grande “fare” – numeri, date, scadenze, importi – che in realtà non dice nulla. I progetti elencati nella Legge di Bilancio non devono escludere i lavori che rimangono da portare avanti: le riforme (lavoro, fisco) e lo stato di salute della spesa corrente. Dopo il passaggio in Commissione finanze della Legge di Bilancio 2015 e la successiva replica della CSdL (“Aumento ulteriore del debito consolidato, nessun impulso allo sviluppo, nessuna previsione di nuove entrate”), facciamo un appello al Governo: il Paese ha bisogno di una Finanziaria che dia un segnale di vera responsabilità, a partire dal contenimento della spesa (rimanere sopra al 90% non può essere un obiettivo) e passando attraverso gli investimenti. Si conoscono l’importo e i tempi – 30 milioni in tre anni – ma è tutto molto fumoso: dove verranno indirizzati? Fumo che circonda anche l’arrivo della SMaC che certificherà dal 1° gennaio 2015 i corrispettivi: le imprese che sono in contabilità ordinaria e che quindi fatturano, rischiano di dover fare un lavoro doppio.

Cari lettori,

da mesi in nostro giornale è particolarmente attento ed insistente sulla necessità di azioni forti per il contenimento della spesa pubblica. Non è uno scandalo parlare di un contratto di solidarietà da stipulare per gran parte della Pubblica Amministrazione al fine di ridurne il costo. I lavoratori dei settori privati lo fanno e affrontano la realtà per conservare i posti di lavoro.

Servirebbe un’accelerazione sulle riforme: IVA, Catasto e semplificazione vera della burocrazia.

Ma anche nella quotidianità gli imprenditori lamentano il grave ritardo con cui l’amministrazione risponde ai loro problemi se non addirittura la mancanza di risposte.

L’azione della politica, almeno quella data con la legge di bilancio, è alquanto deludente. Addirittura si fa marcia indietro sul contenimento del costo del personale.

Tutti siamo consapevoli della grave situazione e forse si commette un errore politico comunicare che tutto sommato le cose funziona benino. Forse la politica dovrebbe essere più sincera perché tutti ci aspettiamo un cambiamento nei modi e nei contenuti.

Sono le finanziarie pre-elettorali di un tempo che non c’è più a non affrontare i problemi e a elargire illusioni.

E allora forza coraggio si cambi. Si deve fare. Conviene cambiare per non essere costretti a farlo perché non si gestiscono con trasparenza le poche risorse disponibili.

In questo numero riaffrontiamo il gravissimo problema del settore edile ed immobiliare. E’ un problema serio per tutti le imprese le famiglie. Ci permettiamo suggerire un nuovo approccio. Si incentivino gli investimenti dei privati con norme chiare ed automatiche. Ad esempio: lo Stato potrebbe non accollarsi direttamente il 100% del costo di taluni investimenti ma semplicemente potrebbe intervenire riducendo ed anche eliminando l’imposta sulle importazioni, con il credito agevolato, ed in tanti altri modi.

Il risultato: ci sarebbero risorse disponibili per più progetti e maggiore sviluppo.

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