“San Marino sostiene altresì il lavoro del Gruppo di contatto trilaterale ed esorta le parti ad attenersi al Protocollo di Minsk”.
L’intervento dell’On. Pasquale Valentini al Consiglio Ministeriale dell’OSCE: “Innanzitutto desidero ringraziare il Governo della Confederazione Elvetica per la generosa ospitalità offertaci nella bella Basilea. Mi congratulo inoltre con la Presidenza svizzera dell’OSCE per l’eccellente lavoro svolto durante questo anno, un lavoro non facile per le criticità che si sono manifestate nel nostro Continente e nel mondo intero.
In Europa, purtroppo, permangono diverse situazioni di conflitto, alcune delle quali si protraggono da molto tempo e per la cui risoluzione da anni è impegnata la nostra Organizzazione. Non possiamo, poi, ignorare che sulla sponda sud del Mediterraneo si affacciano Stati, alcuni dei quali sono oggi qui rappresentati, che, direttamente o indirettamente, vivono tragiche realtà di guerra e violenza che hanno provocato e provocano la migrazione disperata di migliaia di persone, le quali quotidianamente partono verso l’Europa alla ricerca di un approdo sicuro e il cui viaggio della speranza diventa troppo sovente destino di morte.
La situazione che, da oltre un anno a questa parte, seguiamo con particolare preoccupazione e apprensione è la crisi in Ucraina, non solo per il numero di vittime che ha già provocato, ma anche perché rappresenta una grave minaccia per la pace e la sicurezza in tutta l’area OSCE, per il fatto che vengono rimessi in discussione i principi fondamentali su cui si fondano la sicurezza e la cooperazione, come quelli della sovranità e integrità territoriale.
Ringraziamo la Presidenza svizzera e il Segretario Generale per l’impegno profuso nell’affrontare la crisi e rinnoviamo il nostro sostegno alla Missione di Monitoraggio dell’OSCE, quale utile e imparziale mezzo di informazione e di controllo della situazione di conflitto.
San Marino sostiene altresì il lavoro del Gruppo di contatto trilaterale ed esorta le parti ad attenersi al Protocollo di Minsk, nel rispetto del diritto internazionale in materia di aiuti umanitari e del monitoraggio degli organismi internazionali, facendo appello a tutte le parti affinché rispettino il cessate il fuoco e cooperino nell’interesse della pace.
La crisi in Ucraina, come le altre situazioni di crisi e conflitto del nostro Continente, dimostrano quanto sia fondamentale rafforzare le misure di “de-escalation” e mediazione a nostra disposizione e, soprattutto, lavorare per costruire o ricostruire la fiducia gli uni negli altri. Gli strumenti in dotazione dell’Organizzazione e l’efficacia dell’azione dell’OSCE dipendono dalla volontà e dalla reciproca collaborazione che noi, Stati partecipanti, dimostriamo.
Alla vigilia del quarantesimo anniversario dell’Atto Finale di Helsinki, dobbiamo rinnovare il nostro impegno in tal senso, superando gli interessi nazionali e di parte, per il bene comune della pace e della sicurezza dell’intera Europa, la “grande Europa” cui tutti apparteniamo.
Proprio lo spirito degli Accordi di Helsinki, ripreso e rinnovato alla luce delle trasformazioni che sono intervenute con la fine della guerra fredda, dovrebbe dare vita ad una nuova mobilitazione di tutti gli Stati nella ricerca di un nuovo equilibrio che sostenga e accompagni questo delicato passaggio storico, favorendo una sempre maggiore attenzione al rispetto dei diritti dell’uomo e una sempre più diffusa partecipazione democratica.
Il limitato tempo a mia disposizione, Signor Presidente, mi impedisce di approfondire ulteriormente queste osservazioni e di menzionare altri temi importanti per la nostra Organizzazione, ma mi preme insistere sulla consapevolezza che la portata delle sfide che abbiamo d’innanzi è globale e che pertanto solo una mobilitazione globale, basata sul dialogo e sul negoziato e quindi sugli strumenti che le Organizzazioni Internazionali hanno a disposizione, potrà offrire quegli elementi di sicurezza e di stabilità che tutti i popoli desiderano.
Mi si consenta un breve cenno all’interessante iniziativa, voluta dalla Presidenza svizzera, dell’elaborazione dello Youth Action Plan, il piano d’azione preparato dai 57 giovani “ambasciatori” rappresentanti dei nostri Paesi, che ci presentano le loro raccomandazioni per contribuire allo sviluppo di una strategia per la gioventù in ambito OSCE.
Tale contributo non dovrà essere dimenticato, ma valutato con attenzione e messo in opera, lasciando ai giovani la possibilità di mettere in campo nuove energie e nuova speranza per il futuro.
In chiusura, mentre rinnovo il ringraziamento di San Marino alla Presidenza svizzera, confermo il sostegno alle prossime Presidenze di turno, a iniziare dalla Serbia per il 2015 e, poi, la tedesca e l’austriaca, formulando a tutte i migliori auguri di buon lavoro.