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San Marino, Consiglio Grande e Generale: sanità e bioetica

da Redazione

Presa d’atto degli indirizzi generali del Piano sanitario e sociosanitario della Repubblica di San Marino. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – Nella prima fase dei lavori consiliari odierni, si conclude il dibattito sul comma 17, dedicato alle relazioni annuali dell’Authority sanitaria, del Comitato sammarinese di Bioetica e alla presa d’atto degli indirizzi generali del Piano sanitario e sociosanitario della Repubblica di San Marino. Il Consiglio Grande e Generale passa quindi alla presentazione ed esame del Progetto di legge di iniziativa popolare “Disposizioni in materia di contrasto del fenomeno delle dimissioni in bianco e di tutela della Genitorialità”, su cui seguirà una seconda nota.

Di seguito un estratto della prima parte dei lavori odierni.

Comma17: a) Relazioni annuali del Congresso di Stato sull’attività dell’Authority, ai sensi dell’articolo 7 della Legge 25 maggio 2004 n.69, per gli anni 2010-2011-2012-2013; b) Relazione annuale del Comitato Sammarinese di Bioetica, ai sensi dell’articolo 9 della Legge 29 gennaio 2010 n.34; c) Presa d’atto degli indirizzi generali per la predisposizione del piano sanitario e so-cio-sanitario della Repubblica di San Marino di cui all’articolo 4, secondo comma della Legge 30 novembre 2004 n.165.

 

Di seguito un estratto degli interventi odierni:

Mimma Zavoli, C10: “La nostra Sanità è caratterizzata da un’offerta di buona qualità ma che ope-ra con forti difficoltà organizzative, date per esempio dal blocco delle assunzioni e dai meccanismi delle sostituzioni. La Sanità soffre, come tutti gli ambiti della Pa, della cappa costruita dalla politica, che non le ha dato la possibilità di evolversi. Si pagano le ingerenze dei politici, che l’hanno utilizzata come luogo per una politica non votata al bene comune. Piuttosto il bene di pochi, che con la salute poco avevano a che fare. Si sono creati i presupposti per centri di potere utilizzati dai politici per accrescere il loro peso contrattuale. Ritengo che non si possa prescindere dal prendere atto di ciò. I piani sanitari nazionali devono stabilirsi non solo su belle parole, ma anche insistere su un cambio di approccio alla materia. Serve assistenza diffusa e gratuita. Chi ha meno deve essere tutelato, senza creare disuguaglianze. Il disagio della malattia livella ogni condizione e ci rende tutti uguali. Date le recenti performance del segretario di Stato alla Sanità mi sorgono dei timori. Non possiamo parlare di contenimento della spesa se si sperperano soldi in attività che con la Sanità nulla hanno a che fare. Siamo ridotti a fare file interminabili per un controllo, ciò è sconfortante. Mussoni, personalmente le chiedo uno sforzo per azzerare gli sprechi presenti nel suo ambito, di annullare le condizioni di abuso che minano le casse dell’Iss, come gli appalti da 5 milioni di euro per le pulizie, le consulenze inverosimili, i favoritismi agli amici. Ha voluto a tutti i costi la legge sulle libere professioni, ciò è un marchio di mancata lungimiranza che genera preoccupazioni sull’adeguatezza della sua posizione”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Il tema è molto delicato e puntualmente arrivano le grida di allarme. Il segretario in preambolo tirò di nuovo fuori la questione ‘libere professioni e Fondiss’. Dopo nove mesi, dopo la batosta sui due suoi strumenti legislativi, ha metabolizzato la sconfitta e ha messo tutti in allerta, dicendo che ci sono medici che stanno andando via da San Marino. Ognuno metabolizza come può. Oggi non ho chiaro, se la signora Caruso è al corrente e ha condiviso degli impegni, se tutto quanto quello che verrà da qui in poi sarà fondato su gratuità dei servizi offerti o se ci sarà da pagare qualcosa. Si parla sempre di sprechi dell’Iss e ogni volta che mi reco dall’ospedale è sempre un cantiere aperto. Forse gli sprechi sono nella volontà di taglio del nastro, nonostante i disavanzi. Sfido a dire che ci sono sprechi a livello sanitario se è sempre un cantiere aperto, forse gli interessi malcelati sono lì. Sugli anziani, ci sono due delibere sulle case di riposo. Una parla di progetto di accorpamento, la delibera non è chiara, chiedo al segretario qual’è la problematicità degli anziani per quel che riguarda l’acquisizione da parte dello stato del Casale La Fiorino, temo un emendamento in Finanziaria. Poi lei dice che se ne vanno i professionisti, ho notato nelle delibere un sacco di convenzioni nell’ultimo anno.

E ancora: il comitato di Bioetica nella sua relazione allarma, parla di criticità e chiedono che ci sia un responsabile di segreteria e il rispetto dell’obbligo della riservatezza dei componenti e rapporto con i media. Ma quando il signor Mangiarotti, teologo del Comitato, parla sull’opportunità di interrompere di gravidanza, parla da editorialista o come membro di un organismo che mette la laicità nel suo statuto?”.

Mario Lazzaro Venturini, Ap: “Credo che un intervento in Consiglio sulla sanità debba iniziare da una premessa obbligatoria. Il punto di partenza è nelle linee di indirizzo del piano si dice che la popolazione di San Marino mostra salute ai più alti livelli nel mondo. Diversamente diamo spazio a una drammatizzazione che non esiste e su aspetti che si conoscono poco. Se da noi i livelli di salute sono molti anni, e per raggiungerli nulla viene chiesto al cittadino, significa che l’assistenza e i servizi sono adeguati alle esigenze della gente. Mi limito a ricordare due dati: aspettativa di vita e mortalità infantile. tra i più elevati, il primo, e i più bassi, il secondo, del mondo. Non è questo un motivo di orgoglio? Diciamo che i governi, tanti governi, hanno investito bene e operato scelte in un Paese che si è distinto negativamente in tutti i settori dell’amministrazione, ma se c’è un eccezione non facciamo finta di nulla. Sicuramente si è sviluppato con qualche spreco di troppo, con qualche atto clientelare sfacciato, ma sicuramente ha dato buoni frutti. Non significa che il sistema sia esente da problemi, e il documento indica infatti tante cose possono essere migliorate. La competitività di un sistema sanitario si misura sulla capacità di progredire. Le linee di indirizzo per il nuovo piano sanitario: resto colpito per l’aspetto dell’invecchiamento della popolazione, la natalità è diminuita nel 2013-2014 di 50 unità, quasi un crollo per il Paese e non è ascrivibile alla crisi economica. Preoccupa l’invecchiamento popolazione attiva, quella che lavora, è cresciuta più che in Emilia Romagna. Occorre mettere mano quanto prima alla riforma delle pensioni. La seconda preoccupazione riguarda la valorizzazione delle risorse umane e l’attenta politica del personale, indicate nei capitoli di indirizzo dei prossimi 3 anni. Senza adeguate competenze il piano sanitario è infatti da cestino, non possiamo prescindere da professionisti di livello che vengono prima di qualsiasi altro intervento. E poi, stiamo facendo qualcosa per valorizzare le risorse umane? In particolare quelle sammarinesi? Abbiamo programmato i pensionamenti in ambito medico e dirigenziale nei prossimi anni? Stiamo facendo propaganda nelle scuole per invogliare a iscriversi a medicina? Siamo capaci di prevedere un accesso all’università italiana? Non me la prendo con un segretario, ma con il governo, è stato tirato dritto, si sono ritirati diversi dirigenti e hanno lasciato il vuoto. Un dirigente sammarinese è stato costretto ad andarsene, sostituito da uno di un altro settore e al posto di un professionista ne paghiamo oggi probabilmente due, dirigente e un consulente. Non valorizziamo capacità sammarinesi e forse siamo un po’ stupidi. Siamo in grado di offrire percorsi di carriera? No, offriamo contratti a scadenza e prospettive di lavoro incerte e personali ad incarico con stipendi non coerenti. Ci sono medici che prendono meno di 3 mila euro al mese, anche 2,500 euro, meno di un infermiere e di un tecnico sanitario? Siamo nella normalità?”.

Francesca Michelotti, Su: “Ho apprezzato il taglio del documento della sanità, perché non si parla solo di malattie ma anche di benessere, non solo economico, lo stare in salute o in un contesto che ti è vicino nei momenti difficili, configura un modello di Paese che può servire alla politica per promuovere scelte di ambiente incontaminato, più sicurezza sulle strade, più moto, ambienti di lavoro sicuri, con il rispetto di tutte le differenze. Ci propone dei dati, 33 mila 540 abitanti, un quoziente natalità in diminuzione, ma in Repubblica si muore meno che in Italia. Le risorse vanno investite nella prevenzione e diagnosi precoce dei tumori. Le medicine vanno date con metodi appropriati.

Oggi è la giornata sulla violenza contro le donne, c’è un centro d’ascolto, mi risulta che la figura dello psicologo sia a rischio, fino ad oggi era finanziata da un privato, oggi finanziamento è terminato e il presidio rischia di rimanere lettera morta. Lo spreco: contratti esorbitanti, dirigenti strapagati coaudiuvati da staff, un capriccioso rinnovo degli arredi direzionali come esordio, smac card caricate da 5 mila euro…si dirà che sono chiacchiere, ma le convenzioni esagerate parlano da sole di un sistema di privilegi che non si vogliono toccare. Allora non ci stupiamo se le misure restrittive colpiscono i servizi, se i processi di formazione permanente della classe medica restano agganciati alla libera professione dei medici pubblici come se fosse l’unica via d’uscita, se non si vuole elevare il potenziale commerciale farmaceutico. E’ ora di tagliare rami secchi, serve un impegno determinato della politica per promuovere l’accesso del nostro ospedale per promuoverlo nell’Area vasta limitrofa, permettere l’accesso delle nostre strutture a un bacino di uteni più ampio, incentivare il sistema di accordi sanitari per progetti comuni mirati alla formazione, diagnosi e cure. E’ su questo modello che vorremmo misurarci”.

Marco Podeschi, Upr: “Io spero che dal prossimo anno la relazione dell’Authority venga in Consi-glio anno per anno. Analizzare una relazione che parla dell’attività del 2010, a mio avviso, ha poco senso. L’Authority è una delle poche istituzioni sammarinesi guidata da un dirigente sammarinese. A dimostrazione che nel nostro territorio le professionalità esistono: occorre solo valorizzarle ade-guatamente. Sulle linee di indirizzo pluriennali della sanità occorre fare qualche riflessione. Nell’Iss come vanno a finire gli appalti, quali sono gli obiettivi? Non si capiscono tante cose. Ed è una colpa storica. Un esempio? La centrale termica dell’Iss: si parlava di 30 mila euro di costo e invece abbiamo superato i 100 mila euro. Il problema secondo me è di natura culturale perché a San Marino, nel campo della Sanità, l’aspetto amministrativo-gestionale coincide con l’aspetto politico. L’abbattimento delle liste d’attesa deve essere un’altra priorità. Come politici noi dobbiamo dare delle linee di indirizzo. Alla fine di questo dibattito dovremmo definire delle linee alla base del prossimo Piano socio-sanitario. E soprattutto dobbiamo stabilire quante risorse mettere a disposizione della Sanità. Occorre poi capire, da chi ha la responsabilità dell’istituto, cosa vuole fare all’interno. Dopo l’ultimo referendum il direttore sanitario non è andato a casa e non ha pagato per le sue colpe”.

Paride Andreoli, Ps: “Non entro nel merito degli aspetti tecnici. Nel nostro territorio, oltre alle strutture pubbliche, sono previste 53 strutture private. Farò una serie di considerazioni politiche partendo dal presupposto che il nostro sistema sanitario è un fiore all’occhiello per San Marino. Da questo osservatorio i nostri cittadini guardano con attenzione la nostra struttura ospedaliera. In questo settore la politica deve prestare la dovuta e necessaria attenzione perché non si gioca sui numeri ma sulla salute dei cittadini. Gli obiettivi futuri? Occorre ottimizzare le spese, diminuire i tempi delle liste d’attesa, migliorare i diversi settori sanitari e prevenire anziché curare. Compito del Segretario è difficile sotto l’aspetto politico. Credo che attraverso le varie professionalità il nostro ospedale potrà preservare quell’immagine d’eccellenza che tutti noi vogliamo continuare a dare a questa struttura.

Vladimiro Selva, Psd: “Comprendo le perplessità del segretario di Stato Mussoni circa la necessità di raccogliere la sfida coniugare l’offerta di un servizio d’eccellenza ma con una diminuzione della spesa. Sul personale si è sicuramente ecceduto. Se andiamo a vedere il rapporto tra personale amministrativo e personale sanitario c’è una proporzione squilibrata perché si è ecceduto in passato concedendo posti di lavoro anche se non ce n’erano le esigenze. Le linee guida identificano una serie di investimenti nella prevenzione (qualità ambientale, medicina complementare, corretta alimentazione) perché questi interventi possono garantire un risparmio nel lungo periodo: migliora la salute della popolazione locale. Investire 200 mila euro in una rotatoria porta a meno incidenti e dunque quell’investimento lo ritroviamo anche come riduzione dei costi della sanità per il calo del numero di incidenti. Poi c’è il tema della riorganizzazione della sanità. A livello organizzativo occorre evitare sovrapposizioni, chiamare in causa il medico solo quando realmente serve. Dobbiamo incentivare le famiglie a tenere i propri cari in casa fornendo, magari, maggiore assistenza domiciliare. Oggi abbiamo tante persone che devono essere assistite e un sacco di giovani a casa inoccupati: dobbiamo unire questi due mondi. Riconosciamo l’indennità per la mancata occupazione a fronte di questo impegno. Continuiamo a garantire sanità d’eccellenza con una riduzione dei costi. Sono convinto che in questa fase serva molta buona politica e dunque ci attendiamo un Piano Sanitario che vada in quest’ottica”.

Luigi Mazza, Pdcs: “La sanità non si inventa e non è una questione di puri numeri. La prima do-manda che dobbiamo farci è: quale sanità vogliamo per questo Paese? Se noi pensiamo, per esem-pio, che prima dell’accordo con l’attuale professionista nel settore dell’urologia circa 300 interventi venivano fatti a Ferrara, ora invece il 90% di quegli stessi interventi vengono fatti a San Marino, capiamo che è stata fatta una scelta precisa. La mobilità passiva ha un costo: paghiamo le amministrazioni intorno a noi per fare quello che noi non facciamo. Parlavamo di creare a San Marino un centro d’eccellenza sull’Oncologia. C’erano pressioni affinché non lo facessimo perché al bilancio sanitario dell’Emilia Romagna facevano comodo i pazienti sammarinesi. E’ una scelta mancata. Scelta che pesa sul nostro bilancio. Questo è solo un ragionamento che ci fa capire dove va a finire la nostra sanità. O creiamo un Pronto Soccorso con una serie di ambulanze pronte a partire per altri ospedali, oppure facciamo lavorare le nostre strutture. Nel Piano, Segretario Mussoni, facciamo quelle scelte necessarie a mantenere inalterato il livello qualitativo della nostra struttura. Ci sono risparmi da fare e sprechi da tagliare, ma non pensiamo di risparmiare sulla qualità degli interventi e dei servizi. Chiudere i servizi per mandare i sammarinesi fuori Paese, nell’Area Vasta, non è la soluzione. Creiamo le condizioni perché San Marino possa rispondere alle esigenze dei cittadini. Non dobbiamo competere con Cotignola ma neppure fare, come accadeva fino a qualche anno fa, che i sammarinesi per ogni intervento andavano all’Ortopedia di Rimini o altrove. Noi siamo per una sanità che funziona. Che riduce la mobilità passiva. Sanità non è solo una garanzia, ma una fonte occupazionale importante. Non possiamo pensare che la sanità è solo uno dei capitoli del bilancio”.

 

Repliche

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Noi oggi abbiamo fatto un dibattito che offre dei punti fermi. Oggi la fotografia sulla sanità è questa, c’è una sanità privata e una pubblica che è di Stato, ha rapporto con l’Oms, con l’Italia, le Regioni limitrofe e le strutture private. E’ una sanità che ha competenza sulla prevenzione, sulla previdenza, sulla sanità specifica e su tutto il mondo del sociale, è un welfare complessivo. La nostra è e deve rimanere una sanità universale e che non ha ticket, il dibattito sul ticket era legato all’entità delle risorse, non alla volontà, il Paese non lo vuole e lavoriamo per fare un piano sociosanitario che non ha ticket. Oggi è un dibattito sulle linee generale di politica per i prossimi anni, ci sarebbe molto da dire sugli anziani, sulle case di riposo, su cardiologia, su farmacologia…ognuno ha toccato singoli aspetti e temi importanti. Podeschi ha detto che non si possono confondere piano politico d quello della gestione, la politica è sempre responsabile, ma non bisogna confondere le competenze. Oggi non parliamo di aspetti di gestione, ma di visione e di modello che vogliamo mantenere. Noi abbiamo fatto risparmi e li dobbiamo fare, ma l abbiamo fatti, sono partito con 69 mln di euro, nel 2015 saranno d61 mln di euro, vuol dire che abbiamo rispettato quello che abbiamo voluto nell’allegato del 2012, e forse siamo uno dei pochi enti che lo ha rispettato. Certamente su spending review si va avanti, ma dobbiamo dire che è stato fatto molto in questi due anni. Per la riorganizzazione io avrei una ricetta ma ci vuole il confronto, dovremo avere la capacità di creare le giuste condizioni, arrivare a una gestione diretta dell’Iss della cantieristica e lavori. Nel discorso del cambiamento, l’autonomia è un tema da affrontare, sicuramente con prudenza e garanzia, ma dobbiamo essere seri, e considerare che lentezze, costi, malagestione dei fondi pubblici devono essere affrontati con meccanismi che consentano tempi brevi e risultati misurabili. Qui c’è anche il piano del personale, oggi l’Istututo sta lavorando per portare tutti insieme i fabbisogni della Pa, ma anche qui ci deve essere buon senso: se non c’è una distinzione e consapevolezza della specificità del ruolo dei medici e professionisti rischiamo di non dare un buon servizio al Paese. Ringrazio Mario, ho presentato anche quest’anno al bilancio una norma che prevede una deroga in caso di pensionamento dei professionisti nel caso non ci fossero disponibilità interne.

Le indennità di malattia: la Pa spende troppo nella malattia e tutto il sistema è troppo oneroso nei fondi previdenziale e deve essere oggetto di discussione in maggioranza.

Approviamo la relazione dell’Authority e raccogliamo le sue richieste di rafforzamento: dobbiamo investire nelle strutture strategiche dello Stato. Approviamo la relazione del Comitato di Bioetica che pure ci chiede di strutturare le sua attività, anche questa è un’osservazione da raccogliere com-patibilmente alle risorse. Infine, possiamo impegnarci sulle linee essenziali individuate del Piano sanitario, intanto con una collaborazione forte con Oms, con Regioni e Stato vicino. Poi le linee generali fondanti: la persona al centro del sistema, qualità oggettiva e misurabilità dei servizi, attento fabbisogno del personale e valorizzazione risorse umane, scambi di professionisti e idee innovative con la vicina Italia, adozione di un regolamento di medicine non convenzionali, introdurre sistemi di responsabilizzazione dei medici”.

Roberto Venturini, Pdcs: “La medicina di base è il prima anello della catena di sanità, è una delle priorità perchè una medicina di base che funziona bene consente un lavoro a cascata ospedaliero razionale. Dal 1 gennaio si dovrebbe iniziare a parlare di centri per la salute, lavoro in team dei professionisti, medicina preventiva. Per valorizzare le professionalità degli operatori è stata abbandonata la logica del mansionario ed entro l’anno si va verso l’identificazione dei profili di ruolo. Del collega Giardi condivido l’idea di mettere i ticket per i codici bianchi in pronto soccorso, non è come il ticket per ricette o esami di laboratorio, non andiamo a togliere una prestazione. Spesso alcuni cittadini si recano non appropriatamente in pronto soccorso per patologie non urgenti”.

Franco Santi, C10: “Mi associo alla proposta di maggiore autonomia di gestione dell’Iss, credo debba arrivare al più presto sul tavolo, c’è una logica precisa di separazione tra amministratore e politica e devono avere responsabilità di quello che fanno e ne devono rispondere. Mazza interviene ogni volta proponendo un suo modello che prevede la libera professione e addita il resto del mondo come nemici della qualità. Ma questa è demagogia. Noi sosteniamo che la qualità non può prescindere da una serie di regole di base, una di queste è che l’operatore deve essere parte di un sistema complessivo e deve lavorare per il sistema, non per sé stesso. In questo senso abbiamo criticato la scelta della libera professione. Siamo d’accordo che la qualità si gioca sulla capacità di valorizzare i suoi operatori”.

Giardi William, Upr: “E’ necessario attuare delle scelte all’interno di un sistema proattivo, indicare quegli interventi di indirizzo di scelte, nei momenti in cui i nostri studenti sono a livello universitario di specializzazione per avere quelle competenze che verranno nel tempo a mancare perché gli studenti che si approcciano alla medicina non saranno sufficienti a coprire i pensionamenti, Spero sia stata fatta in modo proattiva la scelta delle 4 sale chirurgiche, che si sia pensato di portare medici non sammarinesi e non forensi a lavorarci”.

Mario Venturini, Ap: “A Mussoni: alcune cose le dico da quando sono entrato in Consiglio, sono nodi che trasciniamo da tempo. Rispetto al documento presentato mi sono preoccupato di due cose: l’invecchiamento progressivo della popolazione che ci pone problemi sulla sostenibilità del sistema previdenziale e che la valorizzazione delle risorse umane come linea di indirizzo la condivido, ma non credo sia perseguita fino in fondo. Ho ricordato un caso eclatante che dimostra come non valorizziamo personale sammarinese e che non sempre siamo in grado di offrire carriere e sicurezze e che ci sono casi di medici sottopagati. Dovremmo guardare tecnici e parte amministrativa, quelli sì che prendono di più rispetto i colleghi italiani. Temo che stiamo gettando le basi per creare un sistema sanitario poco attrattivo per professionisti di livello esterni di cui abbiamo bisogno. Gli stipendi del servizio ospedaliero sono già inferiori a quelli italiani, non diamo prospettive sicure a chi ci soccorre, quando abbiamo un buco da tappare. Siamo spesso in questa condizione, anche in questi giorni c’è una fuga, abbiamo anche una bassa casistica, secondo voi questo è attrattivo per un medico? Se presentiamo linee di indirizzo ambiziose, non dobbiamo essere ipocriti. I cittadini sono contenti se un medico prende 2.500 euro, ma pretendono un servizio eccellente, senza attese, altrimenti vanno sui giornali. Siamo sicuri di valorizzare le risorse umane che rappresentano un elemento strategico che influisce su qualità dell’assistenza e lo snodo per non declassare la nostra sanità? Se vogliamo mantenere l’attuale livello di assistenza, le premesse ì non sono buone, se non corriamo ai ripari il personale medico diverrà l’emergenza dei prossimi anni. Sugli sprechi: i finti residenti vengono ancora a servirsi gratuitamente ai nostri servizi? Chi ha il permesso di soggiorno, accede gratuitamente? E mettiamoci anche la mala educazione dei cittadini, qualche anno fa noi eravamo i primi consumatori in europa di esami e radiografie, avevamo un sacco di prescrizioni mediche annue, come esami siamo ai livelli di Rimini che ha 130 mila abitanti, non sono questi gli sprechi?”.

Marco Podeschi, Upr: “Non ho trovato nella relazione accenni sull’uso di stupefacenti, un feno-meno che colpisce molto le popolazioni avanzate. Chiederei maggiore attenzione da parte dell’Iss. Da un paio di anni non se ne parla più, idem sull’abuso di alcol. Libera professione, la nostra disponibilità c’è, ma il tavolo non si è riunito da luglio, i problemi restano e sono importanti”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato: “Alla maggioranza: la verifica politica deve essere fatta su contenuti, risultati e su regie politiche. Non mi piace che in Aula si facciano bei discorsi e quando è ora di lavorare ai tavoli non accade e si accumulano i ritardi. I fatti contano e i fatti sono che bisogna lavorare meglio. Anche quando al bilancio saremo coerenti tra parole e contenuti la verifica sarà positiva, diversamente se vogliamo fare il gioco al massacro.

Quindi: verifica politica per lavorare meglio e non andare ad elezioni anticipate e alcuni interventi ascoltati in Aula vanno in questo senso. La regia politica deve cambiare: in questo momento di partita sulla moralità non accetto certi discorsi da parte di certe persone”.

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