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Come individuare il valore dell’azienda

da Redazione

Due interlocutori: soci e Stato da una parte, clienti e fornitori dall’altra. Il bilancio “anglosassone” mostra e dimostra il futuro dell’impresa.

 

di Simone Selva

 

Nella cultura latina il bilancio d’esercizio ha una finalità ben precisa: fornire una visione sintetica dei rapporti economici tra l’azienda e l’esterno. I principali interlocutori per il bilancio sono pertanto i soci, i finanziatori terzi (prestatori di capitale di debito) e lo Stato (il Fisco). Secondo quest’ottica il tessuto dei principi contabili di matrice latina predilige un approccio fortemente prudenziale, focalizzato sulla rappresentazione di un patrimonio il più possibile tangibile, e attento alla coerenza con la disciplina fiscale. La cultura anglosassone, da cui prendono forma i principi contabili internazionali (IAS/IFRS), parte invece da un punto di vista per certi versi capovolto: la prevalenza della sostanza sulla forma. È evidente come un approccio di questo tipo favorisca una rappresentazione più vicina alle dinamiche di business, cioè alle logiche strategiche che portano l’imprenditore a prendere decisioni, e pertanto faciliti una rappresentazione, certamente meno prudenziale ma più completa. Non per nulla gli anglosassoni, quando dicono bilancio, parlano di “Financial Reporting”, in stretta continuità con la rappresentazione che tipicamente in aziende latine, si trova nei prospetti relativi al controllo di gestione. Se le aziende latine sono pertanto focalizzate sui due campi Civilistico-Fiscale e Gestionale, per gli anglosassoni si può parlare più compiutamente Bilancio Economico-Finanziario (che racchiude anche le dinamiche gestionali) e Tax, come un ambito totalmente distinto e separato. Il focus sul tema dei risultati gestionali non è casuale ma finalizzata ad una rappresentazione della capacità dell’azienda di produrre valore con il proprio core business. Tale attenzione ai risultati non vede, almeno in teoria, alcuna distinzione tra gli interessi interni all’azienda, ossia dei manager, e quelli esterni all’azienda, poiché il valore dell’impresa sta in come essa viene gestita e non appena nel patrimonio da essa posseduto.

Le distinzioni fin qui fatte, di natura terminologica, celano in realtà una interpretazione completamente diversa dei sistemi di rappresentazione aziendali. Dovendo tracciare i limiti dei sistemi di comunicazione economica tradizionali è possibile individuare principalmente due sottili miopie: la prima riguarda l’orizzonte temporale oggetto di rappresentazione, la seconda gli interlocutori principali del messaggio contenuto nel bilancio.

Il bilancio ci dà una foto, certo, e una foto è per definizione statica. Ma nel modo di rappresentare i dati si possono individuare più indicazioni sul futuro di quanto immagini. In primo luogo un’azienda che dà rilevanza informativa agli investimenti fatti in nuove strutture produttive, in pubblicità, in ricerca e sviluppo e in formazione, sta dando un messaggio molto forte rispetto alla sua visione di lungo periodo.

A parità di risultati economici e a parità di patrimonio risulta evidente come l’identificazione della comprovata volontà dell’azienda di investire in competenze e risorse tecnologiche può dare infatti un messaggio di grande stabilità. Poiché la stabilità dell’azienda non è esauribile in un pur necessario equilibrio patrimoniale, ma nella capacità di sfruttare quell’equilibrio per costruire il proprio futuro. La stabilità aziendale è infatti per definizione nel lungo periodo.

Il secondo limite riguarda gli interlocutori.

Un’azienda non si interfaccia solo ed esclusivamente con Soci, Banche e Fisco, ma con i propri clienti, i propri fornitori, i propri dipendenti, le istituzioni e la propria comunità territoriale di riferimento.

Tutti questi soggetti, chi più, chi meno, hanno un interesse o almeno un opinione rispetto all’azienda e questa opinione non è affatto irrilevante dal punto di vista della gestione dell’impresa.

Dal punto di vista interno risulta evidente come sia più semplice collaborare con fornitori che reputano l’impresa solida ed efficace, allo stesso tempo l’immagine dell’impresa nei confronti del mercato è essenziale per competere. Dal punto di vista organizzativo poi è fondamentale che le risorse umane percepiscano la stabilità e la solidità dell’impresa.

In secondo luogo la coscienza del fatto che l’azienda investe sulle proprie risorse umane con la formazione e con progetti di crescita professionale e di carriera assicura un clima aziendale vincente ed un maggiore coinvolgimento delle persone rispetto alle sorti della società. D’alta parte, considerando gli attori esterni al Settore, si possono citare i molteplici esempi di collaborazione in rete che caratterizzano i sistemi economici moderni. Un tipico esempio di queste collaborazioni sono i progetti di ricerca cofinanziati da enti pubblici e aziende private su determinati ambiti settoriali. L’investimento cofinanziato nasce dal riconoscimento del fatto che imprese, istituzioni e comunità hanno un interesse comune: la crescita di competenze distintive per creare nuove opportunità di business che permettano di creare ricchezza e posti di lavoro per il territorio.

Gli esempi riportati vogliono fornire solo alcuni spunti di riflessione sulle ragioni di business che possono portare un’azienda a comunicare la propria realtà in un modo più completo. Andando oltre la auspicabile filantropia che può caratterizzare questo o quell’imprenditore, in modo apparentemente estemporaneo, la presenza di un complesso di relazioni immateriali nella vita dell’azienda è un aspetto innegabile e di assoluto rilievo dal punto di vista strategico.

Questi aspetti sono talmente rilevanti che sia i sistemi di misurazione delle performance che gli stessi organi internazionali deputati alla redazione dei principi contabili stanno sempre più dando rilevanza al tema.

Dal punto di vista del controllo di gestione è sufficiente citare la sempre maggior diffusione dei cosiddetti Sistemi di Reporting Integrati, come la Balanced Scorecard. Il modello di reporting in questione si propone di misurare l’efficacia dell’azienda attraverso 4 prospettive: Economico-Finanziaria, Relazione con il Cliente, Ricerca e Apprendimento, Processi interni.

Dal punto di vista dei principi contabili gli organismi internazionali competenti, come lo IASB, si stanno interrogando sulla capacità di rappresentazione dei valori aziendali dati dai soli valori economico-finanziari.

In tal senso uno dei filoni di discussione attuali è proprio quello relativo all’introduzione del Bilancio Sociale come modello standard per rappresentazione dell’azienda.

Il Bilancio sociale può senz’altro rivelarsi un utile strumento in questo senso per comunicare quel complesso di prospettive aziendali ai diversi interlocutori di cui l’azienda deve tenere conto.

Non è detto che la Balanced Scorecard o il Bilancio Sociale debbano essere necessariamente i veicoli migliori per questo tipo di processo. È certo però è che l’analisi e la rappresentazione delle diverse prospettive elencate possono rivelarsi un vero Asset strategico per garantire che l’azienda e tutti i suoi portatori di interesse possano rendersi veramente conto di dove e come viene creato e tutelato il valore aziendale.

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