Francesco Mussoni: “Auspico che la verifica di governo in corso riguardi anche le azioni di maggioranza rispetto alle problematiche che l’esecutivo si trova ad affrontare”. Il report dell’agenzia Della Torre.
SAN MARINO – La sessione consiliare si apre con un riferimento del segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini, sull’Ucraina, dando lettura dell’appello fatto ai Parlamenti di tutto il mondo dalla Duma della Federazione russa e ribadendo la posizione della Repubblica di San Marino.
Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, interviene poi con un aggiornamento su Fondiss e Libera Professione, lanciando un appello agli alleati: “Auspico che la verifica di governo in corso riguardi anche le azioni di maggioranza rispetto alle problematiche che l’esecutivo si trova ad affrontare”.
Interviene poi Roberto Ciavatta di Rete portando in Aula una lettera anonima, inviata a diversi gruppi politici, che denuncia presunte lobby politiche impegnate a “delegittimare l’operato della Magistratura”.
Luca Santolini, C10, chiede poi alle forze politiche di “redigere una soluzione da presentare al governo per sollecitarlo ad una presa di posizione chiara e coraggiosa sul riconoscimento dello Stato palestinese”.
Matteo Zeppa, Rete, solleva il caso di una domanda di residenza ad un imprenditore lasciata in sospeso dalla Commissione Affari esteri su cui permangono forti dubbi da parte dei commissari. Su questa intervengono anche Marino Riccardi, Psd, Maria Luisa Berti, Ns, Alessandro Mancini, Ps e Andrea Zafferani, C10.
Marco Podeschi, Upr, interviene sul bando per la vendita della Centrale del Latte, segue Manuel Ciavatta, Pdcs, per riferire sulla partecipazione della delegazione sammarinese alla Conferenza dei presidenti dei Parlamenti dei piccoli Stati d’Europa. Quindi Francesca Michelotti, Su, presenta un ordine del giorno perché il Consiglio Grande e Generale impegni il Governo “ad appoggiare la rimozione dell’embargo contro Cuba con interventi, richiami e sollecitazioni”.
Luca Lazzari, Indipendente, dà lettura dell’Odg che presenta insieme a Civico 10, Rete e Sinistra Unita, affinché “il Consiglio grande e generale considerata la gravità della situazione delle finanze pubbliche (…)impegni il Governo a presentare copia dei rapporti sui crediti problematici conferiti dagli istituti bancari oggetto dei decreti legge 172 del 2011, 61 del 2012 e 72 del 2013 alle società cui n’è stato affidato il recupero ovvero l’elenco dei nominativi dei relativi importi cui gli stessi importi fanno riferimento”.
Il segretario di Stato per il Turismo, Teodoro Lonfernini, interviene brevemente sulla lettera anonima, infine Tony Margiotta, Su, sollecita un intervento sulla messa a norma della struttura carceraria.
I lavori consiliari proseguono con la risposta alle interpellanze e due conferimenti del Titolo di Cavaliere di Gran Croce: la prima a Albrecht Freiherr von Boeselager, Gran Cancelliere del Sovrano Ordine di Malte, la seconda a Frà Mattew Festing, Principe e Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta. Seguono la nomina di Claudio Felici, Psd, quale membro della Commissione consiliare Affari costituzionali e istituzionali, e quella di Gerardo Giovagnoli, Psd, quale membro della Commissione consiliare Finanze.
Si apre quindi il Comma 7 che riguarda le dimissioni di Stefano Macina dalla Commissione Affari Giustizia, la sua sostituzione con il consigliere Francesco Morganti, Psd, e l’ordine del giorno di Rete e Ns “per consentire a un rappresentante di Rete e uno di Ns di presenziare a titolo di uditori alle riunioni della Commissione Affari Giustizia”. Su questo punto si apre un dibattito a cui si sono iscritti 24 consiglieri. La sostituzione viene approvata mentre l’Odg di Rete-Ns viene respinto con 34 voti contrari e 14 a favore.
Segue il Comma 8 a) Dimissioni del Consigliere Gian Marco Marcucci da membro del Consiglio Grande e Generale e sua eventuale sostituzione; b) Dimissioni del Consigliere Giovanni Lonfernini da membro del Consiglio Grande e Generale e sua eventuale sostituzione. Anche a questo comma si apre un dibattito cui sono iscritti 23 consiglieri.
I lavori si interrompono a metà dibattito e riprenderanno nella giornata di domani.
Di seguito un estratto degli interventi odierni:
Comma 1_ Comunicazioni
Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari Esteri:
“Intervengo per dare un aggiornamento sulla situazione in Ucraina, informare sul riepilogo delle posizioni prese dal governo nei vari organismi. Colgo occasione per rendere edotto il Consiglio dell’appello che la Duma della Federazione russa ai parlamenti. Il congresso di Stato ha preso atto del mio riferimento basato sulle comunicazioni delle nostre missioni all’estero, è stato reso noto il contenuto del nuovo appello della Duma sul non riconoscimento dell’annessione russa della Crimea. La posizione del Congresso di Stato dinnanzi alla delicata e perdurante crisi tra i due Stati: sottolinea il principio dell’integrità territoriale, dell’unità e dell’indipendenza dell’Ucraina e il non riconoscimento dell’annessione da parte della Federazione Russa della Crimea e di Sebastopoli. L’Esecutivo ritiene doveroso che le Parti si attengano al Protocollo di Minsk e che da parte della Federazione Russa si ottemperi al rispetto del diritto internazionale in materia di aiuti umanitari, di monitoraggio degli organismi internazionali e di rilascio dei cittadini ucraini detenuti sul territorio russo. Do lettura dell’appello della Duma: ‘i deputati della Duma di Stato della Federazione russa lanciano un appello ai parlamenti del mondo per aprire un indagine internazionale indipendenti nei confronti dei crimini commessi sulla popolazione civile del sud est dell’Ucraina. La cifra dei cittadini morti in Ucraina ha raggiunto qualche migliaia di unità, ma si rifiuta di vedere un’immagine obiettiva dei fatti. Dall’inizio della destabilizzazione, Stati uniti e Ue danno a Kiev appoggio politico finanziario e morale. Alcuni Stati occidentali concedono pure armamenti e spediscono in Ucraina consiglieri militari, condizioni queste che minano la pace e accentuano la spirale di violenza. Gli ordini dell’autorità di Kiev, i loro finanziatori, devono avere una chiara valutazione giuridica’. Con questo appello, mi premeva sottolineare come l’azione della nostra rappresentanza sia volta a favorire il processo di pace nel rispetto delle integrità territoriali, la situazione è ancora estremamente critica e delicata, il compito di Ue e Osce sono tutt’altro che esauriti e a questi facciamo appello”.
Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Visto l’esito referendario sul tema della libera professione e di Fondiss mi sembra opportuna una comunicazione all’Aula. Ci sarà un incontro tecnico formale tra Fondiss, Bcsm e forze politiche di maggioranza e minoranza in data 4 dicembre per esaminare una proposta volta a dare risposte legislative. Sulla libera professione si stanno manifestando disagi ai servizi e il rischio di fuga dei professionisti, ho ricevuto un nota formale della Direzione Iss che ha adottato un regolamento sperimentale ancorato alla legge del ’91 che consente la libera professione, credo sia opportuno dare questa comunicazione all’Aula per rispetto referendario. C’è una certa amarezza, l’Odg approvato il 5 giugno impegnava la maggioranza a dare una risposta con l’opposizione per trovare una sintesi su questa materia, in questo momento nonostante i tentativi frequenti di incontrarsi e trovare soluzioni di fatto non ha consentito la possibilità di proporre oggi all’Aula soluzioni tecniche supportate dal consenso politico di maggioranza e opposizione. Sarà mia cura dare impulso a tavoli politici per presentare soluzioni tecniche ai problemi. A livello politico auspico che la verifica di governo in corso riguardi anche la verifica di questi comportamenti in corso che non producono positività. La verifica va fatta anche sulle azioni di maggioranza rispetto alle problematiche che l’esecutivo si trova ad affrontare”.
Andrea Santolini, C10: “E’ notizia di ieri che in Spagna è stata votata a larga maggioranza una mozione per riconoscere lo Stato palestinese, è un’azione che si somma a quella passata in Inghilterra, al riconoscimento dato dal Regno di Svezia e dall’Onu nel dicembre 2012. In tutti questi atti si sottolinea quello che cittadinanza Attiva, il Psd, e altre forze di opposizione sostengono da tempo. Dopo 60 anni di conflitto permanente che ha creato perenne instabilità, l’unica soluzione capace di dare risultati verso la coesistenza pacifica tra popolo israeliano e palestinese riteniamo sia il riconoscimento di pari dignità delle due realtà statutarie.
E’ compito delle forze politiche del Paese di redigere una soluzione da presentare al governo per sollecitarlo ad una presa di posizione chiara e coraggiosa sul riconoscimento Stato palestinese”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Ho due comunicazioni, la prima riguarda una lettera anonima ricevuta di cui portiamo il contenuto all’Aula. Ci pare un contenuto verosimile, se fosse reale anche solo al 50% confermerebbe le impressioni sempre ribadite in Aula sugli scandali e le infiltrazioni.
(interviene la Reggenza per spiegare che non si possono leggere lettere anonime in sede istituzionale) Non darò lettura della lettera ma parlerò del contenuto.
Ribadisco quanto dicevo, purtroppo ci sono conferme, si dice che tutto quanto sta emergendo nelle inchieste è legato la passato, ma non risponde alla realtà. Nella lettera c’è una ricostruzione dei fatti capillare e siamo a disposizione, divulgheremo copie ai gruppi. Secondo il testo attualmente vi sono una serie di disegni e attività artatamente create per realizzare la riproposizione di un sistema che ci auguravamo potesse essere lasciato alle spalle. Sulla centralità di alcune figure, tra cui Gabriele Gatti, e la loro capacità di riportare all’ovile una serie di personaggi nella Dc, con l’ipotesi di un’organizzazione mirante alla delegittimazione dell’operato della magistratura e mirante alla soppressione nel breve- medio periodo di alcuni partitini che sono stati fastidiosi per il mantenimento di potere di chi o ha posseduto per anni. Si parla poi di alcuni contratti in scadenza in magistratura e delle pressioni che certi politici stanno facendo per la volontà di non rinnovo per evitare che si arrivi al termine delle indagini, con ipotesi di alleanze per mantenere lo status quo. Sono certo che la lettera, benché anonima, sia di interesse pubblico. La persona che ha scritto il documento risulta assolutamente a conoscenza dei fatti. Prendo atto della volontà di mantenere segreto quello che non può avere il carattere di ufficialità. Qui si fanno nomi, si parla di un riaccorpamento e di un disegno complottistico, ma molto verosimile, di quello che sta avvenendo al Paese. E ha a che fare con il futuro e con il mantenimento del potere delle famiglie storiche di San Marino.
La seconda comunicazione ha che fare con un Odg con cui la settimana scorsa in commissione Finanze il sottoscritto, Santolini e Lazzari chiedevamo spiegazioni sui benefici fiscali per le banche in caso di fusioni e si interrogava sulla posizione di Antonio Gumina e sulle ipotesi che le autorizzazioni per il nulla osta di soggetti bancari non più operativi potessero essere in trattativa. L’Odg non è stato approvato, chiedeva di bloccare le trattative sulle autorizzazioni di banche acquisite e loro immediata revoca Si susseguono infatti rumors sulla cessione dell’autorizzazione di Ebc a un soggetto ucraino. Su questi argomenti chiedo che l’Aula si faccia carico e soprattuto che il segretario per le Finanze operi affinché vi sia trasparenza e condivisione degli elementi di trattativa”.
Matteo Zeppa, Rete: “Un appello alle loro Eccellenze, dovrebbe essere quanto meno auspicabile. Capita che ci si ritrovi a concedere pratiche di residenza a personaggi un po’ strani. Capita che non sempre le documentazioni siano complete. Capita quello che è accaduto nella scorsa Commissione esteri. Chiedo alle Eccellenze di essere garanti: non si possono tacciare per rinnovamento delle pratiche di residenza che nulla hanno a che vedere con il bene di San Marino. La scorsa settimana, durante una serata sulle Mafie, ho ribadito che il periodo di crisi porta ad avere le maglie larghe verso coloro che hanno il portafoglio pieno. C’è una pratica di residenza in cui lo Stato dovrebbe farsi garante nei confronti di una persona con precedenti penali che intende fare affari a San Marino. Il rischio fortissimo è quello di allargare le maglie e fare entrare a San Marino, con atti costituzionali dello Stato, questo genere di persone. E’ la decima volta che lo dico: le pratiche di residenza devono essere inattaccabili. Questa pratica di cui sto parlando è indegna. Questa persona non può vivere a San Marino”.
La Reggenza interviene per farsi garante di organizzare una riunione tra i presidenti delle Commissioni consiliari per un coordinamento che darà maggiori certezze sui dubbi sollevati dal consigliere Zeppa.
Marino Riccardi, Psd: “La commissione ha condiviso all’unanimità il fatto che ci fossero approfondimenti da fare. Assicuro che quella pratica verrà bocciata. Non capisco il clamore però per un piccolo inconveniente. Non c’è stata alcuna forzatura. L’intenzione era quella di valutare con maggiore attenzione la pratica, ma io posso già garantire che verrà respinta. Tutti i membri della commissione sono attenti sul rilascio delle residenze”.
Maria Luisa Berti, Ns:” La pratica di cui parla il consigliere Zeppa è stata ritenuta meritevole di approfondimenti sia dalla minoranza che dalla maggioranza. Ecco perché si è deciso per la sospensione. Il soggetto che ha fatto domanda di residenza aveva ottenuto dal Consiglio dei XII l’autorizzazione ad intestarsi dei beni pur in mancanza di residenza: un vero e proprio precedente. Nella seduta del Consiglio dei XIIquella intestazione fu deliberata da tutti i membri tranne due (uno di opposizione, uno di maggioranza). Io penso che precedenti di quel tipo non debbano assolutamente costituirsi”.
Alessandro Mancini, Ps: “Sono sia in Commissione Esteri che in Consiglio dei XII. La commissione, come in altri casi, ha sospeso la pratica per fare delle valutazioni. Io voterò contrariamente alla domanda di residenza. In Consiglio dei XII è arrivata l’istanza di intestazione di un immobile ad una società amministrata da questo signore. La domanda era ben definita ed era in corso la domanda di residenza. Noi abbiamo solo permesso di intestare l’appartamento a una società di diritto sammarinese da tempo presente a San Marino”.
Andrea Zafferani, C10: “Nell’ultimo ufficio di presidenza il Governo aveva chiesto l’inserimento all’ordine del giorno di questa seduta la nuova Legge sulle residenze. Non è stata inserita, ma questa Legge non è stata condivisa con le forze di opposizione nonostante si vada a trattare un tema importante e su cui la Commissione Esteri ha sollecitato l’intervento. Chiederei di avviare il confronto con la minoranza prima di dicembre. Troppa discrezionalità nel rilascio delle licenze. La Legge sulla concessione è molto vaga. Spero che con quella nuova si riescano a fissare paletti ben precisi”.
Marco Podeschi, Upr: “Abbiamo sollevato per primi il problema della Centrale del Latte. E leggiamo poi della pubblicazione del bando per la vendita. Vendere un ente come la Centrale del Latte in questo momento ci lascia perplessi. Leggere nel bando che ‘si valuterà quanti dipendenti resteranno’ mi pare davvero poco serio”.
Manuel Ciavatta, Pdcs: “La delegazione di San Marino ha partecipato alla Conferenza dei presidenti dei Parlamenti dei piccoli Stati d’Europa. Tra i temi principali che hanno caratterizzato il dibattito: il contributo dei piccoli Stati d’Europa alla governance democratica e gli strumenti utilizzati per affrontare la crisi economica. Sul fronte del rilascio delle residenze dico solo che un’anomalia a mio avviso c’è stata: il consiglio dei XII ha intestato un’abitazione pubblica a una società mentre solitamente può solo intestare la sede di una società”.
Rossano Fabbri, Ps: “Non riesco a capire cosa non funzioni ancora nei meccanismi di controllo. Se sono emerse in sede di rilascio di residenza una serie di reati, non riesco a capire come questo soggetto possa essere diventato amministratore di una società di diritto sammarinese. Ad oggi mi paiono questioni da sottolineare. La lettera? Odio commentare lettere anonime ma se siamo arrivati al punto che in Consiglio Grande e Generale dobbiamo commentare lettere anonime significa che la politica è giunta al punto più basso della storia di questo Paese. Oggi la politica non può sostituire i Magistrati: lo dico per rassicurare chi ha fatto di queste lettere anonime un cavallo di battaglia”.
Luca Lazzari, Indipendente: “Do lettura dell’Odg che presento insieme a Civico 10, Rete e Sinistra Unita. “Il Cgg, considerata la gravità della situazione delle finanze pubbliche(…)impegna il Governo a presentare copia dei rapporti sui crediti problematici conferiti dagli istituti bancari oggetto dei decreti legge 172 del 2011, 61 del 2012 e 72 del 2013 alle società cui n’è stato affidato il recupero ovvero l’elenco dei nominativi dei relativi importi cui gli stessi importi fanno riferimento”.
Francesca Michelotti, Su: “Il Rally Legend quest’anno ha portato in Repubblica 60 mila spettatori con conseguente ricaduta positiva nel settore dell’ospitalità. Vorrei però parlare del tema della sicurezza: la spettacolarità dell’evento a volte avviene a discapito della sicurezza. Noi spendiamo moltissimo per finanziare il MotoGp che non ha così grandi ricadute per il territorio, ma forse sarebbe più utile investire risorse nella sicurezza del Rally Legend. Volevo poi parlare dell’embargo su Cuba. L’America con protervia ingiustificata continua con embargo. Ecco perché si propone un odg. “Il Consiglio Grande e Generale (…)impegna il Governo ad appoggiare la rimozione dell’embargo contro Cuba con interventi, richiami e sollecitazioni”.
Teodoro Lonfernini, Segretario di Stato al Turismo: “Sul Rally Legend ci tengo a sottolineare che l’evento è stato gestito in modo lodevole. Gli organizzatori sono stati attenti alla sicurezza di chi assiste, di chi partecipa e di chi deve subire qualche giorno di disagio. Ho verificato ciò con i miei occhi. Sono stati attenti alla sicurezza e alla pulizia lasciata nei luoghi della manifestazione, dove si riversano migliaia e migliaia di persone. Posso fornire a Michelotti la documentazione anche fotografica.
Sulla lettera consegnata in maniera anonima a tante persone nel Paese: credo che abbia lo stesso valore di un dubbio amletico, è nato prima l’uovo o la gallina? Visto che è stata citata la mia famiglia, dico che i Lonfernini sono all’interno della Democrazia Cristiana da tanto tempo prima di altri personaggi”.
Tony Margiotta, Su: “Sappiamo che la nostra struttura carceraria non è adeguata. C’è una detenuta donna. La regolamentazione internazionale dice che quando in un carcere misto c’è una donna ci devono essere determinate caratteristiche, a livello di strutture e spazi esclusivi per lei. Questo non è presente nella nostra struttura carceraria. Sollevo la problematica. Occorre formare chi ci lavora per permettergli di fare il proprio lavoro in maniera adeguata, serve formazione. Il corpo della Gendarmeria è in difficoltà per il numero degli agenti presenti, che è al di sotto dell’esigenza odierna del Paese”.
Comma7: a) Dimissioni del Consigliere Stefano Macina da membro della Commissione Consiliare per gli Affari di Giustizia e sua sostituzione con il consigliere Francesco Morganti (approvata) ; b) Ordine del Giorno presentato dal Gruppo Consiliare di Movimento Civico RETE e dai Consiglieri Maria Luisa Berti, Gian Nicola Berti e Massimo Cenci per consentire ad un rappresentante di Movimento Civico Rete e ad uno di Noi Sammarinesi di presenziare, a titolo di uditori, alle riunioni della Commissione Consiliare per gli Affari di Giustizia. (Respinto con 34 voti contrari e 14 favorevoli)
Elena Tonnini, Rete: “ Ci sono due rappresentanze consiliari non ammesse nella Commissione Giustizia: Noi Sammarinesi e il Movimento Rete. Presentiamo un Odg nel quale il Consiglio grande e generale impegna il governo affinché un rappresentante del movimento Rete e uno di Noi Sammarinesi sia presente a titolo di uditore nella Commissione Consiliare Affari Giustizia”.
Tony Margiotta, Su: “ Quella di Affari Giustizia è una Commissione importantissima. Quella del Movimento Rete è una richiesta importante e giusta. Le dimissioni del consigliere Stefano Macina, capogruppo del Psd, sono giuste e corrette, visto il coinvolgimento in una situazione che purtroppo ha minato e messo in difficoltà una classe politica che fino a qualche tempo fa, anzi tuttora, sta governando e portando avanti le politiche del Paese. Non entro nel merito delle accuse. Onestamente, come consigliere e cittadino che crede nella politica, penso che se una persona non ha niente da nascondere non deve avere paura di affrontare certe situazioni. Macina ha ritenuto di dimettersi da una commissione fondamentale in questa fase storica e politica. Deve chiarire alla politica e ai cittadini il perché una figura chiamata dalla magistratura lo abbia coinvolto con accuse abbastanza chiare”.
Grazia Zafferani, Rete: “Specifico che l’Odg è sottoscritto anche dal movimento di Noi Sammarinesi”.
Federico Pedini Amati, Ps: “Le dimissioni di Stefano Macina sono un atto di responsabilità dovuto. Ricordo che Giovanni Lonfernini, non appena fu indicato alla stessa maniera di Macina, si dimise dalla Commissione Affari Giustizia. Lo fece immediatamente. Oggi Lonfernini e Gian Marco Marcucci si sono dimessi dal Consiglio Grande e Generale. Queste dimissioni sono ugualmente dovute. Ad oggi questo non è avvenuto da parte di tutti gli attori che fanno parte delle istituzioni, ci sono altri consiglieri chiamati in causa dalla magistratura, auspico che anche loro compiano questo atto, per potersi difendere in maniera adeguata. Sull’Odg di Noi Sammarinesi e Rete, rilevo che ci sono altre commissioni che hanno delle lacune in questo senso. Quindi bisognerebbe utilizzare lo stesso metro anche in quelle situazioni”.
Elena Tonnini, Rete: “E’ importante sostenere questo odg. E’ necessario per permettere a tutti i gruppi politici di avere accesso alle stesse informazioni. Non si chiede diritto di voto e di poter intervenire. Si procede in vista della situazione straordinaria che si è creata in seguito alle indagini. Sulle dimissioni del consigliere Stefano Macina dalla Commissione Giustizia voglio sottolineare che la richiesta di questo Odg non ha niente a che fare con quel fatto. Ci rendiamo conto che il lavoro della magistratura va avanti. E’ più che opportuna la presa di posizione di Macina. Esistono però diversi livelli di riconoscimento delle responsabilità. Un livello è la partecipazione alla Commissione, un altro la presenza nell’aula consiliare.
Gian Matteo Zeppa, Rete: “Sta accadendo che la Commissione Giustizia si riunisce ma non si riesce sapere di cosa parli, e spesso ci ritroviamo a discutere di quello che sta accadendo a San Marino in tema di giustizia senza dati e informazioni. L’Odg chiede di consentire a queste forze politiche di essere edotte su quello che sta accadendo. So che la commissione si riunisce, ma non so se si parla di Conto Mazzini, Penta immobiliare o altri scandali. Vogliamo rispettare le regole, non vogliamo una forzatura, ma manca chiarezza. Sulle dimissioni di Macina: non capisco la forma di tutela personale dei vari consiglieri che un giorno decidono di dimettersi dalla Commissione e il giorno dopo dal Consiglio. Se c’è qualcosa che non va non vedo come si possa negarlo venendo in Aula con semplici dimissioni dalla commissioni. Se uno non ha nulla di cui temere, se tutte le voci risulterebbero infondate, nulla vieta di difendersi fuori dall’Aula e ripresentarsi alle prossime elezioni. E le dimissioni non si danno in modo parziale”.
Denise Bronzetti, Indipendente: “Le dimissioni del consigliere Macina dalla Commissioni Giustizia sono un atto dovuto, va colta l’opportunità di questo atto. La mia scelta che risale a più di un anno e le motivazioni che mi hanno allontanato dal Psd sono confermate. Sull’Odg di Rete e Ns: c’è un problema di rappresentanza nelle Commissioni, in particolare in quelle più delicate come quella di Giustizia, delicata ancor di più per la fase che il Paese sta attraversando. Ma non ritengo che con un Odg che esclude altre forze parlamentari, anche il gruppo misto, possa modificare una rappresentanza che segue criteri riconosciuti dalla legge e dal Consiglio. La posizione di Ns è diversa poi da quella di Rete o del gruppo Misto, perché non è un gruppo consiliare, ma i suoi consiglieri fanno parte della lista Pdcs-Ns. Faccio notare poi che i consiglieri hanno ruoli incompatibili rispetto la Commissione, se la legge presenta incompatibilità per le professioni di avvocati e notai e commercialisti, ci sarà un motivo. Pertanto non voterò Odg”.
Andrea Zafferani, C10: “Condivido sul ragionamento di Zeppa le motivazioni per cui oggi è necessario integrare la Commissione Affari Giustizia. Oggi assume una veste importante per l’attualità, così come la Commissione Antimafia e per quella sulle politiche territoriali. Il problema di rappresentanza per questi organismi esiste, tutti i gruppi devono aver diritto di ascoltare quello che succede. Estenderei quindi la proposta ad altre commissioni dove alcuni gruppi non sono rappresentati, mi unisco alla richiesta di Pedini. Sulle dimissioni di Macina, visto quello che tratta la commissione, credo sia un atto doveroso”.
Francesca Michelotti, Su: “In linea di principio condivido l’ordine del giorno. La norma che ha stabilito che la Commissioni Affari giustizia dovesse essere composta da 10 membri risponde alla necessità di equilibrio tra componente laica e togata. Ma ritengo questa norma, dettata nel 2003, abbia subito un po’ forse la contingenza dell’epoca, la consapevolezza di altri numeri, la preoccupazione di allora era che il numero delle forze politiche potesse frazionarsi e aumentare in modo da creare squilibri nel rapporto. Credo che la legge possa venire cambiata per inserire un principio di flessibilità o di rotazione, ma è un accordo di natura politica tra i gruppi. Su Ns ho qualche perplessità in più, si sono presentati nella lista della Dc, che è già presente in Commissione. Per ipotesi, se si fossero presentati come lista propria, come Rete, avrebbe diritto a essere presente. C’è poi un problema di incompatibilità prevista dalla legge. Tuttavia è un problema per le poche risorse che possono esistere nel nostro Paese”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Le Dimissioni di Macina dalla commissione Giustizia sono a nostro avviso un atto dovuto. Ma si tratta di un atto insufficiente. Non si tratta di un passo coraggioso ma di un atto a metà. Il consigliere Macina dovrebbe dimettersi dal ruolo di capogruppo consiliare e anche dall’Aula. Imbarazzante la nomina di Felici, persona indagata, nella commissione affari istituzionali, che tratta anche di giustizia: è un passo errato. Voteremo a favore delle dimissioni di Macina ma non si tratta di un passo avanti bensì di un passo mozzo. Siamo nel bel mezzo di un terremoto giudiziario”.
Valeria Ciavatta, Ap: “Certe situazioni portano a una inopportunità che, a essere precisi, non sarebbe neppure una incompatibilità. Anche io mi sono sentita in certi passaggi fatti dalla commissione in dovere di informare quei consiglieri (come Rete) che non hanno rappresentanti all’interno della commissione. E’bene che le informazioni relative alle cose che in commissione Affari Giustizia hanno esiti sull’attività del Consiglio, col vincolo della riservatezza, vengano date a tutti. Personalmente avevo anche io pensato a una forma di partecipazione in veste di uditore. Però c’è sede e sede. Credo avremmo potuto farlo in altro ambito e non con un ordine del giorno che prevede due deroghe. Va accolta l’idea di spostare il discorso in un ambito più appropriato, ma credo che, come scritto nell’ordine del giorno, dato che siamo dinanzi a una fase molto particolare che non si neghi la necessità o l’opportunità di prendere in considerazione queste istanze”.
Marco Podeschi, Upr: “Le dimissioni di Macina non sono atto dovuto. Una scelta personale che apprezzo. Le leggi dicono altro. Sono contrario all’ordine del giorno: non ha senso. Io concordo con l’intervento di Valeria Ciavatta perché il Parlamento non può impegnare il Governo per un atto che modifica il Parlamento. Noi sammarinesi, per quel che so, non è un gruppo consiliare. Noi Sammarinesi fanno parte della lista della Democrazia Cristiana. Io non impegno il Governo a cambiare una cosa che riguarda il Consiglio Grande e Generale e, ribadisco, Noi Sammarinesi non mi risultano essere un gruppo consiliare”.
Simone Celli, Ps: “Prendo atto delle dimissioni di Macina dalla commissione Giustizia. Un atto che denota un profondo rispetto per le istituzioni. Sull’ordine del giorno il Ps esprime contrarietà. Noi riteniamo che se si vuole andare a effettuare una ricognizione rispetto alla composizione delle commissioni consiliari, la sede adatta sia quella del regolamento dell’attività delle commissioni consiliari. Se vogliamo ragionare sulla rappresentanza dei gruppi consiliari occorre mettere le mani al regolamento consiliare e alle leggi istitutive delle singole commissioni. L’Odg non è lo strumento che può andare a incidere su queste tematiche”.
Luigi Mazza, Pdcs: “Prendo atto delle dimissioni di Macina dalla commissione Giustizia. Non avrebbe senso invece lasciare quest’Aula, perché gli avvisi di garanzia non sono sentenze di condanna. Si pone il problema di come affrontare il tema della rappresentanza all’interno della commissione. Stante a come oggi è la normativa, l’ordine del giorno non ci sta. O modifichiamo le normative, oppure non possiamo modificare la composizione delle commissioni. Per quanto riguarda Noi Sammarinesi quando abbiamo assegnato i ruoli all’interno delle commissioni lo abbiamo fatto ragionando come unico gruppo. E di questi aspetti ne abbiamo tenuto conto. Più in generale per affrontare la questione della rappresentanza nelle commissioni siamo disponibili a sederci intorno a un tavolo, con maggioranza e opposizione, per discutere di questa problematica, ma restiamo contrari all’ordine del giorno”.
Andrea Belluzzi, Psd: “Sulle dimissioni di Stefano Macina sottolineo che è una scelta di opportunità personale presa quando non era ancora stato chiamato dal Tribunale. L’Odg così come presentato non è accoglibile nella forma e nella sostanza. E’ però una provocazione opportuna per fare delle riflessioni. Nella forma non è accoglibile perché equipara un movimento a una lista consiliare. Se si vuole poi rispettare la legalità, la strada maestra non è quella della deroga. Questo momento storico sta evidenziando lacune nelle nostre norme e istituzioni e quella della Commissione affari giustizia è solo uno degli aspetti che stanno emergendo. Spero che possa la stessa Commissione in alcune sedi convocare in audizione i capigruppo delle liste politiche non rappresentate”.
Comma 8 a) Dimissioni del Consigliere Gian Marco Marcucci da membro del Consiglio Grande e Generale e sua eventuale sostituzione; b) Dimissioni del Consigliere Giovanni Lonfernini da membro del Consiglio Grande e Generale e sua eventuale sostituzione
William Giardi, Upr: “I motivi delle dimissioni di Marcucci e Lonfernini sono certamente noti e prima di questo passo gli stessi avevano lasciato incarichi di partito, mostrando grande senso di responsabilità e sensibilità istituzionali. Sono in condizioni in cui non vi è incompatibilità dal ruolo di consigliere e avrebbero potuto continuare il proprio impegno in Aula, ma hanno preso questa decisione, certi di poter dimostrare la correttezza del proprio operato. E’ un atto che come capogruppo non posso che apprezzare. Non è un passaggio facile per chi ha vissuto una vita consiliare con passione, e nemmeno per l’Upr, il loro contributo mancherà in quest’Aula. Al contempo siamo sereni perché dimostriamo che l’interesse del Paese viene prima di tutto e perché sappiamo che il loro contributo di idee resterà nel nostro movimento. L’Upr continuerà il suo impegno quale forza politica di opposizione in un’Aula in cui chi si trova nelle stesse condizioni di Marcucci e Lonfernini non ha preso le medesime decisioni. L’Upr sarà presente e non deluderà il suo elettorato”.
Simone Celli, Ps: “Le dimissioni dei colleghi consiglieri, con cui il Ps ha condiviso esperienze politiche, rappresentano un atto dovuto. Il Ps ha posto da tempo il problema di riscrivere le regole del gioco tutti insieme: sulla materia di incompatibilità, ineleggibilità e sulle cause di decadenza. Altrimenti restiamo a parlare di opportunità e punti di vista. Al netto della demagogia e delle opinioni, credo che i gruppi consiliari debbano iniziare a ragionare in maniera seria e realistica delle regole del gioco una volta per tutte”.
Andrea Belluzzi, Psd: “La scelta delle dimissioni, alla luce delle attuali leggi, è una scelta personale. Ritengo doveroso prenderne atto e rispettarla anche se è una scelta che non va alimentata. Se si vuole rispettare la legalità, bisogna accettare l’ordine del giorno che ha posto il limite del rinvio a giudizio per determinate fattispecie di reato. Essere indagato oggi comporta un processo mediatico prima di ogni giudizio o archiviazione. Bisogna fare un ragionamento e un confronto sulle regole del gioco, concordo con Celli, questa situazione storica mette sotto stress le istituzioni, incluso il Consiglio”.
Luigi Mazza, Pdcs: “Le dimissioni sono un atto di responsabilità di cui prendiamo atto con rispetto. Quello che mi preme sollevare è che da molto tempo noi parliamo di come il processo penale debba essere modificato. Non si deve confondere l’informazione di garanzia con la sentenza di condanna. Il processo inizia con il rinvio a giudizio mentre qui siamo in una fase in cui la comunicazione giudiziaria è interpretata come sentenza di condanna. L’indagato viene immediatamente condannato mediaticamente. Dobbiamo sostenere la Magistratura in quello che è il suo ruolo. Se la Magistratura ci chiede un rafforzamento del Tribunale è compito della politica rispondere a questa istanza. Nessuno di noi vuole sminuire quello che sta emergendo nelle Aule: ci sono fatti di una gravità assoluta. Persone che potrebbero avere utilizzato il proprio ruolo politico per arricchirsi violando le basilari regole democratiche. La commissione d’inchiesta deve fare il suo lavoro, ma al di là della responsabilità penale, c’è la responsabilità politica. Non posso accettare giudizi sommari. La politica non intende abbassare la guardia verso un percorso che da alcuni anni sta facendo emergere tutto quello che non andava. Ma non portiamo sospetto e denigrazione in Aula. Si tornino ad affrontare in Aula le problematiche di questo Paese a cui dobbiamo dare risposte, progetti e chiarezza per il futuro”.
Tony Margiotta, Su: “Qualcuno ha detto che non erano necessarie queste dimissioni e che le regole del gioco debbono essere scritte tutti insieme per poter chiarire questa situazione. La cittadinanza sammarinese pretende che ogni consigliere della Repubblica faccia il proprio dovere nei confronti della comunità e soprattutto non porti avanti situazioni distorte e personali. In questo momento la cittadinanza è confusa. Si sta allontanando sempre di più dalla politica perché politica non ascolta e su certi temi è muta. Per quel che mi riguarda le dimissioni saranno accettate”.
Grazia Zafferani, Rete: “Il giudizio politico in questo caso è necessario dato che i consiglieri sono coinvolti nella maxi-indagine del conto Mazzini. Un’indagine molto complicata che sta mettendo a rischio il buon nome della Repubblica e delle sue istituzioni. Ben vengano queste dimissioni che, a mio avviso, sono assolutamente necessarie. Non è più possibile discutere ad ogni seduta consiliare le dimissioni di alcuni consiglieri. La situazione sta diventando imbarazzante. A questo punto lancio appello a tutta l’Aula chiedendo che se ci fossero altri coinvolti nelle indagini giudiziarie in corso, facciano presto e si mettano d’accordo per dimissioni collettive”.
Manuel Ciavatta, Pdcs: “Le dimissioni sono una scelta forte. Noi oggi stiamo giudicando il Consiglio grande e generale sulla base di uscite giornalistiche che non sono la voce ufficiale del Tribunale. Ancora non c’è nessuna condanna. Anzi sono preoccupato del fatto che dal Tribunale escano notizie che dovrebbero essere secretate. Rispettiamo la scelta dei consiglieri Marcucci e Lonfernini, ma vorrei che avessimo attenzione a non fare di tutta un’erba un fascio e poi di avere la pazienza di verificare l’attendibilità di certe informazioni”.
Matteo Zeppa, Rete: “Quando una persona riveste un ruolo politico pubblico, cioè quando decide di candidarsi, sa di essere sotto la lente d’ingrandimento della popolazione. Sembra che una volta entrati in Aula ciò non debba più accadere. La magistratura finalmente è libera e tenta di andare a capire cosa la malapolitica degli ultimi 20 anni, trasportata anche in questo ultimo biennio, ha portato a San Marino. Siamo osservati speciali. Come si fa a dire che il Paese è fermo perché si parla di malapolitica? Come mi pongo con coloro che sono informati sui fatti ma siedono ancora in parlamento? Devo essere prevenuto? Ci devo parlare? La credibilità della politica è pari allo zero in questo momento, perché in Consiglio ci sono persone chiamate in causa dalla questione della Penta Immobiliare o dal Conto Mazzini. Chi dice che chi non si dimette è ‘attaccato allo scaranone’ ha ragione. Ma perché si rimane qui? Queste sono le domande che si pone la cittadinanza. Qualsiasi manovra economica che l’esecutivo vorrà adottare, fatta con gli equilibri precari che ci sono in aula, non può essere recepita dalla cittadinanza. Il marcio rimane qui. Non c’è volontà di mettere il bene del Paese davanti ai propri interessi personali. Io voglio avere degli interlocutori che posso ritenere puliti”.
Marco Gatti, Pdcs: “Le dimissioni di Lonfernini e Marcucci non sono state richieste e non sono dovute. Spero non sia una scelta dovuta dalla pressione subita. Io mi fido della Magistratura e attendo che faccia fino in fondo il suo compito senza pressioni. Ma auspico che tale pressione non venga esercitata neppure nei confronti della politica che passa troppo attraverso la stampa. Noi qui parliamo di notizie di cui siamo venuti a conoscenza attraverso i giornali. Oggi i processi iniziano quando ancora non c’è un avviso di garanzia perché qualche giornale lo scrive. Facciamo fare alla Magistratura il suo lavoro fino in fondo e non diamo possibilità a chi si serve della stampa di determinare l’azione politica. Ogni volta che c’è un evento importante, che sia il Congresso di un partito o una seduta come quella di oggi, esce sempre qualche notizia per intervenire sulla politica. Oggi il Nuovo Quotidiano di Rimini ha sentenziato che io debba dimettermi basandosi su una serie di elementi che non sono vere. Qualcuno ha provato a esercitare pressione. Noi dobbiamo affiancare la Magistratura. E non badare alle lettere anonime. Tanto che abbiamo confermato giudici e rafforzato organico Tribunali”.
Elena Tonnini, Rete: “Quante dimissioni dobbiamo ancora aspettare prima di vedere tramutarsi le azioni della Magistratura in una presa di coscienza dell’Aula? Ci si dice che dobbiamo attendere il lavoro della Magistratura. Ed allora da una parte abbiamo sentito il consigliere Mazza, che ringraziamo per l’ennesima lezione sullo svolgimento dei processi, ma ricordo a tutti che qui siamo nell’aula del Consiglio Grande e Generale. Mazza dimostra una grave mancanza nel non voler riconoscere l’opportunità politica e non giudiziaria. Fare un passo indietro significa tutelare le istituzioni. Si lascia il ruolo politico a qualcun altro del proprio gruppo. Se uno si dimette da quest’Aula non finisce in carcere. E non è neppure un’ammissione di colpa. Non accusateci di mettere sospetto in Aula, noi al contrario chiediamo di allontanarlo”.