Chi osserva il Titano da fuori, oggi non vede un Paese con le fondamenta (anche politiche) ben salde. L’instabilità è un elemento che genera sfiducia negli operatori e nei cittadini e scoraggia i potenziali investitori. Ma anche un paese con grande potenzialità inespressa di crescita.
di Alessandro Carli
Già, ma cosa sta accadendo? E soprattutto, dove stiamo andando? E’ evidente che la politica sta vivendo una fase di confusione, causata da una debole capacità decisionale e aggravata dalla “questione morale”. Oggi il Paese si trova con una maggioranza indebolita, tra i sorrisi dell’opposizione, anche se i partiti e movimenti si rendono conto che sarebbe troppo facile fare solo demagogia e dire che siamo allo sfascio. La verità è che viviamo una caduta forte della credibilità politica e anche sulle cose da fare non si riesce a condividere un vero progetto di rilancio del Paese e alcuni interventi urgenti tardano ad arrivare: il passaggio dalla monofase all’IVA, la semplificazione normativa, la riforma del mercato del lavoro, il contenimento deciso della spesa, solo per citare quelli di maggior rilievo.
Certo, alcuni provvedimenti sono stati fatti, ma con quanta fatica e con che lungaggine, senza considerare che mancano ancora di alcuni tasselli perché divengano pienamente operativi.
Chi osserva il Titano da fuori, oggi non vede un Paese con le fondamenta (anche politiche) ben salde. L’instabilità è un elemento che genera sfiducia negli operatori e nei cittadini e scoraggia i potenziali investitori. Ma anche un paese con grande potenzialità inespressa di crescita.
C’è bisogno di un governo forte e di una forte e coraggiosa azione.
In questi giorni verrà presentata la legge Finanziaria da cui si potrà capire se ci sarà il segno di un deciso cambio di passo.
Occorre coraggio per attuare una fortissima discontinuità, insomma, c’è da rimboccarsi le maniche.
Buon lavoro.