La votazione è avvenuta all’inizio dei lavori della seconda e ultima giornata del 18° congresso CSdL; su 240 votanti, ha ottenuto 218 voti, pari al 90,83%.
SAN MARINO – “Il paese salviamolo noi, che siamo la parte sana e onesta della società, perché loro non lo salveranno!” È l’appello lanciato da Giuliano Tamagnini ai delegati del 18° Congresso, nel suo intervento che ha fatto seguito alla sua rielezione alla carica di Segretario Generale della CSdL.
La votazione è avvenuta questa mattina, all’inizio dei lavori della seconda e ultima giornata del 18° congresso CSdL; su 240 votanti, Giuliano Tamagnini ha ottenuto 218 voti, pari al 90,83%.
Nella mattinata è proseguito e si è concluso il ricco dibattito dei delegati, con 37 interventi, che ha spaziato su tutti i temi dell’attuale momento politico-sindacale. Un dibattito che ha messo al centro i diritti, il lavoro e la legalità, che è stato sintetizzato nella risoluzione conclusiva, che è stata approvata all’unanimità nel pomeriggio, e che rappresenta il programma della Confederazione per il prossimo mandato congressuale.
Nel suo intervento a conclusione del dibattito, nel ringraziare i delegati per l’ampia fiducia accordatagli, per la passione che hanno riposto nella loro partecipazione a questo Congresso, il Segretario Generale CSdL è tornato sulla crisi politico-giudiziaria che ha investito il paese, che ha messo il luce la profondità della collusione tra ampi settori della politica con il malaffare e la malavita, con il serio pericolo di portare il paese alla paralisi.
“Propongo alle forze oneste all’interno di tutte le formazioni politiche, perché queste devono esserci, di mettersi insieme per far fronte alle emergenze del paese, assumendosi una responsabilità di governo. Ma le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione, sembra non siano interessate a questa proposta; evidentemente sono preoccupate più per se stesse che per il paese…”
Ha poi rilanciato l’allarme sullo stato dei conti pubblici. “Nella stesura della legge di bilancio 2015 il Governo ha annunciato l’intenzione di ricorrere a prestiti bancari per ripianare il deficit del 2012 e del 2013, pari a 32 milioni, e ha prefigurato un debito di altri 15 milioni nel 2015. Il debito complessivo alla fine del 2015 sarà di 346 milioni, rispetto ad un PIL reale che si aggira intorno ai 950 milioni; si tratta di un terzo dello stesso Prodotto Interno Lordo, una percentuale molto preoccupante. Ma oltre a produrre il debito, si sono posti il problema di come lo ripianeranno? Ha sottolineato Giuliano Tamagnini, mettendo in luce l’irresponsabilità di questo atteggiamento da parte del Governo, che sta preparando evidentemente una finanziaria di stampo elettoralistico. Noi, tra le altre cose, abbiamo fatto una proposta; una patrimoniale, ma seria, non la tassa sulla casa come hanno fatto alcuni anni or sono.”
Il finanziamento dello sviluppo: “Agli imprenditori servono finanziamenti – ha detto Giuliano Tamagnini – devono avere accesso alle linee di credito; ma se vogliamo portare grandi gruppi industriali, abbiamo bisogno di istituti di credito di grandi dimensioni. Le nostre banche, che sono in condizioni di difficoltà, tanto è vero che è dovuto intervenire lo Stato con notevoli immissioni di liquidità, non possono essere in grado di garantire finanziamenti a grandi aziende. Ma gruppi bancari internazionali finora non sono potuti approdare a San Marino per le resistenze delle nostre stesse banche”, ha rilevato il Segretario Generale CSdL.
“Sullo sviluppo dobbiamo decidere quale modello vogliamo implementare. Finora si sono fatti grandi proclami, ma l’unica cosa che vediamo partire sono i call center con retribuzioni da 500 euro al mese e senza diritti per i lavoratori! L’outlet della moda che hanno prospettato per poter funzionare dovrebbe attirare 4-5mila persone al giorno. Come può essere possibile?
Dobbiamo costruire un nuovo modello basato sulla produzione ad alto valore aggiunto, che punti sulla green economy. Se è vero che molte aziende stanno puntando, ad esempio, sulla produzione di veicoli elettrici, significa che l’economia nera, quella del carbone e del petrolio, sta per essere superata. San Marino deve collocarsi in questo mercato che rappresenta il futuro. Fondamentale è puntare anche sul settore telecomunicazioni, che peraltro non richiede grandi insediamenti industriali. Ma a San Marino siamo ancora molto indietro, basti pensare che abbiamo ancora il monopolio della telefonia fissa…”
Un riferimento particolare è stato dedicato al tema dell’unità, ancor più attuale considerando che tra due anni ricorrerà il 40° anniversario della nascita della CSU. “Condividiamo con la CDLS il 90% dell’attività politico-sindacale; le cose le possiamo cambiare in modo più veloce e incisivo se siamo uniti”, ha rilevato Tamagnini. Dobbiamo avviare un processo che porti alla riunificazione delle due organizzazione. Non una riunificazione verticistica, ma che se avverrà dovrà essere voluta dai nostri iscritti, attraverso una chiara espressione di volontà, come il referendum. Da ora in poi dovremo riunire più spesso gli organismi unitari; le Segreterie, i Direttivi, gli attivi dei quadri.”
“Il mio impegno è quello di creare ancora maggiore coesione tra le categorie e i lavoratori. La notevole crescita organizzativa della CSdL e della CSU nel suo complesso dimostrano che la Confederazione e il sindacato unitario sono fortemente radicati nel mondo del lavoro e tra i pensionati.” Da qui Giuliano Tamagnini ha lanciato l’appello ad essere la forza che cambia il paese.
I lavori del pomeriggio si sono conclusi con l’approvazione, all’unanimità, della risoluzione conclusiva, e con la votazione per la elezione del nuovo Consiglio Direttivo Confederale CSdL.