Flavio Benedettini e l’olio 2014: “Nonostante le avversità del meteo, quantità e qualità sono buone”.
“Il prodigio, la capsula perfetta dell’oliva che riempie il fogliame con le sue costellazioni: più tardi i recipienti, il miracolo, l’olio”. Non esiste sintesi più perfetta della poesia, specie se tratteggiata, con la sua consueta e straordinaria delicatezza, da Pablo Neruda. E’ un po’ la magia che profuma nelle parole di Flavio Benedettini, Presidente della Cooperativa Olivicoltori Sammarinesi: “Le attività agricole hanno come soffitto il cielo”. Assieme al Presidente, parliamo delle olive e dell’olio del territorio. “Il 2014 è stato un anno difficile – esordisce – a causa del meteo dell’estate, molto piovosa e piuttosto fredda. Ad ogni modo la produzione, in termini quantitativi, non si è discostata da quella dello scorso anno: sono stati raccolti circa 2 mila quintali di olive, dai quali sono stati ottenuti circa 180 quintali di olio. Quest’anno abbiamo ottenuto un olio un po’ più ‘leggero’ rispetto a quello di 12 mesi fa”. Oltre alle bizzarrie del meteo – un’estate così piovosa non si ricordava da tempo – un altro fattore che ha danneggiato le olive è stato un insetto. “La mosca olearia ha compromesso la produttività. Per sconfiggerla, quest’anno è stato testato un trattamento biologico, che ha coinvolto 12 aziende. Direi che ha funzionato piuttosto bene. Il trattamento, a base di zucchero e di un insetticida naturale, è stato messo a punto assieme all’UGRAA, l’Ufficio Gestione Risorse Ambientali ed Agricole, che ha dato una fondamentale assistenza ai produttori. I danni, fortunatamente, sono stati limitati”.
Flavio Benedettini poi accarezza le olive, e parla del mondo di chi lavora con le olive. “I soci della cooperativa sono circa 240. Il reddito legato alla produzione di olio è molto basso: chi si occupa di questo prodotto lo fa per passione. I soci si suddividono in tre categorie: gli ‘storici’, ovvero quelli che hanno sempre lavorato con le olive; i ‘figli’, quelli cioè che hanno ereditato dai genitori o dai nonni questo antico mestiere e che da piccoli andavano nei campi a raccogliere le olive, e i ‘giovani’, partiti senza un’eredità familiare ma che hanno deciso di dedicarsi ai prodotti della terra”.
Già da qualche anno la Cooperativa Olivicoltori Sammarinesi organizza insieme all’UGRAA una serie di corsi per aiutare i soci e allo stesso tempo far conoscere questo prezioso prodotto. Oltre alle lezioni sulla potatura, abbiamo creato alcuni momenti di degustazione, particolarmente frequentati. Serate che si sono prolungate, a testimoniare il forte interesse per questo prodotto. Questi incontri sono molto importanti per far conoscere il comparto e per farlo crescere. L’olio è una pagina che parla delle tradizioni e dell’anima contadina della Repubblica”.
Il Presidente poi apre idealmente il libro di storia. “Le olive e l’olio di San Marino sono ben piantati nel territorio sin dalla notte dei tempi. In località Cà Paradiso sono stati ritrovati alcuni resti di piattini risalenti all’epoca romana che venivano utilizzati per l’olio, o che recavano decorazioni legate alle olive”.
Con un balzo di quasi due millenni, Flavio Benedettini torna al presente. “Molte persone vengono al frantoio per prendere l’olio. Quest’anno abbiamo iniziato la raccolta e la spremitura il 10 ottobre, e proseguirà sino a metà novembre. Oltre alla molitura, in questo luogo si parla di questo prodotto liquido: c’è chi chiede spiegazioni, chi consigli, chi delucidazioni sulla qualità. E’ un posto di ritrovo. Questa attenzione da parte dei cittadini ci fa molto piacere”.
Vengono poi da sé tutti gli altri colori che, nella stessa lirica, Pablo Neruda odora: “Anche l’olio canta, vive in noi con la sua luce matura, e tra i beni della terra io seleziono, olio, la tua inesauribile pace, la tua essenza verde, il tuo ricolmo tesoro che discende, dalle sorgenti dell’ulivo”.