Home NotizieSan Marino Congresso CSdL, un Governo di emergenza nazionale per affrontare le emergenze del paese

Congresso CSdL, un Governo di emergenza nazionale per affrontare le emergenze del paese

da Redazione

È la proposta del Segretario Generale uscente Giuliano Tamagnini per uscire dall’empasse politico-giudiziaria. Abolizione del segreto bancario, messa in sicurezza dei conti pubblici, rilancio e finanziamento dell’economia, riforma del sistema previdenziale le priorità indicate.

 

SAN MARINO – La relazione introduttiva del Segretario Generale CSdL Giuliano Tamagnini ha aperto il dibattito del 18° Congresso CSdL, iniziato nel pomeriggio di oggi presso il centro Kursaal di San Marino Città. Al Congresso partecipano 335 delegati eletti in oltre 100 assemblee sui posti di lavoro e in vari raggruppamenti e nell’assemblea congressuale dei pensionati. Molte le personalità presenti e le delegazioni ospiti, tra cui quelle della CGIL sia nazionale che delle sedi regionali e territoriali, della CDLS, delle forze politiche, delle associazioni economiche e sociali.

All’inizio dei lavori è stato letto il messaggio inviato dagli Eccellentissimi Capitani Reggenti, che nell’esprimere compiacimento per la scelta del tema del Congresso “Lavoro Dignitoso, Diritti irrinunciabili, legalità Imprescindibile”, e nel sottolineare “l’importante funzione svolta dal sindacato quale indispensabile interlocutore delle forze politiche ed economiche,” hanno espresso l’auspicio che “dai lavori dell’assise possano scaturire interessanti proposte e contributi per affrontare le impegnative e difficili sfide del momento.”

Quindi ha preso la parola il Segretario Generale CSdL Giuliano Tamagnini, che si è innanzi tutto soffermato sulla grave situazione politico-giudiziaria che caratterizza questa fase molto particolare della vita del paese. “È emersa in tutta la sua evidenza – ha sottolineato – una delle cause della crisi sammarinese; il forte grado di corruzione di ambienti rilevanti del mondo politico ed economico, e perfino di collusione con il malaffare e la malavita. Da anni abbiamo parlato di San Marino come un ricettacolo di ingenti risorse di dubbia provenienza frutto di attività illecite, come la corruzione, il riciclaggio e perfino di attività malavitosa.

Sta emergendo lo spaccato di una classe politica in cui alcuni importanti esponenti, anche membri di Governo, sono stati protagonisti di fenomeni di corruzione e voto di scambio e si sono collusi con il malaffare, sguazzando in una situazione in cui il segreto bancario e l’anonimato societario sono stati formidabili strumenti per nascondere tantissime ruberie e illegalità.”

“La Magistratura – ha puntualizzato – sta facendo quello che la classe politica non ha voluto fare autonomamente: e cioè un’operazione di pulizia e di trasparenza. Le forze politiche devono ripulirsi profondamente, senza aspettare la fine delle inchieste, ed essere rappresentate solo da persone sulla cui onestà non deve esservi il benché minimo dubbio. E comunque, in questa crisi politico-istituzionale, vi è anche il pericolo di arrivare alla paralisi politica, per le preoccupazioni che le stesse forze politiche hanno.

Il paese ha bisogno di un Governo nel pieno delle sue funzioni e della sua legittimazione democratica per portare il paese fuori dalle secche di questa gravissima crisi. Non è possibile pensare che con il sacrificio di qualche membro di governo e di qualche consigliere si possa riprendere la strada come se nulla fosse.”

Per uscire da questa situazione di empasse, Giuliano Tamagnini ha avanzato una precisa proposta: “Propongo che la parte sana di tutti i partiti e dei movimenti rappresentati in Consiglio si assumano la responsabilità di dare vita immediatamente ad un governo di emergenza nazionale, composto da persone di alto valore morale, con la garanzia suprema della Reggenza, che faccia 4 cose entro il prossimo anno:

1) Abolizione del segreto bancario interno per tutti coloro che hanno fatto politica negli ultimi 20 anni o hanno ricoperto cariche pubbliche, sindacati dei lavoratori e degli imprenditori compresi.

2) Messa in sicurezza dei conti pubblici, attraverso la razionalizzazione della spesa e nuove entrate recuperate dall’elusione ed evasione, perché se sono veri i dati che circolano sulla liquidità, siamo sull’orlo della bancarotta.

3) Rilancio e finanziamento dell’economia per fare ripartire l’occupazione anche attraverso l’investimento pubblico, ma principalmente utilizzando risorse delle banche che lo stato ha giustamente salvato con risorse pubbliche, ma che ora devono aiutare loro stesse lo Stato a salvarsi.

4) Riforma del sistema previdenziale prima che il sistema collassi; un sistema che produce una rendita di 3 volte tanto di quanto versato, è solo un insostenibile macigno che stiamo caricando sulle spalle dei giovani.

Sul tema dei conti pubblici e della finanziaria 2015, su cui la CSU si è incontrata ieri con il Segretario delle Finanze, Tamagnini ha sottolineato “la totale irresponsabilità di questo Governo che per volere dimostrare che tutto va bene, perché sono in campagna elettorale, produrrà per il futuro altri 15 milioni di deficit che si andranno ad aggiungere ai circa 300 milioni di debito consolidato e ai circa 32 degli esercizi 2012 e 2013, per un totale di circa 350 milioni alla fine del 2015. Sarà dunque solo una finanziaria di tipo elettoralistico, che aumenterà ancora il debito pubblico e forse non ci saranno tagli unilaterali agli stipendi e non verranno introdotti i ticket sulla sanità, dico forse perché il testo nessuno di noi lo ha visto, solo comunicazioni verbali.”

“A tutta la politica dico che dopo avere messo in sicurezza il paese, con il contributo di tutti i veri democratici, eventualmente si potrà rimettere il mandato al corpo elettorale, presentando però solo candidati di indubbia moralità.”

Circa i temi dell’economia e dello sviluppo, il Segretario CSdL ha evidenziato come la crisi economica abbia dimostrato, a San Marino così come in ogni altra parte del mondo, che solo l’economia reale, quella che produce beni e servizi concreti, può assicurare benessere, sviluppo e lavoro ai cittadini.

“Per produrre lavoro – ha evidenziato – è necessario è assicurare il credito necessario alle imprese. Le banche sammarinesi hanno beneficiato di ingenti risorse da parte dello Stato e della collettività, circa 150 milioni di euro, affinché fosse evitato il loro fallimento. Io non sono per far fallire le banche, perché questo porterebbe al fallimento del paese, però le banche devono tornare a svolgere il loro ruolo: raccogliere risparmi dalla comunità, per poi ridistribuirli alle famiglie e alle imprese per far ripartire il paese.

Sulle politiche di sviluppo l’azione del Governo è del tutto inesistente; si è limitato a gestire le innumerevoli vicende di chiusure aziendali, senza mai proporre uno straccio di progetto. I faraonici tavoli per lo sviluppo allestiti negli anni scorsi sono stati solo una colossale perdita di tempo.”

“In generale – ha aggiunto – lo stesso confronto con il Governo, dopo decine di richieste di incontri su una molteplicità di temi, è stato del tutto negato. I pochi incontri convocati sono stati del tutto inconcludenti, anche per l’apprensione dei membri di Governo rispetto agli sviluppi delle stesse vicende giudiziarie.

Fra le tante cose non fatte, è partito finalmente, dopo oltre un anno e mezzo, il fondo straordinario di solidarietà; speriamo che non lo rovinino con una gestione clientelare. Oltre a questo nient’altro; l’unica risposta alla gravissima situazione occupazionale sono stati solo una serie di proclami roboanti, come quelli sulla creazione di un polo commerciale dell’alta moda, che giorno dopo giorno si sono dimostrati sempre più irreali e inconsistenti. Abbiamo indicato alcuni strumenti concreti per creare in breve tempo nuovi posti di lavoro, agendo in due direzioni: la lotta e l’emersione del lavoro nero, e il ricambio generazionale nei settori produttivi.”

Uno spazio significativo è stato dedicato alla vicenda della riforma tributaria. Nel ripercorrerne le tappe, Tamagnini ha ricordato con grande orgoglio la grandiosa manifestazione del 24 settembre 2014, a cui hanno partecipato oltre 8.000 lavoratori, che ha indotto il Governo a modificare le sue posizioni rispetto alla tassazione dei lavoratori dipendenti. Però mancava ancora la volontà di assicurare la tracciabilità dei redditi del lavoro autonomo. Il testo di riforma successivamente approvato, grazie al ruolo del sindacato, ha dato anche segnali di innovazione, con la tracciabilità elettronica delle transazioni effettuata attraverso la Smac. “Se è così fortemente avversata dalla parte più conservatrice del paese, dimostra che qualcosa di positivo c’è. Dobbiamo vigilare affinché tutto ciò non venga vanificato. Il tempo della tolleranza è finito; saremo attente sentinelle affinché l’applicazione delle norme sulla riforma fiscale e sull’uso della Smac sia totale.”

“Sull’Europa, pur tenendo conto dell’esito del referendum, mi permetto di insistere sull’adesione piena all’Unione Europea, in quanto anche con l’accordo di associazione non ci sarà possibile scegliere solo ciò che ci aggrada; nel tempo dovremo accondiscendere alla quasi totalità delle norme se vorremo tenere il nostro paese in tale contesto.”

Le pensioni: è del tutto evidente che il trend che vede la diminuzione della base occupazionale e l’allungamento della vita media delle persone, non è in grado di garantire nel medio-lungo periodo la tenuta del sistema pensionistico: è forte lo sbilancio tra le risorse in entrata e quelle in uscita. “Dobbiamo assolutamente evitare è di lasciare alle future generazioni un sistema pensionistico che non sia in grado di sostenersi, e quindi il rischio di scaricare su di loro un debito insostenibile. Contrariamente a quello che tende a voler dimostrare il Governo, è urgente impostare un nuovo modello capace di garantire l’equilibrio nel tempo delle risorse, assicurando trattamenti pensionistici equi per le nuove generazioni.”

Vanno chiusi i contratti di tutte le categorie, ha sottolineato il Segretario Generale CSdL. “All’inizio del 2015 tutti i settori saranno senza contratto; la crisi non può essere la scusa per superare di fatto la contrattazione e il confronto democratico fra le parti. Il Governo dovrebbe svolgere un ruolo di mediazione al quale, invece, colpevolmente rinuncia.”

L’unità sindacale: tra due anni ricorrerà il quarantesimo anniversario della nascita della Centrale Sindacale Unitaria. “Molti di noi hanno conosciuto il sindacato, pur nella diversità di storia e cultura, come il sindacato unitario. Un valore che dà sempre più fastidio ai poteri forti, perché questa unità ha contribuito ad aumentare la forza e la capacità di raggiungere risultati importanti. Da alcuni decenni condividiamo, oltre che la quasi totalità delle politiche, gli stessi spazi, una convivenza che dovrà evolvere in qualcosa di più compiuto. Siamo sempre più convinti che non sia lontano il momento in cui intraprendere un percorso che porti al ricongiungimento organizzativo del movimento sindacale unitario, ritenendo ormai prossimi al superamento quegli elementi di divisione frutto di epoche storiche, come i decenni della guerra fredda, assai diverse da quelle attuali.

Abbiamo l’opportunità, attraverso il compimento di questo processo, di realizzare un soggetto sindacale democratico e pluralista, sempre più rappresentativo, coeso e radicato nella società, che realizzi quei concetti di democrazia diretta, da esercitare attraverso chiare e formali espressioni di volontà da parte dei lavoratori. Io non so quando finirà questo percorso di riunificazione del sindacato, so però come si compirà: con un referendum fra tutti i nostri iscritti.”

È con grande orgoglio che Giuliano Tamagnini ha sottolineato la crescita organizzativa della CSdL. Il numero di iscritti alla Confederazione Sammarinese del Lavoro è passato dai 5.761 del 7 maggio 2010, ai 6.798 del 10 ottobre scorso.

Un aumento di 1.037 iscritti in quattro anni, pari ad un più 18%. Le Federazioni sono cresciute in modo significativo. “La crescita della CSdL – ha rilevato Tamagnini – è un risultato che non esito a definire straordinario, per la difficoltà delle condizioni in cui è stato costruito, addirittura con una forte diminuzione del numero degli occupati, e perché dimostra la qualità della nostra azione quotidiana a tutela dei lavoratori e dei pensionati e per il nostro ruolo di responsabilità verso il paese. Questa CSdL che ha 71 anni di storia democratica alle spalle è ancora ben presente nel cuore e nella testa dei lavoratori e del paese.”

I lavori sono proseguiti con l’inizio del dibattito dei delegati, che continuerà e proseguirà nella giornata di domani. Questa sera è in programma la tavola rotonda, aperta anche il pubblico, sui temi congressuali, in cui interverranno prestigiosi ospiti.

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