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Editoriale: bisogna agire con fermezza

da Redazione

Si ipotizzano nuovi servizi pubblici e nuovi sprechi, nuovi dirigenti da nominare, si usano i soldi pubblici per progetti economici di privati.

 

di Alessandro Carli

 

Il Paese deve andare avanti, non può essere ostaggio della politica che non vuole cambiare. Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ospite a San Marino di ANIS alla domanda cosa chiedereste alla politica per il futuro del paese, rispose, citando De Gasperi, che “la politica non pensi alle prossime elezioni ma alle prossime generazioni”.

Facile affermare che negl’ultimi decenni non si è vista una politica che ha pensato alle prossime generazioni. Servizi pubblici che non si sono modernizzati, costosi e spreconi, la mancanza di delega alla dirigenza pubblica, l’uso dell’apparato pubblico per scopi elettorali, l’uso delle risorse dello Stato per interessi di parte se non addirittura personali.

Ma quel che è più grave che anche oggi, nonostante tutto, la politica continua su questa strada. Si ipotizzano nuovi servizi pubblici e nuovi sprechi, nuovi dirigenti da nominare, si usano i soldi pubblici per progetti economici di privati.

Serve una riflessione profonda parte di tutti. I Partiti e il Consiglio Grande e Generale reagiscano a questa deriva.

Vogliamo tornare a credere nella politica come un servizio ai cittadini, non un lavoro, tantomeno una carriera professionale o sfrenata ambizione.

Noi immaginiamo un Paese più libero, che ragiona, dove le opportunità sono diffuse, che premia il merito e non l’appartenenza. Un sogno? Per favore, no.

Serve una radicale discontinuità con il passato perché è cambiata la società e il modo di percepire e giudicare i fatti.

E’ un processo positivo ed irreversibile. Alcuni movimenti politici lo hanno capito da tempo e si muovono in questa direzione.

Chi non cambia perde.

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