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San Marino, Asset banca: un suggestivo affondo sulle missioni dei frati Cappuccini marchigiani

da Redazione

Martedì 4 novembre presso la Sala Convegni di Asset Banca l’Università Il Sorriso proporrà un suggestivo affondo sulle missioni dei frati Cappuccini marchigiani che durante la prima metà del ‘700 furono inviati ad evangelizzare il Tibet. Quella fu anche la straordinaria storia della scoperta del Tibet da parte dell’Occidente che il prof. Elia Marini illustrerà con dovizia di particolari.

Come missionari furono scelti i frati Cappuccini della provincia delle Marche. Fu così che, per tutta la prima metà del ‘700, frati provenienti da città e paesini marchigiani si avvicendarono ai confini del mondo allora conosciuto per incontrare genti di religioni, usi e costumi diversissimi tra loro, dopo un viaggio che poteva durare anni su navi transoceaniche che giungevano in Bengala, dopodiché occorrevano ancora 2 mesi di cammino per attraversare la catena himalayana e approdare finalmente a Lhasa in Tibet.

La storia di fra Orazio da Pennabilli, che i tibetani chiamavano “lama dalla mente bianca” (pura), con i suoi trentatré anni complessivi come missionario in Tibet, riassume nella sua persona e nella sua opera l’ “avventura” vissuta dai missionari cristiani in Tibet.

Lasciare la terra d’origine, le abitudini e le certezze, per seguire la propria meta in condizioni estreme, di certo richiese oltre al coraggio tanta determinazione.

La sua storia e la sua vita rappresentano un bell’esempio di rapporto pacifico e di rispetto tra religioni e culture diverse, indicando la strada da percorrere con un anticipo di quasi trecento anni.

 

Lettera del 7° Dalai Lama a padre Orazio Olivieri da Pennabilli

“Non poco è stato il piacere e la consolazione che ci ha dato la tua lettera, la notizia della tua buona salute e la sciarpa che ci hai inviato o Lama Orazio che possiedi tutte le virtù e un cuore d’oro. Noi siamo in buona salute e sentiamo un grande dispiacere leggendo la tua lettera perché ci ricorda una volta ancora che hai lasciato il nostro regno; ma bada a te stesso ed al tuo viaggio e ricorda che il nostro cuore è unito al tuo. … Sebbene tu vada molto lontano nella tua terra non dimenticarti mai di noi. Stanno impressi nel nostro cuore tutti i discorsi che ci hai fatto con grande amore della tua religione e la lettura del tuo libro ci ha dato grande soddisfazione.”

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