Home FixingFixing San Marino, Projet 192. Ciro Prota: “Come un contadino che semina la terra”

San Marino, Projet 192. Ciro Prota: “Come un contadino che semina la terra”

da Redazione

“Il ricordo di gente normale, di tanta gente, il coinvolgimento di altrettante persone vive a testimoniare un sentimento rispetto a quelle persone normali è stato il fulcro di tutto il progetto”.

 

L’ora del terrore e del panico. 11 marzo 2004, dalle 6.45 alle 7.42, Madrid si scopre vulnerabile, e l’Europa capisce che il terrorismo islamico è una faccenda che riguarda anche il Vecchio Continente. La capitale viene minata: 10 zaini riempiti con esplosivo furono fatti esplodere in 4 treni regionali, in 4 stazioni differenti. Morti, tanti, e tantissimi feriti. Sdegno, sgomento, persone che piangono i propri cari. Tra gli infiniti modi che ha l’uomo per non dimenticare, il fotografo Ciro Prota ha scelto quello più gentile: l’arte. Questo speciale di quattro pagine è un gesto dovuto, uno spazio – seppur minimo – per un progetto profondo, che ha coinvolto quasi 200 fotografi provenienti da 11 Paesi di tre continenti.

 

Nell’ottobre scorso scrivevo due righe su un social network, uno dei più conosciuti, una sorta di appello. Un appello a partecipare a costruire una mia idea fotografica.

Il testo diceva: “Cerco 192 fotografi per un progetto fotografico ed editoriale”. Si susseguirono una decina di giorni molto frenetici, le risposte erano tante, più di duecento, da tutto il mondo. Il testo spiegava in dettaglio la mia idea: rendere omaggio alle vittime delle stragi spagnole alle stazioni, avvenute nel marzo 2004, con una fotografia. Nella fotografia doveva essere scritto il nome della vittima assegnata da me, doveva essere scritto da qualche parte, senza aggiunta con Photoshop, e in ambiente ferroviario o che lo ricordasse, in bianconero.

Una volta letto il testo, gli autori, i fotografi si dichiaravano subito colpiti da questa idea, confermando la loro adesione.

Arrivammo a 192. Dico arrivammo perché nel frattempo Erasmo Perani, aderente al progetto, si rese disponibile ad affiancarmi nel lavoro organizzativo.

In una notte di dicembre affidai il nome di una vittima ad ognuno di loro, a caso… alle 5 di mattina, finito il lavoro di invio dei nomi, mi sentivo come un contadino che semina la sua terra.

Le coincidenze con nomi e rispettive storie rispetto ai fotografi ce ne sono state tante, alcune veramente incredibili. Una delle difficoltà della realizzazione fu il tenere sotto controllo il tutto… sostituire chi rinunciava per un motivo o un altro. C’era una bella lunga lista di attesa fortunatamente.

Una delle soddisfazioni più gratificanti fu il consenso di Francesco Cito a partecipare al progetto.

Sono cresciuto fotograficamente anche con le sue fotografie e prendere contatto con lui e spiegargli il progetto e sentirlo abbastanza entusiasta fu una grande soddisfazione.

Tutti i fotografi hanno dato il loro giusto valore interpretativo all’idea, hanno dimostrato subito un coinvolgimento totale, anche se dopo un anno qualche “frammento” è rimasto indietro… sulla strada. Andando avanti con l’organizzare, mi stavo rendendo conto che tutto questo poteva e doveva uscire dal web. Fare uscire i fotografi dal web, dalle loro solitudini da schermo, dai rapporti virtuali fatti di pollici alzati e scambi fugaci… Projet192 doveva diventare una grande esposizione, itinerante, importante. Cercammo in tutti i modi di contattare la Spagna, anche perché si avvicinava la data del decennale delle stragi… ma non so perché siamo stati ignorati dalle autorità più importanti… solo una rivista ci ha dato uno spazio parlando di noi. Parlammo anche con la presidente dell’associazione delle vittime, ma senza un seguito. Per l’11 marzo 2014 non c’erano spazi disponibili per accogliere l’esposizione… e mi inventai un incontro con gli autori, con fotografie al collo, a Roma, in piazza Navona. Vennero da tutta Italia, io da Parigi dove vivo, fu commovente e unico l’incontro finalmente reale con quei nomi letti solo su uno schermo. Sul sito www.projet192.org si possono visionare tutte le fotografie di quel giorno, video e quant’altro. Quella mattina uscirono articoli che parlavano di noi su testate giornalistiche nazionali ed estere, radio italiane. Anche la televisione di Stato di San Marino ci dedicò uno spazio.

Nel luglio scorso Padova ha ospitato il progetto in una gran bella sede, il Centro Culturale Altinate – San Gaetano. Numerose le visite e i riscontri della gente, un ulteriore conferma che il progetto camminava… a passo lento e deciso.

In Spagna hanno perso la vita gente come noi, operai, professionisti, domestiche, manager, tutti pendolari che vivevano una parte della loro vita in quel treno… come me nel marzo 2004 in Italia.

Il ricordo di gente normale, di tanta gente, il coinvolgimento di altrettante persone vive a testimoniare un sentimento rispetto a quelle persone normali è stato il fulcro di tutto il progetto.

Il messaggio che per ognuno di noi era chiaro, era quello di non dimenticare che i “soldati” di questa guerra che può essere anche la vita, siamo noi. E poi, ma non per importanza, quello di portare la gente fuori dal web. Spero che l’esposizione di San Marino dia conferma a quanto detto, ma l’entusiasmo dei membri, degli autori è ancora vivo, e questo vuol dire tanto, vuol dire appunto “non dimenticare”.


Ciro Prota

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