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L’unione federativa fra Unindustria Forlì-Cesena, Confindustria Ravenna e Unindustria Rimini

da Redazione

Riunite le assemblee generali per approvare la nascita di Confindustria Romagna dall’1 gennaio 2015.

 

Un traguardo importantissimo raggiunto in pochi mesi, concreta applicazione della riforma del sistema confindustriale e tra i primi esempi di integrazione tra realtà associative vicine: le assemblee generali di Unindustria Forlì-Cesena, Confindustria Ravenna e Unindustria Rimini, per la prima volta riunite insieme, sanciscono la nascita di Confindustria Romagna dall’1 gennaio 2015.

E’ il primo passo di un percorso che nelle intenzioni porterà, nell’arco temporale di un biennio, all’integrazione delle strutture esistenti in un’unica realtà associativa, con articolazioni locali.

Il percorso, già deliberato dai rispettivi Consigli Direttivi, ha l’obiettivo, da un lato, di migliorare la relazione con gli associati e la capacità di rappresentanza dei loro interessi, e dall’altro di contenere dei costi organizzativi.

Confindustria Romagna rappresenterà circa 1500 aziende per quasi 70.800 dipendenti (dati al 31 dicembre 2013).

“La scelta di costituire l’unione federativa – spiegano i tre presidenti Vincenzo Colonna (Forlì-Cesena), Paolo Maggioli (Rimini) e Guido Ottolenghi (Ravenna) – è il risultato del dialogo e del confronto che le nostre tre realtà stanno portando avanti con impegno e convinzione. Ne siamo orgogliosi, e riteniamo che la strada dell’integrazione, della condivisione di competenze e dell’efficienza dei servizi istituzionali e di mercato, offra un’opportunità irrinunciabile per permettere alle nostre imprese di affrontare con più forza questo difficile momento e i profondi cambiamenti in atto. L’unione aumenterà le capacità del sistema di rappresentanza delle imprese industriali della Romagna, che potranno così portare avanti le loro istanze con un’unica voce, più forte ed incisiva”.

“Desidero esprimere piena soddisfazione – afferma il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Maurizio Marchesini – nel vedere la nostra regione protagonista attiva nel processo di aggregazione del sistema Confindustria. Una scelta che le Associazioni della Romagna fanno non per necessità contingenti, ma grazie ad una visione strategica che punta ad ottimizzare al massimo le risorse e realizzare economie di scala nell’offerta di servizi a favore delle imprese associate.

Oggi, infatti, un’associazione imprenditoriale misura la propria credibilità ed autorevolezza nella capacità di essere vicina alle aziende nel costante cambiamento a cui sono chiamate, specie sul versante dell’innovazione, dell’internazionalizzazione e dell’efficacia organizzativa. Ai servizi associativi si aggiunge ovviamente l’azione di rappresentanza sul territorio. Tutte queste attività, grazie alle articolazioni territoriali, manterranno ovviamente molto forte la vicinanza con le imprese.

La Romagna è partita dopo altri territori ma ha accelerato questo processo, puntando molto sull’aspetto cruciale della governance. E’ importante sottolineare, inoltre – conclude Marchesini – come qui si aggreghi un’area omogenea da tanti punti di vista, a partire dal tessuto produttivo di piccole e medie imprese, che anche durante la crisi ha dimostrato una vivacità e una capacita di reazione straordinarie.

Tutto ciò determina un aumento del ruolo della Romagna, che i romagnoli hanno sempre rivendicato e che sicuramente meritano. Con questo nuovo peso specifico la Romagna parteciperà, insieme alle altre aggregazioni, a rafforzare l’attività di rappresentanza di Confindustria Emilia-Romagna nei confronti della Regione sulle tematiche specifiche delle imprese e su quelle di interesse generale del territorio”.

“Sono molto orgogliosa di essere qui oggi – aggiunge Antonella Mansi, vice presidente di Confindustria per l’Organizzazione – Con la nascita di Confindustria Romagna si aggiunge un altro importante tassello alla nuova geografia organizzativa che, nella cornice della riforma Pesenti, ha recepito le istanze espresse dalla base associativa in questi mesi.

Si sta componendo un puzzle che ha nelle peculiarità di ogni elemento il suo punto di forza e che nei prossimi due anni disegnerà la nuova mappa di Confindustria. Abbiamo trenta “cantieri aperti” nel Sistema ed è proprio dai singoli territori che stanno emergendo le direttrici del cambiamento. Le nuove sedi operative faranno sintesi tra le diverse caratteristiche di ogni componente ed è proprio in quest’ottica che va inquadrata la costituzione di Confindustria Romagna. Tre realtà associative protagoniste dello sviluppo e della crescita dei loro rispettivi territori, si mettono in gioco insieme per scrivere ancora pagine importanti, con lo sguardo rivolto al futuro ma forti delle solide competenze del passato.

I miei migliori auguri e complimenti ai Presidenti e ai Direttori di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini che si sono assunti l’onere e l’onore di dimostrare come l’appartenenza e l’identità siano valori da mettere a fattor comune e non da ingabbiare in una logica di mero presidio di interessi particolari”.

“Esprimo grande apprezzamento – conclude Gaetano Maccaferri, vicepresidente di Confindustria per l’Ambiente e la Semplificazione – per questo risultato così importante. Si è finalmente concluso un percorso che ho seguito da vicino con grande interesse, fin da quando ero alla guida dell’Associazione regionale. La costituzione di Confindustria Romagna rappresenta una svolta significativa nel solco della riforma Pesenti, le cui direttrici stanno ridisegnando la struttura del nostro Sistema, seguendo i cambiamenti che il mondo globalizzato impone ogni giorno.

Il mio auspicio è che il percorso di razionalizzazione, rinnovamento e semplificazione avviato da Confindustria per costruire un sistema di rappresentanza più forte e di servizi più efficienti, ispiri anche il mondo politico in un momento decisivo per il futuro del nostro Paese. Proprio mentre si dibatte sulla capacità dei corpi intermedi di intercettare, interpretare e farsi portatori delle esigenze dei propri associati, Confindustria ha accettato la sfida con un progetto ambizioso, che può diventare un esempio per le Istituzioni”.

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