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San Marino Film Festival: red carpet stile Cannes

da Redazione

Sul Titano attesi anche Claudia Cardinale, Ermanno Olmi e David Warren. Sipario dal 24 ottobre al 1 novembre: eventi, proiezioni e grandi star.

 

La di là dei nomi degli artisti che daranno corpo e voce al San Marino Film Festival – Claudia Cardinale, Ermanno Olmi, David Warren e molti altri – e ai film in concorso (dal 24 ottobre al 1 novembre: tutto il programma dettagliato è sul sito www.sanmarinoiff.com), ci interessa approfondire l’aspetto più filosofico ed emozionale, anche economico della manifestazione.

In molti si ostinano a chiamare “crisi” la recessione economica che stiamo vivendo, nascondendo così dietro questa parola una realtà molto più profonda. Normalmente da una “crisi” prima o poi si esce. Quella che invece stiamo vivendo non sembra dare segni di allentamento, anzi. Quindi non è una “crisi” come quelle già passate ma un vero e proprio cambiamento storico, economico, sociale e, di conseguenza, anche privato.

Parlare di un festival di cinema in questo contesto può sembrare quantomeno azzardato, eppure non è così. Non ce lo dimostrano le conclamate manifestazioni come Venezia, Cannes, Locarno e Berlino, quanto quelle minori e più specializzate: quei festival che, nonostante budget esigui, riescono ad imporsi per la qualità, per l’originalità e quindi per la non omologazione del loro programma ai festival più conosciuti. Andare a vedere i film in un festival invece deve essere un’esperienza significativa, stimolante, di grande arricchimento culturale. Un luogo quasi “sacro” dove non solo si può assistere alle ultime tendenze del cinema, in alcuni casi anche proveniente da luoghi remoti del pianeta, ma ci si interroga, supportati dalle opere che illuminano lo schermo, sul senso stesso della nostra esistenza e soprattutto sulle sue inevitabili, a volte imprevedibili contraddizioni. Nessuna altra manifestazione culturale può, nella breve durata di questi eventi, creare altrettanta “magia”.

Ogni festival di cinema, se ben condotto, porta con sé degli indicatori di valore notevoli: la capacità attrattiva economica, gli investimenti, il fund raising, i costi relativi a ciascuna manifestazione.

Il settore culturale è quello che regge maggiormente e ovunque la crisi in corso. Infatti negli ultimi due anni gli occupati del settore culturale italiano sono cresciuti dello 0,5%, a fronte dei dati negativi degli altri comparti. Nel 2012 il sistema produttivo culturale ha ottenuto un record nel saldo della bilancia commerciale registrando un attivo di 22,7 miliardi di euro. L’export di cultura è di 39,4 miliardi di euro, equivalenti al 10,1% dell’export complessivo nazionale. In un tempo di mercato di nicchie definito non dalla geografia ma dagli interessi, qualsiasi territorio ha un “valore” da mettere sul mercato, grazie al web che abbatte le frontiere ha la possibilità di raggiungere il proprio target di riferimento.

Gli effetti positivi dell’investimento in cultura, prima in formazione poi in impresa, può generare effetti positivi durevoli importanti in uno Stato come San Marino, attivando e curando anche le tante altre risorse presenti, come il suo prestigioso festival del cinema. Per fare tutto ciò non occorrono ingenti finanziamenti, bensì intelligenza e lungimiranza.

Si dice che l’economia sia antitetica alla cultura (soprattutto nel senso delle Arti Visive), eppure le attività culturali, oltre a rappresentare, come è stato detto, un momento di arricchimento dal punto di vista umano e sociale, sono importanti per l’economia e lo dimostrano molti paesi europei come Francia, Germania e Inghilterra. Con il suo “nuovo” festival internazionale del cinema, il Titano può aggiungersi con orgoglio alla lista delle nazioni più lungimiranti e aprire così, dalla vetta del Monte, una nuova finestra sul mondo proprio nel momento in cui il mondo sta cambiando.

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