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San Marino, Consiglio Grande e Generale: le dimissioni del segretario Claudio Felici (2)

da Redazione

Prosegue il dibattito iniziato ieri in seduta notturna, con 58 iscritti ad intervenire. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

Prosegue il dibattito sulle dimissioni del segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, iniziato ieri in seduta notturna, con 58 iscritti ad intervenire.

Luca Santolini, C10 sostiene che il governo non possa permettersi di tirare avanti con rimpasti: “Ecco perché richiediamo le elezioni, si concordi – suggerisce – un percorso con le opposizioni sulle priorità da affrontare nella legge di bilancio, poi si dia al Paese un governo al di sopra di ogni sospetto”. Per Massimo Cenci, Ns, occorre che “la politica stia al fianco del Tribunale rispetto la questione morale e che vinca le sfide per garantire il futuro di questo Paese”. Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni, commenta che il gesto di Felici “ha consentito di trasformare un potenziale momento di divisione in una fase di responsabilità molto sentita”. Al contrario, per Gian Matteo Zeppa, Rete, “qualsiasi tipo di dimissione deve essere letta come una sconfitta”. Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria, sottolinea che la questione morale “nasce da un percorso lontano” e “se il governo e questa maggioranza devono pagare- aggiunge- faremmo una cosa sbagliata”. Mariella Mularoni, Pdcs, richiama la buona politica: “E’ nostro compito recuperarla e ripartire senza incertezze”.

Stefano Macina, Psd, spiega che il suo impegno politico terminerà in questa legislatura e le dimissioni dalla Commissione giustizia. “Ma ritengo non opportuno dimettermi dal Consiglio- puntualizza- non ho avuto comunicazioni e personalmente mi sento a posto con la mia coscienza e lo dimostrerò nelle sedi appropriate”. Luca Beccari, Pdcs, sostiene che la verifica deve riguardare la maggioranza, ma “dobbiamo essere capaci- sottolinea- di confrontarci anche con l’opposizione, questo è il tema fondamentale per portare avanti il cambiamento”. Quindi Paolo Crescentini, Ps, chiarisce che non farà la stampella a questo governo: “Le cose- sottolinea- devono essere fatte alla luce del sole, se il governo ha la forza vada avanti altrimenti alzi bandiera bianca”.

Per Massimo Ugolini, Pdcs, serve fiducia reciproca all’interno della maggioranza, “altrimenti- chiosa- passare la palla alla cittadinanza è inevitabile”.

Matteo Fiorini, Ap, spiega che il suo partito non è soddisfatto di come è stata affrontata la questione morale perché “non vuol dire individuare singole persone, ma fare analisi sui metodi”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, sottolinea che deve emergere “un impegno politico della maggioranza a confrontarsi di più sui contenuti”, perché “c’è un problema Paese che deve essere affrontato con la collaborazione, dato che non c’è la bacchetta magica”. Quindi Roberto Venturini, Pdcs: “Il governo per affrontare le priorità- manda a dire- deve essere autorevole e chiunque abbia ombre nel suo percorso politico deve fare un passo indietro immediatamente”. Tony Margiotta, Su, sottolinea come importante l’apertura del vicesegretario Pdcs, Beccari, verso l’opposizione: “Mi auguro che abbia esplicitato una posizione che rappresenta tutto il partito”. Per Oscar Mina, Pdcs, la politica è sotto accusa: “Non sono più sufficienti gli slogan. Serve un cambiamento radicale della classe dirigente”.

Franco Santi, C10 spiega che quando la politica è “in fase di stallo e non riesce a dare risposte al Paese, la cosa più giusta sia quella di tornare alle urne”. Quindi Grazia Zafferani, Rete, ribadisce:”Le dimissioni le devono dare tutti i membri di governo oggetto di indagini gravi”.

La seduta si interrompe con l’ultimo intervento della giornata, quello del segretario di Stato per la Cultura, Giuseppe Maria Morganti: “Se dovessi presumere che la magistratura ha solo il sospetto di un mio coinvolgimento nell’inchiesta che sta conducendo- chiarisce- provvederei immediatamente a rassegnare le dimissioni”.

Il dibattito proseguirà nella seduta che si aprirà domani alle 13.

Di seguito una sintesi degli interventi della seconda parte della seduta odierna.

Luca Santolini, C10: “Le dimissioni di Felici sono un atto necessario perché si è venuta a creare all’interno del governo una sensibilità tale da rendere necessaria una scelta forte di discontinuità. Prima ancora di fare un mea culpa convincente si è avanzata l’ipotesi del complotto. Il Psd ha perso un’occasione importante per fare al suo interno una verifica profonda. La Dc mi è parsa ancora di più in confusione. Ho visto Segretari di Stato partire per la tangente e prendere le distanze dai loro stessi colleghi di partito. A sua volta lo stesso Segretario Valentini ha preso le distanze dai colleghi Lonfernini e Mussoni. Ap ha preso invece posizione molto forte invocando elezioni tra qualche mese, dopo aver affrontato le principali criticità. Il movimento di cui faccio parte in due anni di legislatura non ha mai attaccato gratuitamente nessun partito, tantomeno Ap. Lo dico senza alcun intento polemico. La politica sta vivendo da qualche anno a questa parte una grossa crisi di credibilità. In questi giorni abbiamo raggiunto l’apice di questa crisi. E questa crisi è alla base del movimentismo che sta caratterizzando la politica sammarinese in questi ultimi anni. Celli ha toccato le corde giuste nel suo intervento, criticando i partiti che non hanno saputo combattere i comitati affaristici. Ha sottolineato che quello di cui stiamo parlando è tutto tranne che politica. La politica quella vera è ciò che serve oggi al paese. Questo governo non può permettersi di tirare avanti con rimpasti. Ecco perché richiediamo le elezioni. Si concordi un percorso con le opposizioni sulle priorità da affrontare nella legge di bilancio, poi si dia a questo Paese un governo al di sopra di ogni sospetto”.

Massimo Cenci, Ns: “Berti ha fatto notare che in base a chiacchiere da bar o articoli di giornale non è opportuno sputare sentenze. Mi sembra giusto. Un imprenditore, tal Giuseppe Roberti, ha utilizzato organi di stampa per lanciare messaggi al paese: butta il becchime e qualcuno becca. Molte persone hanno dato corda a questi soggetti. E Roberti ha già raggiunto il suo scopo. Io non so se Felici è responsabile di quello che gli viene additato in quest’Aula: il Tribunale e il tempo ce lo diranno. Io penso però che questo Governo e quella persona stessero operando nella direzione giusta. Quello che ha fatto di buono la politica nella scorsa e in questa legislatura è che è sempre stata al fianco del Tribunale. Io come molti altri qui dentro abbiamo iniziato attività politica 6 anni fa. La politica era considerata una casta di intoccabili e noi dei pazzi che provavano a cambiare le cose. Ma una volta entrati in quest’Aula abbiamo capito che c’erano molti più pazzi di quel che pensavamo. Abbiamo creato leggi importanti di cambiamento in un clima molto difficile. Ora serve: 1) su questione morale occorre che politica stia al fianco del Tribunale 2) vincere le sfide per garantire il futuro di questo Paese. Un plauso agli interventi dei consiglieri Celli e Mancini. Pensiamo più al Paese e meno ai consensi”.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “Non è mai facile commentare le dimissioni di un collega. Questo Governo ha dovuto affrontare molte problematiche ma ognuno di noi ha provato a fare la propria parte. Ringrazio il Segretario Felici per l’impegno profuso e il senso di responsabilità dimostrato. Si è dimesso nonostante ancora tutto sia da appurare sul piano giuridico e nonostante la Magistratura non abbia richiesto alcun chiarimento. Lo cito testualmente nella sua lettera di dimissioni:’Tuttavia in considerazione del momento particolarmente difficile del Paese, chi ricopre ruoli di rilievo ha il dovere di rimuovere ogni elemento perturbatore rispetto al legame di rappresentanza e di fiducia con i cittadini’. Il gesto di Felici ha consentito di trasformare un potenziale momento di divisione in una fase di responsabilità molto sentita nei confronti di tutto il Paese. Quello che è accaduto negli ultimi mesi parla di un contagio grave che ha raggiunto tutti i gangli di questo Paese. Diverse persone hanno detto ‘non potevate non sapere’. Non neghiamolo: ostacoli al processo di cambiamento ci sono stati, ma andiamo avanti. Il lavoro della Magistratura, che lavora in piena autonomia, testimonia il processo di cambiamento intrapreso. Occorre un’approfondita analisi dei meccanismi decisionali pubblici per impostare un sistema di gestione della cosa pubblica che renda più penetrante e efficace l’azione della Magistratura su attività come sequestro, confisca e uso intercettazioni telefoniche. Si stimoli il percorso già avviato di norme per la valutazione del rischio di corruzione. Lo sviluppo economico e sociale di San Marino deve essere impostato su trasparenza e legalità. La Magistratura continui il suo lavoro con la massima serenità nel rispetto del diritto degli indagati di difendersi nel processo. Il riconoscimento dell’indipendenza della Magistratura costituisce un requisito imprescindibile. In questo momento il paese deve affrontare scadenze importantissime tra cui nuovi accordi con l’Italia, il processo di integrazione europea. Inopportuna la crisi politica che metterebbe a rischio tali scelte. L’indicazione del collega Capicchioni premia l’aspetto tecnico e di conoscenza del settore”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Qualsiasi tipo di dimissione deve essere letta come una sconfitta. Poi però ci sono dimissioni e dimissioni. Anche io faccio i complimenti al consigliere Celli che ha avanzato le scuse per il comportamento del suo partito. L’unico ad ammettere le colpe. Nessuno della maggioranza e di parte dell’opposizione ha ammesso le proprie responsabilità. E allora siccome il consigliere Cardelli, dall’alto della sua giovane età, dice che Rete è il pericolo di questo Paese io dico che non è così. Cardelli dice che Rete non fa proposte. In realtà noi non abbiamo i voti per farle passare. Invece la Dc ha i voti ma o non è capace di fare le proposte per il Paese o non le ha. Ricordo poi al consigliere che Gatti e Podeschi facevano parte del suo partito. Nel 2011 la Dc impose le dimissioni al consigliere 27enne Scarano che disse ‘quando si sbaglia è necessario pagare le conseguenze fino in fondo’, il consigliere Marco Gatti prenda esempio. Io offro mia disponibilità: portate elementi che portino a salvaguardia sanità, scuola, istruzione, lavoro, portate elementi che facciano tagli orizzontali e non verticali e che siano definiti da persone che non hanno ombre su di loro. Portate una Finanziaria etica ed io ve la voto. Chiedo alla maggioranza: dite alla città quali sono i poteri oscuri che governano San Marino”.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Bisogna portare il dibattito su un piano diverso, se no non si portano risultati. Parto dal primo atto che merita rispetto, quali che siano le risultanze, va dato atto a Felici di aver avuto un atteggiamento di grande chiarezza rispetto all’Aula e aver messo davanti l’interesse del Paese. Ma il dibattito si è spostato su terreni scivolosi per lo stile. Tutto quello che sta avvenendo grazie alla magistratura e alle notizie che emergono non capitano a caso. Per arrivarci c’è stato un percorso non facile che ha visto anche la nascita del mio movimento per questo motivo. Quando nel 2006 ci siamo presentati alle urne, il nostro obiettivo era quello di rompere gli schemi della politica degli affari e degli interessi personali. Volevamo metterci in gioco consapevoli che il gioco ci avrebbe messo in difficoltà, ma non abbiamo avuto paura, due anni dopo siamo entrati al governo e promosso una maggioranza. Forse il futuro ci darà ragione di quello che abbiamo fatto, non mi vergogno di essere entrato in un governo insieme a Podeschi e a Gatti, come allo stesso modo non posso dire che Zafferani, che era un consigliere di quella maggioranza, sia un delinquente. Abbiamo messo in discussione un sistema che nessuno fino ad allora era riuscito a scalfire, ma non eravamo soli perché soli non avremmo avuto risultati.

Nella questione morale non ci sono solo i politici, ci sono i professionisti, i cittadini compiacenti, gli uffici che non hanno visto. Ricordo quando abbiamo iniziato a revocare le prime sei società, a me hanno tremato le gambe. Ma è il motivo per cui questa maggioranza è determinata. Se pensiamo alle elezioni oggi non pensiamo alle generazioni future. Significa abdicazione alle nostre responsabilità. Quindi la questione morale nasce da un percorso lontano, e se il governo e questa maggioranza devono pagare, faremmo una cosa sbagliata. Tra chi ha interesse a tornare a votare, c’è chi spera nel caos e che l’azione del tribunale possa essere intimata e che si freni con la commissione inchiesta che mi auguro possa nascere a novembre per individuare le responsabilità politiche. E non vorrei venisse fuori un elenco telefonico. Qui qualcuno parla di delinquenti e di disonesti, io invece parlo di traditori per chi ha usato la sua posizione politica per vantaggi personali. Non fermiamo il percorso virtuoso iniziato, cerchiamo di capire se insieme possiamo far venire fuori la verità”.

Mariella Mularoni, Pdcs: “C’è un diffuso senso di disagio nella cittadinanza nei confronti della politica. Ho sentito richiami alla buona politica, è nostro compito recuperarla e ripartire senza incertezze. Non è vero che non abbiamo fatto nulla in questi due anni. Le istituzioni si sono preoccupate di dare rigore, risposte concrete ai disoccupati, cercare investitori, approvare leggi anticorruzione. Rispetto la questione morale, si deve tracciare una linea di demarcazione e stilare il bilancio delle responsabilità, di fianco al politico corrotto c’è sempre un corruttore. Il percorso deve proseguire con gli alleati di governo, il Paese non ha bisogno di elezioni anticipate. L’autosospensione di Felici è una misura pesante, ma giusta per la politica. Ha messo l’interesse del Paese davanti a tutto”.

Stefano Macina, Psd: “La stima che ho per Claudio Felici non facilita il mio intervento. Rispetto l’azione portata avanti come segretario si deve riconoscere la sua lungimiranza politica.

Sono d’accordo con chi dice che non si sia dimesso per la questione morale, non poteva fare una scelta diversa per non inficiare quello che doveva essere compiuto per il Paese. Nel Psd non è stata una scelta facile, avevamo valutato anche il ritiro della delegazione, ma ne abbiamo discusso e abbiamo pensato al Paese. Concordo con quanto affermato da Celli sul fatto che la politica ha delle responsabilità nell’aver trasformato i partiti in comitati elettorali, in dispensatori di favori, è una responsabilità che dobbiamo assumerci di fronte al Paese che non si merita di essere ingessato da 10 anni dalla questione morale. Occorre fare chiarezza e completare il percorso di cambiamento iniziato dal 2008. Credo che l’evoluzione in positivo del sistema sia stata avviata e negarlo non contribuisce a fare chiarezza. Mi auguro che la commissione Sopaf e quella che si deve istituire facciano chiarezza, è da fare in questa legislatura perché nella prossima non possiamo permetterci ancora la spada di damocle della questione morale. La maggioranza a questo punto deve avere la responsabilità non solo di fare la verifica ma anche scelte di campo in materia finanziaria, proseguendo il confronto in ambito internazionale, e di portare a compimento le commissioni di inchiesta e fare in modo che attorno a questi aspetti ci sia confronto con tutti, con disponibilità di cogliere i contenuti. La richiesta di fare chiarezza deve essere abbinata alle soluzioni: quando avremo messo in sicurezza il Paese da fenomeni distorsivi e da difficoltà finanziare, si può poi passare alle urne. Su questo terreno sosterremo governo e maggioranza. Per quanto mi riguarda, l’ho già detto, il mio impegno politico termina in questa legislatura e che il Psd deve proseguire con il rinnovamento della sua dirigenza. Mi sono dimesso dalla commissione giustizia ma ritengo non opportuno dimettermi dal Consiglio, non ho avuto comunicazioni e personalmente mi sento a posto con la mia coscienza e lo dimostrerò nelle sedi appropriate”.

Luca Beccari, Pdcs: “Questo dibattito sulla questione morale è stato a tratti scontato e banale. Noi stiamo discutendo di una questione che conosciamo solo parzialmente. La Magistratura sta verificando fatti che testimoniano il connubio tra affari e politica. Il dibattito politico non sta aiutando la risoluzione della questione morale. Noi dobbiamo reagire a questi fenomeni: come lo faremo farà la differenza per i cittadini. Le prese di posizione sono precarie perché le vicende potrebbero avere portata più ampia o anche più ristretta. La politica che si impegna solo a dire ‘c’ero, non c’ero’ o ‘potevo sapere, non potevo sapere’ è a mio avviso sbagliata. Non è scontato oggi rimarcare le differenze rispetto al passato. Non saremmo qui a parlare di questione morale se avessimo la legislazione passata che prevedeva libretti al portatore, società anonime, segreto bancario. Gli strumenti che abbiamo a disposizione sono sufficienti? Di questo dovremmo parlare. Ricordiamoci però che non cambia nulla se non cambia il modo di fare politica. Serve un approccio alla politica più etico. In questo contesto non posso non vedere che da parte di qualcuno la questione morale è vista solo come una grandissima opportunità. Oggi di fronte alla questione morale partono una serie di azioni che non hanno nulla a che vedere con il futuro del Paese ma anzi sono l’esatta fotocopia di ciò che avveniva nel passato. Chi intravede un’opportunità, da una parte, alza la temperatura del dibattito politico e attacca chi deve attaccare mentre, dall’altra parte, allunga la mano verso quelle che potrebbero essere forze più sensibili a un altro tipo di progetto politico. Questo è il vecchio modo di fare politica. In questo Paese non si trova convergenza politica su alcun tema. Neppure sui temi di fondo. Non riusciamo a capirci sul fatto che votare una legge della maggioranza o accettare una proposta della minoranza porta stabilità e porta un dialogo molto più aperto. La verifica la dobbiamo iniziare da noi stessi, ma dobbiamo essere capaci di confrontarci anche con l’opposizione. Questo è il tema fondamentale per portare avanti cambiamento. Io credo che il segretario Felici abbia dato dimostrazione di cosa significa uscire dagli schemi. Al di là dei fatti a lui contestati e al di là di quello che sarebbe suo diritto di attendere decisioni Magistratura Felici ha dimostrato che a volte occorre fare dei passi controtendenza. Con coraggio. Noi cosa siamo in grado di fare in discontinuità col passato?”.

Paolo Crescentini, Ps: “Non farò mai la stampella a questo Governo perché ritengo che le cose debbano essere fatte alla luce del sole. Se il governo ha la forza vada avanti altrimenti alzi bandiera bianca. La Magistratura continui a portare avanti la sua attività. La maggioranza faccia la sua verifica interna e poi valuti se ci sono i presupposti per andare avanti, oppure se è meglio porre fine all’esperienza. Si tratta comunque di dimissioni pesanti che permetteranno al Segretario Felici di potersi difendere nel migliore dei modi anche se ancora non mi pare siano state mosse nei suoi confronti accuse da parte della Magistratura. Ma non può passare inosservata questa decisione. Qualcuno dice che la politica la fanno i giornalisti. Bene, parlo da giornalista: i giornalisti fanno solo il loro dovere e non credo abbiano riportato notizie sbagliate. Ci troviamo di fronte a una situazione difficile per il Paese. Il governo è debilitato dalla questione morale. E’ un Esecutivo sulle gambe e sicuramente questo non giova al Paese. La maggioranza conta 33 voti, l’opposizione solo 25: se non riuscite a governare avete molti più problemi al vostro interno di quelli che volete assegnare alle forze d’opposizione. Spero poi che la situazione di cassa non sia solo di 400 mila euro, come ho sentito, perché se è così non riusciamo neppure a pagare lo stipendio ai dipendenti pubblici a gennaio”.

Massimo Ugolini, Pdcs: “Se qualcuno ha utilizzato incarichi pubblici per fini personali deve pagare. Ma aspettiamo gli atti prodotti dal tribunale a riguardo, altrimenti si crea un clima di esasperazione. Va rispettato il segreto istruttorio.

Serve un forte senso di responsabilità politica per assicurare stabilità al Paese. Sono stati fatti degli interventi impopolari ma necessari di recente, dei quali Felici si è fatto carico senza fare dietrologie o rimbalzare responsabilità. Apprezziamo il suo gesto, anche se per lui difficile. Esce dal governo una persona capace.

Ritengo che il dibattito sia guidato dal tatticismo politico da parte dell’opposizione, spinta a dividere la maggioranza parlando di buoni e meno buoni. Si parla di questione morale e di verifica programmatica sull’operato dell’esecutivo: sul primo la politica si è già attivata per capire cosa è accaduto. Ma sono questioni che riguardano il passato, mentre noi dobbiamo pensare al presente e al futuro. Serve fiducia reciproca all’interno della maggioranza. Altrimenti, passare la palla alla cittadinanza è inevitabile”.

Matteo Fiorini, Ap: “Felici è stato un uomo forte di questo governo. I giovani come me, senza l’aiuto di persone con una visione ampia della realtà come lui, non vanno da nessuna parte. Spesso ho chiesto a lui consigli su questioni spinose che riguardavano la mia segreteria, quando ero titolare del dicastero al Territorio.

C’è voluto coraggio su questioni come il bilancio dello Stato. Io dico che chi verrà dopo di noi partirà da un vantaggio, rispetto ai recenti governi: nei sammarinesi ci sarà già una mentalità che accetta che tutti debbano rinunciare a qualcosa per il bene collettivo.

Ci sono stati anche dei limiti, come quello della spending review. Non siamo riusciti a farne una seria, nel senso di distribuire in maniera orizzontale i tagli. Parlo della spending review per arrivare alla questione morale che negli ultimi mesi rimbalza in quest’aula. Cos’è? Quando Ap dice che non è soddisfatta di come è stata affrontata, cosa vuol dire? Non vuol dire individuare singole persone, ma fare analisi sui metodi. Le tangenti sicuramente sono un problema, così come il voto di scambio. Sono alla pari. I diritti fatti cadere dall’alto come privilegi fanno anch’essi parte della questione morale. Ap, alleandosi con Psd e Pdcs, ha riscritto certi paradigmi sul piano finanziario, sulla speculazione edilizia e sull’autonomia dei poteri.

Quando diciamo che la verifica parte oggi e non dopo il bilancio è perché il bilancio è il primo banco di prova della verifica. Per capire se c’è slancio sugli elementi che ho citato prima, come i tagli orizzontali.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Da alcuni mesi governo e maggioranza credo fossero in una situazione di stallo. Ci sono state posizioni politiche chiare da parte mia e di Lonfernini per evidenziare questo momento, non per chiedere le dimissioni di qualcuno. E’ vero che c’è una questione morale e politica. La responsabilità in politica è oggettiva, sono d’accordo con Mario Venturini. La questione morale non è aperta dai recenti fatti di cronaca. Ma non dobbiamo cadere nell’errore di fare una sentenza preliminare, questo è delegittimare la politica. Vorrei pensare che c’è speranza nel Paese ma dipende anche da noi, da tutti noi. E’ opportuno che in Aula, consapevoli delle responsabilità , ci si schieri dalla parte di chi vuole creare questo percorso. L’analisi politica di Ap è piuttosto cruda, ma la strada è stata percorsa insieme. Abbiamo detto che prima vengono la sicurezza del Paese e del bilancio, è una posizione politica che abbiamo condiviso e voluto quella di aprire da oggi la verifica politica. Serietà vuole che i problemi si affrontino in modo costruttivo. Questo governo ha portato risultati, siamo usciti dalla black list, c’è collaborazione con l’Italia, c’è la legge sull’autoriciclaggio, sulla confisca, c’è maggiore autonomia della magistratura, tutto è anche merito dell’impulso di questa maggioranza e non è stato semplice. Credo la politica abbia un’occasione di rilancio, paradossalmente, attraverso una riflessione sul metodo, non possiamo valutare noi l’onestà, ma possiamo fare un’azione politica che cambi certi metodi. Ma lo facciamo con i fatti non ai microfoni. Mi è piaciuto molto Celli, sono emersi messaggi importanti e significativi rispetto a un contributo sostanziale per sostenere il Paese in una difficoltà. Credo debba emergere un impegno politico della maggioranza a confrontarsi di più sui contenuti, non so se il governo di emergenza ha una formula, ma sicuramente c’è un problema Paese che deve essere affrontato con la collaborazione. Non c’è la bacchetta magica. Non per giochi politici e vecchie strategie e inciuci, ma perché in questo momento dobbiamo anteporre gli interessi del Paese ai giochi di parte”.

Roberto Venturini, Pdcs: “Questione morale e portare nuova linfa al sistema economico con investimenti sono le priorità. E’ palese che nuove elezioni, fino alla piena operatività del governo, comporterebbe uno stallo di almeno sei mesi e con la finanziaria alle porte e la mancanza di liquidità il nostro Paese non se lo può permettere. Inoltre potrebbero rallentare i lavori della commissione d’inchiesta Sopaf e impedire la nomina della commissione sul Conto Mazzini, non vorrei ci fosse questo scopo. Occorre arrivare a una legge di Bilancio seria. Le dimissioni di Felici sono da apprezzare, è stato un atto di responsabilità per non rallentare l’azione di governo in momento delicato. Il governo per affrontare le due priorità deve essere autorevole e chiunque abbia ombre nel suo percorso politico deve fare un passo indietro immediatamente. A gennaio può essere utile una verifica di governo e arrivare a un nuovo esecutivo che dovrebbe concentrarsi su occupazione, liquidità e rilancio economico fino a nuove elezioni. Il mio auspicio è che in questo percorso ci sia il contributo anche delle forze di minoranza”.

Tony Margiotta, Su: “Non riesco a capacitarmi del fatto che molti interventi che ho ascoltato davano un caloroso saluto al segretario dimissionario senza entrare nel merito della questione. Non voglio la testa di qualcuno, però credo che oggi la politica debba dare un messaggio chiaro. I partiti coinvolti devono dare un messaggio chiaro. Ci troviamo in una situazione del paese disastrosa. Mi sento in dovere di esprimere il mio rigetto verso questa situazione e verso coloro che hanno contribuito ad arrivare a questo punto. Ho ascoltato con attenzione l’intervento del collega Beccari che, da qualche giorno, è anche vicesegretario della Dc. Penso ci sia stata apertura importante e mi auguro che abbia esplicitato una posizione che rappresenta tutto il partito. Fino adesso non c’è stato alcun miglioramento della situazione del Paese. Anzi ci ritroviamo addirittura ad avere quasi una crisi di Governo dove una delle forze di maggioranza ha chiesto una verifica. Questo credo faccia suonare campanello d’allarme. In questo momento non possiamo lasciare che dei poteri oscuri continuano a portare avanti i loro interessi bloccando i lavori del Consiglio. La politica ha un compito importantissimo: risollevare questo Paese. Non è il Tribunale che ha il compito di risollevare questo Paese. Il Tribunale ha il compito di fare il suo dovere e lo sta facendo. Anzi auspico vada ancora più a fondo”.

Oscar Mina, Pdcs: “Il conto Mazzini è stato definito il fondo occulto della politica. Nell’indagine è stato chiamato in causa anche il segretario Felici. Di fronte alle sue dimissioni è evidente che non possiamo pensare si tratti di una mera sostituzione o di un semplice fatto tecnico. Ma da ieri si sta facendo molta demagogia al limite del buon senso inserendo nel medesimo vortice giudiziario tutta la politica di vecchia data. Non mi addentro sulle accuse, ma ribadisco che oggi si intravede il compito fatto a tutto campo da una Magistratura che agisce in piena autonomia. La politica è sotto accusa. Non sono più sufficienti gli slogan. Serve un cambiamento radicale della classe dirigente. Le dimissioni di Felici vanno in una direzione ben precisa: senso di responsabilità personale legato al suo ruolo di Segretario di Stato. Non abbiamo elementi per valutare il suo grado di responsabilità nella vicenda ma oggi dobbiamo riconoscere che Felici si dimette per accuse basate solo sul sospetto. Le dimissioni del Segretario Felici credo debbano essere recepite come necessarie per fugare ogni dubbio sollevato nei confronti dell’opinione pubblica. Va rimarcato il lavoro del Governo che ha allineato San Marino a tutti gli standard internazionali. Oggi però la priorità è la governabilità del paese. Serve rilancio dell’azione di governo rallentata da questioni giudiziarie. Oggi le condizioni del Paese sono direttamente proporzionali alla qualità della politica prodotta. Serve qualità della politica superiore ma ciò potrà avvenire solo se dimostriamo che scenario è cambiato. Politica del compromesso al ribasso tra i partiti è finita”.

Franco Santi, C10: “E’ una polemica strumentale quella del consigliere Cenci che ha tirato in ballo un comunicato di Civico 10 risalente a giugno. Legga il nostro comunicato e non si affidi a quello che riporta uno pseudo giornalista d’inchiesta. Attività di governo e questione morale sono due elementi che si intersecano tra di loro. La questione morale non è la corruzione o la tangente ma è molto di più: è un metodo di fare politica legato al voto di scambio e alle pratiche clientelari. Un meccanismo che è sempre stato presente nella politica sammarinese. Siamo veramente convinti che la politica si sia affrancata dalla questione morale? Per questo quando la politica si interroga su certi argomenti credo che abbia il dovere di entrare nel merito di certi meccanismi e trovare gli anticorpi per superare questa cosa. Chiedo al consigliere Beccari dove era fino ad oggi? Il Governo si è comportato in maniera diametralmente opposta a quanto da lui auspicato. L’approccio di cui parla il consigliere non c’è stato da parte della maggioranza. E io penso che questa maggioranza sia già al capolinea. Non è stata in grado di adottare quei provvedimenti che erano necessari già due anni fa. La spending review era necessaria già due anni fa. Qual è cosa più responsabile da fare? Continuare questa agonia o cercare strade nuove? Io credo che in fase di stallo, quando la politica non riesce a dare risposte al Paese, la cosa più giusta sia quella di tornare alle urne”.

Grazia Zafferani, Rete: “La tangentopoli sammarinese continua a mietere vittime e durante l’interrogatorio di Mirella Frisoni emergono tre nomi tra cui quello del segretario Felici.

La lettera di Felici è condivisibile. Non credo che il governo andrà avanti per il Bene comune, slogan indigesto. Potete provare a rilanciare slogan come sviluppo, lavoro, moralità, ma la carta canta perché la patrimoniale a carico dei cittadini, il condono fiscale per gli evasori, le riforme fiscali inapplicabili vanno a vantaggio di chi ha sostenuto un sistema mafioso.

Quale verità deve emergere? Le dimissioni le devono dare tutti i membri di governo oggetto di indagini gravi. Si parla di decine di libretti al portatore a favore di politici, banchieri, uomini d’affari a discapito della collettività e lo dice la magistratura, non i giornali. La moralità, priva di umiltà e responsabilità, resta una parola senza significato, a questo governo manca l’ingrediente più importante per governare un Paese, la governabilità”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Cultura: “Se dovessi presumere che la magistratura ha solo il sospetto di un mio coinvolgimento nell’inchiesta che sta conducendo, provvederei immediatamente a rassegnare le dimissioni. Sono d’accordo con chi è intervenuto e dice che non sia necessario un avviso di garanzia per mettere in discussone il ruolo del governo, il limite deve essere fissato ben prima. Ma sono d’accordo con chi dalla maggioranza ha sostenuto una verifica dei ruoli e dei metodi che possa consegnare la Repubblica alle nuove generazioni. Siamo a un cambio culturale che vede una dimensione più ampia del passato, assunta grazie alle battaglie degli ultimi anni. Ci sono stati compromessi raggiunti con maggioranze prima impossibili, per giungere alle trasformazioni di un patrimonio comune. Chi ha voluto la trasparenza sempre e comunque e si è sentito sconfitto nel 2006 con l’Italia. Quella classe politica, la nostra, nonostante la volontà di trasformare il sistema dei segreti, ha avuto necessariamente contatto con quel modus operandum, anche facendo accordi per determinare una maggioranza per far fare al Paese piccoli passi che oggi ci travolgeranno. Chi ha accettato quei compromessi è stato sicuramente contaminato e non potrà far valere le cose buone fatte. La proposta di cui Ap si è fatto promotore va nella direzione giusta, così come quella del mio partito di coinvolgere le forze di opposizione in questo cambiamento. E’ un momento che richiede la responsabilità della maggioranza e la sta dimostrando affrontando scelte dolorose, ma la stessa responsabilità è chiesta all’opposizione che non può permettersi di stare alla finestra o criticare, deve assolutamente impegnarsi in prima persona per far fronte al cambiamento, le soluzioni sono complesse e complicate. Alla fine di tutto questo percorso, che deve essere breve, si devono cogliere le opportunità aperte dal lavoro dello stesso segretario Felici, che ha messo il Paese nelle condizioni di aderire per primo tra i paesi virtuosi allo scambio automatico delle informazioni e conquistando dignità di entrare in white list, dando piena credibilità al sistema economico e di conseguenza al sistema politico”.

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