Home FixingFixing Oltre lo spettacolo: il messaggio di “E’ mer”, grande palestra di vita

Oltre lo spettacolo: il messaggio di “E’ mer”, grande palestra di vita

da Redazione

Timido, riservato ma estroverso – molto fisico, specie i suoi abbracci e le sue strette di mano – dal 2013 Loris era entrato nel teatro. Assieme alla moglie Simona e ad altre persone, aveva costruito e messo in scena uno spettacolo.

 

Timido, riservato ma estroverso – molto fisico, specie i suoi abbracci e le sue strette di mano – dal 2013 Loris era entrato nel teatro. Assieme alla moglie Simona e ad altre persone, aveva costruito e messo in scena uno spettacolo, “E’ mer”.

Appena mi annunciò questo progetto, lo incoraggiai: “Loris Loris, la vera forza del teatro non è solo riconducibile alla messa in scena bensì a quello che ti sa dare, a quello che ti rimane. Il teatro è terapia, è imparare a parlare in pubblico, ad acquisire sicurezza nell’esposizione. Il teatro chiede energia ma ti ridà tutto quello che gli hai donato”.

Mi aveva invitato a vedere lo spettacolo, la prima volta al Borgo San Giuliano, la seconda a Bellaria. Un lavoro sincero, su un tema che in qualche modo apparteneva ai nonni di Loris: il mare.

Di tutti i sogni che un ragazzo degli anni Trenta poteva avere, il pescatore Pnel sceglie quello di diventare bagnino. Sogna di mettere due seggiole in riva al mare, dare l’ombrellino alle signorine e preparare i sardoncini ai clienti. Ma la realtà è solo nebbia nelle ossa, un mare che ogni notte decide la tua sorte, e quelle donne a gridare il tuo nome sulla palata. Poi le notti di tempesta svaniscono nei canti dell’osteria, nelle risate ubriache, nella calma ninna nanna della balia che cresce i figli di tutti, e nelle serenate d’amore. Si smorza la malinconia e arriva l’allegria, con una partita a briscola o con due confidenze scambiate dopo aver venduto tutto il pesce. I sogni però restano. E vengono trafitti dai bombardamenti, che infilzano il cielo e le vite. Ma quella guerra che fa smettere tante esistenze, non ferma i sogni di Pnel. E arriva il tempo in cui Pnel è diventato grande, ha una spiaggia da gestire, una moglie con cui litigare e un debole per le belle donne. È il tempo della rinascita, del sacrificio e della determinazione. Il tempo del birro, che beve zabaione a colazione, e non riesce a conquistare la “svizzerotta”. Il tempo delle sorelle Mascalzoni che della loro casa bombardata sono riuscite a fare una pensione con giardino, dove ospitano addirittura una diva del cinematografo. Pnel cammina sulla riva. È anziano. Raccoglie i cannelli. E ha ancora fiato per un altro incontro…

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