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San Marino, IAM: lo smaltimento può essere fatto anche annualmente

da Redazione

Questo mese affrontiamo la questione dello stoccaggio dei rifiuti, per uno smaltimento più efficiente.

 

di Mattia Marinelli

 

Prosegue senza posa il nostro percorso tra gli accorgimenti utili alle imprese per migliorare la propria gestione del ciclo dei rifiuti. Perché è proprio questo l’intendimento che stiamo portando avanti nello spazio ben delineato di questa rubrica su Fixing: aiutare le aziende a affrontare una materia delicata come la gestione ambientale e, dove possibile, a produrre qualche significativo risparmio.

Questo mese affrontiamo la questione dello stoccaggio dei rifiuti, per uno smaltimento più efficiente.

Il testo di legge sammarinese di riferimento, ovvero il Decreto Delegato del 27 aprile 2012 n.44, meglio noto come “Codice ambientale”, offre agli operatori economici del Titano l’opportunità di effettuare lo smaltimento annualmente, o in alternativa quando si raggiunge la quota di 30 tonnellate di stoccaggio. Questa possibilità consente di abbattere i costi di trasporto e smaltimento, ed è uno dei principali strumenti che le imprese possono utilizzare per una buona gestione del ciclo del rifiuto all’interno delle proprie strutture.

Per la precisione la norma dà facoltà alle imprese di smaltire il proprio rifiuto al massimo entro 12 mesi da quando è stato prodotto, o per essere più precisi da quando tale rifiuto è stato registrato. Se all’interno dell’area dell’azienda c’è lo spazio necessario per stoccare il materiale, si tratta di una possibilità da prendere in seria considerazione.

Ogni operatore, a seconda della propria tipologia, produce una quantità più o meno importante di rifiuto. Le aziende medio-piccole generalmente difficilmente arrivano al tetto di 30 tonnellate indicato dalla legge, quindi il riferimento che interessa è quello temporale dei 12 mesi.

Il discorso è piuttosto semplice. Se si produce una quantità di materiale di scarto nella misura di una manciata di cuboplast (l’unità di misura ‘trasversale’, che equivale a mille litri, una tonnellata oppure un metro cubo) ogni 3-4 mesi, vale sicuramente la pena stoccare il proprio prodotto di scarto per effettuare uno smaltimento annuale. Avere la possibilità di attendere per effettuare uno smaltimento unico significa abbattere i costi di trasporto e di smaltimento. Naturalmente occorre considerare che in questo caso il costo non viene dilazionato nelle varie occasioni in cui eventualmente prima si effettuava il trasporto dalla ditta allo smaltitore, ma anche il costo è accumulato; un problema assai relativo però se si considera l’entità non ingente del costo in confronto al risparmio rispetto agli smaltimenti ripetuti.

Un dubbio che spesso attanaglia le imprese rispetto a questo termine di un anno, a cui noi consulenti rispondiamo facilmente, riguarda proprio la tempistica, ma si tratta di un chiarimento più che utile. Dover smaltire entro l’anno non significa essere costretti a far sparire i propri rifiuti entro il 31 dicembre. Come già detto l’anno in questione parte dal giorno della registrazione (obbligatoria) del rifiuto.

Chiudiamo con un ultimo utile consiglio: se poi lo stoccaggio viene unito a buone pratiche di compattamento del rifiuto (ne abbiamo parlato nella precedente rubrica, la ritrovate sul sito di Fixing, www.sanmarinofixing.com e sul nostro, www.iamrsm.com) allora il rifiuto può davvero trasformarsi da costo in risorsa.

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