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Rimini, ancora grande crisi: nubi nere sul manifatturiero

da Redazione

L’economia della Provincia non riesce a risalire la china: i principali indicatori ancora negativi.

 

Un altro bollettino statistico con diversi segni negativi per l’economia del territorio di Rimini, che non riesce a risalire la china della crisi: lo attestano i dati relativi alla congiuntura aggiornati al 2° trimestre 2014 (30 giugno 2014). I principali indicatori riguardanti l’industria manifatturiera (produzione, fatturato, ordinativi), il settore edile (l’andamento del volume d’affari) e il commercio al dettaglio (l’andamento delle vendite) risultano infatti tutti negativi, sia nel confronto con lo stesso trimestre dell’anno precedente in termini “quantitativi”, che nel confronto con il trimestre precedente in termini “qualitativi”.

Anche se le costruzioni e il commercio registrano un lieve miglioramento rispetto al 1° trimestre 2014, nel manifatturiero le variabili mostrano un sostanziale peggioramento.

 

CONGIUNTURA MANIFATTURIERA

La produzione registra una diminuzione del 2,7% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, che risulta più alta rispetto a ciò che si rileva in Emilia-Romagna e in controtendenza all’Italia (+0,2%); rispetto al 1° trimestre 2014, il 14,2% delle imprese ha riscontrato un aumento della produzione, il 31,0% una diminuzione, il restante 54,8% non ha subito variazioni.

Per il fatturato: -2,1% rispetto al 2° trimestre 2013, percentuale più alta della variazione emiliano-romagnola (-0,9%) mentre leggermente positiva risulta essere la situazione italiana (+0,3%); la causa del decremento riminese è il calo della domanda interna, mentre quella estera è in aumento (+1,0%).

Con riferimento al 1° trimestre 2014, la quota delle imprese che ha riscontrato una diminuzione del fatturato (25,8%) è superiore a quella che ha dichiarato un aumento dello stesso (12,3%).

Gli ordini rappresentano la variabile più negativa, con un decremento del 3,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, nettamente superiore al calo regionale (-1%) e alla stabilità riscontrata a livello nazionale; la causa del decremento è ancora una volta imputabile al calo della domanda interna e all’aumento di quella estera (per Rimini +2,1%).

Rispetto al 1° trimestre 2014, solo il 12,5% delle imprese ha riscontrato un aumento degli ordini, mentre il 27,6% una diminuzione.

Riguardo all’artigianato il momento appare meno critico: la variazione percentuale annua della produzione si attesta infatti a -1,9%, in linea con la diminuzione regionale (-2%) e superiore a quella nazionale (-1,2 %).

Per il fatturato la situazione risulta ancora meno pesante: la variazione percentuale annua del fatturato risulta infatti del -1,9% (-2,1% in Emilia-Romagna e -1,3% in Italia). Gli ordini delle imprese artigiane, pur in calo presentano una condizione migliore per Rimini: -2,2%, contrazione in linea con quella dell’Emilia-Romagna (-2,3%) e peggiore a quella dell’Italia (-1,5%).

 

CONGIUNTURA SETTORE EDILE

Il fatturato (o volume d’affari) registra una diminuzione dell’1,6% rispetto al 2° trimestre 2013, inferiore sia alla variazione che si registra in Emilia-Romagna (-3%) sia alla diminuzione avvenuta in Italia (-6,7%) in misura ancor più netta.

Rispetto al 1° trimestre 2014, solo il 6% delle imprese ha riscontrato un aumento del fatturato, il 17,2% una diminuzione, il restante 76,8% non ha subito variazioni.

La congiuntura per le imprese artigiane nelle costruzioni è di poco più critica rispetto a quella della totalità delle imprese; infatti, rispetto al 2° trimestre 2013 si riscontrano i seguenti valori: -2,1% in provincia di Rimini e -3,6% in Emilia-Romagna.

 

COMMERCIO AL DETTAGLIO

Le vendite mostrano un calo dell’1,8% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente; ma il calo del territorio è il più basso rispetto a quello delle altre province in Regione; infatti la contrazione in Emilia-Romagna è -3,3% e per l’Italia -3,9%.

Rispetto al 1° trimestre 2014 la maggior parte delle imprese (62,6%) non ha subito variazioni delle vendite; solo l’11,8% delle imprese ha riscontrato un aumento, mentre il 25,5% ha rilevato una diminuzione.

L’indagine congiunturale sulle imprese dei settori manifatturiero, costruzioni e commercio al dettaglio, realizzata da Unioncamere Nazionale per conto di Unioncamere Emilia-Romagna, si rivolge trimestralmente ad un campione di imprese (con dipendenti) ricavato dal Registro Imprese, integrato con i dati ottenuti da altre fonti (Inps e Istat); per il manifatturiero e l’edilizia l’indagine è rappresentativa delle imprese fino a 500 dipendenti, mentre per il commercio al dettaglio della totalità delle imprese con dipendenti.

 

AGGIORNAMENTO EXPORT

Rallenta in provincia di Rimini la crescita dell’export (dati Istat) nel 2° trimestre 2014, se confrontata con il 2° trimestre 2013 (-4,5%); grazie però a un primo trimestre altamente positivo (+11,9%) rispetto al 1° trimestre 2013, il risultato globale dell’export nel 1° semestre 2014 fa segnare un +3,0%. Positivo anche il saldo della bilancia commerciale nei primi sei mesi dell’anno: +581.115.856 euro, frutto di un valore dell’export pari a 936.128.757 euro e di un valore dell’import pari a 355.012.901 euro.

I principali prodotti esportati, che rappresentano il 57,1% sono:

– Articoli di abbigliamento, escluso l’abbigliamento in pelliccia (27,4% sul totale export);

– Macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili (11,9%);

– Navi e imbarcazioni (9,6%);

– Altre macchine di impiego generale (forni e bruciatori, sistemi di riscaldamento e refrigerazione, macchine e attrezzature per ufficio esclusi computer, macchine di sollevamento e movimentazione) (8,2%).

L’Unione europea è il principale mercato export, con il 54,3% dei prodotti esportati; a seguire, gli altri Paesi europei (15,4%), gli Stati dell’America Settentrionale (9,1%) e i Paesi dell’Asia Orientale (7,4%); i primi Paesi export sono invece: Francia (10,1% sul totale), Stati Uniti d’America (8,3%), Russia (8,1%), Germania (7,3%) e Spagna (5,9%).

Dal confronto regionale il territorio continua ad essere all’ultimo posto per incidenza percentuale dei prodotti esportati (3,5% del totale dell’export regionale) e nei primi sei mesi del 2014 registra con il 3% l’incremento percentuale annuo minore (al pari di Parma, ma davanti a Forlì e Ravenna che registrano un decremento), inferiore alla media emiliano-romagnola (+4,5%) ma superiore a quella nazionale (+1,3%).

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