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San Marino, le associazioni sull’osservatorio dei rifiuti

da Redazione

“Ciò che viene spacciato per bonifica calanchiva rischia di trasformarsi in un vero e proprio abbandono di rifiuti, con tutti i rischi di inquinamento che ne derivano”.

 

SAN MARINO – L’Osservatorio sui rifiuti è attivo da mesi con incontri mensili, a cui partecipano anche due rappresentanti delle Associazioni da anni attente all’ambiente, senza la pretesa di fornire elementi tecnici ma con proposte concrete rispetto agli obiettivi che lo stesso Osservatorio si è dato per legge: percorsi partecipati per una rinnovata gestione dei rifiuti, messa a disposizione dei dati, strategie per ridurre a monte le quantità di rifiuti prodotti, diminuzione dei costi di smaltimento (circa 2 milioni di euro all’anno) e conseguentemente dei costi a carico del cittadino.

L’Osservatorio non nasce per organizzare il sistema “porta a porta”, certamente promosso anche dalle Associazioni come metodo valido di raccolta, ma per creare un rinnovato sistema di gestione intergrata dei rifiuti solidi urbani che vede nella raccolta differenziata solo una piccola parte del processo, come se fosse un pezzo di un puzzle molto più ampio. Per questo entro 6 mesi l’Osservatorio avrebbe dovuto (per legge) creare proposte da inserire in un nuovo Piano di gestione dei rifiuti.

Fino ad ora le riunioni si sono fermate a prendere atto delle decisioni prese dall’AASS in merito di raccolta, col risultato che non esiste una pianificazione generale . San Marino è diviso in zone di metodi di raccolta diversi e contrastanti l’uno con l’altro anziché essere introdotto in maniera uniforme sul territorio, con aumento di spese e senza chiarezza sul “chi fa che cosa”. Inoltre già si sapeva che i costi iniziali della raccolta aumentano col porta a porta, e l’unico modo per compensarli senza rischiare di dover far ricadere i costi sulla cittadinanza tramite ulteriori tasse, è quello di pianificare e di avere un ricavato dal materiale differenziato. Invece i rifiuti selezionati continuano ad essere gestiti dagli stessi privati che si occupano anche della raccolta e sono loro, quindi, a guadagnarci.

Inoltre, essendo l’Osservatorio in forte ritardo rispetto agli scopi promossi dalla legge, l’AASS ha ben deciso di derogare la pianificazione a ditte esterne. Il tutto senza nemmeno un bando pubblico, ma scegliendo tramite licitazione privata, cioè scegliendo direttamente le ditte, non si sa in base a quali requisiti, in questo caso tutte e tre lombarde. Perchè non sono state contattate ad esempio le Ditte che hanno portato dei Comuni come Ponte alle Alpi e Capannori (più volte venuti a San Marino) all’eccellenza nella raccolta dei rsu?

A questo punto viene da chiedersi: se ciò che avrebbe dovuto fare l’Osservatorio lo dovrà fare una ditta esterna, a cosa serve la nostra presenza in Osservatorio? A dare il benestare per le scelte già prese dall’AASS?

La mancanza di volontà di promuovere bandi pubblici è emersa anche per i corsi didattici sulla differenziazione nei centri estivi: si è infatti preferito riferirsi a cooperative o ditte esterne. Possibile che non esistano cooperative o persone sammarinesi capaci di realizzare didattica sul tema dei rifiuti? Possibile che non si possa procedere tramite bandi trasparenti?

Altra tematica è quella della gestione dell’umido a Gaviano. Le Associazioni, attraverso documenti scritti hanno posto domande ed avanzato proposte che potrebbero evitare il ricorso a impianti enormi, impattanti e costosi: ma alla fine le scelte vengono prese all’interno del CdA dell’AASS senza possibilità di un vero confronto. Ci pare però una presa in giro per i cittadini il fatto che l’AASS e la Segreteria competente inviino nelle case un manuale sulla differenziazione in cui si pubblicizza che il compost derivante dall’organico è un compost di qualità e viene utilizzato nei giardini pubblici. In realtà la qualità è scarsissima perché la raccolta non è stata sempre accompagnata da una corretta informazione e dalle necessarie azioni di controllo della qualità del rifiuto conferito (effettuate solo da alcuni attori della raccolta). Allo stesso modo non è stata costruita una filiera del rifiuto, perciò ci è stato indicato che il compost non verrà usato nei giardini, ma abbandonato nei calanchi. Ciò che viene spacciato per bonifica calanchiva rischia di trasformarsi in un vero e proprio abbandono di rifiuti, con tutti i rischi di inquinamento che ne derivano. Lo stoccaggio temporaneo a Gaviano ci pare rischioso, dal momento che non sono stati realizzati drenaggi per la raccolta del percolato che viene per dilavamento assorbito dai terreni sottostanti al piazzale.

Tante sarebbero le cose da poter fare subito e alcune di queste senza costi! Le Associazioni hanno presentato da alcuni mesi diverse proposte fattibili, nell’ottica di perseguire la strategia “rifiuti zero”,ma tuttora nemmeno prese in considerazione all’interno del tavolo.

Tutto questo in una cornice che come Associazioni ci preoccupa molto perché non solo non c’è alcun risparmio negli oltre 2 milioni di euro di conferimento: al contrario, a causa del ricorso a consulenti e ditte esterne e nel protrarsi dell’entrata in vigore del Piano generale, i costi lievitano ed i rischi per la salute dei cittadini a causa di una mala gestione sono sempre maggiori.

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