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San Marino, gli ultimi 20 respiri di Andy Rocchelli

da Redazione

A Palazzo Graziani le immagini del fotoreporter ucciso in Ucraina. Il padre Rino: “Era capace di entrare in empatia con le persone”.

 

di Alessandro Carli

 

Morire per delle idee. Vieni in mente la canzone che Fabrizio De André ha tradotto dall’omonimo pezzo che l’immenso George Brassens pubblicò oltre mezzo secolo fa davanti agli scatti di Andy Rocchelli che sino al 4 ottobre saranno in esposizione a San Marino, all’interno del nuovo Palazzo Graziani.

In 20 immagini, le ultime che ha scattato, il fotoreporter ucciso a maggio in una delle terre di confine racconta – attraverso il suo obiettivo e la sua sensibilità – la guerra in Ucraina.

L’esposizione – curata con grande precisione e senso narrativo dal gruppo Cesura – si divide in due sezioni: da una parte lo sguardo su Sloviansk; dall’altra Kiev con la rivoluzione di Maidan.

“Andy – ha raccontato il giorno del taglio del nastro il padre Rino – era capace di entrare in empatia con la gente, sapeva prendere confidenza e poi fotografare, senza veli, la situazione”.

Immagini cercate, mai banali. Fotografie che raccontano, più di mille parole, il senso di paura e di attesa delle persone: gruppi familiari nascosti in qualche stanza, nei bunker, che aspettano la fine dell’esplosione, ma anche bambini, giovani madri, ragazzi feriti. Nessun pietismo – è forse questa la grandezza di Rocchelli – ma necessità e urgenza di raccontare i fatti. Spesso i soggetti non guardano l’obiettivo: c’è discrezione, in questo reportage, un senso di fiducia tra i rifugiati e l’artista – Andy va chiamato proprio così: artista -, un senso di fratellanza, di abitudine alla presenza. Stampe sufficientemente grandi per dimensioni, che permettono di osservare i dettagli.

Scorrono così sotto agli occhi 20 fotografie, raccolte sotto un titolo molto nitido: “Ukraina Revolution”. Racconti di quotidianità, come una finestra aperta su un mondo vicino e lontano allo stesso tempo. Capiamo che non ci sono differenze tra quegli uomini e quelle donne e i visi e i volti dei nostri nonni che hanno dovuto subire, senza volerlo, la seconda guerra mondiale. Ieri come oggi, ma solo un po’ più a est, gli stessi bambini, gli stessi occhi vuoti, impauriti, di chi non può pensare al futuro perché non sanno che supereranno il presente.

Andrea Rocchelli, Andy, è morto a Sloviansk nell’Ucraina dell’Est il 24 maggio 2014, colpito da una scarica di mortaio durante gli scontri fra esercito nazionale e indipendentisti filorussi. Assieme a lui è morto anche Andrey Mironov, il suo interprete. Aveva trent’anni, Andrea.

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