Home FixingFixing Dopo Podeschi, Stolfi: politica nella bufera

Dopo Podeschi, Stolfi: politica nella bufera

da Redazione

Non parliamo di questione morale. Ma il quadro dell’indagine è desolante. La ‘giudiziaria’ prende il sopravvento. E il ‘popolo’ esulta sul web.

 

di Loris Pironi

 

E così alla fine Claudio e Fiorenzo si sono ritrovati. I due eterni avversari politici hanno scoperto di essere avvinti dall’inestricabile filo del destino. Hanno scoperto che ciò che li divideva, in termini ideologici e di scelte concrete nel corso della loro carriera su contrapposti fronti, senza troppi riguardi alla fine è risultato appiattito, allineato, piallato dall’arida mano di un magistrato. Già, alla fine. Sempre che non sia soltanto l’inizio.

Abbiamo iniziato chiamandoli per nome, Claudio e Fiorenzo, perché sono due dei tre volti più noti della politica sammarinese. Per qualcuno, tanti forse, verrebbe da pensare, se le accuse si riveleranno vere, per tanti anni sono stati un po’ come dei numi tutelari, qualcuno a cui rivolgersi se c’era qualche affaruccio da fare, un contributo per qualche iniziativa da veder sganciato tramite una delibera congressuale, o magari un figlio da imbucare in un qualche ufficio della pubblica amministrazione.

Perché è questo il quadro che è stato dipinto dal magistrato inquirente dell’inchiesta che a inizio settimana ha visto aprire le porte del carcere dei Cappuccini di fronte all’ex leader del Psd Fiorenzo Stolfi, perché sono queste le accuse per le quali è in carcere dal 23 giugno scorso. E questa è la cornice raccontata dall’inchiesta relativa al Conto Mazzini.

Le cronache giudiziarie sulle colonne di San Marino Fixing le potete leggere assai di rado, perché le lasciamo – volentieri – ai giornali quotidiani (e all’aggiornamento giornaliero sul nostro sito web www.sanmarinofixing.com), ma le vicende di questi giorni sono finemente intrecciate con le vicende politiche ed economiche di San Marino.

L’arresto di Fiorenzo Stolfi, così come quello dell’ex leader democristiano Claudio Podeschi, non hanno scosso l’opinione pubblica come gli arresti italiani ai tempi di Tangentopoli. Si è registrata un’ondata di esultanza, tra frizzi e lazzi, sui social network, ma niente più. Come se la caduta dei potenti non toccasse tutti quanti, direttamente o indirettamente. Come se ad oliare la macchina dei (presunti) corrotti non ci fossero contestualmente dei corruttori, o viceversa.

Per il momento la “fortuna” di San Marino, se così si può dire, è che la magistratura ha finora messo le mani su politici che dopo aver fatto il bello e il cattivo tempo per lunghi anni ormai erano ai margini del campo da gioco, se controllavano ancora la stanza dei bottini tramite interposte persone (scusate, ma a questo punto è lecito supporlo) comunque non avevano ruoli diretti nell’esecutivo o in Consiglio Grande e Generale. Ergo, almeno per il momento, il pericolo di veder saltare per aria anche questa legislatura è scongiurato. Tuttavia non si può certo affermare che un cambio generazionale completo sia stato compiuto, né in Congresso né in Consiglio, quindi la preoccupazione di veder scoppiare una bomba ancora più grande c’è, e con essa il rischio di veder mettere in dubbio il percorso che lentamente, a fatica, il Paese sta compiendo.

Però il tintinnar di manette mette allegria a molti, probabilmente ricorda le campane che squillano nei giorni di festa, ed è un fatto emblematico.

Noi siamo sicuramente più garantisti che giustizialisti, e malgrado tutto siamo fermi nella nostra convinzione che la cosiddetta questione morale non sia un problema del Paese lungo l’infinito declivio della ripartenza, ma piuttosto sia una questione che devono affrontare i partiti per non venire spazzati via dal sentimento popolare. La presunta pulizia compiuta tra le fila dei principali schieramenti dopo gli esiti dell’ultima Commissione d’Inchiesta non è stata certo capillare, e questo gli elettori lo percepiscono. E oggi che denaro da elargire – in tutte le più disparate forme – a destra e manca non ce n’è più, ora che i favori sono più difficili da garantire, gli elettori, i cittadini, non solo quelli che oggi godono per la caduta dei titani, sono pronti a dimenticare in fretta quello che gli è stato offerto in passato.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento