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San Marino, Consiglio Grande e Generale: l’arresto di Fiorenzo Stolfi (2)

da Redazione

Grazia Zafferani di Rete chiede le dimissioni del governo perché “la credibilità delle istituzioni è morta”. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – E’ proseguito per tutta la mattinata il dibattito, iniziato ieri, in comma Comunicazioni, relativo al recente arresto di Fiorenzo Stolfi, ex segretario di Stato, e agli sviluppi delle indagini partite dalla vicenda del “conto Mazzini”. La condanna del Psd viene ribadita in apertura dei lavori dal consigliere Guerrino Zanotti, segue Grazia Zafferani di Rete che insiste a chiedere le dimissioni del governo perché “la credibilità delle istituzioni è morta”. Marco Podeschi, Upr, attacca invece un “governo che non c’è” e che non riesce a dare le risposte necessarie al Paese. Ma anche la maggioranza, “C’è purtroppo un filo rosso tra la vecchia e nuova- lamenta- non c’è il cambio di passo”. Tony Margiotta, Su, attribuisce ai “protagonisti della politica sammarinese accusati di cose pesantissime” la responsabilità di “un tradimento nei confronti dello Stato e dei cittadini, della storia di San Marino”.

Prende la parola anche il segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici per un mea culpa politico: “Mi faccio carico di alcune responsabilità individuali- ammette- perché in un passato neppure troppo distante da parte mia ci potevano essere elementi di maggiore scrupolo”. Si sofferma su Banca centrale, cui ritiene debba essere garantito l’esercizio della propria funzione. Il segretario respinge quindi le richieste di dimissioni del governo: “Siamo nella più classica strumentalizzazione politica”. Infine, lancia un appello alle forze politiche tradizionali: “Dimostrino di essere capaci di rimediare a ciò che non è andato”.

Francesca Michelotti, Su, motiva la soddisfazione per la carcerazione di Stolfi: “Abbiamo avuto conferma che l’arresto di Podeschi non è stato un sasso gettato nello stagno- spiega- ma l’inizio di una nuova Repubblica”. Alessandro Cardelli, Pdcs, difende l’esecutivo e le forze tradizionali: “Non credo che il governo debba sconfessarsi, all’interno dei partiti il rinnovamento è già stato avviato”.

Massimo Cenci, Ns, osserva che il problema non è limitato alla politica: “Operiamo in un sistema malato, in tutti gli ambiti della società, ma già denunciato dalla relazione della commissione Antimafia”. Anche per Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri, “quello che è accaduto ultimamente- spiega- parla di un contagio grave che ha raggiunto tutti i gangli della vita sociale e istituzionale di questo Paese”. Il segretario di Stato suggerisce due strade da intraprendere per reagire: la prima, quella di “intensificare un’azione di isolamento dei focolai”, e quindi identificare con chiarezza dove si formano i fattori di corruzione del sistema. La seconda traccia da seguire è invece quella di “intensificare le pratiche che non espongono ai rischi”, quindi “rafforzare la chiarezza istituzionale”. Rossano Fabbri, Ps, osserva con favore che il Paese è cambiato: “Si è arrivati finalmente a una giustizia che riesce a intervenire”. Infine, l’ultimo intervento della mattina è quello di Paride Andreoli, Ps, che rilancia l’importanza del rinnovamento politico, condotto anche dal suo partito, e ribadisce i dubbi, già espressi dal segretario Celli, sulla delegittimazione dei vertici di Bcsm, dopo le perquisizioni nei suoi uffici: “Che credibilità può avere di fronte questa vicenda- si chiede- la nostra Banca centrale?”

Di seguito una sintesi della seconda parte degli interventi odierni.

Comunicazioni:

Guerrino Zanotti, Psd: “Voglio ribadire ciò che nel suo intervento ha già detto il capogruppo del Psd, cioè che il nostro partito condanna i fatti attribuiti a Fiorenzo Stolfi, qualora le accuse venissero confermate, sia dal punto di vista politico, sia per la loro gravità. Il Psd non ha tentennato nel decidere la sospensione di ogni incarico di Stolfi e lo ha fatto non a denti stretti, ma in assoluta tranquillità. E a chi ritiene che l’avvenimento sia stato liquidato, volevo rassicurarli che il partito ha aperto una riflessione su questi avvenimenti ed entro la settimana proseguirà un dibattito interno ampiamente attivato da tanto tempo. Chi non vive all’interno del Psd non può esprimere giudizi sulle sue dinamiche interne perché non è a conoscenza del dibattito su moralità ed etica che ha animato il congresso celebrato solo un anno fa. La questione ci responsabilizza e il dibattito proseguirà. Intervengo anche per esprimere tutta la rabbia nei confronti degli episodi che coinvolgono Stolfi, Podeschi e la classe politica che ha gestito il potere nel peggiore dei modi, pensando che l’unica necessità del Paese fosse l’interesse economico e non ha avuto scrupoli nel gestire il potere che gli era stato affidato. Rabbia perché è sotto gli occhi di tutti la situazione del Paese. Oggi va ripensato tutto un sistema economico e questo richiederà anni. Esprimo tutta la frustrazione, mi sento in parte anche responsabile, visto che ho ricoperto cariche all’interno del Partito, sono stato in Consiglio anche prima di questa legislatura, mi prendo carico di una parte della responsabilità per non avere fatto tutto il possibile perché questo accadesse. Ma vorrei che anche chi ha sostenuto il governo con Gatti alle Finanze e Podeschi alla Sanità si prendesse le sue responsabilità, non mi sembra che Zafferani abbia staccato la spina a quel governo. Non bastano due anni in un movimento per liberarsi da responsabilità politica. Mi spiace che parte del dibattito sia stato speso a replicare a Tonnini e consiglio a Zeppa di dormire di più, anche se parte del suo intervento l’ho condiviso. Ho condiviso l’intervento di Fiorini. Ma non si può generalizzare perché la condanna di quel modo di gestire la politica è stata fatta a più riprese. Più volte ho sostenuto l’esito del lavoro della commissione Fincapital e anche nella relazione di cui sono presidente si fa accenno a quel periodo storico della Repubblica, non credo di aver taciuto a riguardo. E lo ha fatto anche il Psd nella sua partecipazione al percorso fatto fino ad oggi. Non ci sto a dire che ci vuole pulizia e che bisogna cambiare la rotta, perché la rotta è già stata cambiata, vogliamo semplicemente completare quel percorso verso la trasparenza e dotare il Paese di meccanismi che mettano Paese a riparo dalla corruzione e dal voto di scambio. Questo dobbiamo garantire alla cittadinanza e questo lo stiamo dimostrando da anni. Già dal congresso 2012 ne è uscito un partito rinnovato, anche anagraficamente, e non deve rendere conto in questo senso, se non per parte di responsabilità politica nell’opera di completare il rinnovamento ma lo ha fatto con tutte le sue forze”.

Grazia Zafferani, Rete: “Sono dispiaciuta perché molti colleghi hanno usato il loro intervento per criticare Rete e la collega Tonnini, ci sono, credo, cose più importanti. E vorrei tornare su Stolfi e su tutti gli incarichi di governo che ha avuto e anche su tutte le accuse rivolte lui e a Podeschi, anch’egli ex segretario di Stato. A questo governo e maggioranza chiedo quindi una condanna politica, non fate che parlare del passato, ma le responsabilità politiche chi se le prende? Le sterili e scontate affermazioni non rassicurano la cittadinanza. Il lato umano, il ‘confidiamo nella magistratura’ risultano come il ketchup nei cappelletti, è un disastro. L’unico segnale necessario sono le dimissioni assolutamente necessarie del governo che non ha motivo più di esistere e di chiedere sacrifici ai cittadini. Ai paladini del ‘io non sapevo nulla volevo ricordare che Vallefuoco approda a San Marino nelle nostre istituzioni, prima ottenendo la licenza per il suo forno, e poi l’appalto per la fornitura del pane nelle scuole, quando al governo c’erano prima Stolfi, poi Gatti e Podeschi. Gli inquirenti scrivono che nei vertici di Banca centrale non c’è stata remora nel coltivare relazioni con queste persone. E’ una cosa grave. E’ vero che San Marino non è morto, ma è morta, ed è sottoterra, la credibilità delle istituzioni. E’ giunta l’ora di chiudere questo spettacolo pietoso con le dimissioni del governo”.

Marco Podeschi, Upr: “Vorrei iniziare il mio intervento ricordando il nostro concittadino che ha perso la vita l’11 settembre, Stefano Giorgetti. E’ doveroso per noi ricordare questo evento che ha cambiato anche la nostra vita. Vorrei poi tranquillizzare il segretario al Territorio e il direttore della Centrale del latte perché con l’emissione del nostro comunicato, l’Upr non ha messo in dubbio la salubrità del nostro latte. Anche questa mattina l’ho bevuto, come tutte le mattine, e l’hanno bevuto anche i miei figli. L’Upr non ha messo in discussione questo, ma tutt’altro, ha detto che è preoccupata per lo stato dell’immobile in cui viene trasformato il latte. Ci sono gravissimi problemi al solaio della struttura, non vorrei cada l’immobile mentre le persone ci lavorano dentro. Altro problema il marchio Terre di San Marino, c’è un problema di fondo, la centrale deve continuare a commerciare lo yogurt fatto con il latte del trentino? Nella legge di bilancio 2014 il governo ha scritto un articolo in cui doveva presentare un piano di dismissisoni dei soggetti non strategici entro giugno, ma non l’ho visto. E quando sentire dire che c’è una dichiarazione di interesse, questo governo non mi sembra così trasparente. Mi piacerebbe sapere poi la posizione del nostro Stato su quello che sta succedendo, al di là degli avvenimenti in Ucraina, tra Ue e Russia. L’Europa sta alzando sanzioni alla Russia, non vorrei che ci trovassimo a fare leggi dell’Ue senza farne parte, visto che la cosa riguarda tante nostre attività economiche.

Certo non si può rimanere immuni rispetto agli arresti eccellenti. La magistratura sta svolgendo il suo lavoro e la politica deve rimanere neutro e anche alcune posizione di plauso tendono ad influenzarla. La politica negli anni ha messo a disposizione delle norme che la magistratura sta applicando. Le leggi non le avete fatte voi della maggioranza, ma ci sono state imposte e spesso le avete pure copiate male. Chi fa politica e i cittadini devono rispettare questo norme che sono severe e richiedono un cambiamento culturale. Sulla giustizia, abbiamo una struttura carceraria che non è più adeguata per le esigenze di questo Paese e anche questo è un tema che deve essere oggetto di intervento.

Il governo: è evidente che non c’è. Ha ragione la collega ad esortarlo a dimettersi, ma non lo farà mai e noi dall’opposizione non riusciremo mai a ribaltare e farlo cadere, con 8 consiglieri in meno. Le istituzioni oggi danno un gap incolmabile per l’opposizione. Rispetto quanto sta avvenendo in Banca centrale: ricordo nel 2009 quando fu nominato un presidente all’unanimità con un atto importante che dava prestigio all’autorità di vigilanza. Ma dal 2009 in avanti sono accaduti fatti rilevanti. Oggi vorrei conoscere il contenuto della famosa busta ‘alpha, beta e gamma’ e a chi corrispondono questi nomi, quando si parlava delle pressioni di politici sulla vigilanza. L’allora capogruppo del Psd, oggi segretario alle Finanze, fece una battaglia su questo. E non parliamo di una vicenda domestica, era il giugno 2010, e riuscì a coprire due pagine del Corriere della Sera, ma queste cose si sono dimenticate. L’allora maggioranza dice di aver avuto il merito di aver cambiato il segretario alle Finanze, ma io ricordo le iniziative della minoranza a riguardo, quelle degli allora Democratici di centro. Cerchiamo di dire le cose come stanno. Non si è dimesso Gabriele Gatti dal governo perché voleva fare rinnovamento. Il problema è che voi dovete dare un governo e risposte al Paese ma sistematicamente non ne date. E c’è purtroppo un filo rosso tra la vecchia e nuova maggioranza, non c’è il cambio di passo. Un minimo di coerenza rispetto a certi passaggi ci vuole. Spero che la commissione Antimafia cominci a riunirsi ancora, perché dopo la relazione è andata in vacanza, ma i mafiosi girano ancora per il Paese”.

Tony Margiotta, Su: “Stolfi è stato uno dei protagonisti della politica sammarinese degli ultimi 30 anni. Su 14 legislature a cui ha preso parte in 12 ha avuto ruoli di Governo. E’stata infangata la storia di uno Stato come la Repubblica di San Marino: 1.700 anni infangati. Quando parlo di San Marino io parlo di pace, neutralità e solidarietà. Quando vedo che protagonisti della politica sammarinese sono accusati di cose pesantissime lo vivo e lo sento come un tradimento nei confronti dello Stato e dei cittadini. Un tradimento nei confronti della storia di San Marino. Un tradimento nei confronti di coloro che lavorano quotidianamente e con passione nella Repubblica. Faccio un appello: dobbiamo cambiare metodologia con cui si fa politica a San Marino. Noi siamo qui per legiferare e portare avanti riforme e opportunità per la San Marino di domani. Noi siamo qui per discutere e confrontarci sugli interventi immediati e strategici che il Paese deve mettere in atto per ripartire. Ecco perché dobbiamo cercare di confrontarci e ascoltarci. Il Segretario di Stato Lonfernini ha parlato di ‘patto tra gentiluomini’ ed io credo vada visto nell’ottica di far uscire dall’Aula l’interesse dei pochi perché noi dobbiamo parlare solo dell’interesse della comunità di San Marino. E credo che la politica ci riuscirà facendo il proprio dovere. E anche la Magistratura continui a fare il suo dovere”.

Claudio Felici, segretario di Stato alle Finanze: “Non nascondo l’amarezza e la preoccupazione per la pesantezza del momento quando leggo certe cose sulla stampa. Accuse che, se verificate, nella loro dimensione e quantità spingono un individuo a rileggersi dentro, essendo stato vicino per anni a persone protagoniste di queste vicende giudiziarie. Riflessione che, non lo nascondo, sto facendo in questi giorni. Ci tengo però a sottolineare che l’elemento essenziale, per la funzione che ricopro, è che in questi momenti le istituzioni devono essere supportate nel massimo del rigore che a loro viene attribuito. Ad ogni istituzione deve essere consentito l’esercizio della propria autonomia e per ciascuna di loro deve essere richiesta la responsabilità che il ruolo gli impone. Le considerazioni su Banca Centrale sono viziate da un’interpretazione politica piuttosto che da una riflessione di carattere istituzionale. Così come dico che il Tribunale deve essere libero di esercitare la sua funzione, allo stesso tempo dico che a tutte le istituzioni, compresa Banca Centrale, deve essere garantito l’esercizio della propria funzione. E lo ribadisco perché tengo molto al rigore istituzionale. Questi principi credo siano alla base di un sistema democratico che voglia mantenersi tale. Venendo al dibattito emerso in Aula, se l’obiettivo della discussione è quello di dimostrare che è tutto sbagliato e tutto è da rifare, è inutile che io replichi. Se c’è obiettivo prestabilito è inutile parlare. Per chi ha fatto riflessioni più profonde su quello che è la trasformazione della realtà sammarinese dal trentennio di abbondanza economica e finanziaria che ha portato anche ad un allentamento dei freni morali e etici, dico che l’elemento di autocritica non mancherà nel partito a cui appartengo. Questa riflessione deve essere seria e rigorosa senza tirarsi indietro e non facendo venire meno il necessario impegno.

Mi faccio carico di alcune responsabilità individuali perché in un passato neppure troppo distante da parte mia ci potevano essere elementi di maggiore scrupolo. Vorrei concludere dicendo che quando l’analisi del dibattito si trasforma nel fatto che la risultante di tutto questo ragionamento è che il ‘Governo deve andare a casa’ per farne un altro, allora siamo nella più classica strumentalizzazione politica. Ci deve essere rapporto fiduciario tra Paese e politica e dunque occorre uscire dalla strumentalizzazione politica per fare un esame più sincero, più aperto e più scoperto. Credo che anche una parte del Paese condivideva quelle pratiche e quelle istanze, ma questa non è attenuante per la politica. Che deve saper garantire anche un’evoluzione positiva delle debolezze della comunità e non un adeguamento. Nei passaggi che verranno servirà una grande onestà intellettuale. Proprio dalle forze tradizionali che hanno una storia e che hanno avuto responsabilità politica di gestione del Paese deve essere garantita la capacità di saper riparare i guai commessi, nelle occasioni in cui ne sono stati protagonisti. Le forze politiche tradizionali rappresentano l’evoluzione della società sammarinese, negli aspetti positivi e negativi: dimostrino di essere capaci di rimediare a ciò che non è andato”.

Francesca Michelotti, Su: “Faccio un chiarimento a Grazia Zafferani, la fornitura del pane di Vallefuoco partì quando io ero al governo. Ma vorrei chiarire che la licenza è stata data dagli uffici e non dal governo, i Vallefuoco erano delinquenti bravi, purtroppo, e la fornitura del pane non era gestita dal congresso ma dalle scuole, nessun governo ha avuto colpe. La politica forse ne ha perché non ha attrezzato il Paese contro queste cose. A Stolfi mi lega un lungo sodalizio, contrastato perché me ne andai dal partito, ho sempre osteggiato la linea di pragmatismo assoluto da lui portata avanti. Quando le ombre si sono addensate sulla sua testa per me è stato impossibile stare sullo stesso tetto. La tempesta giudiziaria che lo vede in galera non mi ha fatto piacere, ma mi ha dato soddisfazione. La gente ha esultato e anche io, abbiamo avuto conferma che l’arresto di Podeschi non è stato un sasso gettato nello stagno, ma l’inizio di una nuova Repubblica. C’è questo senso di completezza etica per la quale non possiamo più cedere di fronte a un processo che è avviato. Ho esultato perché finché pochi mesi fa il tribunale veniva considerato come un potere monco dello Stato.

La capitolazione di Stolfi non è stato un successo del Psd , ma degli alleati che hanno preteso che non fosse nelle liste elettorali. Podeschi, mentre era segretario di Stato, fu candidato per acclamazione nella sua sezione di Fiorentino, ma poi uscì la relazione di Fincapital. Quale ubriacatura avevano subito i sammarinesi per non chiedere conto di niente? Allo stesso modo, il dubbio non ha sfiorato abbastanza la dirigenza del Psd. Se oggi siamo arrivati a poter pensare a una seconda repubblica è perché la gente ha cambiato idea e perché la crisi gli ha fatto cambiare idea. E’ patetico minimizzare il ruolo di Stolfi nel suo partito, ne è stato l’eminenza grigia fino a ieri, perché era l’unico professionista della politica nel suo partito. A chi parla di tradimento, come il collega Margiotta, ha ragione. Ti do il potere nelle mani e tu lo svendi ai tuoi partner criminali? Sei un delinquente, comprometti il mio futuro, hai rubato l’idea di futuro ai miei figli.

L’instabilità dei governi dalla fine anni ’90 fino al 2007, nasceva dal conflitto sempre più aspro tra buona e cattiva politica, non è solo oggi che la politica ha messo gli anticorpi. La malapolitica prima o poi arrivava e chiedeva il suo obolo. Per noi la malapolitica fu il numero di macchinette di Grandoni da mettere nel suo outlet. E se la buona politica diceva di no, il governo cadeva. Gli anticorpi c’erano, ma non erano sufficientemente forti. Lo scollinamento dell’opinione pubblica è stata la commissione Fincapital. I testimoni che prima parlavano dei bar, finalmente denunciavano al fenomeno corruttivo, la commissione è stata seria, non ci sono state fughe di notizie a dimostrazione che la buona politica ha funzionato. La sua relazione ha anticipato il lavoro della magistratura che ha iniziato a lavorare con il pacchetto di provvedimenti sul giusto processo. Quando la presentò per la prima volta nel 2008 Foschi, il governo ricordo che è caduto.

Sono 20 anni che sono in Consiglio ed è ora che me ne vada. Sono sempre stata tra quelli che volevano coagulare un progetto politico partendo dall’assoluta onestà e interesse nello Stato. Ma niente da fare, anche grazie al voto di scambio. Nella competizione tra buoni e cattivi non c’era parità delle armi e i buoni perdevano. Oggi le cose sono cambiate, però per governare adesso occorre ripristinare una piattaforma condivisa di valori che non possono solo essere dichiarati ma perseguiti, anche a costo di fare danno ai propri partiti. Mi unisco a coloro che in questo dibattito si sono espressi a favore di un trasversalismo efficace per porre base di piattaforma condivisa su lealtà, onesta, e perseguimento assoluto dell’interesse collettivo. La riforma istituzionale non è finita ed è qui che bisogna lavorare per consolidare nuovo equilibrio dei poteri dello stato e considerare che il ruolo dell’opposizione è importantissimo contro gli abusi. Se i governi fanno cose inaccettabili bisogna farli cadere, è coraggio e perseguimento interesse collettivo”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “La questione morale è un problema che nasce da tempo, in cui la cittadinanza ha anticipato la politica perché le elezioni hanno dato un risultato importante ai partiti tradizionali e bisogna andare a vedere chi è stato eletto nelle loro fila. Su 21 consiglieri della Dc otto sono nuovi, un rinnovamento che pochi altri hanno avuto. Il popolo è sovrano e ci ha già indicato la strada. Il messaggio che deve uscire da quest’aula deve essere chiaro. La Dc davanti a certi comportamenti è stata intransigente. Non giudichiamo la persona prima della condanna, ma dal momento in cui la giustizia accerti le responsabilità, la politica non può che condannare certi comportamenti come stiamo facendo. Forse sono il primo di quelli che considerati ‘yes man’, in quanto eletto a 21 anni, ma io in Aula vedo piuttosto i ‘no man’ che dicono no a tutto. Se si porta un progetto, lo si va a vedere sempre in negativo e si attacca un governo a prescindere. Tornando alla vicenda di discussa in Aula, posso fare un’analisi politica. E’ sottinteso che la magistratura deve andare avanti, non deve essere la politica a dare la benedizione agli organismi giudiziari. Cosa può fare la politica? Non credo che il governo debba sconfessarsi, all’interno dei partiti il rinnovamento è già stato avviato. Non vedo perché ci debba essere contrasto tra maggioranza e opposizione su questo”.

Massimo Cenci, Ns: “C’è ben poco da esultare. Posso solo esprimere soddisfazione per il lavoro che sta portando avanti il Tribunale. Il Tribunale ha il merito di utilizzare gli strumenti e le certezze che recentemente la politica gli ha messo a disposizione. Al contempo dico che va rispettata la presunzione di innocenza per ogni indagato. Se però pensiamo che il problema sia solo qui dentro, probabilmente non lo risolveremo mai. Operiamo in un sistema malato, in tutti gli ambiti della società. Un sistema denunciato dalla relazione Antimafia: in quella relazione c’era tutto. Oltre alle infiltrazioni malavitose c’era la fotografia di un periodo storico chiarissimo. Il discorso della piazza finanziaria, il ruolo delle finanziarie, l’assenza di controllo e di contrasto ai fenomeni di cui oggi parliamo, l’impunità di soggetti che pensavano di essere intoccabili perché vicini ad altri. C’era il ruolo dell’allora Banca Centrale, c’era il tema del voto di scambio. C’era tutto. E forse questo dibattito avremmo dovuto farlo il 18 settembre 2012. Oggi si è dato atto a tutto quel lavoro. Una presa di distanza da quel modo di fare politica, pur salvando le tante persone oneste che erano presenti in quei periodi, credo sia importante. Tutto quello che è stato fatto fino adesso non deve andare disperso”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Non possiamo non prendere atto del fatto che è necessario accusare il colpo di quello che è successo. Il fatto che tutti ci stiamo interrogando significa che non possiamo liquidare la vicenda in maniera scontata. E’ un passaggio cruciale per il nostro sistema democratico. Vicende come queste tirano in ballo la personalità con cui stiamo dentro l’impegno politico e dunque queste cose non sono scindibili. Quello che è accaduto ultimamente, arresti e inchieste, parla di un contagio grave che ha raggiunto tutti i gangli della vita sociale e istituzionale di questo Paese. Diverse forze e persone si sono poste la riflessione: “non potevate non sapere”. Non prendiamo in giro il Paese. Non si può dire una cosa un giorno e tutto il contrario il giorno dopo. Dobbiamo avere il coraggio di dire che il processo di cambiamento quando è cominciato è stato fortemente ostacolato. Ma è andato avanti lo stesso. Le commissioni d’inchiesta hanno riconosciuto che ci sono stati dei fatti nella vita del Paese dai quali tocca prendere le distanze. E’ giusto non ignorare che quello che oggi accade ha avuto dei fatti, degli inizi, delle persone e delle decisioni. Sorpresi? In parte. Dalle dimensioni e dall’articolazione di questo contagio. Un’ampiezza che in parte mi sorprende. Se le accuse verranno confermate significa che c’è una penetrazione nel sistema davvero preoccupante. Ora dobbiamo decidere come reagire a questo fenomeno. Prendendo due strade: intensificare un’azione di isolamento dei focolai (identificare con chiarezza dove si formano i fattori di corruzione del sistema) e intensificare le pratiche che non espongono ai rischi. Dobbiamo studiare come rafforzare la chiarezza istituzionale di questo Paese. Togliamoci il vizio secondo cui tutto dipende dal Congresso di Stato. Dobbiamo riconoscere responsabilità e competenze che non sono del Congresso di Stato: ciò non toglie considerazione alla politica, ma anzi ne aumenta l’autorevolezza. Non possiamo concepire la politica come quella che risponde agli interessi economici che tirano la giacchetta. Dobbiamo fare il contrario ovvero far capire ai cittadini qual è l’interesse comune rispetto al quale chiedere anche agli interessi economici di allinearsi. Questo significa individuare percorsi e metodologie. C’è un rigore personale al quale ci dobbiamo richiamare. Da quando ho intrapreso attività politica ho sentito in prima persona la necessità di prendere le distanze da comportamenti ambigui. Prima è stato richiamato il valore della commissione d’inchiesta. Io credo sia stato un passaggio importantissimo: mi permetto di ricordare che la vecchia politica finisce quando ce n’è una nuova. Non ci sarebbe neppure stata la commissione d’inchiesta se non fosse, prima ancora, iniziata una nuova politica. Mi auguro che, un po’ contro quello che facciamo di solito, in questa circostanza ci sia la capacità e la volontà di ascoltarci”.

Rossano Fabbri, Ps: “Non posso non rallegrarmi nel contestare che un Paese, al di là delle risultanze di un castello accusatorio, è cambiato. Si è arrivati finalmente a una giustizia che riesce a intervenire e ad avere gli strumenti per andare a verificare comportamenti che nel recente passato ci hanno visto fanalino di coda nell’adesione al Greco. Un rallegramento istituzionale perché il lavoro svolto è prezioso. Questo paese ha fatto un percorso legislativo importante. Anche nell’ottica di un adeguamento agli standard internazionali. Ora siamo di fronte a un castello accusatorio tutto da verificare che però, se deve essere preso per quello che è oggi, dipinge un quadro desolante e devastante di quello che secondo l’accusa era un modus operandi. La Magistratura ora faccia il suo corso, ma non si può prendere quello che dice per oro colato solo quando conviene da un punto di vista di opportunità politica. Al di là di tutto, queste cose sono importanti ma debbono essere accompagnate da quei programmi di sviluppo e di rilancio del sistema economico senza i quali non si potrà vedere la luce in fondo al tunnel. In questo dobbiamo essere attenti a non ricadere negli errori del passato. Il paese gode già di un differenziale fiscale che lo rende appetibile rispetto ad altri competitori”.

Paride Andreoli, Ps: “La crisi del Paese non è solo economica, sociale, culturale, va oltre, a una crisi politica e istituzionale. Mentre il Paese ha bisogno della politica per risolvere il blocco dell’economia. Le vicende giudiziarie in atto rendono drammatica la situazione. Il duplice arresto non può lasciare indifferente il Paese e neanche l’intera classe politica. Mi si consenta di dare attenzione alla magistratura che il Ps ha sempre sostenuto. Ma desidero anche io ribadire alcuni aspetti importanti legati la ruolo della politica che è chiamata a legiferare provvedimenti anche se da tempo ha avviato la stagione delle commissioni d’inchiesta. Qui non siamo in Tribunale, è un’aula parlamentare dove abbiamo l’obbligo di legiferare i migliori progetti da mettere a disposizione del Paese. Si è infatti iniziato un percorso nel 2008 con la normativa antiriciclaggio per arrivare nel 2013 alle norme dell’autoriciclaggio. Bisogna quindi aprire una riflessione sui partiti affinché i cittadini possano riprendere fiducia in loro perché rappresentino degnamente le loro aspettative. Si parla da tempo di rinnovamento, è anche un punto fermo per il Partito socialista. Continueremo su questa strada anche se dal 2008 e 2009 sui banchi socialisti siedono molti giovani e l’unico babbo politico è il sottoscritto che non ha intenzione di invecchiare in questo contesto. Dopo gli arresti il tribunale mi ha stupito che gli inquirenti entrassero in Banca centrale, non credo sia un fatto di poco conto e ci sottolinea il clima che stiamo vivendo e il grande lavoro che il tribunale sta portando avanti. Bcsm deve rappresentare una istituzione di garanzia, mi viene da pensare che sia stata delegittimata e mi chiedo ancora oggi, indipendentemente dalla nostra posizione, se i vertici di Banca centrale possono o devono essere ancora alla guida della stessa. Che credibilità può avere di fronte questa vicenda la nostra Banca centrale?

Non è più il momento di pensare alle poltrone, di fronte a questo scenario il pensiero dovrebbe essere unicamente quello di intervenire e centrare l’obiettivo di risollevare un Paese caduto troppo in basso. Noi del Ps, pur attenti alle questioni in atto, vogliamo prestare la dovuta attenzione nei confronti di quelli che sono altri problemi del Paese. E in questo continuiamo a mettere a disposizione della politica, dei colleghi della maggioranza e minoranza, le nostre proposte, affinché si possa uscire da questa situazione che ha dell’incredibile”.

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