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San Marino, Consiglio Grande e Generale: la vicenda del “Conto Mazzini”

da Redazione

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Non serve fare una difesa né di Stolfi, né di Podeschi, non sono io l’avvocato e ci penserà la Magistratura a fare il suo corso”. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – Nella seconda parte del pomeriggio, prosegue il dibattito in comma Comunicazioni relativo al recente arresto di Fiorenzo Stolfi, ex segretario di Stato, e agli sviluppi delle indagini partite dalla vicenda del “conto Mazzini”.

Di seguito una sintesi della seconda parte degli interventi di ieri.

 

Comunicazioni:

Elena Tonnini, Rete: “Siamo davanti alla cosiddetta Tangentopoli sammarinese. San Marino sta subendo scossoni storici: arresti, Conto Mazzini, gli inquietanti risvolti che emergono ogni ora sulla creazione di un’impressionante mole di denaro proveniente dalle mafie di Italia, Cina e Libia. “Fin Project” serviva per movimentare centinaia di milioni di euro. E’ stato chiamato polmone finanziario criminale. Un sistema che non si crea in due anni. Fanno tristezza le superficiali dichiarazioni di alcuni consiglieri. Fa tutto parte del passato. Le affermazioni del governo e del Psd ci hanno lasciati sbalorditi. Mussoni dice che “ci siamo adeguati agli standard”, Morganti “abbiamo attuato politiche di trasparenza”, Lonfernini “quanto sta accadendo rappresenta il passato”, Mularoni “la politica aveva già fatto un’incisiva riflessione: fondamentale che gli arresti non abbiano toccato le istituzioni”. Nessuno che abbia analizzato politicamente i fatti e le accuse. Lo slogan ufficiale è che tutto avviene nella massima trasparenza. Relegare al passato questi fatti solo perché è stata fatta qualche norma è sbagliato. Ci si sta limitando a relegare tutto al passato con un semplice colpo di spugna. Gli arresti e le indagini in corso vengono recepiti dalla cittadinanza con esultanza. Perché i sammarinesi si sono accorti che il vero cambiamento passa attraverso l’allontanamento di alcuni personaggi politici. E non basta farli stare in seconda fila. L’ottimismo in questo Paese può avvenire solo attraverso l’allontanamento da quest’Aula dei rappresentanti della maggioranza. La pubblica amministrazione è diventata un centro smistamento dei fondi derivanti dal riciclaggio del denaro sporco. Impressionante le ricostruzioni del quotidiano l’Informazione in merito alle vicende legate agli arresti di Stolfi e Podeschi. Non accettiamo l’arroganza del Congresso di Stato. Tutto ciò non appartiene al passato. Per l’accusa non c’è un minimo settore esente dal controllo dell’associazione a delinquere. I settori in cui Podeschi e Stolfi hanno operato dal 1983 ad oggi toccano tutto il sistema economico-sociale sammarinese. Prima avete creato nel Paese l’emergenza e il terrore delle ripercussioni per chi denunciava ed ora provate a fare i salvatori della Patria con interventi che espongono il paese a grossi rischi speculativi. Pretendiamo dagli attuali Segretari di Stato spiegazioni. In quest’Aula fino a poco tempo fa non si voleva neppure che si parlasse di voto di scambio e di clientelismo. Oggi ci troviamo di fronte a problemi ben più gravi: affrontiamo associazione a delinquere, influenza sull’attività bancaria e il riciclaggio di denaro illecito. Il Psd si è limitato a sospendere Stolfi. Il Psd che è il partito del presidente della commissione Antimafia che sarà anche prossimo Capitano Reggente. E allora dov’è il cambio di passo col passato? La criminalità organizzata ha i soldi ma non ha la capacità di inserirli in un tessuto socio-economico. Ecco a cosa servono gli uomini cerniera. In questo passaggio occorre capire il ruolo di Stolfi e Podeschi e su quali banche esercitavano la propria influenza. Chiediamo le dimissioni di questo Governo”.

Ivan Foschi, Su: “Si pensava a una sorta di mafia locale ma una portata così rilevante non avremmo mai pensato. Le accuse penali devono essere confermate ma quelle politiche trovano già un riscontro. Comportamenti condannabili da un punto di vista dell’etica politica. E mi chiedo: può un uomo politico portare avanti certe cose da solo? Senza contare sull’appoggio di nessuno all’interno del suo partito? Ricordo che quando nel 1998 partecipavo alle prime serate pubbliche di Rifondazione Comunista c’era poca gente. Nessuno si faceva vedere perché aveva paura. Questo è anche colpa della cittadinanza: non credo che dentro quest’Aula siedano i peggiori della comunità sammarinese ma penso che quest’Aula sia speculare alla comunità sammarinese. Ci sono gli onesti, i disonesti e gli indifferenti. Ci sono persone che hanno approfittato della loro amicizia politica per convenienze personali. Io non do alcuna credibilità a personaggi come Amati e Roberti, ma mi si deve dire chi ha portato certi personaggi a San Marino? Più volte noi abbiamo denunciato gli scandali legati al voto estero. Al di là dell’esito giudiziario c’erano denunce “nero su bianco”. Troppo poco è stato fatto in seguito alla relazione di Fin Capital. La Dc ha avuto persino il coraggio di dire che con il congresso del proprio partito aveva già attuato il cambiamento e il rinnovamento. E’ mancato il coraggio di prendere le distanze. Oggi serve un atto di cesura netto rispetto a quel mondo. Ho ascoltato le parole del Segretario Mularoni ma oggi non è più tempo delle guerre di religione per difendere in blocco l’operato di questo o quel Governo. La realtà politica è sempre complessa”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Il voto di scambio è stato un cancro della politica sammarinese, essere riusciti a combatterlo è stato il lavoro di tanti che siedono oggi in Aula. Di quelli di Ap, poi le denunce di altri partiti, poi le prese di distanza degli stessi partiti di maggioranza dove molti consiglieri subivano il voto di scambio, perché era un voto di preferenza che andava ad essere indirizzato agli yes man, penalizzando le menti indipendenti. Si è andati anche a penalizzare i cittadini esteri, togliendo loro il voto di preferenza, è stato modificato il codice penale sul voto di scambio. Come Ns abbiamo portato denunce ma anche qui non ci sono stati riscontri. La giustizia però è lenta, ma inesorabile. Una degli strumenti in mano alla mafia da sempre è la calunnia, i magistrati prima di essere uccisi sono derisi e accusati di corruzione e qui si sta vivendo la stessa cosa. Poc’anzi l’intervento di Matteo Zeppa ha detto che il Paese è morto, ma io sono sammarinese e finché vivo, e finché vivono le famiglie sammarinesi, il paese è vivo. E’ un Paese che ha sbagliato ma che sa cambiare. Nella scorsa legislatura il consigliere Pedini Amati mi chiedeva se il tribunale c’era, e oggi sta dimostrando che sì, c’è. E Zeppa dice che è contento ma dimentica che tutto non avviene per caso. Riconosco in lui l’onestà intellettuale perché a volte torna indietro sulle sue valutazioni. Abbiamo deciso di essere trasparenti e di mostrare le nostre dichiarazioni dei redditi in questa ultima campagna elettorale, e molto prima del vostro arrivo qui dentro, avevamo deciso di rendere pubbliche le partecipazioni. La relazione della commissione antimafia è la relazione della politica prima che ci fosse Rete. E’ stato uno degli elementi di rottura tra un certo modo di fare politica e l’attuale, quello che dovrebbe essere.

Nel 2006 è iniziata una lotta interna la politica che ha portato il Paese in procedura rafforzata. Ci sono state scissioni nei partiti, e nella passata legislatura, attraverso un lavoro intenso, sono cambiati aspetti dell’ordinamento giuridico e statuale per far sì che i sammarinesi si riappropriassero dell’etica della legalità.

Ritengo che la verità sia dovere di qualunque politico e consigliere. In certi interventi, mi chiedo Tonnini se siamo nella incompetenza o nella disonestà intellettuale. Lei è bugiarda. Nè questa maggioranza, né quella precedente, ha avvallato i fatti di Finproject e Banca commerciale, Noi sammarinesi ha subìto con l’uscita degli Eps per questo motivo dalla precedente maggioranza.

Lei evidentemente di politica non si è mai occupata fino all’altro ieri. Il segretario Arzilli ha subìto tutta una serie di minacce perché ha chiesto la revoca del passaporto diplomatico di Bruscoli. E la stessa cosa è successa a me. Noi siamo qua perché amiamo questo Paese e non accetto il qualunquismo, io non ho avuto mai niente a che fare con Stolfi e Podeschi. Se c’è un rinnovamento nella Dc e lo vuole portare avanti con convinzione noi siamo con loro e Ap. La questione morale deve essere ogni giorno sul tavolo di qualunque governo, non è emergenza, ma ordinarietà. Non gradisco che quando si rivolge a noi Tonnini e chiede le dimissioni e dice che noi facciamo clientelismo. Se lei riceve una segnalazione non deve denunciarla qui, ma accompagnare queste persone in tribunale a denunciarle, portando prove e prendendosi la responsabilità di queste accuse. Mi sento a disagio quando lei dice che siamo tutti responsabili. Da me è venuta una persona a denunciare l’esistenza di un conto corrente intestato a una persona inesistente, Giuseppe Mazzini”.

Federico Pedini Amati, Ps: “E’ vero che la battaglia è stata iniziata da Ap, ma da allora si sono unite molte persone, nostre altre forze politiche e non è un caso che il tribunale oggi ha gli strumenti per indagare fatti che vanno chiariti. Qua si parla di riciclaggio se è vero il 50%, ma anche l’1% delle accuse indirizzate, oggi sarebbe l’11 settembre per la Repubblica di San Marino. E possiamo fare valutazioni politiche su ex segretari di Stato che armeggiavano milioni di euro, le dobbiamo fare, dobbiamo esprimere un giudizio politico. I tribunali perseguono reati e se sono perpetrati da persone che dovevano difendere le istituzioni di cui fanno parte, allora il reato è doppiamente grave.

Sono figlio di una persona incarcerata ingiustamente e ci tengo a dire che sulle famiglie ci deve essere rispetto assoluto, perché il dolore che provano in questo momento non lo potete lontanamente percepire.

Oggi mi tolgo il cappello di fronte alla magistratura per il lavoro enorme fatto insieme agli agenti delle forze di polizia e il coraggio, per la prima volta si è andati fino in fondo su accuse pesantissime nei confronti di chi ha diretto negli ultimi 20 anni la politica di questo Paese. La maggioranza dei sammarinesi non si meritano tutto questo, in tutti i partiti ci sono persone serie. Dal Psd all’Upr, dal Pdcs a Ns, i nuovi partiti che ovviamente hanno meno colpe, ma a chiunque ci sarà domani, anche io chiedo che si parta dai valori. E da chi lì ha dobbiamo ripartire. A me fa specie però che prima dell’arresto, erano molti gli amici di Podeschi e Stolfi e ora li disconoscono. E’ mai possibile che nessuno avesse immaginato nei partiti? Non ci credo che nessuno abbia visto niente”.

Marco Arzilli, segretario di Stato all’Industria: “Mi sarei aspettato da alcuni interventi un maggior sostegno a quello che sta succedendo. Noi facciamo congetture, accusiamo senza prove, diciamo che siamo “tutti uguali” ma fuori di qui ci sono professionisti che stanno lavorando per far emergere la verità. Nessuno in quest’Aula può dire “non lo sapevo” o “non lo immaginavo”. Tutti hanno vissuto in questa comunità e tutti sanno come andavano le cose e forse alcuni potevano fare di più. Io non riesco a mettere tutti sullo stesso piano: conosco molte persone che hanno avuto responsabilità politiche e che meritano rispetto ed anche molte persone che siedono in quest’Aula che meritano rispetto. Ma all’epoca era difficilissimo parlare. Pensate che fosse facile avere spazio sulla stampa? Molti cittadini erano e sono ancora attaccati al sistema di chiedere a chi governa il posto di lavoro e le opportunità. Non si tratta di politici ma di persone normali. Era dunque il “sistema-Paese” che navigava in queste condizioni. Ed andare contro quel sistema era difficilissimo. Chi ha provato a cambiare la politica in questi anni da dentro ai partiti a cui apparteneva, merita rispetto. Rete forse non ha idea di cosa significa lottare quando tutto è contro soprattutto se “tutto” è all’interno del tuo stesso partito. Noi siamo usciti quando abbiamo capito che non c’era più possibilità di ottenere alcun risultato. E Rete ora ha più possibilità anche grazie ai nostri sacrifici. La politica giustizialista non porta niente. Mettersi al petto la coccarda della persona “più onesta al mondo” è molto rischioso. La verità è che si possono cambiare le cose: impegnandosi e cercando di fare le cose nel modo migliore. Io mi rifiuto di disegnare questa Repubblica come la Repubblica dei disonesti. Forse non torneremo ad essere ricchi come prima, ma il benessere è dettato anche dalla qualità morale di uno Stato. E i politici ci hanno insegnato che la sobrietà è lo strumento migliore per mantenere la sovranità. Basta col gioco al massacro che produce l’odio della gente. Le leggi fatte in questa legislatura hanno permesso al Tribunale di essere più celere, deciso e meno ostacolato nello svolgimento della sua azione. Io chiedo di riportare il dibattito su quello che sarà e che dovremo fare da oggi in poi. Non credo che su questi argomenti si possa dire alla maggioranza e al governo di non aver lavorato nella giusta direzione. Questo Paese è stato in passato crocevia di personaggi molto ambigui che godevano dell’amicizia di tanti. Da soli non si cambia il Paese. Solo se siamo tutti insieme ce la faremo”.

Andrea Zafferani, C10: “La discussione ha preso pieghe un po’ troppo personali. Quello che è successo negli ultimi 3 giorni con l’emergere di un impianto accusatorio estremamente solido e circostanziato non può essere liquidato con posizione di attesa ed un generico ‘sostegno alla magistratura’. Quello che è successo non può essere derubricato come una cosa del passato che riguarda un paio di figure politiche e niente di più. Significherebbe fare finta di non capire. Non è intellettualmente possibile cascare dal pero dinanzi alle accuse mosse dalla magistratura. Se Stolfi e Podeschi fossero stati isolati e resi innocui, tutto ciò non sarebbe stato possibile. E se all’interno della Dc e del Psd non vi fosse stato un clima di omertà tutto ciò non sarebbe stato possibile. Clientelismo e corruzione non sarebbero mai potuti avvenire se chi ha governato con Stolfi e Podeschi non avesse portato su un piedistallo e idolatrato queste persone. La venuta di soldi sporchi, il riciclaggio e l’innesto delle mafie in territorio sarebbe stato possibile se non si fosse volutamente evitato di introdurre nel sistema sammarinese gli organi di controllo adeguati a prevenire tali infiltrazioni? Tutte queste cose le hanno fatto Stolfi e Podeschi senza che nessuno in Consiglio o nel Governo sapesse niente? E’inutile dire come ha fatto il consigliere Berti che, riferendosi alla candidatura di Podeschi, all’epoca disse “le condizioni sono chiare ovvero o noi o lui”. Lui non c’è più, ma c’è chi ha governato con lui. Guardate chi detiene il potere vero nei grandi partiti e guardate dove erano negli anni in cui venivano commessi questi misfatti evidenziati dalla magistratura. Quando il tariffario delle licenze andava sempre più su perché le tangenti a chi governava non bastavano mai. Quando si chiudevano gli occhi davanti alla proliferazione di banche e finanziarie per il riciclaggio di denaro sporco. Quando si adottava il clientelismo per inserire nei posti di lavoro pubblici i propri “protetti”. Quando si faceva finta di niente davanti al voto di scambio. Quelle persone erano al governo con Stolfi e Podeschi. Governavano con loro e li assecondavano in tutto per tutto come grandi e fini statisti. La derubricazione a “cose passate” fa ridere perché nulla di quello che viene contestato loro sarebbe stato possibile senza una rete di complicità dei colleghi di partito e di governo. Ci sono ancora forze sane nella maggioranza ma senza prendere mai una decisione non possono definirsi “forze sane”. La miglior politica di sviluppo per il Paese che il Governo può fare è quella di andare a casa al più presto sperando che si concretizzi quanto detto dal consigliere Fiorini: mettere insieme le forze sane sulla base dei valori e sulla base di un serio progetto di riforma di San Marino. Progetto che chi ci ha condotti fino a questa situazione non può portare avanti”.

Alessandro Mancini, Ps: “Confermo il rispetto e il sostegno al lavoro del Tribunale. Ma se oggi magistratura e forze di polizia riescono ad essere incisivi non è solo merito loro, ma anche della politica, che oggi viene continuamente attaccata dall’opinione pubblica ma anche da nuovi esponenti della politica che cercano di fare passare il messaggio che sia tutto da buttare. Sono 5 anni che sono all’opposizione e potrei unirmi a questo coro, ma non lo faccio. Se non erano approvate le leggi dell’antiriciclaggio, gli indirizzi del Moneyval e la legge sull’autoriciclaggio, oggi molti fatti non potevano essere accertati. Quindi un merito la politica ce l’ha. La commissione di inchiesta su Fincapital: certi metodi non li ho condivisi, ma ha innescato una serie di fatti. Ecco perché non ci sto a buttare via quello che è stato fatto. Altro tema: il ruolo dei partiti. Sono 20 anni che milito nel partito socialista e ne sono orgoglioso. Il tema del rinnovamento è indispensabile ma quello che si deve assolutamente rinnovare è il metodo, come si affrontano i colleghi e le scelte, sia dalla maggioranza che dall’opposizione. Credo che certe scelte debbano essere il più collegiali possibili nel momento drammatico che stiamo vivendo. Ci sono forze politiche che vogliono mettere al centro di tutto il bene del Paese e c’è un senso di responsabilità che vogliamo dimostrare. E la condivisione a certe scelte possa essere un valore aggiunto”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Non ci si può ergere qui a giudici. La domanda del consigliere Celli la faccio anche io mia, ovvero, perché tutti noi non abbiamo fatto qualcosa in più prima nei rispettivi partiti. Perché è vero, non scopriamo oggi tutti i problemi del Paese. Nella seduta di luglio ho fatto la cronistoria di tanti momenti, a partire dalla legge sul giusto processo del 2006, su quanto fosse difficile intervenire in quest’Aula, Banca commerciale e Finproject trovavano sostenitori in Consiglio e fino al congresso di Stato, quando è arrivata la notizia del commissariamento abbiamo dovuto sospendere la seduta perché qualcuno in Aula ammoniva sulla minaccia incombente sul sistema finanziario. Ora, se le responsabilità verranno accertate dal tribunale, credo che nessuno qui dentro e fuori pensasse potessero esserci questioni e rapporti di quella entità, che ci fossero in gioco decine di milioni di euro, cifre da bilancio dello Stato. Sono questioni di estrema gravità. Poi ci sono le responsabilità politiche: dove erano i margini di attività? Molto è stato fatto per eliminarle, ricordate quanto è stato difficile fare diventare legge il limite dei dieci anni in congresso? Quando certe battaglie sono state fatte, l’attacco a Banca centrale è stato molto forte con il commissariamento di Banca commerciale per atti di lesa maestà. Ci vuole coraggio per fare riforme, siamo riusciti con difficoltà a portare anche il rinnovamento nei partiti tradizionali, parlo della Dc, ma siamo intransigenti e si va fino in fondo. Il rinnovamento tocca più aspetti, fino al sostegno alla magistratura. Tanto ancora si può fare . Da questo dibattito emerge un elemento chiave: ognuno di noi deve guardare avanti e prendersi le sue responsabilità. Quando Arzilli ha deciso di uscire dal partito gli avevo detto di non farlo perché la battaglia della Dc poteva essere fatta dall’interno. E così noi l’abbiamo portata avanti quella battaglia e lo rivendico. A chi dice che i partiti sono delegittimati perché i voti dei vecchi leader hanno eletto i consiglieri, lo smentisco, se si fanno i conti non ci sono, la realtà è diversa e molto più complessa nel rapporto tra il partito e i suoi elettori. Non dobbiamo disperdere quanto fatto in questi anni per ridare credibilità alla politica e al paese. Possiamo fare un cammino insieme o dire che è tutto è marcio. Il rinnovamento è difficile, ma il percorso prosegue e si può fare insieme perché il Paese ha bisogno di risposte non di elezioni.

Non condivido l’intervento di Celli nella parte su Banca centrale. L’intervento di ieri nella forma di ispezione mi lascia dei dubbi che vanno chiariti dalla magistratura, se ci sono criticità vanno chiarite perché questo Paese ha bisogno di Bcsm”.

Teodoro Lonfernini, Pdcs: “Quello che era tabù nelle nostre istituzioni e nei partiti e nelle nostre famiglie non lo è più. Qualcuno si è chiesto se Stolfi e Podeschi abbiano fatto tutto da soli. E’ una domanda onesta che tutti ci facciamo nel Paese. Era un sistema creato nel tempo, una rete, e da soli non potevano agire, una rete in cui sono coinvolte istituzioni, associazioni, tutte le realtà del Paese in nome di un benessere che veniva elargito a tutti e su tutto.

Più che citare le leggi fatte, citerei il senso dello Stato che a qualcuno è mancato. Non voglio fare la persona che si pone esente da ogni responsabilità, chiunque ricopra un luogo pubblico deve prendersi responsabilità anche se generate da chi c’era prima, ma desidero non abbinarci tutti a una situazione che riguarda certi soggetti. Non mi sento come quelli che hanno assunto una certa condotta, e non si sentono così anche coloro che hanno fatto politica al loro fianco.

Certi soggetti si sono sentiti impuniti di fronte tutti e tutto.

Dal 2008 abbiamo iniziato un cambiamento notevole nel Paese che ha consentito di vivere oggi in maniera di riconoscibilità da parte della cittadinanza e del mondo che ci circonda. Oggi siamo credibili. E’ stato un processo voluto, indotto, che ci ha fatto raggiungere traguardi che diversamente non avremmo mai raggiunto. Vorrei chiedere che l’attenzione non sia limitata ad oggi, ma per il tempo che il Paese ha davanti a sé, questo governo e anche quelli dopo. Vorrei che si facesse un patto tra gentiluomini e gentildonne in cui ci impegniamo a proteggere questo Paese”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Questo dibattito è serio e approfondito sui fatti in corso di accertamento, ma che sono di una gravità che fa riflettere. C’è una valutazione legata alla giustizia e alla politica. Accettiamo quello che la magistratura accerterà. E c’è un’analisi politica, sinceramente mi preoccupa questo dibattito, su molti interventi si esce dalla ragionevolezza per fare proiezione di illegittimità della politica e delle forze politiche. Vi è una responsabilità individuale della condotta delle persone, è pericoloso giudicare noi o il vicino di banco, sulla base di un collegamento ingiusto. E’ chiaro che il dibattito apre una giusta valutazione sulla politica e su certe condotte di politici verificate negli anni. E’ necessario e normale, a patto che non ci spingiamo alla delegittimazione delle forze politiche e dei politici. La politica va valutata dai risultati. Credo sia irriconoscente stendere un velo di illegittimità politica in quest’Aula. Siamo un paese che deve essere cambiato e la politica deve accompagnare questo cambiamento. Dobbiamo avere chiari gli obiettivi e continuare il percorso con chi è credibili e ha la capacità per farlo, credo sia necessario evitare i linciaggi”.

Mimma Zavoli, C10: “Le responsabilità quando si appartiene a un gruppo non sono personali ma sono anche di chi frequenta quel gruppo. I movimenti sono nati per una specie di reazione a certa politica che ha cresciuto questa mala pianta contraddistinta da clientelismo, voto di scambio e parzialità. Siamo una risposta a questo modo di fare politica. Se la buona politica fosse riuscita a radicare meglio le sue radici forse Civico 10 non sarebbe sorto. Ora con sgomento prendo coscienza di cosa un manipolo di “traditori dello Stato” sono stati in grado di fare, incuranti della legge. Apprendiamo di una cupola dedita al riciclaggio attraverso finanziarie compiacenti che nascondevano fiumi di soldi. Imprenditori collusi incuranti del senso onesto del lavoro. Vorrei sapere quanti consiglieri riescono a stare seduti senza provare vergogna per quello che questi personaggi hanno combinato? E’un attaccamento all’ideologia politica? O alla storia del partito da cui si proviene? Questo cambiamento non riesce a radicarsi in maniera compiuta e a dire una volta per tutte che i ladri devono stare fuori dai gruppi che si occupano della cosa pubblica. Se verrà dimostrato che c’è stata compravendita dei voti un’ombra coprirà tutti coloro che appartengono a quei partiti”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Non serve fare una difesa né di Stolfi, né di Podeschi, non sono io l’avvocato e ci penserà la Magistratura a fare il suo corso. Vorrei puntare il mio intervento su un paio di cose. Perché il cambiamento è iniziato tardi? Non lo so. Da più di un consigliere d’opposizione è stato fatto un attacco generalizzato a tutto il sistema quando, dentro lo stesso sistema, svolgono la propria attività politica consiglieri che cercano di fare al meglio il proprio lavoro nell’interesse della comunità e con l’obiettivo di cambiare le cose. Non mi piace atteggiamento di chi dice “io voglio gli atti di tutti perché voglio essere io a giudicare comportamento di queste persone”. San Francesco non godeva della benevolenza papale ma ha sempre accettato di pensare di riformare la struttura ecclesiale dall’interno: questo penso possa valere anche per noi. Gli ideali della Dc non finiscono con chi non li ha vissuti. Sono gli stessi di 65 anni fa. Ecco perché molti di noi si sono messi in gioco in questo partito. Lottiamo dall’interno in maniera corretta e non facendoci la guerra. Ribadisco: se qualcuno ha sbagliato deve pagare. I problemi ci sono, ci sono ancora. La differenza è come porsi dinanzi a questi problemi: cercare di distruggere quel sistema o cercare di fare un’opera di bonifica di quel sistema”.

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