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San Marino, Carlo Giorgi (ANIS): “Dobbiamo crescere”. E oggi arriva Squinzi

da Redazione

La palla, insomma, è nelle mani della politica, che ha il compito di riformare un sistema che in questi anni ha dimostrato tutti i suoi limiti. Parliamo di San Marino, ma anche dell’Italia. Il 12 settembre a San Marino il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi.

 

di Loris Pironi

 

Per crescere, per ripartire, per riaccendere l’economia, mettetela come volete, servono le riforme. Altre strade, altre soluzioni, non ce ne sono.

Non servono misure assistenzialistiche per rivitalizzare quello che nel corso degli anni si è atrofizzato, non esistono misure miracolose.

La palla, insomma, è nelle mani della politica, che ha il compito di riformare un sistema che in questi anni ha dimostrato tutti i suoi limiti. Parliamo di San Marino, ma anche dell’Italia.

Il tema delle riforme per la crescita è al centro della tavola rotonda che questo venerdì vedrà protagonisti a San Marino il Presidente di Confindustria Italia Giorgio Squinzi, il Presidente ANIS Emanuel Colombini, i Segretari di Stato Claudio Felici e Marco Arzilli oltre al Direttore della Tv di Stato Carlo Romeo. Riforme in Italia, riforme a San Marino, per sbloccare una situazione che mese dopo mese si fa più difficile e insidiosa.

Di riforme, e di questo momento così difficile, ne abbiamo parlato con il Segretario Generale di ANIS, Carlo Giorgi.

“Intanto vorrei ringraziare a nome della nostra associazione il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che dopo essere stato costretto a dare forfait proprio all’ultimo secondo alla nostra assemblea generale di luglio ha accettato l’invito a partecipare a questa tavola rotonda. Il tema è molto caldo perché il nostro Paese ha la necessità di compiere passi in avanti decisi e concreti. La staticità è un lusso che non possiamo più permetterci”.

Intanto partiamo da quello che è stato fatto. Va nella giusta direzione?

Qualcosa abbiamo visto in questi ultimi anni: la riforma tributaria, alcuni passi avanti in fatto di spending review e di informatizzazione. Ora servono una vera riorganizzazione della pubblica amministrazione, una riduzione dei costi molto più drastica. Occorre lavorare per promuovere il Paese e attirare nuovi investimenti. Qualcosa si è mosso, insomma, ma è abbastanza? Noi crediamo di no, almeno per il momento. Ecco perché al Governo e alla classe politica tutta, la nostra Associazione chiede di accelerare e di avere più coraggio”.

A proposito qual è la vostra posizione sui nuovi adempimenti riguardanti la riforma fiscale? Si tratta di un tema molto caldo per le imprese.

“La nostra posizione è molto semplice. La riforma ha creato nuova burocrazia, ma l’abbiamo accettata con lo spirito di chi sa che deve dare il proprio contributo. Quello che diciamo è che ci sta bene che oggi lo Stato possa fare controlli fiscali sempre più accurati, ma nel contempo ricordiamo che i cittadini vogliono avere la stessa attenzione, da parte dello Stato, nella gestione dei soldi pubblici. Con il nostro bilancio non si può essere troppo leggeri”.

Un’ultima domanda. Onestamente vi aspettavate un 2014 così duro?

“All’inizio si parlava di ripresa, ma la ripresa oggettivamente non c’è stata. Oggi, a settembre, possiamo dire che qualche segnale positivo si registra. Dobbiamo continuare ad avere fiducia, non possiamo fare altro”.

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