Home FixingFixing Il segretario Claudio Felici: “Imposta Generale sui Consumi, lo sviluppo passa da qui”

Il segretario Claudio Felici: “Imposta Generale sui Consumi, lo sviluppo passa da qui”

da Redazione

Sul futuro dell’imposta indiretta che sostituirà la Monofase: “Ci siamo posti il problema dei piccoli operatori: previste franchigie e semplificazioni”.

 

Sull’ultimo numero di San Marino Fixing, a inizio agosto, avevamo illustrato i principi cardine della nuova IGC, l’Imposta Generale sui Consumi, l’analogo dell’IVA italiana e della VAT di stampo europeo, che dovrà sostituire la monofase.

Il progetto della nuova imposta indiretta sammarinese è stato studiato a lungo da un pool di esperti di livello e qualche settimana fa è iniziato il percorso “pubblico” del provvedimento, che dovrà essere condiviso e compreso nella sua essenza prima di iniziare (in tempi ragionevolmente brevi) il suo percorso in Consiglio Grande e Generale, prima della sua approvazione.

Al Segretario di Stato alle Finanze Claudio Felici San Marino Fixing ha posto una serie di domande per cercare di scendere più nel dettaglio della nuova imposta, destinata a mutare e non di poco non solo la gestione interna ma anche la posizione di San Marino nei confronti di chi, dall’estero, si approccia al Titano.

 

Segretario Felici, le indicazioni del Consiglio Grande e Generale sono chiare da tempo, il passaggio dal sistema Monofase ad un nuovo sistema di imposte indirette è ormai inevitabile. Ma è davvero indispensabile per la Repubblica di San Marino?

 

“Sì. San Marino ha necessità di sviluppare la propria economia e per farlo deve essere interfacciabile con i sistemi esterni, deve essere leggibile e riconoscibile. L’obiettivo è quello di offrire alle nostre aziende e agli investitori un terreno agevole su e da cui fare attività d’impresa, per farlo non possiamo prescindere dall’offrire un quadro normativo adeguato, moderno e proiettato verso l’esterno. Da questo approccio dipende la possibilità di un rinnovato sviluppo, quindi di incamerare risorse per sostenere le esigenze di bilancio per finanziare lo stato sociale e creare occupazione”.

 

E che tempi si prevedono?

 

“A luglio abbiamo presentato le linee guida, registrando diversi apprezzamenti sull’impostazione da più parti. Stiamo finalizzando i documenti ed entro la fine di settembre primi giorni di ottobre inizieremo i confronti. Credo vi siano le condizioni per avviare l’iter legislativo nel rispetto dei tempi prefissati, ma non è nostra intenzione comprimere il confronto”.

 

Il Gruppo di Lavoro, da tempo impegnato da tempo sugli aspetti tecnici, ha individuato le linee guida della riforma che intendete portare avanti. Quali saranno le principali prerogative dell’IGC sammarinese?

 

“Il testo di legge è pienamente compatibile con i principi della direttiva UE, peraltro con la Commissione UE c’è un dialogo in corso, direi molto positivo e collaborativo. L’impianto normativo è più semplice rispetto a quello italiano pur non modificando sostanzialmente le modalità operativa tra Italia e San Marino. Centrale il tema della competitività al sistema, quindi entrano in gioco le aliquote, il contenimento delle procedure burocratiche degli obblighi prevedendo anche adempimenti semplificati ed un sistema di franchigie per gli operatori più piccoli. Un tema centrale riguarda la regolamentazione del periodo transitorio in modo tale da permettere una gestione adeguata dei magazzini,questi sono alcuni punti”.

 

È lecito ipotizzare un’IGC “a più velocità”, per andare incontro alle diverse esigenze delle imprese che operano sui mercati internazionali e del mondo del commercio?

 

“Il nuovo sistema di imposte indirette sarà uno per tutti, non più monofase ma plurifase con l’imposta assolta al consumo. All’interno del nuovo sistema ci siamo certamente posti il problema dei piccoli operatori prevedendo franchigie e semplificazioni”.

 

Per chi si approccia a San Marino, compresi i possibili investitori, la Monofase oggi è qualcosa di troppo complicato da capire: un sistema di Imposta sul Valore Aggiunto sulla falsariga di quelli utilizzati in Europa può rappresentare anche una sorta di “salto culturale” in avanti, un desiderio di maggiore integrazione internazionale del sistema economico di San Marino?

 

“Più che un desiderio direi che oggi è una necessità”.

 

Adesso che la “prima fase”, quella di elaborazione della riforma, è archiviata, come contate di spiegarla, illustrarla, presentarla alla cittadinanza?

 

“Abbiamo preso l’impegno di un confronto approfondito con tutte le rappresentanze economiche, professionali, politiche e sociali, così sarà a breve. Il lavoro fatto è stato profondo e articolato, è durato diversi mesi e ha coinvolto l’amministrazione in vari ambiti che ha lavorato con i consulenti a tutte le fasi dello studio e della costruzione della norma. Il risultato è un progetto di qualità che penso potrà essere apprezzato al di là delle singole posizioni e visioni di parte. Come sempre cercheremo di usare equilibrio nella ricerca delle migliori soluzioni nell’interesse del sistema paese”.

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