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Mantenere la vocazione ma guardare lontano

da Redazione

La “ricetta” di Corrado Petrocelli, nuovo Rettore dell’Università di San Marino. “Trasparenza e attenzione al rapporto costo-benefici di ogni iniziativa”.

 

di Loris Pironi

 

Dà l’impressione di essere una persona dinamica e al tempo stesso disponibile al confronto Corrado Petrocelli, il nuovo Rettore dell’Università di San Marino. E in effetti gli unanimi consensi ricevuti alla sua nomina rappresentano un’indiretta conferma se non altro del fatto che sulla carta è la persona giusta per far compiere all’Ateneo del Titano l’auspicato salto di categoria.

Abbiamo intercettato il Rettore in una sede ufficiale – ma fuori dall’Università – poco prima di un incontro con il “suo” nuovo Senato Accademico. Nelle sale della Segreteria di Stato all’Istruzione e all’Università abbiamo conversato sulla sua venuta a San Marino e sulle prospettive per il futuro.

“Conosco la realtà di San Marino e la sua Università da lungo tempo – afferma il Rettore Petrocelli – Parecchi anni addietro l’allora Rettore Attilio Alto, assieme a Luciano Canfora, mi chiamò per rivitalizzare la Scuola di Studi Storici. Poi nel corso dei miei anni a Bari non ho più potuto garantire una presenza costante quassù, però mi è rimasta la conoscenza di questa realtà a cui mi sento legato. Infatti ho accettato questo incarico per affezione, perché si tratta di una sfida importante. E dal punto dell’impegno è anche un onere non indifferente”.

 

In effetti il compito che le spetta è decisamente arduo: far compiere all’Università di San Marino il definitivo salto di qualità. Da dove pensate di partire?


“Come sempre in questi casi si comincia da quello che già c’è. Soprattutto in partenza dovremo consolidare, razionalizzare e migliorare la base di partenza. Poi però bisogna innovare, battere nuove strade all’insegna dell’originalità. Ma anche qui non dico niente di nuovo perché sappiamo bene che le copie sono sempre inevitabilmente peggio dell’originale… Scendendo più nel dettaglio, credo che la realtà di San Marino possa rappresentare un terreno interessante per il post-laurea, penso a corsi di alto livello, a un’offerta di Master che impieghino ottime professionalità, a corsi di perfezionamento. Al patrimonio da valorizzare della Scuola Superiore di Studi Storici. La nostra Università può essere un punto di riferimento per la formazione. E occorre valorizzare il capitale umano sammarinese, quei giovani di cui conosciamo le esperienze all’estero e che adesso possono essere valorizzate qui”.

 

Nei mesi scorsi si è parlato della necessità di avvicinare sempre più l’Università di San Marino al mondo imprenditoriale: questo obiettivo rientra anche nei suoi piani?


“Se l’imprenditore desidera innovare, e questo oggi è indispensabile, deve necessariamente guardare all’Università. E l’Università non può fare a meno di guardare al mondo dell’impresa come a un interlocutore di riferimento. C’è poi il progetto del Parco Scientifico e Tecnologico che è una grande opportunità e che necessita, a sua volta, di una integrazione con le risorse dell’Università: per il Parco in particolare penso si debbano coinvolgere settori ampi, penso a tutto ciò che concerne l’alimentazione, ma anche la medicina. La nostra Università, nella sua vocazione di formazione, appunto in questi ambiti può collaborare anche con altri comparti come quello turistico-congressuale. Ma la cosa più importante di tutte è riuscire a marcare la presenza dell’Università sul territorio sammarinese. Le imprese la devono sentire propria, e così tutto il Paese”.

 

Anche l’Università di San Marino, così come tutto il resto della Repubblica, in questi anni di difficili relazioni con l’Italia ha visto offuscata la propria immagine.


“Però mi risulta che il dialogo con l’Italia, e con le Università italiane, non si sia mai interrotto davvero. Personalmente auspico che naturalmente questo dialogo prosegua, ma che trovi spazio all’interno di un quadro definito a livello politico tra la Segreteria di Stato e il Ministero competente. So che è un progetto ambizioso, ma è importante dar vita ad un accordo quadro che riguardi il riconoscimento dei titoli, la circolazione dei professori e quant’altro”.

 

La sua nomina segue la recente approvazione della riforma dell’Università. Sulla carta pare una buona legge, peraltro è stata piuttosto condivisa dai vari schieramenti politici. Anche le norme, soprattutto quelle riferite alla governance dell’ateneo, oggi possono facilitare una maggiore integrazione con il sistema italiano.


“Effettivamente la legge ci avvicina molto al sistema universitario italiano, definisce e delinea i poteri dell’Università e gli restituisce autonomia, pur lasciando alla politica ampi margini di potere decisionale (e questo nel solco della realtà sammarinese è un limite calcolato, quasi inevitabile, ndr). Soprattutto offre garanzia di collegialità delle scelte, e mi auguro che queste scelte siano condivise. Parlo di condivisione come di una condizione necessaria per la mia permanenza qui, ma sono certo che ci sarà e ci permetterà di tirare fuori il meglio: dalla concordia arriverà la svolta, di questo ne sono convinto”.

 

Un’ultima domanda. Il nuovo anno accademico è alle porte, quindi è impensabile vedere grandi novità all’orizzonte.


“La mia nomina è arrivata quando era già stato tutto pianificato per il prossimo anno, però occorre imparare a progettare con uno sguardo lungo. Pur insistendo sulla vocazione originale di San Marino stiamo già studiando nuove iniziative, che riguarderanno i settori più vari, soprattutto nell’ambito del post-laurea. In continuità con la mia esperienza a Bari, dove abbiamo condotto una vera battaglia per la trasparenza, anche qui faremo altrettanto, rendendo pubblici delibere e verbali. Infine non posso non ricordare che siamo sempre in spending review: nella prossima programmazione terremo certamente conto del rapporto costi-benefici di ogni singola iniziativa”.

 

 

ARRIVA DALL’ATENEO DI BARI

 

È un curriculum prestigioso quello di Corrado Petrocelli, nuovo Rettore dell’Università di San Marino. Professore ordinario di Filologia classica, ex Rettore dell’Università Aldo Moro di Bari, dove ha completato un mandato certamente non facile: lo scandalo dei “baroni” è partito proprio dal capoluogo pugliese, ma Petrocelli ha dovuto combattere anche la piaga di parentopoli e naturalmente si dovuto confrontare con la falce della spending review.
Terminata la sua esperienza pugliese, nello scorso mese di maggio ha ricevuto il via libera dal Senato Accademico di San Marino per la nomina che poi è stata votata dal Consiglio Grande e Generale.

 

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