Home FixingFixing Leon engineering: l’albero che cattura il vento anche in pieno centro città

Leon engineering: l’albero che cattura il vento anche in pieno centro città

da Redazione

L’Arbre à vent funziona con tutti i tipi di vento, indipendentemente dalla loro direzione ed ha una soglia di partenza molto bassa, cioè di 2m/s sulla velocità del vento, invece dei 3 o 4 o 5 m/s per le macchine di dimensioni più grandi.

 

di Giorgia Benedicta Marzi

 

L’energia rinnovabile sfruttabile è sempre più a portata di mano, mediante progetti emergenti dimensionati per ottenere rendimenti accettabili anche al basso consumo. E sfruttando quelle risorse che un tempo sarebbe stato impensabile prendere in considerazione. Ad esempio nel campo dell’eolico stanno diventando oggetto di attenzione le piccole correnti d’aria o i vortici, tipologie di vento caratteristiche delle aree urbane, tipiche per la stessa disposizione dei luoghi e degli edifici. Se fino ad ora erano sempre state ignorate dall’energia eolica su larga scala perché difficili da modellare, e anche perché le turbine esistenti sono poco adatte alla loro cattura, in realtà questi vortici risultano essere degli ottimi alleati per le città che vogliono trasformare il proprio territorio in una vera e propria centrale eolica alternativa. A tal proposito di recente una società francese ha sperimentato un nuovo dispositivo in grado di sfruttare i flussi d’aria cittadini per generare energia eolica perfettamente integrata con l’ambiente urbano. Si tratta dell’Arbre à vent, una particolare struttura a forma di albero stilizzato, costituito da un tronco in acciaio, rami e foglie girevoli in plastica. L’Arbre à vent funziona con tutti i tipi di vento, indipendentemente dalla loro direzione ed ha una soglia di partenza molto bassa, cioè di 2m/s sulla velocità del vento, invece dei 3 o 4 o 5 m/s per le macchine di dimensioni più grandi. L’altezza complessiva dell’albero va dagli 8 ai 12 metri a seconda delle esigenze. Le prime “foglie” sono collocate a tre metri di altezza rispetto al suolo e tutta la chioma è costituita da circa 100 foglie montate su piccoli generatori, con la possibilità di aumentarne o ridurne il numero a seconda dell’energia richiesta. L’energia viene generata per mezzo della rotazione dell’insieme delle foglie che agiscono come mini-turbine. L’energia prodotta dai generatori viene trasferita in rete tramite un inverter e consumata direttamente dalle strutture limitrofe, mentre quella eventualmente non usata viene immagazzinata all’interno di batterie apposite. La struttura così composta è in grado di generare fino a 3,5 kwh di energia elettrica e dovrebbe funzionare per circa 200 giorni l’anno.

La scelta del tronco in acciaio e dell’utilizzo di cuscinetti autolubrificanti sui minigeneratori garantisce una resa massima, con elevata resistenza e con un inquinamento acustico bassissimo, se non nullo. La manutenzione del sistema è facilitata per mezzo del sistema Plug & Play che consente di intervenire in caso di guasto; inoltre il malfunzionamento di una foglia non pregiudica quello delle altre garantendo quindi una soglia minima di energia sempre prodotta. L’Arbre à vent, con la sua struttura, è in grado di adattarsi a qualsiasi tipologia di territorio, l’unico ostacolo per ora rimane il prezzo: un singolo impianto costa attorno ai 16 mila euro. Tuttavia la momentanea bassa accessibilità di questo progetto innovativo è solo sintomo della sua esclusività data dalla recente nascita d’interesse per progetti che, come questo, siano sempre più integrati nella quotidianità, interesse che si spera cresca sempre più.

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