Home FixingFixing San Marino, la storia di Palazzo Onofri. Fu inaugurato nel 1941 ospitava l’INAIL di allora

San Marino, la storia di Palazzo Onofri. Fu inaugurato nel 1941 ospitava l’INAIL di allora

da Redazione

La storia di Palazzo Onofri. Fu inaugurato la prima volta come Palazzo INFAIL il 30 settembre 1941 (la seconda inaugurazione il 21 luglio 2014). Eretto in un anno appena, il progetto originario seguiva i dettami del funzionalismo.

 

di Alessandro Carli

 

SAN MARINO – Esempio quasi unico di architettura razionalista locale, il Palazzo INFAIL (oggi sede dell’Associazione Nazionale Industria San Marino e della redazione di San Marino Fixing), fu inaugurato il 30 settembre del 1941, lo stesso giorno in cui venne aperto al pubblico, sempre sul Monte Titano, l’Ospedale della Misericordia.

Costruito su un progetto pensato e firmato dall’architetto Luigi Ciarlini, l’edificio fu eretto in poco più di un anno. Furono impiegate maestranze sammarinesi – Lorenzo Zani per le parti elettriche, Tommaso Bigi per il riscaldamento e l’idraulica, Ivo Valentini per le tappezzerie, Gaetano Reffi per le pietre – seguite dall’ingegner Mario Raspi, direttore dei lavori.

La costruzione, appaltata il 13 maggio del 1940, aveva un fronte di 44,50 metri e un’elevazione massima alla torretta di 17,50 metri.

Seguendo i dettami del Funzionalismo – la corrente che stabiliva che ogni edificio doveva essere funzionale allo scopo per cui era stato creato e che poi sfociò (anche se molti critici tendono a sovrapporre i due pensieri) nel Razionalismo, la corrente che ebbe il suo massimo splendore tra il 1920 e il 1940 -, la pianta del palazzo INFAIL fu pensata e realizzata a forma di “C” allungata, che racchiudeva, sul lato monte, un giardino. Il lato sud era formato da un corpo molto compatto, accessibile attraverso uno dei tre solidi portali. Qui, sormontato da un balcone, si trovavano gli appartamenti (ubicati ai piani alti), accessibili attraverso un’elegante e funzionale scala circolare. Per accedere all’interno dell’edificio – ma solamente per gli ingressi agli uffici del piano terreno – si poteva anche passare dalla piazzetta (oggi dedicata all’architetto Bramante Lazzari): il palazzo disponeva di due piccole rampe simmetriche, impreziosite da parapetti. L’entrata principale però era sul Lungomonte del Littorio, l’attuale via Onofri. Il portone, sormontato da un’imponente e maestosa aquila (opera di Romeo Balsimelli che “Il popolo sammarinese” elogiò scrivendo che l’artista sammarinese lavorò “con fine senso artistico” e che meritò “le più vive parole di lode e di compiacimento”), immetteva all’interno della struttura, in quel corpo che collegava il piano terra con gli altri piani rialzati.

Spiccava, ieri come oggi, il bellissimo e funzionale doppio porticato, appoggiato sopra al robusto prospetto in pietra di San Marino, che definisce il piano terra: la parte prospiciente vede due file verticali (una per piano) di colonne litiche, sempre in pietra locale, posizionate a due metri d’interasse l’una dall’altra. Una scelta che coniugò la necessaria monumentalità dello stile dell’epoca a una leggerezza visiva, fondamentale per dare slancio all’intera struttura.

Il tutto, sempre tenendo bene a mente l’utilizzo di volumi semplici e netti, della preponderanza della linea e degli angoli retti e dell’abolizione di ogni decorazione. Perché, come scrive l’architetto e docente universitario Ruggero Lenci, “nell’architettura razionalista si esclude dalla classificazione, quindi dall’elenco, ogni considerazione legata allo stile e all’ornamento, per concentrare tutta l’attenzione sulla struttura sintattica del progetto”.

 

L’INAUGURAZIONE DEL 1941

A dare testimonianza del taglio del nastro, le preziose parole de “Il popolo sammarinese”. Il 30 settembre del 1941 fu una giornata intensa per il Titano: dapprima l’inaugurazione dell’Ospedale della Misericordia, poi, sempre alla presenza dei Capitani Reggenti e del “Presidente dell’INFAIL cons. naz. dott. grand’uff. Biagio Vecchioni”, quella del nuovo Palazzo dell’Istituto Nazionale Fascista per l’Assicurazione degli Infortuni sul Lavoro, accompagnata dal suono di “Giovinezza”.

“Quivi – riporta ‘Il popolo sammarinese’ – erano a ricevere le Autorità il Direttore della Sede di San Marino, comm. Carlo Balsimelli, l’ing. cav. uff. Vittorio Bagnera, Capo del Servizio Tecnico, l’ing. Giovanni Welby, Ispettore di Zona dell’Ufficio tecnico stesso, il Direttore dei Lavori ing. Mario Raspi, l’Architetto e progettista prof. Luigi Ciarlini, il cav. dott. Ulderico Anichini, Capo della Segreteria Particolare del Presidente”.

Terminata la benedizione, Vecchioni pronunciò “nobili parole di saluto alla Reggenza e a tutte le rappresentanze”, dichiarando “fra grandi applausi ufficialmente inaugurata la nuova sede dell’INFAIL”. Gli succedette Manlio Gozi, segretario del PFS e dei Sindacati, che pone “in rilievo la cordialità dei rapporti, improntati sulla più schietta comprensione che scorrono tra la Repubblica e l’Istituto Infortuni”. Manlio Gozi, nella sua orazione, promosse “la nuova, ampia e bella costruzione, contributo all’incremento dell’edilizia e all’abbellimento della città” e ringraziò il Presidente “per il generoso gesto compiuto” nel disporre che alle maestranze che presero parte alla costruzione fosse “corrisposta una giornata di lavoro”. Al discorso seguirono “applausi fragorosi”. Al termine, ebbe inizio la visita guidata che, riporta “Il popolo sammarinese”, “che pure i presenti ammirarono, “avendo per capi, dirigenti e assistenti, per le Corporazioni appaltatrici dei Muratori, degli Scalpellini e dei falegnami, per tutte le nostre intelligenti maestranze, per le ditte, nella quasi totalità sammarinesi”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento