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Internazionalizzazione: definire per conoscere

da Redazione

Sono tutte le operazioni che garantiscono una presenza attiva. L’intervento di Massimo Ferdinandi, Ambasciatore di San Marino.

 

di Massimo Ferdinandi

 

Molto si parla di internazionalizzazione, ma spesso lo si fa in maniera approssimativa e generalista, senza darne una definizione contestualizzata. In linea di principio, possiamo riferirci all’internazionalizzazione come a quell’insieme di operazioni che garantiscono una presenza attiva a livello internazionale. Sotto l’aspetto terminologico, è frequente imbattersi in imprecisioni quando si parla di questo processo: l’internazionalizzazione non va confusa con la globalizzazione, parola che definisce la tendenza ad uniformarsi, e, soprattutto, non va confusa con la delocalizzazione, che è una delle sue molteplici possibili forme ed è limitata alla dimensione produttiva.

A livello imprenditoriale macro, l’internazionalizzazione può essere declinata in quattro principali categorie: le esportazioni, gli investimenti diretti esteri (IDE), le cosiddette “forme intermedie” (ad esempio le attività di outsourcing e le cessioni di licenze) e le attività di formazione.

A livello di Stato Sovrano, le operazioni di internazionalizzazione trovano la loro differenziazione primaria tra le attività al di fuori dei confini e quelle domestiche. Le operazioni al di fuori dei confini possono assumere sia i connotati della esportazione (ad esempio, il supporto che lo Stato garantisce alle imprese che propongono i loro prodotti all’estero) che quelli della importazione (ad esempio, le attività dello Stato mirate alla attrazione degli investimenti esteri). Le operazioni sul territorio, invece, sono quasi sempre connesse alla diffusione di una cultura della internazionalizzazione e alla predisposizione di impianti legislativi, fiscali ed infrastrutturali ad essa coerenti.

Da questa breve panoramica si evince che il processo di internazionalizzazione sarebbe più propriamente definibile, coniugabile e spiegabile se lo si analizzasse partendo dalla identificazione del suo soggetto attivo. Al fine di fornire una spiegazione completa del processo in questione, sarebbe poi necessario rivolgere l’attenzione alla sua dimensione geografica. Ad esempio, i processi imprenditoriali di internazionalizzazione in Asia sono profondamente differenti da quelli negli USA. L’innegabile dato di fatto è che i mercati e le nazioni, nonostante il falso mito della globalizzazione, sono tuttora fortemente eterogenei e caratterizzati dalle differenze.

Sulla base di questa premessa è facile intuire che le principali difficoltà dei processi di internazionalizzazione sono quelle connesse alla identificazione delle diversità esistenti tra l’impresa che si rivolge ai mercati esteri e i detti mercati. Ne consegue che la corporate culture delle imprese che internazionalizzano non può prescindere da una attenta attività di formazione in questa direzione. L’internazionalizzazione non è un processo riconducibile a delle operazioni specifiche in quanto sono tutte le attività imprenditoriali che si uniformano ad un “modo di essere”. Possiamo concludere affermando che la strutturazione di queste attività sulla base della loro dimensione geografiche di destinazione rappresenta la corretta interpretazione imprenditoriale del processo di internazionalizzazione.

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