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Il Techno Science Park? Un parco da 4,5 ettari

da Redazione

Il PST San Marino – Italia in quattro passi. Ecco a che punto siamo con il progetto. Incubatore operativo da settembre, a fine agosto l’Ente gestore del PST.

 

di Loris Pironi

 

Non è sempre facile farsi un’idea dei progressi di un progetto la cui realizzazione richiede un arco temporale ampio. Ampio così come quello del Techno Science Park San Marino – Italia. I piccoli passi infatti non sempre si vedono a occhio nudo: li possiamo misurare con il metro del cosiddetto cronoprogramma, ma anche così non è facile farsi un’idea della portata.

Ecco perché San Marino Fixing, prima del canonico rallentamento di agosto che riguarda un po’ tutte le attività, soprattutto quelle legate all’ambito economico, vuole fare il punto della situazione. Raccontando cosa è stato fatto e soprattutto quali sono i prossimi step. E inquadrando i contorni del parco scientifico che lentamente si stanno delineando.

 

Primo passo: l’incubatore d’impresa


Il primo passo in questo progetto di portata pluriennale è rappresentato dall’incubatore d’impresa. È stato inaugurato a inizio giugno al primo piano di un edificio in strada Rovereta, nel cuore pulsante del comparto produttivo del Paese. Un primo luogo fisico a cui aggrapparsi, a cui appoggiarsi, su cui far leva, per rendersi conto della concretezza del progetto. E non è poco. Ospita o meglio si accinge ad ospitare 12 start-up all’interno di una struttura di complessivi 600 metri quadrati dotata di tutti i servizi e le infrastrutture necessarie per “lanciare” la propria attività, trasformando l’idea in un’impresa vera e propria.

Il primo bando per entrare a far parte dell’incubatore d’impresa del Techno Science Park ha raccolto 24 domande, ma dal momento che l’incubatore è avviato di fatto c’è sempre la possibilità di entrare a farvi parte, anche non necessariamente “fisicamente”, ma usufruendo dei servizi alle start up.

Si conosce il nome delle idee che verranno “incubate”? Ancora no perché dopo la chiusura del bando è iniziata la fase del training specifico sulla stesura del business plan, primo passo per diventare imprenditori veri e propri. Non dimentichiamo infatti che in linea di massima chi entra nell’incubatore non è un imprenditore, ma un tecnico, uno studente, qualcuno che ha avuto un’idea e vuole entrare nel magico mondo dell’impresa. Spesso per la prima volta. Ad ogni modo entro settembre terminata questa fase definita di pre-incubazione, dopo la presentazione dei business plan, ci sarà la selezione vera e propria.

“Quella di supporto e di formazione è un’azione importante – spiega a Fixing Nadia Lombardi, Direttore del Dipartimento Economia nonché grande esperta, ormai, del mondo dei PST – Ed è importante anche che si faccia una selezione forte all’inizio, perché è in questo modo che l’incubatore può funzionare davvero e attirare idee sempre più interessanti, con la percentuale di chi si consolida che poi aumenta vertiginosamente”.

 

Secondo passo: il quadro normativo


Il secondo passo riguarda il quadro normativo in cui fare operare le start up. Norme valide consentono di attirare idee e quindi future imprese di alto livello.

Il Decreto n. 76/2014 (ne abbiamo parlato sullo scorso numero di Fixing, il 29) è almeno sulla carta uno strumento più che valido: contiene tutta una serie di incentivi specifici e prevede la possibilità di disporre di contratti ad hoc per i lavoratori (per i quali è prevista anche una corsia preferenziale per i permessi di soggiorno sul territorio della Repubblica.

E questo per le start up. Per la specifica realtà delle imprese che s’insedieranno all’interno del Techno Science Park vero e proprio, invece, la normativa di riferimento arriverà soltanto dopo settembre. Potrebbe terminare l’iter consiliare già entro la fine dell’anno? Probabilmente. Così anticipa ancora il Direttore del Dipartimento Nadia Lombardi, che conferma anche che “le tematiche generali sono quelle già individuate nell’ambito del Decreto start up, ovvero lavoro, incentivi e fondi d’investimento”, ma saranno diverse con ogni probabilità le soluzioni, per ovvi motivi. “Sicuramente alle imprese che verranno sarà chiesta la stessa trasparenza (devono essere indicati con chiarezza soci e bilanci, viene espressamente vietato il mandato fiduciario, ndr) prevista dal Decreto start up.

 

Terzo passo: l’Ente gestore

 

Per quanto concerne la nascita del vero e proprio Techno Science Park, tutto è subordinato alla costituzione dell’Ente gestore. Se n’è parlato anche con il Ministro per lo Sviluppo Economico Guidi nell’incontro della scorsa settimana a Roma. L’argomento rientra nell’ambito del Protocollo d’Intesa tra Italia e San Marino che dovrebbe bypassare i problemi che ogni volta si ripropongono quando cambia una delle due amministrazioni, assicurando la continuità del progetto a prescindere dai ministri, sottoministri e vari staff di competenza. Ergo, entro il 31 agosto 2014 si deciderà quale forma dovrà avere l’Ente gestore del PST.

 

Quarto passo: l’area fisica del Parco

 

È sempre stato detto che l’importante non è il contenuto ma il contenitore. Ovvio però che per chi chiede un minimo di concretezza per capirci qualcosa di questo progetto così ambizioso avere un’idea in più sul luogo fisico che ospiterà il Parco è importante. Fixing può finalmente anticiparvi qualcosa di ancora mai detto né scritto.

Innanzitutto l’area è stata individuata, su terreni di proprietà dell’Eccellentissima Camera, nella zona di Faetano. Si tratta di un’area di 4,5 ettari, in leggero declivio, attualmente inutilizzata. Ci sono in particolare 8 mila mq per le imprese che entrano fisicamente nel parco, 2 mila metri di Incubatore (quello di Rovereta è solo temporaneo), altri 6 mila per l’Acceleratore d’impresa (la fase 2 dell’Incubatore).

Una volta stabilito il quadro normativo e inquadrato l’Ente gestore, il Techno Science Park potrà dunque iniziare la sua attività. E se si continua a sostenere che anche in attesa di aprire il cantiere a Faetano il Parco può comunque operare, è perché l’edificio che oggi occupa l’Incubatore può temporaneamente ospitare anche altri servizi legati al PST.

Quanto all’ultima domanda chiave, ovvero come sarà finanziato il progetto, il Direttore del Dipartimento Economia, Nadia Lombardi, pur avendo le idee chiare con noi della stampa non si sbilancia: “Ci sono al vaglio diverse modalità, intanto noi continuiamo a lavorare anche su tutto il resto”.

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