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Terme: Roma e la Grecia, due filosofie assai diverse

da Redazione

Nell’epoca moderna si ripartì da Bath (UK). Il “caso” della Valle di Sant’Anastasio, vicino a San Marino.


Le terme nascono ai tempi dell’antica Roma e dell’antica Grecia, sebbene con motivazioni assai diverse: se per Atene aveva aspetti legati alla religione, per Roma era un luogo ludico ed inizialmente elitario e costoso, che ospitava anche palestre e biblioteche. Con la caduta dell’impero Romano del 476, le terme finirono nel dimenticatoio.

Per più di mille anni se ne parlò poco o nulla. Sarà solo con tra Seicento e Settecento, con la rivoluzione industriale della Gran Bretagna, che le terme rivivranno una seconda (e ancora viva ed estremamente attuale) giovinezza. Con molto lavoro molte più persone si possono permettere di spostarsi e viaggiare.

In Inghilterra la città d’acqua per eccellenza è Bath, che divenne famosa nel 1569, anno in cui il dottor William Turner scrisse il primo trattato medico sulle proprietà terapeutiche delle sue acque. Le terme della deliziosa Bath erano frequentate dai reali (ieri come oggi sono i vip a dettare cosa fare) e dall’aristocrazia inglese.

In Italia però giunsero – nonostante la Penisola abbia ancora oggi la percentuale di terme più alta al mondo – più tardi: se ne parla come di “fattore turistico” (anzi: di unico fattore turistico) dal 1860 in poi. Da questa data e sino ai primi anni del Novecento molti piccoli imprenditori riqualificano i centri termali, suddividendoli però tra quelli per curare i malati e quelli per persone benestanti.

San Marino si promuove agli arbori e si propone come meta termale, nonostante la Valle di Sant’Anastasio fosse ubicata, come sottolinea il Dehò, a 3 km al di fuori dei confini di Stato.  

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