Home FixingFixing San Marino, Anna Maria Broccoli: la gentilezza dell’altra metà del cielo entra in stalla

San Marino, Anna Maria Broccoli: la gentilezza dell’altra metà del cielo entra in stalla

da Redazione

Il suo mondo, i suoi bovini, e il particolare menù che ogni giorno prepara. ““Per i bovini, ci siamo orientati sulla razza Cherolaise, che forse ha meno ‘resa’ rispetto ad altre, più o meno del 50%”.


“Eppure, nessuno negherebbe / la Bellezza del giorno che s’apre / nella nebbia. Umidità e luce / baciandosi, s’allontanano. I bambini / si svegliano ai loro giochi. Il mugghiare delle mucche / riempie d’allegria le stalle”. Sembra di sentirle, queste parole del poeta colombiano Alberto Velez, mentre dalla discesa che porta all’Azienda Agricola di Anna Maria Broccoli fa capolino la stalla. Siamo immersi nella lirica delicata della Natura, a Chiesanuova, tra l’alta rupe del monte Titano e l’Appennino. Qui vivono, assieme all’allevatrice, circa 50 bovini da carne: 18 fattrici, un toro e i vitellini. Anna Maria ci sorride, e – con la gentilezza delle persone semplici – ci racconta questa amorosa anomalia: in fondo, è così raro incontrare una donna in un lavoro storicamente molto maschile.

“Sono nata sul ‘trattore’ – esordisce -. Già a dieci anni, assieme al mio babbo, andavo ad arare. Quando poi pioveva, mi alzavo assieme alle mie due sorelle anche alle due di notte per raccogliere il fieno e portarlo al riparo”.

La terra quindi, è il suo habitat: l’aria e il verde, gli animali. Dopo una parentesi in fabbrica, Anna Maria, nel 2011, decide di rinnovare i fabbricati dell’azienda: sceglie di dare ulteriore continuità al lavoro del padre, quasi a volerlo ringraziare per gli insegnamenti, e in sei mesi, assieme al marito e alla famiglia, realizza i nuovi fabbricati.

Anna Maria ci accompagna all’interno della stalla. “Per i bovini, ci siamo orientati sulla razza Cherolaise, che forse ha meno ‘resa’ rispetto ad altre, più o meno del 50%. E’ una tipologia di bovino un po’ ‘rustica’, nel senso che ha una costituzione robusta, con ossa grosse come la razza Romagnola. La qualità della sua carne è ottima. Per la parte della macellazione, ci rivolgiamo alla Cooperativa Allevatori Sammarinesi”.

Certo, la razza è importante, ma è altrettanto fondamentale quello che mangiano. E sull’alimentazione, l’imprenditrice non ha dubbi. E ci svela la sua ricetta. “I bovini, i maiali, i polli e i conigli hanno sempre lo stesso menù: una farina di cereali e legumi. La ricetta? Più o meno 60% di orzo 30% di mais, il rimanente 10% di piselli e fava. Per preparare questa ‘pietanza’, gli ingredienti vengono inseriti in una macchina apposita, la schiacciatrice”. Siamo curiosi, e tocchiamo questo manicaretto. Al tatto, sembrano i fiocchi di cereali che vengono impiegati per la prima colazione. Non una farina sottile, quindi, ma materica, corposa. Anna Maria ne dà una manciata a un bovino. Che mostra di apprezzare la cucina di casa.

Giriamo lo sguardo, e osserviamo i bovini. L’imprenditrice racconta la sua giornata tipo: “Il lavoro, la mattina, parte indicativamente attorno alle sei. Non ci sono domeniche né sabati: si lavora tutti i giorni. Talvolta, all’alba, succede che si faccia un po’ più tardi. Sono bovini da carne però: a differenza di quelli da latte, con quelli che ho l’orario può essere più flessibile. L’impegno mattutino è di circa due ore. Poi a pranzo faccio un giro di controllo, e la sera altre due ore. In quest’ultima visita, pulisco e rifaccio il letto”. Il letto? “Nella parte verso le pareti, c’è il letto, fatto di paglia, che loro calpestano. Dormono in questa zona”.

Anna Maria ha gli occhi pieni di luce. “E’ un lavoro che richiede tempo e attenzione, ma che dà tantissime soddisfazioni. Sono felice di aver intrapreso questa attività. Non devi fare i conti, ma tirarti su le maniche, e vivere sino in fondo questa professione, fatta di contatto con gli animali, di cielo aperto, di aria profumata, di erbe e di giornate di sole”.

In lei rivediamo quell’amore per la terra che riecheggia in un celebre componimento di Giovanni Pascoli: “Al rio sottile, di tra vaghe brume / guarda il bove, coi grandi occhi: nel piano / che fugge, a un mare sempre più lontano / migrano l’acque d’un ceruleo fiume / (…) svaria su l’erbe / un gregge a mano a mano / e par la mandra dell’antico nume”.

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