“La recente sentenza del giudice Guidi in materia di lavoro nero sta aprendo un dibattito politico importante sul tema del sostegno familiare alle attività economiche”.
SAN MARINO – La recente sentenza del giudice Guidi in materia di lavoro nero sta aprendo un dibattito politico importante sul tema del sostegno familiare alle attività economiche.
“Prima ad intervenire è la DC – spiega in una nota Civico 10 – che, alla ricerca dei voti delle piccole imprese, subito plaude alla sentenza dimenticando che è stato proprio il suo maggior rappresentante, Francesco Mussoni, grazie anche ai voti dei Consiglieri democristiani, ad inserire nel contestato Decreto Mussoni, non più tardi di tre anni fa, il concetto di “irregolarità” per chiunque si trovi all’interno di un’attività economica non avendone titolo. Quando si dice la coerenza fra le parole e i fatti. Il problema però esiste ed è forte. Come consentire ad imprese individuali, non solo nel settore commerciale, di poter “godere” dell’aiuto, magari saltuario, dei familiari, senza rischiare di prendersi una multa per aver utilizzato lavoro nero? Come contemperare questo con l’esigenza collettiva che tutto sia regolare? Una buona soluzione, a nostro parere, l’aveva trovata il Segretario Iro Belluzzi, non fosse che proprio i suoi colleghi, nella Commissione Finanze di fine Giugno, si sono divertiti a smontargli completamente l’impianto legislativo. Il Segretario aveva previsto, attraverso un meccanismo di “voucher” o buoni lavoro, che questo genere di imprese potessero godere di uno strumento semplice e fruibile per regolarizzare il lavoro occasionale (anche famigliare) al loro interno. Una comunicazione all’ufficio del lavoro, anche on-line, con limiti quantitativi delle ore annue e senza particolari formalità. Nel caso di pensionati, era prevista una decurtazione della pensione in “cambio” del voucher, poiché trattasi comunque di attività lavorativa per quanto in un’impresa di famiglia. Cosa importante, nell’importo dei voucher erano già inserite tasse e contributi. Civico10 aveva presentato in Commissione Finanze diversi emendamenti per migliorare queste disposizioni, alcuni dei quali erano stati accolti. Poi è accaduto il “dietro-front” dei commissari di San Marino Bene Comune: il diktat è stato fermare tutto, eliminare l’ipotesi dei voucher di lavoro e prevedere un rinvio ad un Decreto Delegato. Questo dovrà disciplinare “Il principio della solidarietà familiare nell’ambito di attività economiche, che si esplica attraverso attività di supporto gratuito”. In questo modo è stato introdotto il concetto del lavoro gratuito aprendo il campo a tutta una serie di potenziali e devastanti estensioni del concetto, riducendo le possibilità di lavoro ordinario, consentendo ai pensionati di produrre due redditi e creando una categoria di imprese che potranno godere di norme inesistenti per tutte le altre. Con difficoltà di controllo sempre maggiori per l’ispettorato del lavoro. E’ giusto fornire supporto alle piccole attività ed è giusto consentire di farlo in modo flessibile e senza troppi vincoli. Non è assolutamente giusto che questo venga realizzato senza prevedere tasse, contributi e compensi aprendo la strada ad un utilizzo intensivo di questa modalità di lavoro gratuito, con tutte le conseguenze che ne derivano. Confidiamo che il segretario Belluzzi sappia mantenere la barra a dritta sulla sua linea originaria, per cambiare l’impostazione introdotta, a nostro avviso completamente sbagliata”.