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Che cosa ci aspettiamo dalla politica sammarinese?

da Redazione

Che cosa ci aspettiamo dalla politica, dalla politica sammarinese? La soluzione del rebus è probabilmente racchiusa in questa domanda.

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – Che cosa ci aspettiamo dalla politica? La soluzione del rebus è probabilmente racchiusa in questa domanda.

Ci aspettiamo che la politica compia delle scelte. Che risolva i nostri problemi. E fin qui ci siamo. Ma la questione vera è che alla politica abbiamo demandato impegni che erano anche i nostri, come cittadini, che per semplificarci la vita abbiamo semplicemente scansato, finto di non vedere. Abbiamo scansato responsabilità, anche morali, salvo ora guardare scandalizzati le conseguenze di tanta, troppa libertà.

Tutto questo naturalmente non rende meno severa la nostra critica nei confronti di chi si è elevato all’alto compito di fare politica, ovvero quello di dedicare il proprio impegno per la crescita della polis, la nostra comunità. Infatti dopo anni di gestione a dir poco sciagurata delle risorse di questo Paese, da qualche anno in qua siamo entrati in una fase di maggiore consapevolezza. Ma anche questa presa di coscienza sta portando a risposte troppo lente e quasi sempre insufficienti alle varie problematiche; si pensi solo al debito pubblico che stiamo accumulando (ne parliamo all’interno di questo numero di Fixing), fardello non solo per le future generazioni.

Dalla politica, vuoi per incapacità manifesta, vuoi perché pretese diverse sarebbero in ogni caso eccessive, dovremmo aspettarci  risposte a breve e al massimo a medio termine. Una visione più lunga, più alta, richiede la partecipazione e la spinta di tutti. Perché la politica magari può anche far ripartire l’economia, ma il Paese non può cambiare se non con la partecipazione attiva dei cittadini. È l’uscita dal dedalo, oggi, che dobbiamo trovare. E lo dobbiamo fare unendo le nostre forze.

 

 

Che cosa ci aspettiamo dalla politica? La soluzione del rebus è probabilmente racchiusa in questa domanda.
Ci aspettiamo che la politica compia delle scelte. Che risolva i nostri problemi. E fin qui ci siamo. Ma la questione vera è che alla politica abbiamo demandato impegni che erano anche i nostri, come cittadini, che per semplificarci la vita abbiamo semplicemente scansato, finto di non vedere. Abbiamo scansato responsabilità, anche morali, salvo ora guardare scandalizzati le conseguenze di tanta, troppa libertà.
Tutto questo naturalmente non rende meno severa la nostra critica nei confronti di chi si è elevato all’alto compito di fare politica, ovvero quello di dedicare il proprio impegno per la crescita della polis, la nostra comunità. Infatti dopo anni di gestione a dir poco sciagurata delle risorse di questo Paese, da qualche anno in qua siamo entrati in una fase di maggiore consapevolezza. Ma anche questa presa di coscienza sta portando a risposte troppo lente e quasi sempre insufficienti alle varie problematiche; si pensi solo al debito pubblico che stiamo accumulando (ne parliamo all’interno di questo numero di Fixing), fardello non solo per le future generazioni.
Dalla politica, vuoi per incapacità manifesta, vuoi perché pretese diverse sarebbero in ogni caso eccessive, dovremmo aspettarci  risposte a breve e al massimo a medio termine. Una visione più lunga, più alta, richiede la partecipazione e la spinta di tutti. Perché la politica magari può anche far ripartire l’economia, ma il Paese non può cambiare se non con la partecipazione attiva dei cittadini. È l’uscita dal dedalo, oggi, che dobbiamo trovare. E lo dobbiamo fare unendo le nostre forze.
Loris Pironi

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