Home NotizieSan Marino FLI-CSU: Colombini Mobili investe nella Repubblica di San Marino

FLI-CSU: Colombini Mobili investe nella Repubblica di San Marino

da Redazione

I sindacati hanno chiesto e ottenuto dall’importante Gruppo la conferma, anche in questo accordo, di un impegno al mantenimento dei livelli occupazionali.

 

La firma dell’accordo per il trasferimento a San Marino di lavoratori ed impianti per la produzione delle cucine FEBAL e ROSSANA, aziende già acquisite da Colombini Mobili cinque anni fa, è la conclusione di un percorso partito più di 2 anni fa, oltre che l’inizio di un’ulteriore fase di sviluppo dell’occupazione nel Gruppo industriale più importante del Paese.

“Considerando l’indotto – chiariscono i sindacati -, parliamo di quasi 1.000 persone a regime, che ne fanno una delle maggiori aziende del settore, almeno a livello italiano. Allora Colombini ci disse che doveva decidere se svilupparsi a San Marino o fuori, chiedendo di poter migliorare la gestione degli impianti e ridurre il ricorso alla CIG, anche con toni e metodi discutibili, perché la scelta fosse la prima. La trattativa è stata lunga e spigolosa, ma non ci siamo mai posti il problema se fosse o meno un bluff. La posta in gioco era troppo importante. Dal 2015, con l’assorbimento anche del reparto di verniciatura, la Colombini concentrerà tutte le produzioni nei propri stabilimenti sammarinesi. Ci auguriamo che gli impianti vengano utilizzati in pieno per tutto l’arco dell’anno con le iniziative commerciali che il Gruppo sta perseguendo. Il nostro impegno non è finito perché vogliamo tutelare i lavoratori che verranno da Fano, i quali lasceranno un posto di lavoro a tempo indeterminato per uno a termine come frontalieri, così come vogliamo far sì che il turnover e l’ulteriore auspicato sviluppo occupazionale, compatibilmente con l’andamento del fatturato e la riorganizzazione delle attività produttive, siano attuati attraverso le assunzioni di residenti. Per questo abbiamo chiesto e ottenuto da Colombini la conferma anche in questo accordo di un impegno al mantenimento dei livelli occupazionali, nonostante abbia già dimostrato di farlo, come i dati riportati nell’accordo dimostrano. Consideriamo da sempre l’industria manifatturiera il motore di sviluppo dell’economia reale ed oggi – dopo aver perso dal 2008 quasi 1.000 posti di lavoro in questo settore, dei quali solo la metà a causa della crisi perché gli altri se li è mangiati la black list – arrivano i primi risultati che ci confortano. Altre importanti e storiche aziende stanno tuttora investendo a San Marino; hanno fatto decine di assunzioni ed altre ne faranno in un prossimo futuro, invertendo le tendenze statistiche che oggi vedono l’industria il settore a più elevata espansione. Ciò non basta a riassorbire tutti i licenziamenti, che stanno continuando al ritmo di circa 600 all’anno (quest’anno siamo già ad oltre 300) nei vari comparti. Ma senza le industrie, in particolare quelle più grandi e attrezzate ad affrontare questa crisi che sembra non finire mai, saremmo alla disperazione”.

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