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San Marino, le parole del direttore dell’Ufficio del Turismo

da Redazione

Gloria Licini: “Il comparto turistico del Centro storico ha beneficiato negli anni di risorse pubbliche senza investire un soldo neppure per pagarsi le luminarie”.

 

San Marino, le parole del direttore dell’Ufficio del Turismo Gloria Licini.

E’ bello vedere come questo Paese sia pieno di esperti di marketing turistico, che ogni giorno affollano i bar sullo Stradone e i social media, è meno bello vedere partiti e movimenti che cavalcano la polemica senza neppure verificare quello che scrivono ed è ancora meno bello vedere come le associazioni di categoria, che conoscono benissimo i motivi della scelta degli eventi e hanno sempre partecipato all’impostazione dei programmi, decidono di utilizzare questi argomenti per affrontarne altri che hanno in sospeso.

L’Ufficio del Turismo è sempre stato a disposizione di chiunque voglia conoscere cosa si fa per promuovere gli eventi, con le brochure, la cartellonistica, la pubblicità cartacea, il sito web e i social media, e prima di affermare che la promozione e la comunicazione sono inefficienti sarebbe importante verificare realisticamente queste attività in rapporto alle disponibilità economiche. Saremo anche lieti di spiegare i motivi delle scelte legate ad alcuni eventi e le condizioni economiche, unitamente alle richieste degli operatori, che negli ultimi decenni hanno portato a queste scelte.

Quello che è certo ed innegabile è che negli ultimi 30 anni (e parlo “solo” di questi perché ne sono stata partecipe personalmente) la promozione turistica in questo Paese è sempre e solo stata delegata all’ente pubblico e non si sono mai visti investimenti da parte dei privati, tolte alcune, pochissime eccezioni.

In particolare, il comparto turistico del centro storico ha beneficiato in tutti questi anni di risorse economiche pubbliche, quindi di tutti, senza investire un soldo neppure per pagarsi le luminarie natalizie, cosa normalissima non solo in tutto il mondo, ma anche negli altri Castelli della Repubblica. E se manca qualche luminaria nelle vie secondarie infamano il Segretario di Stato, il Dirigente o i vari Funzionari.

Una categoria di operatori che tra l’altro non è mai unita, sempre tutti contro tutti, per cui ogni cosa che si fa in una zona qualunque del centro storico suscita le ire degli operatori delle altre zone e costringe il Segretario di turno a perdere tempo prezioso per mettere tutti d’accordo senza ottenere risultati.

Sono d’accordo sul fatto che non si sarebbe dovuti intervenire con una norma per obbligare i negozi alle aperture serali, perché chiunque abbia un minimo di buon senso dovrebbe capire da solo che un’attività turistica dovrebbe tenere aperto la sera almeno nei mesi di luglio e agosto. I negozi non devono tenere aperto se ci sono i turisti, ma il contrario: i turisti vengono se i negozi sono aperti, come succedeva ogni sera negli anni ’70. Certo che dopo 30 anni di chiusure serali (con le debite, apprezzabili eccezioni), anche durante eventi affollatissimi, non si può pretendere che le prime sere, con temperature tra l’altro autunnali, il centro storico sia affollato. Quest’anno va considerato un investimento e se tutti lavoreremo insieme il risultato nel tempo ci sarà e le risorse pubbliche investite per organizzare gli eventi nel centro storico avrà un senso. Se poi gli operatori ritengono che queste iniziative, attivate da 20 anni a questa parte in accordo con le associazioni di categoria per rispondere alle loro stesse richieste, non siano più valide, basta dirlo e l’Ufficio del Turismo investirà le sempre più esigue risorse in altri settori e forme promozionali che potremo concordare insieme.

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