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San Marino, Assemblea Anis, la relazione del Presidente Emanuel Colombini

da Redazione

San Marino 21 luglio 2014, Assemblea Generale Ordinaria dell’ANIS, il testo integrale della Relazione del Presidente Emanuel Colombini.

 

San Marino 21 luglio 2014, Assemblea Generale Ordinaria dell’ANIS, il testo integrale della Relazione del Presidente Emanuel Colombini.

 

 

ANIS, Assemblea Generale Ordinaria 21 luglio 2014

Relazione del Presidente Emanuel Colombini

 

 

Signore e signori, colleghi imprenditori, illustri ospiti, Segretari di Stato, buon giorno a tutti, e grazie di essere qui con noi oggi.

Questa per la nostra Associazione è una giornata speciale, perché in occasione della nostra Assemblea annuale possiamo ricordare alcuni passi in avanti che sono stati riconosciuti alla Repubblica.

Abbiamo celebrato poche settimane fa la visita del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, a testimonianza del ritrovato rapporto di fiducia e collaborazione.

Non da ultimo, oggi si inaugurerà la nostra nuova sede.

Una sede prestigiosa, consona alle esigenze degli Industriali di San Marino, che vuole essere un punto di riferimento per tutti voi.

Questo momento di “festa” che viviamo insieme non può però non farci pensare alla rotta che la nostra associazione ha deciso di perseguire, come guida propositiva per la creazione di valore e la crescita economica e sociale del Paese.

Mi sto riferendo al Progetto per San Marino, in cui abbiamo descritto il percorso in merito alle principali riforme, che il nostro Paese dovrà affrontare con metodo rigoroso.

Quel metodo tipico delle organizzazioni aziendali da cui noi veniamo.

La situazione economica ancora difficile ci fa riflettere quotidianamente sull’incombente necessità di riuscire a compiere scelte lungimiranti e a perseguirle con coraggio e ambizione.

La situazione di crisi continua ad attanagliare la nostra Repubblica, purtroppo quanto l’Italia ed altri paesi dell’Europa.

In linea generale i vari indicatori confermano l’andamento degli ultimi due anni.

 

 

QUADRO ECONOMICO STABILIZZATO. ORA SERVE LA CRESCITA

Il 2013 è stato un altro anno che può essere archiviato fra quelli in cui le imprese e tutta l’economia hanno continuato a riscontrare grandi difficoltà.

Lo confermano alcuni dei principali indicatori.

Mi riferisco in particolare al nostro Prodotto Interno Lordo, diminuito di ulteriori 3 punti percentuali.

Anche il numero delle imprese si è ridotto rispetto all’anno precedente del 2,3%.

Così come l’occupazione ha perso quasi un altro punto e mezzo. Con una inevitabile ricaduta sul conto degli ammortizzatori sociali che registra nuovamente un passivo di 9,4 milioni di euro su un bilancio di 22,5 milioni (un disequilibrio di quasi il 42%).

Il Bilancio dello Stato anche quest’anno si chiude con un segno negativo di oltre 24 milioni di euro. Il debito complessivo del Paese è giunto al 22,10% del PIL: una tendenza che deve essere invertita quanto prima.

Per il 2014 gli indicatori sono tutti stazionari. In compenso gli eventi positivi degli ultimi mesi (l’uscita dalla black list, l’entrata in vigore dell’accordo contro le doppie imposizioni, la ratifica dell’accordo di cooperazione economica), unitamente a una serie di interventi di attrazione degli investimenti – alcuni già in essere, altri in via di definizione – ci fanno credere in una inversione di tendenza.

Abbiamo rimosso le variabili esterne che fino a ieri ci opprimevano.

Adesso il futuro del Paese è nelle nostre mani.

 

 

LA NOSTRA CRESCITA, CON L’ITALIA

San Marino vuole tornare a crescere. E questo può essere più facile se nel contempo cresce anche l’Italia.

Quello che ci lega è più di un rapporto di amicizia sancito dal trattato del 1939 e ribadito dalla recente visita del Presidente Napolitano.

Quello che unisce Italia e San Marino è un destino comune.

Qualcosa che va molto oltre le semplici dinamiche di mercato, il normale rapporto tra vicini, le questioni di opportunità e quelle di contingenza.

San Marino e l’Italia condividono una parte della propria storia. Alcuni vizi, tante virtù.

Abbiamo molto in comune. Eppure siamo diversi.

La nostra Repubblica ha peculiarità forti, elementi importanti che la contraddistinguono, caratteristiche specifiche che possono favorire una nuova fase di crescita economica, quella che tutti auspichiamo.

E i frutti, appunto, di una San Marino tornata finalmente a crescere, avvantaggeranno anche i territori limitrofi.

Ecco perché sostengo da sempre che l’Italia ci deve considerare una risorsa, una opportunità.

Ecco perché ribadisco che non ci deve vedere come un competitor, ma piuttosto come un valore aggiunto su cui fare leva, è il modello di “coopetition” quello che ci deve ispirare.

Non pensiamo soltanto alle aziende che occupano oltre 5 mila lavoratori italiani, oppure alle spese dei sammarinesi, imprese e cittadini, fuori confine.

È una questione di progetti in comune. Parlo del Parco Scientifico e Tecnologico, che dovrebbe arricchirsi di imprese ad alto valore aggiunto. Dell’Aeroporto Internazionale Federico Fellini, nevralgico per noi e per la costa romagnola.

Ma parlo anche di tutta una serie di sinergie potenziali indicate, comparto per comparto, nell’Accordo di Cooperazione Economica.

Insomma, la possibilità di mettere a sistema le nostre differenze, le nostre rispettive specificità, sono molteplici. Basta volerlo.

Dobbiamo competere insieme, e non divisi.

Solo così potremo iniziare una nuova pagina della nostra storia.

 

 

SAN MARINO E L’EUROPA: IN MARCIA

La pagina, però San Marino l’ha già voltata. Quando ha scelto la trasparenza. La collaborazione. Il dialogo con gli organismi internazionali.

Le Istituzioni mondiali si fidano di noi. E fanno bene aggiungo, perché il percorso che abbiamo iniziato – peraltro prima di altri Stati piccoli e grandi che si trovavano sulla nostra stessa rotta – lo stiamo portando avanti con decisione e convinzione.

Un percorso che ci porta inevitabilmente sempre più vicini all’Unione Europea. La linea scelta di un Accordo di Associazione con l’UE è una soluzione concreta e praticabile. Nell’impossibilità, per i Piccoli Stati, di entrare a tutti gli effetti nell’Unione o nello Spazio Economico Europeo, l’Accordo di Associazione dovrà consentire di partecipare senza più barriere al mercato comune e di cooperare in alcuni specifici settori.

Regolamentando la conservazione della nostra identità di piccolo Stato rispetto alle quattro libertà fondamentali dell’Unione Europea.

Attenzione però: occorre essere davvero bravi, al tavolo della trattativa, per ottenere le migliori condizioni possibili.

Per questo chiediamo di scegliere le migliori competenze e utilizzare le risorse necessarie per questa decisiva partita.

 

 

SI RIPARTA DAL SETTORE MANIFATTURIERO

Per troppo tempo si è coltivata l’idea, e non soltanto nel nostro Paese, che l’economia, puntando sui servizi e sulla finanza, avrebbe continuato a viaggiare col vento in poppa. Oggi che abbiamo avuto la conferma del fatto che queste valutazioni si sono rivelate decisamente precipitose, abbiamo ricominciato a dare il giusto peso al ruolo della produzione manifatturiera.

Siamo parte in causa, naturalmente, e pur consapevoli di quanto abbia sofferto il nostro settore, non possiamo che ribadire la necessità di far ripartire l’economia di San Marino puntando proprio sull’industria.

È e resta una leva importante per la competitività del nostro sistema e per la tenuta occupazionale.

Il comparto manifatturiero può crescere solo conquistando quote sempre più rilevanti sui mercati internazionali. Per questo occorre fare sistema e sviluppare reti d’impresa.

Il nostro auspicio è di migliorare sempre più la collaborazione con le Segreterie di Stato, le rappresentanze diplomatiche e Camera di Commercio per promuovere le imprese sammarinesi nel mondo attraverso incontri istituzionali con imprenditori esteri.

E’ chiaro a tutti noi che dobbiamo essere sempre più competitivi, come sistema, come imprese.

Dal nostro punto di vista sono necessarie ulteriori misure volte alla crescita degli investimenti in innovazione, ricerca & sviluppo, per la valorizzazione della risorsa umana e per raggiungere nuovi mercati.

Non ultimo, lo sviluppo di infrastrutture su cui nel nostro Paese si può migliorare davvero tanto.

Il settore manifatturiero, a San Marino, ha ancora margini di crescita.

E ANIS è pronta a fare la sua parte.

 

 

SETTORE IMMOBILIARE: INTERVENTI PER IL RILANCIO

Guardando al futuro, occorre restare con i piedi per terra. Il settore dell’edilizia, e in generale quello immobiliare, sta attraversando una crisi profondissima.

E’ interesse comune far ripartire il mercato immobiliare, con valori al metro quadro calati di oltre il 20% in tre soli anni e con prezzi decisamente inferiori rispetto alle realtà limitrofe. L’immobiliare è un settore nevralgico e trasversale perché riguarda tutti: chi ci lavora, le imprese e soprattutto i patrimoni delle famiglie.

Da tempo chiediamo una serie di interventi per il rilancio del comparto. Mirati ed efficaci.

Occorre prendere in mano la situazione, una volta per tutte.

Suggeriamo, ad esempio, di consentire piccoli ampliamenti delle unità immobiliari, di mettere in campo maggiori risorse per gli incentivi all’edilizia e per chi riqualifica le proprie unità immobiliari come ad esempio la riduzione dell’imposta monofase.

Di aprire le porte del mercato ai non residenti a scopo turistico e di lavoro.

Di ridefinire le aree urbanistiche per favorire lo sviluppo del comparto commerciale.

 

 

GLI ALTRI SETTORI DA POTENZIARE

Non voglio entrare troppo in profondità nell’analisi degli altri comparti, però qualche riflessione è d’obbligo.

Il settore bancario-finanziario è cruciale per lo sviluppo del Paese ma nel contempo è anche un supporto fondamentale per le imprese, in termini di credito e liquidità.

Per questo motivo chiediamo al sistema un impegno straordinario per aiutare le imprese a superare le attuali difficoltà. Perché ogni singola impresa rappresenta un valore per il nostro futuro.

Chiediamo anche che questo impegno sia sostenuto dal Governo e da Banca Centrale consentendo agli istituti di credito di poter acquisire e conservare, senza gli attuali rigidi vincoli di tempo, gli immobili strumentali di quelle imprese che, sollevate da questi costi, potrebbero ripartire sul mercato.

In ambito turistico e commerciale San Marino ha una vocazione naturale che può essere ulteriormente valorizzata.

Tante le idee per rendere il paese sempre più accogliente e ospitale nel quale soggiornare. Pensiamo a un Centro Storico ricco di iniziative ed eventi, un’offerta commerciale ulteriormente arricchita e proposte enogastronomiche delle eccellenze del nostro territorio.

Forse è il caso di realizzarne subito qualcuna.

 

 

METTIAMO A VALORE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

La pubblica amministrazione, per una piccola realtà come la nostra, può essere realmente snella, a basso impatto burocratico e altamente informatizzata. Deve essere un vantaggio competitivo. In questo senso apprezziamo davvero tanto i passi in avanti compiuti nella modernizzazione di alcune importanti procedure amministrative come ad esempio quelle relative al fisco, alle licenze d’esercizio, all’ISS e al mercato del lavoro. Questo però deve essere accompagnato da una profonda riorganizzazione degli uffici.

Da parte nostra crediamo che lo Stato dovrebbe occuparsi di definire gli standard con cui intendono erogare con efficienza servizi ai cittadini e alle imprese. Uscire dai settori a mercato – dove di fatto non è competitivo – per dedicarsi esclusivamente alle funzioni di programmazione e controllo. Garantire la piena autonomia dell’amministrazione pubblica che dovrebbe assumere una dimensione più contenuta e arricchita nelle competenze.

Consapevoli che l’attuale costo non è più sostenibile, nell’ambito della spending review ci aspettiamo una netta riduzione dei costi di gestione e una azione più incisiva sul fronte della lotta agli sprechi.

Lo studio delle criticità è già stato fatto.

Gli interventi necessari a questo punto sono chiari a tutti.

 

 

PER UNA CULTURA DELLA LEGALITA’

In questi anni abbiamo proposto di riflettere seriamente e di assumere concrete, coerenti decisioni per far crescere nel Paese la cultura della legalità, del merito, della sana competizione, della lotta al malaffare.

Ci sono diverse vicende che hanno danneggiato e danneggiano il Paese, anche in maniera devastante. Di fronte a questi casi è giusto pretendere di conoscere la verità dei fatti e accertare le responsabilità.

La magistratura deve avere il supporto e il sostegno di tutti, e noi non facciamo certo mancare il nostro.

Il momento è davvero delicato.

La politica ha il compito fondamentale di far voltare pagina al Paese.

Porre al centro l’etica e la trasparenza, di interrogarsi sul suo futuro. E sul futuro del Paese.

E allora si intervenga con decisione sul contrasto alla corruzione, sulle situazioni di commistione tra politica e affari dove a prevalere non è certo l’interesse pubblico.

 

 

IL PROBLEMA DEGLI APPALTI E DELLE CONCESSIONI PUBBLICHE

C’è la necessità di ridurre i costi della pubblica amministrazione. Di cui ho appena parlato.

A questo è strettamente correlato il tema degli appalti pubblici e delle concessioni pubbliche.

C’era un chiaro impegno del Governo a produrre una legge di riforma entro il 30 giugno.

Gli appalti pubblici rappresentano una importante opportunità, ma tra le norme che li regolano non è facile districarsi.

La normativa attuale è carente e incompleta.

Le singole stazioni appaltanti e gli accordi convenzionali dello Stato non hanno regolamenti omogenei tra loro.

In questo modo c’è il rischio concreto che si verifichino irregolarità o, peggio ancora, casi di corruzione.

Possiamo provare a mettere in campo un sistema qualificante. Pensiamo a una patente a punti per le imprese che premi chi è puntuale nella consegna delle opere o nell’esecuzione dei servizi e nel rispetto dei costi previsti.

Con penalità per chi sfora e l’esclusione in caso di corruzione o truffa.

 

 

OGGI E DOMANI: MERCATO DEL LAVORO E PENSIONI

Mi avvicino alle conclusioni parlando della riforma del mercato del lavoro.

È un tassello fondamentale per la ripresa economica.

Dopo anni in cui la disoccupazione a San Marino è stata fondamentalmente fisiologica, oggi ci troviamo ad affrontare un problema concreto.

È evidente che innanzitutto occorra favorire la nascita di nuove imprese.

Poi però servono anche reali politiche attive del lavoro. Che permettano ai lavoratori di aggiornare le proprie conoscenze in modo da poter rispondere alle esigenze delle imprese. Non ultimo, che stimolino e sviluppino qualità e capacità imprenditoriali.

Ma anche questo non basta.

In questo contesto s’inserisce la riforma che il Governo sta predisponendo.

Dal nostro punto di vista il collocamento non dovrebbe essere esclusiva funzione pubblica per svolgere al meglio il delicato compito di mettere in relazione la domanda e l’offerta di lavoro.

Strettamente correlato al tema del lavoro e della disoccupazione vi è quello della sostenibilità del sistema pensionistico.

Occorre passare definitivamente dal sistema retributivo a quello contributivo. Per poter assicurare, in futuro, il diritto a una pensione dignitosa anche a chi entra nel mondo del lavoro soltanto oggi.

 

 

RELAZIONI SINDACALI TRA RINNOVI E RAPPRESENTATIVITÀ

A fine anno scade il contratto di lavoro del settore industriale, mentre sono in attesa di una soluzione di rinnovo anche i settori dei Servizi, Bancario ed Edile.

Su tutti i fronti, siamo impegnati con i sindacati in un confronto costruttivo per cercare di dare una risposta ai problemi delle imprese e dei lavoratori.

Dobbiamo continuare su questa strada e concretizzare al più presto i rinnovi contrattuali, compreso quello del settore industria.

Vi è poi la questione irrisolta della rappresentatività che va affrontata con maggiore determinazione perché è un fatto fondante di democrazia e di certezza delle norme.

La Segreteria al Lavoro proprio in questi giorni ha convocato le parti per proporre un accordo che porti a un aggiornamento della legge.

È una questione che non riguarda solo i rapporti tra associazioni, ma anche la vita quotidiana delle imprese.

 

 

IL RUOLO DELLA POLITICA, PER LA CRESCITA

Il Governo e la politica hanno compiuto scelte importanti, in questi anni.

Tutte le norme sulla trasparenza e di adeguamento agli standard internazionali, l’uscita dalla black list. La spending review. La riforma tributaria. La Legge Sviluppo. La Legge sulle licenze.

Lo studio delle norme per l’introduzione dell’IVA e quello per la definizione dell’accordo di Associazione con la UE.

C’è però ancora molto da fare.

Dobbiamo diventare, come Paese, sempre più efficaci ed efficienti.

Se gli strumenti di cui ci siamo dotati non sono sufficienti, vanno cambiati.

Migliorati. Potenziati.

A questo punto vorrei chiarire un concetto.

Il nostro rapporto con la politica, e con il Governo in particolare, è da sempre di fattiva collaborazione.

Tuttavia non possiamo ignorare che in diverse occasioni vi sono state e vi sono differenti visioni su temi sostanziali. Come la gestione della PA, l’assenza di un Piano Strategico di Sviluppo. Il metodo di lavoro e il “timing” delle risposte ai vari problemi.

Ma anche il ruolo dello Stato nella nostra economia, davvero troppo presente.

In ambito economico le nostre idee sono note, per cui non mi dilungo: continueremo a portare il nostro contributo, come abbiamo sempre fatto, ai tavoli di confronto e nelle sedi preposte.

Noi tutti però siamo chiamati ad un maggiore impegno perché le questioni da affrontare sono molteplici e complesse. I membri del Consiglio Grande e Generale e del Congresso di Stato hanno la responsabilità istituzionale di affrontare e risolvere le diverse problematiche del Paese.

Di ricercare soluzioni che comincino con l’ascolto.

L’ascolto non soltanto del proprio schieramento politico di appartenenza, ma della società civile in modo particolare.

Perché in questo periodo di grandi cambiamenti, anche la società civile è cambiata.

È cambiato il modo in cui percepiamo e valutiamo gli eventi.

Sono cambiate le attese, il desiderio di partecipazione.

È importante far crescere nel nostro Paese una nuova cultura della responsabilità, del merito, dell’impegno.

Elevare il senso di appartenenza alla nostra comunità, anche con iniziative concrete rivolte ai nostri giovani, a partire dalla scuola.

In questo contesto crediamo sia giunto il momento di affrontare specifiche riforme istituzionali. Per superare l’attuale gestione collegiale dell’azione del Governo, assegnando specifiche precise responsabilità anche di coordinamento ad un unico Segretario di Stato.

Inoltre proponiamo di rivedere e implementare i compiti, l’autonomia e i ruoli di controllo in particolare sull’azione del Governo che deve essere garantita allo schieramento vincente.

E certamente occorre anche rivedere il sistema delle nomine e le regole di gestione delle commissione pubbliche così come quelle dei consigli di amministrazione delle aziende partecipate dallo Stato.

 

 

COME VOGLIAMO LA SAN MARINO DEL 2020

Ora dobbiamo porci una sola, semplice domanda.

Che cosa vogliamo diventare?

La nostra Associazione da tempo chiede di mettere in campo un vero e proprio piano strategico pluriennale.

Occorre decidere i passaggi attraverso i quali far crescere le nostre imprese, la nostra economia, tutto il Paese.

È questa la vera, grande sfida.

Soltanto con un Piano Strategico condiviso, lungimirante, coraggioso, possiamo davvero costruire la San Marino del futuro.

Uno Stato in cui sia bello vivere, sia facile e conveniente fare impresa.

Uno Stato che facilita la vita degli operatori economici, a burocrazia zero, attento al territorio e all’ambiente.

Uno Stato dove è garantita la certezza del diritto.

Vogliamo che la nostra Repubblica sia in grado di offrire serie opportunità lavorative ai giovani, in tutti gli ambiti, che abbia le risorse per assicurare una vita serena ai nostri anziani. Vogliamo che San Marino sia conosciuta, in Italia e nel mondo, per la sua storia e le sue bellezze.

Vogliamo una San Marino più attraente, in tutti i sensi in cui questa parola si può declinare.

È una visione, quella che vi propongo.

Mi rendo conto che ci aspetta un’enorme mole di lavoro. E il tempo è una variabile decisiva.

Ho un forte senso di appartenenza al Paese e sono abituato a pensare con la concretezza del fare impresa: è con questa energia, con questa passione, che mi piace prefigurare scenari e obiettivi di alto profilo.

In questo momento così difficile gli imprenditori e l’ANIS continueranno a impegnare tutte le proprie forze per tutelare non solo le imprese, ma gli interessi generali del Paese.

Come imprenditori noi mettiamo nel nostro mestiere, tutti i giorni, passione e coraggio.

E se con la stessa passione e lo stesso coraggio, come Paese, riusciremo a programmare le nostre scelte con lungimiranza, e se saremo capaci di essere concreti, allora potremo davvero vincere la sfida più difficile.

Quella del cambiamento.

Grazie.

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