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“Cerchiamo di promuovere l’offerta di San Marino”

da Redazione

Il segretario Teodoro Lonfernini risponde alle polemiche sull’apertura serale dei negozi. L’ordine del giorno presentato da C10 verrà discusso a settembre. A fine estate…

 

Al segretario di Stato al turismo Teodoro Lonfernini basta una battuta per parare e controbattere l’affondo – con tanto di ordine del giorno presentato in Consiglio Grande e Generale nei giorni scorsi – firmato da Civico 10 sull’apertura serale dei negozi in centro. Andrea Zafferani di C10 in CGG ha detto che “sull’obbligo di apertura serale” Civico 10 non era “contro a livello pregiudiziale” in quanto “si trattava di una scelta forte da accompagnare con politiche collaterali: comunicazione, eventi di qualità, incentivi”. C10 ha chiesto “di sospendere il decreto per manifesta inefficacia delle politiche di contorno: abbiamo visto tutti qual è la situazione nel centro storico, incaponirsi non ha senso. Sarebbe autolesionista e ingiusto, un’esposizione muscolare di forza quando non c’è nessuno in giro”.

Da manuale – e lo scriviamo senza ironia, anzi – la risposta del Segretario Lonfernini. Una stilettata: “Come ogni odg, non viene discusso durante la seduta in corso ma in quella successiva, quindi nel mese di settembre”.

E quindi a bocce ferme, a fine estate, quando i clamori si saranno già affievoliti.

Ma facciamo un salto all’indietro e ripercorriamo cos’è successo. Qualche mese fa, attraverso la delibera numero 17 del 7 maggio 2014, è stata sancito l’obbligo di “apertura serale è disposto per n. 27 giorni totali , non strettamente continuativi, dalle 21 alle 23” per una serie di eventi, come “Estate in Centro”, le “Giornate Medievali”, lo SMIAF e l’Etnofestival.

Quasi immediata l’alzata di scudi dei commercianti – OSLA, USC e USOT, in una nota congiunta, hanno rimarcato che “durante la prima serata (i primi di luglio, ndr) il bilancio dei flussi è stato desolante per presenze e incassi” – incalzati anche da alcuni media locali, che hanno cavalcato l’onda della protesta.

Non contenti, il disappunto è rimbalzato anche su Facebook: fotografie del centro storico deserto, con i conseguenti (e nefasti) “mi piace”.  

Forse non pienamente consci del potere mediatico dei social – pubblicare foto e commenti negativi ha un effetto boomerang -, prima di dare la parola al segretario, proponiamo un elemento di riflessione, e invitiamo i commercianti a fare un giro in Romagna (anche a Santarcangelo, che in occasione del Festival dei Teatri i negozi rimangono aperti anche dopo le 23), o nella tanto declamata Toscana, giusto per fare due esempi.

Perché fuori dal Titano questo piano strategico – limitato anche solo ai mesi estivi – funziona e sul Monte invece accende polemiche a non finire? Premesso che comunicare negativamente verso l’esterno è un danno d’immagine non calcolabile, l’effetto che si sta creando è del tutto simile a quello del cane che si morde la coda.

Crediamo che qualche piccolo sacrificio – in termini di orari – per rilanciare il sistema-Paese e far rivivere l’economia si possa fare. Occorre però un cambio culturale, uno scatto in avanti di mentalità. Con le vetrine illuminate, i negozi aperti e magari un po’ di clemenza di Giove Pluvio, affiancati a un cartellone estivo di eventi accattivante, i turisti a San Marino, la sera, ci vengono volentieri.  

Dopo questa doverosa riflessione, ospitiamo le parole del segretario al Turismo. Come detto, le associazioni, anche sul social media, non hanno digerito l’obbligo di apertura serale dei negozi del centro storico.

“Siamo lontani dalla volontà di cambiare la strada intrapresa – rimarca Teodoro Lonfernini -. L’immagine di ‘deserto storico’ che è uscita è decisamente fuorviante. Non so se questi attacchi e queste lamentele siano controproducenti per il sistema: di certo sono poco gradevoli, e creano qualche irritazione. Noi cerchiamo di promuovere l’offerta e l’immagine del Titano, altri invece cercano di disincentivarla”.

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