Sulla stampa di mercoledì scorso il governo illustrava alla cittadinanza la dieta dimagrante della Pubblica Amministrazione annunciando la riduzione di circa 200 dipendenti, dei quali più di 80 solo all’ISS. Non mi dilungo sulla inopportunità del tono un po’ troppo compiaciuto usato dai Segretari di Stato per lanciare la notizia, lascio ogni commento alla comprensibile amarezza delle persone coinvolte loro malgrado dal provvedimento e che presto perderanno il lavoro.
Mi permetto però di sollevare la questione di una recente manovra sugli incarichi presso il nostro ospedale che, alla luce della nuova crociata governativa sul contenimento della spesa, lascia per lo meno perplessi.
Mi riferisco alla accidentata ricopertura del posto di medico legale e fiscale, vacante dopo l’allontanamento per raggiunti limiti d’età del precedente titolare che svolgeva l’incarico in ragione di una convenzione rinnovatagli per ulteriori tre anni pochi mesi prima del suo forzato allontanamento. Ci auguriamo che l’interruzione anticipata della convenzione non comporti penalità – e dunque ulteriori costi – a carico della parte pubblica, perché già ci sarebbe da questionare sui limiti d’età. L’ISS infatti stipula analoghe convenzioni anche con persone di età più matura di quella così tempestivamente liquidata e – paradossalmente – questo si è verificato proprio nel caso delle funzioni che la riguardavano.
Ciò che interessa chiarire è a quale logica di risparmio risponda un’operazione che oggi paga due professionisti invece di uno per svolgere lo stesso lavoro. Mi risulta infatti che l’attuale medico fiscale non si occupi di medicina legale, e che sia stato necessario rivolgersi a un altro professionista, ovviamente pagandolo e dunque con un incomprensibile aggravio dei costi a carico dell’ISS.
La stessa ricopertura del ruolo di medico legale e fiscale è avvenuta con una discutibile modalità a ricaduta: trasferendovi il precedente direttore sanitario dell’ospedale al quale, a sua volta, si è avvicendato un altro funzionario, dando origine a una catena di nomine a risalita che ha certamente creato disfunzioni e ritardi nella ordinaria attività di tutti i servizi interessati.
Da parte degli organismi direttivi dell’ISS non risultano lamentele sull’operato dell’ex medico fiscale e legale e nemmeno su quello dell’ex direttore sanitario dell’ospedale, quindi, mancato l’obiettivo del risparmio e con l’aggravante di una inutile destabilizzazione delle attività quando dovrebbero essere al massimo della loro efficienza, resta il fondato sospetto che all’origine di tutto ci sia il solito tributo alla colonizzazione clientelare del lavoro pubblico, specie in ruoli importanti e delicati come quelli in discussione.
Altro che spending review e autonomia della PA, evidentemente le segreterie di alcuni partiti di maggioranza ancora dettano legge in materia di assunzioni nel settore pubblico allargato.
Allo scopo dunque di fare piena luce sulla gestione del personale specialistico e delle figure apicali all’interno dell’ISS, interpello il governo per conoscere:
a) le esatte modalità e i criteri di selezione attraverso i quali si è giunti alla ricopertura del ruolo di medico fiscale, e di direttore sanitario dell’ospedale;
b) a chi sono attualmente affidate le prestazioni della medicina legale, grazie a quali atti e con quali costi;
c) quante prestazioni di medicina legale si sono rese necessarie dalla vacanza del ruolo di medico legale e fiscale fino ad oggi, e con quali costi;
d) quali oneri a carico dell’ISS potrebbero determinarsi per l’anticipata interruzione della convenzione con il precedente titolare dell’incarico di medico legale e fiscale;
e) l’elenco dettagliato delle convenzioni con specialisti deliberate dal Comitato Esecutivo dell’ISS attualmente operative, corredate dai rispettivi costi;
f) i criteri che stanno alla base di tali convenzioni.
Francesca Michelotti