Home FixingFixing San Marino, FondISS in stallo dopo il referendum

San Marino, FondISS in stallo dopo il referendum

da Redazione

I lavoratori versano, ma i rendimenti oggi sono minimi (0,7%). In discussione l’intera filosofia del secondo pilastro.


di Loris Pironi

Che cosa cambia, a San Marino, con la vittoria del “sì” al referendum dello scorso 25 maggio che ha costretto la maggioranza a fare marcia indietro e ad abrogare il Decreto Delegato 29 ottobre 2013 n.151 relativo alla gestione del FondISS?

 

Come avviene: la gestione dei fondi


Il sistema pensionistico sammarinese (primo pilastro) è un sistema a ripartizione, dove sostanzialmente i lavoratori di oggi, versando la propria quota, pagano per i pensionati di oggi. Poiché per comprensibili motivi demografici si tratta di un sistema in sé attualmente insostenibile, a San Marino come del resto in tutti i Paesi occidentali – nel 2011 si è deciso di intervenire con un sistema pensionistico integrativo, il famoso secondo pilastro. Il FondISS è il Fondo di Previdenza Complementare, istituito presso l’ISS con la riforma pensionistica.

I lavoratori e per loro conto le imprese versano ogni mese una quota (quando entrerà a regime nel 2018 si arriverà al 2% versato dal lavoratore e al 2% versato dall’impresa) che finiscono in un fondo specifico, il FondISS appunto.

A differenza del fondo pensionistico del primo pilastro, il fondISS è fondato su un sistema di finanziamento a capitalizzazione, che consiste per ogni iscritto nella creazione di un conto individuale in cui confluiscono i versamenti contributivi. Di fatto è come se il lavoratore sottoscrivesse volta per volta delle quote di un fondo pensionistico, di cui peraltro quotidianamente può controllare – tramite i propri username e password sul sito www.fondiss.sm – l’ammontare delle proprie quote e il valore della singola quota.

Ma continuiamo con il nostro parallelo tra primo e secondo pilastro. Con il primo pilastro i soldi delle pensioni vengono investiti nelle banche sammarinesi (che a loro volta li impiegano in investimenti sui mercati finanziari internazionali, e dunque anche oltre i confini della Repubblica). Il FondISS invece acquista quote di titoli e il valore in età pensionabile dipende dai versamenti effettuati, più i rendimenti ottenuti.

In soldoni, la quota che dovrà tornare nelle tasche del pensionato sammarinese col primo pilastro è ben determinata, con il secondo pilastro varia al variare del valore delle quote.

 

Lo stato delle cose: rendimenti più bassi

 

Il Comitato Amministratore di FondISS aveva emesso un bando pubblico per selezionare una società specializzata cui affidare la gestione amministrativa (e non finanziaria) per il calcolo della quota del fondo. Tale società in seguito all’abrogazione del Decreto 151/2013 non è però più autorizzata ad operare: si è dunque aperta una fase di vuoto normativo, in cui ad essere sfavoriti sono i lavoratori che versano nel FondISS. Questo perché se i soldi continuano comunque a confluire, in attesa di nuove decisioni, ci risulta che tali somme vengano oggi versate in Banca Centrale – scelta conservativa – BCSM corrisponde un tasso minimo pari a circa lo 0,7% quindi ben al di sotto del rendimento potenziale del FondISS. Per avere un termine di paragone, i denari del fondo pensionistico del primo pilastro oggi sono investiti ad un tasso medio di circa il 3%: ecco perché possiamo affermare le quote dei lavoratori sammarinesi hanno un rendimento molto basso.

 

BCSM banca depositaria: ma cosa significa?


La legge istitutiva del FondISS ha assegnato a Banca Centrale di San Marino tre differenti ruoli: quello di advisory, la vigilanza e il compito di banca depositaria. Anche a prima vista appaiono evidenti sovrapposizioni e incompatibilità tra questi ruoli previsti dalla legge: come si può essere nel contempo controllati e controllori?

Essere banca depositaria, ci spiegano gli esperti interpellati a proposito, significa in particolare per BCSM che deve detenere “fisicamente” i titoli. Compito che in teoria, per un fondo strutturato come il FondISS, necessità di una struttura di software per la gestione dei titoli e professionalità che non si giustificano se non con l’amministrazione di cifre di svariate centinaia di milioni di euro.

 

Rimessa in discussione la filosofia del FondISS


Dopo il 25 maggio la filosofia di gestione pensata per il FondISS, una gestione che era sulla falsariga dei criteri abitualmente adottati anche negli altri Paesi, con orizzonti di investimenti di lungo periodo, è stata di fatto rimessa in discussione. Verosimilmente si potrebbe ipotizzare per il FondISS una gestione analoga a quella adottata per il fondo di previdenza ordinaria, ovvero dando il denaro da gestire alle banche locali. Tale scelta impedisce di fatto di sfruttare le competenze delle società specializzate nell’impiego dei fondi pensione che avrebbe garantito il capitale perseguendo rendimenti più performanti, ma qui la cittadinanza si è pronunciata molto chiaramente.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento