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San Marino, venerdì 13 giugno 2014, discorso dei Capitani Reggenti a Giorgio Napolitano

da Redazione

Valeria Ciavatta e Luca Beccari in occasione della Visita di stato di sua Eccellenza il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.

 

SAN MARINO, VENERDI’ 13 GIUGNO 2014

DISCORSO DEGLI ECC.MI CAPITANI REGGENTI

VALERIA CIAVATTA E LUCA BECCARI

IN OCCASIONE DELLA VISITA DI STATO DI SUA ECCELLENZA IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, GIORGIO NAPOLITANO

Con sentimenti di sincera gratitudine e con vivo compiacimento,

la Reggenza è altamente onorata di accogliere a San Marino il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, nell’odierna visita di Stato.

Rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, alla Sua gentile consorte e a tutti i membri della Delegazione che L’accompagna, il nostro più cordiale benvenuto nell’antica Terra della Libertà.

La ringraziamo, Signor Presidente, per il Suo omaggio alle più alte Istituzioni e ai cittadini sammarinesi, per aver prestato sincera attenzione e rispetto istituzionale verso il nostro Paese, per essere stato attivo e convinto sostenitore del rilancio delle relazioni italo sammarinesi.

La sua considerazione è stata particolarmente preziosa per noi, avendo contribuito a far prevalere sentimenti di fiducia e di lealtà reciproci con l’autorevolezza ed il singolare prestigio di chi, oltre a rappresentare una grande nazione, ha dedicato la sua vita ed il suo alto servizio all’Italia, alla democrazia, alla condivisione e all’avvenire comune degli abitanti della regione Europea.

Pur nella solennità e straordinarietà di questo evento, non vogliamo essere retorici nel dire che siamo certi che l’autorità istituzionale e morale da Lei esercitata anche in quello che Lei stessa ha recentemente definito “temporaneo prolungamento del suo mandato”, accettato “fermamente e rigorosamente nell’interesse del Paese”, saràancora fonte di ispirazione per “visioni più aperte… energie innovative e qualità di crescita”.

Con questa visita di Stato, vediamo fortemente rinnovarsi lo spirito di amicizia e fratellanza che sta alla base della Convenzione di Amicizia e di buon vicinato fra i nostri due Paesi e di cui quest’anno celebriamo il 75^ anniversario.

L’amicizia e la fratellanza che legano i nostri popoli hanno origini antiche, sono fondate su forti identità culturali e comuni radici giuridiche e si sono preservate nel tempo nonostante i grandi eventi della storia. Nei momenti più incerti e difficoltosi conseguenti ai mutamenti degli assetti socio-politici in Europa e nella penisola italiana, i nostri popoli hanno dimostrato il senso della più leale fratellanza fornendosi reciproco sostegno e respingendo con forza ogni genere di conflitto.

Ancora oggi, lontani da eventi drammatici e dalle difficoltà del dopoguerra, la nostra amicizia trova un costante rinnovamento nelle numerose collaborazioni sul piano sia bilaterale che multilaterale. A livello locale, dove i fattori di identità culturale sono ancora più marcati e si accompagnano alla concreta condivisione di esperienze, l’amicizia e la fratellanza sono testimoniate dalle numerose cooperazioni e collaborazioni, a livello politico e nei più svariati settori, con realtà pubbliche e private delle Regioni Emilia Romagna e Marche.

Quello di oggi è senza dubbio un evento storico. Sono trascorsi ventiquattro anni dall’ultima visita di Stato a San Marino di un Presidente della Repubblica Italiana. Era l’11 giugno 1990 quando Francesco Cossiga tracciò, in questa stessa Sala –cuore delle istituzioni e della partecipazione dei cittadini alle scelte politiche -la sintesi di una collaborazione particolarmente fervida nelle relazioni bilaterali in una fase storica decisamente differente da quella attuale.

In un quadro globale completamente mutato, entrambi i nostri Paesi stanno vivendo un difficile periodo recessivo che colpisce pesantemente le famiglie, i lavoratori, le imprese.

La Repubblica di San Marino non è immune dalle dinamiche che impongono a tutti gli Stati il superamento di criticità nazionali compatibilmente ad un quadro di regole definite a livello sovranazionale. Il nostro Paese, seppure può ancora vantare indicatori che rivelano uno stato di salute generale dell’economia nella media europea, sta attraversando una fase di contrazione nelle dinamiche di sviluppo e nelle prospettive di competitività. Tale congiuntura deriva anche da una profonda riconversione della nostra economia attuata attraverso l’implementazione degli standards internazionali di cooperazione economica in materia fiscale e finanziaria. Questo periodo di profondo cambiamento, unitamente agli effetti della crisi economica globale, ha generato una comprensibile perdita di performance del nostro sistema e ha aperto una generale sfida di riposizionamento sulla quale il Paese si sta misurando.

Il riconoscimento ricevuto dai più importanti organismi sovranazionali sulla conformità ai citati standards, ci permette oggi di presentarci alla comunità internazionale come un Paese in grado di offrire le adeguate garanzie di cooperazione alla base della costruzione di rapporti economici che favoriscano uno sviluppo attraverso l’allargamento dei nostri mercati di riferimento, e più in generale, una maggiore internazionalizzazione della nostra economia.

Non da ultimo e non meno importante, il riconoscimento italiano di tali adeguamenti rappresenta per noi il traguardo più importante che ci permette di guardare al futuro con maggiore ottimismo nella consapevolezza che le relazioni economiche con il nostro maggiore partner potranno rafforzarsi con mutui benefici per le economie di entrambi i Paesi.

Il delicato ed impegnativo percorso compiuto dal nostro Paese, ha richiesto l’apporto ed il sostegno convinto e corale di tutta la società sammarinese, vincendo resistenze e paure che sono state in qualche modo alimentate anche da una fase di difficoltà, che ormai possiamo registrare come definitivamente superata; difficoltà senz’altro conseguenza di un globale ridisegno delle linee guida internazionali sui temi della fiscalità, e più in generale, degli investimenti transfrontalieri, le quali hanno inevitabilmente condizionato il rapporto bilaterale fra i nostri Stati.

Va però rimarcato che le autorità italosammarinesi, hanno continuato nel frattempo, un fecondo confronto che ha consentito di conoscere reciprocamente e di affrontare le esigenze e le problematiche considerate prioritarie, con la firma di intese importanti e utili.

Ciò è dovuto ad una amicizia profondamente radicata che porta ad un dialogo “naturale” fra i nostri Paesi, ma è dovuto anche all’universale riconoscimento che la sovranità della Repubblica di San Marino, gelosamente custodita nei secoli e di cui siamo fieri rappresentanti, è un unicum prezioso nella storia e nell’attualità del continente europeo. Le stesse relazioni con l’Italia hanno contribuito alla permanenza di quella che l’UNESCO ha dichiarato “l’unica città-stato”, “testimonianza eccezionale dell’istituzione di una democrazia” e di “una tradizione culturale vivente che perdura da mille settecento anni”.

La storia delle relazioni Italia San Marino è costellata di accordi. Soprattutto le nuo ve recenti intese hanno arricchito il quadro delineato dalla Convenzione del 1939, e ristrutturato il sistema normativo comune con reciproci riconoscimenti ed impegni. I sentimenti di fiducia nelle prospettive di rilancio dei rapporti economici fra i nostr i Stati, cui ci siamo pocanzi riferiti, sono stati ulteriormente rafforzati grazie alla firma che Ella ha apposto, solo qualche giorno fa, all’atto di ratifica dell’Accordo di Cooperazione Economica, e dalla attenzione che il Parlamento italiano ha recente mente riservato e sta riservando agli Accordi in materia di collaborazione finanziaria e di cooperazione per la prevenzione e la repressione della criminalità. Attendiamo ora con altrettanta fiducia l’imminente completamento dell’iter di ratifica, già nel le sue fasi finali, di queste due intese strategiche per la realizzazione del nuovo modello di rapporti e impegni comuni che insieme abbiamo costruito e che Lei stessa, Signor Presidente, ha favorito.

Le profonde modifiche intervenute hanno consentito di trasferire dal piano dei rapporti personali quel dialogo costante, che ha sempre dato esiti positivi, al più stabile piano del rapporto istituzionale.

Riteniamo infatti che la natura fortemente istituzionale di un dialogo permanente, debba essere privilegiata quale presupposto del rapporto dialettico fra Stati sovrani, quale garanzia di certezza e continuità, quale cornice di riferimento e di impulso alla cooperazione fra le rispettive amministrazioni e alla realizzazione di comuni progetti a tutti i livelli. La nostra economia ha sempre generato ricadute positive anche a favore dei territori limitrofi.

Ne sono esempio l’elevato numero di lavoratori frontalieri occupati in territorio e le numerose opportunità di lavoro offerte alle imprese del circondario. Inoltre la Repubblica di San Marino è impegnata nello sviluppo di progetti e di iniziative con le realtà confinanti, quale vero e proprio fattore dinamico anche per le loro economie. Citiamo, ad esempio, la collaborazione in campo aeroportuale, la realizzazione del Parco Scientifico e Tecnologico San Marino Italia e le numerose collaborazioni in campo sanitario, culturale, turistico e sportivo.

Entrambi i nostri Paesi sono impegnati nella ricerca di soluzioni atte a creare nuove prospettive alle aspirazioni delle giovani generazioni, troppo spesso schiacciate nelle dinamiche socioeconomiche. A tal riguardo, molto può e deve essere fatto utilizzando le potenzialità dell’Europa unita su cui devono poter contare “le nostre generazioni più giovani”… “per formarsi moralmente e per operare guardando al futuro” (come nella Sua citazione di Altiero Spinelli).

Cogliamo l’occasione, signor Presidente, per formulare, Suo tramite, i migliori auspici al Governo Italiano per l’imminente assunzione della Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. Siamo certi che l’Italia, dopo aver partecipato alla fondazione dell’Unione Europea, saprà infondere nuovo vigore a quei principi di comune cultura e civiltà che costituiscono le basi dell’Unione stessa, e saprà offrire un contributo fondamentale al preminente ruolo del nostro Continente nello scenario mondiale.

Il nostro Paese, situato nel cuore dell’Europa, sta compiendo un percorso di integrazione nell’Unione con la volontà di condividere esperienze e di misurarsi portando un punto di vista originale, con la modestia che uno Stato di ridotte dimensioni deve sempre tenere presente ma anche con la fierezza di rappresentare un patrimonio identitario dai caratteri distintivi e i valori di una democrazia partecipata e vissuta direttamente dai cittadini. Nell’articolato confronto con le Istituzioni comunitarie, siamo certi che l’Italia sarà al nostro fianco e darà il suo sostegno al conseguimento delle forme e condizioni di integrazioni più favorevoli per la nostra cittadinanza.

La nostra presenza nel Consiglio d’Europa, nelle Nazioni Unite e negli altri organismi sovranazionali ci ha visto impegnati nel promuovere la pace ed il dialogo interculturale, nel difendere i diritti umani, nel favorire la difesa dell’ambiente e nel sostenere il diritto internazionale, come riconosciuto, in questa stessa sala poco più di un anno fa, dal Segretario Generale delle Nazioni Unite. Il comprensibile orgoglio di appartenere ad una comunità da sempre indipendente dalle grandi potenze della storia e fondata sulla libertà e partecipazione dei suoi cittadini, ci rende desiderosi di contribuire all’affermazione di questi stessi valori non solo per noi stessi ma anche a favore di altri popoli. Lo stesso orgoglio, Signor Presidente, ci fa amare l’Italia dei cui destini siamo fortemente partecipi.

Il nostro saluto alla più alta carica istituzionale della Repubblica Italiana rappresenta anche un simbolico caloroso abbraccio all’intero Popolo Italiano.

Nuovamente formuliamo l’augurio più affettuoso e sincero, Signor Presidente, per un’altrettanto attiva prosecuzione del Suo alto mandato, unitamente a voti di pace, prosperità e benessere per Lei e per tutti i cittadini italiani.

 

San Marino, 13 giugno 2014/1713 d.F.R.

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