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Editoriale: Per non dimenticare gli errori

da Redazione

La politica delle porte chiuse, che in Italia nei confronti del Titano ha imperato per troppo tempo, da Tremonti in poi, ha provocato gravi danni.

 

di Loris Pironi


Si fa presto a definire storica la visita del Presidente Giorgio Napolitano a San Marino. In fondo giunge al culmine – e a coronamento – di una fase di ripartenza delle relazioni tra i due Stati. Un momento in cui i principali problemi, quelli che hanno attanagliato per anni la nostra Repubblica, sono stati di fatto superati. L’uscita del Titano dalla black list, l’entrata in vigore dell’accordo contro le doppie imposizioni, la recente ratifica dell’accordo di cooperazione economica, i progetti in cui i due Stati sono coinvolti insieme (il martoriato aeroporto e il nascente parco tecnologico). Tutto lascia supporre che la pagina più nera delle relazioni tra i due Stati sia lasciata definitivamente alle spalle.

Poiché la storia qualcosa deve insegnare, è però proprio oggi che occorre riflettere sugli errori e sulle cause che ci hanno portato a toccare il fondo. Nessuno è esente da responsabilità, dall’una e dall’altra parte. A San Marino chi ha amministrato negli anni passati con lassismo e superficialità lasciando ampi varchi per furbi e furbetti di ogni risma, e tutti gli approfittatori che hanno sfruttato tali opportunità. L’Italia invece dal canto suo ha bellamente dimenticato, per lunghi anni, che San Marino è stato, è e sempre sarà una risorsa per l’Italia. La politica delle porte chiuse, che in Italia nei confronti del Titano ha imperato per troppo tempo, da Tremonti in poi, ha provocato gravi danni. E se la situazione doveva essere affrontata, questo “eccesso di cura” ha portato a bruciare un’ampia fetta di economia, e a farne le spese non è stato certo solo San Marino. Oggi ripartire si può, grazie anche all’impegno del Presidente Napolitano. Ma vale la pena non dimenticare.

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