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San Marino, Consiglio Grande e Generale: ratifica dei decreti delegati e decreti legge

da Redazione

Il primo preso in esame è il decreto delegato n. 52 “Riposi compensativi”. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – I lavori consiliari riprendono dalla ratifica dei decreti delegati e decreti legge, tre quelli approvati a maggioranza in mattinata.

Il primo preso in esame è il decreto delegato n. 52 “Riposi compensativi”. Sul testo la maggioranza presenta anche un odg e un emendamento, che dopo il dibattito preliminare viene però ritirato. Rete presenta due emendamenti per abrogare il decreto, entrambi respinti. La ratifica avviene con 27 voti favorevoli e 20 contrari, mentre l’odg collegato viene approvato a maggioranza.

Inizia l’esame di un serie di decreti relativi all’ambito scolastico: ratificati il n.69 – Proroga effetti Decreto Delegato 29 giugno 2010 n.123 – Fabbisogno di personale addetto a funzioni ausiliarie e di supporto operativo nel Settore Pubblico Allargato e il n. 70,Disposizioni applicative dell’articolo 35, comma 5, della Legge 20 dicembre 2013 n.174 per gli esami di Stato delle Scuole;

Infine, i lavori si interrompono al dibattito sul n.72 – Piano di riordino degli assetti scolastici che riprenderà nel pomeriggio.

 

Di seguito un riassunto degli interventi

 

Decreti

 

Decreto Delegato 14 aprile 2014 n. 52 – Riposi compensativi

 

Luigi Mazza, Pdcs: “Il decreto fa seguito alla previsione della Finanziaria sull’esigenza di rivedere la questione dei riposi compensativi. Sono stati introdotti con una legge del 1993 per una particolare tutela legata allo stress da luogo di lavoro. Tre le fattispecie: i riposi compensativi per anzianità di servizio, distacco per stress dopo 5 anni di anzianità, dopo 17 anni di ruolo il trasferimento definitivo in un’altra posizione. Si è applicata a tutti i settori, sono 198 le posizioni che ne beneficiano, ma non tutte rientrano nello stress da lavoro. La spending review ha indicato l’esigenza di affrontare la questione. Come maggioranza abbiamo confermato ai sindacati che non neghiamo il riposo compensativo per le figure previste per legge, coloro che hanno stretto contatto con gli utenti con disagio psichico e fisico. Non per esempio a chi raccoglie gli appuntamenti telefonici. L’istituto va rivisto e ricontrattato con le organizzazioni sindacali e meglio identificato. Dalla maggioranza viene anche un odg per avviare il confronto entro la fine di ottobre per individuare le mansioni che rientrano nei riposi compensativi. C’è il sostegno del sindacato. Lo leggerà Michele Muratori. Chiediamo che venga approvato con il decreto. Venerdì Zeppa di Rete ha affermato che sarebbe meglio evitare vuoti normativi. Il decreto prevede un periodo transitorio fino al 2015. Ma c’è disponibilità a un emendamento che trasformi l’odg in un emendamento aggiuntivo che fissi il principio”.

 

Mimma Zavoli, C10: “Sembra che tutto sia delineato. Abroghiamo i riposi compensativi e l’odg ci rimette mano. Perché si vogliono eliminare? Che l’istituto fosse usato male è una scusa. Chi doveva controllare? Il governo ha preferito abrogare tutto e da ottobre se ne ridiscuterà con l’ennesimo tavolino. I riposi compensativi sono materia contrattuale e non possono essere abrogati in questo modo. La ridefinizione va fatta a monte. La modalità non è in linea con scelte oculate e di progettualità. Basterebbe rivedere la legge e ridefinire le figure che possono beneficare dei riposi”.

 

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Ci sono diversi dubbi. L’attuazione del decreto cosa comporta in termini di risparmio per le casse dello Stato? Noi chiediamo l’abrogazione totale del decreto. L’incontro con i sindacati è avvenuto pochi giorni fa, c’è stato poco confronto. Il decreto richiama un altro decreto, mentre è in dubbio che un odg possa rafforzarlo. Non ha la stessa valenza giuridica e potrebbe non essere realizzato. La cosa più logica e che farebbe meno male sarebbe l’abrogazione del decreto e la stipula di un altro dove si danno dei tempi certi sulla valutazione di tutte le 198 posizioni che usufruiscono dei riposi compensativi. Chiedo che i nostri emendamenti vengano accettati”.

 

Francesca Michelotti, Su: “Sono d’accordo all’istituto del riposo compensativo in quelle situazioni di lavoro molto stressanti. Ma vorrei sottolineare che il decreto è del tutto al di fuori da quanto previsto dalla delega data. I sindacati hanno sottolineato che non c’è stato confronto, ma solo un incontro preliminare con il comitato esecutivo dell’Iss. Si dice che l’istituto verrà rivisto, ma il decreto abroga e basta. L’ipotesi dell’emendamento aggiuntivo è più vincolante, ma non credo ci possa essere un rimando a un altro decreto. Invece di fare pastrocchi è meglio un odg. Ma potrebbe rimanere sulla carta, come successo molte volte. Allora o si manda in scadenza il decreto o lo si ritira”.

 

Michele Muratori, Psd: “Non siamo fuori tempo limite e sono fuori discussione la validità e la bontà dei riposi compensativi. Non vogliamo eliminarli ma fare chiarezza. Abbiamo un emendamento aggiuntivo rafforzativo dell’odg presentato ai sindacati. Leggo l’odg: considerato l’articolo 6 della legge…del 1993 che istitutiva i riposi compensativi… considerato altresì che sono stati estesi a varie categorie di lavoratori del sociosanitario…valutato la legge finanziaria 2013…si dà mandato al governo di attivare entro ottobre un confronto con i sindacati per definire le categorie di operatori che…possono necessitare dei riposi compensativi e formulare una nuova proposta… L’impegno della maggioranza è evidente. C’è anche un emendamento rafforzativo. Se è un problema possiamo ritirarlo e andare avanti sull’odg. Ma non facciamo strumentalizzazioni”.

 

Roberto Ciavatta, Rete: “Spesso le deleghe non vengono ottemperate. Ci sono due grandi problemi: dato che i riposi compensativi non vengono utilizzati in maniera ragionevole, allora puniamo tutti. Invece di individuare i responsabili. Inoltre la decretazione: si lavora solo per decreti delegati che lasciano una scia di norme superate e si creano situazioni difficili. Il decreto non tiene fede agli impegni presi, non è in linea con la volontà di governo e sindacati e ci si inventa un emendamento e un odg. Se non è stata rispettata la legge perché dovreste rispettare un odg? Eliminate il decreto, è inutile e sbagliato, impegnatevi a verificare su chi ha diritto ai riposi compensativi”.

 

Franco Santi, C10: “Mi sembra un atteggiamento schizofrenico. Mettetevi d’accordo e andiamo avanti”.

 

Denise Bronzetti, indip.: “La motivazione personale dei riposi si è modificata. Nei tempi c’è stato un allargamento fuori dalle righe. E’ logico che nell’Iss se ne debba usufruire? E’ normale fare una valutazione, serve mettere ordine”.

 

Manuel Ciavatta, Pdcs: “La legge del 1993 stabilisce che tutto il personale non amministrativo dell’Iss può usufruire dei riposi compensativi. Siamo nei tempi e l’emendamento serve a prolungare i tempi della delega. L’odg ha l’obiettivo di ridefinire le categorie che devono usufruire dei riposi. Ne riconosciamo il valore e lo vogliamo riformulare. Il decreto ci mette nelle ricondizioni di partire e con l’odg diciamo che entro ottobre avremo ridefinito le categorie di lavoratori. Siamo molto sereni che il confronto ci sarà e che i tempi saranno rispettati”.

 

Ivan Foschi, Su: “Il problema è che con un decreto e un emendamento si rimanda a un decreto il potere di delega. La maggioranza torni nel seminato. Siamo fuori dei termini. Invitiamo a non fare dei pasticci a fermare le bocce. Si può ritirare il decreto, il tempo c’è per emettere un nuovo provvedimento rispettoso delle procedure. La maggioranza ammetta di avere sbagliato”.

 

Francesco Mussoni, Segretario di Stato per la Sanità: “Il decreto nasce dalla Finanziaria ma soprattutto dalla spending review. Il risparmio sarà di circa 100-120mila euro. Ma è l’equità a guidare il provvedimento. A queste 198 persone era riconosciuto un beneficio che nel tempo è uscito dal seminato. L’obiettivo non è punire nessuno, ma ridefinire la norma. Viene individuato un anno transitorio. L’odg vuole evidenziare la volontà di confronto con il sindacato. E’ vero che è materia contrattuale ma avevamo una delega specifica per trattarla e lo faremo coi sindacati. Alcune persone maturano veramente stress da lavoro. Serve una lettura complessiva e specifica, per valutare lo stress maturato per lavoro”.

 

Luigi Mazza, Pdcs, replica: “Considerate le perplessità sulla proposta di emendamento, lo ritiriamo. Rimane l’odg per avviare il confronto con i sindacati”.

 

Gian Matteo Zeppa, Rete, replica: “Se si legge il decreto, parla di uno smaltimento dei riposi entro l’anno e poi dell’abrogazione della legge che li regola. Mi sembra che l’equità tanto citata è solo in parte effettiva. Si prevede che tutti non avranno il riposo compensativo. E se l’odg salta? Mi sembra più logico una legge con il carattere d’urgenza. Il decreto va annullato, c’è qualcosa che non torna ed è emerso anche dagli interventi della maggioranza”.

 

Francesca Michelotti, Su: “Ho dubbi sulla volontà di governo e maggioranza. Il decreto è irrilevante ai fini della spending review. Mi chiedo perché vada mantenuto in vita. Inoltre abroga tutto e se il governo non mantiene l’impegno dell’odg l’istituto sarebbe defunto. Forse le intenzioni non sono così leali. L’odg non precisa la nuova forma dei riposi compensativi. Sarebbe molto meglio una nuova legge. La strada più semplice è il ritiro del decreto e spostare i termini al 31 ottobre con l’accordo di tutto il Consiglio”.

 

Francesco Mussoni, Segretario di Stato per la Sanità, replica: “Confermo la volontà del governo di abrogare i riposi dal 1^ gennaio 2015. Andiamo a smaltire quelli in corso. L’equità è la matrice del provvedimento. Facendo un cambiamento netto vogliamo aprire una trattativa con i sindacati”.

 

Decreto n.69 – Proroga effetti Decreto Delegato 29 giugno 2010 n.123 – Fabbisogno di personale addetto a funzioni ausiliarie e di supporto operativo nel Settore Pubblico Allargato.

 

Civico 10 ha presentato un emendamento aggiuntivo di un comma 5, poi ritirato.

 

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari Interni: “Per i nuovi assunti, di concerto con i sindacati, si è deciso di confluire su un unico contratto a tempo indeterminato. Sulla base di ciò si è deciso di prevedere una proroga, il periodo sarà successivo al 30 di giugno per compiere gli adempimenti necessari. E’ una proroga di carattere tecnico per arrivare alla definizione del nuovo fabbisogno della P.A. Ecco perché abbiamo deciso di prorogare fino a dicembre: dopo tale data non sarà prevista alcuna altra proroga”.

 

Andrea Zafferani, C 10: “Ritiriamo l’emendamento: ci auguriamo che le volontà espresse dal Segretario siano mantenute entro la data del 31 dicembre”.

 

Decreto n.70 – Disposizioni applicative dell’articolo 35, comma 5, della Legge 20 dicembre 2013 n.174 per gli esami di Stato delle Scuole.

 

Civico 10 ha presentato un emendamento. Andrea Zafferani, Civico 10: “Riteniamo che lo svolgimento degli esami – quindi essere parte di commissione d’esame, correggere esami, preparare prove etc.- sia una funzione tipica dei docenti. Di qui la proposta che a chi svolge gli esami si continui a erogare un’indennità di funzione, senza però prevedere ulteriori compensi aggiuntivi. Al termine delle lezioni ordinarie invece proponiamo l’abrogazione dell’indennità di funzione per tutti gli altri, al di là dei 26 giorni di congedo ordinario previsti nella legge. Questi provvedimenti sono in linea con una politica di spending review”.

 

Mariella Mularoni, Pdcs: “Chi è impegnato negli esami percepisce solo un’indennità di insegnamento che è stata tolta a tutti gli altri. Si parla di risparmi da 75 mila euro all’anno. La funzione del docente non termina mai al suono della campana, ma continua anche dopo l’orario scolastico. Al pomeriggio, a casa, nei weekend ed anche in estate”.

 

Roberto Ciavatta, Rete: “La proposta di Civico 10 è di buon senso. Questo intervento secondo il consigliere Mularoni ci porterà un risparmio di 75 mila euro: mi chiedo se ha senso intervenire su singoli settori per cifre di questa natura e poi non prevedere riduzioni della spesa in tanti altri ambiti? Parlo del contratto a Baratta, a Gumina e delle spese per la visita di Napolitano che si sono già “mangiate” il risparmio fatto con questi provvedimenti”.

 

Franco Santi, C10: “Continuare a intervenire su singoli settori e su singole modalità di organizzazione della P.A. senza avere un’ottica generale e la possibilità di affrontare argomenti importanti e delicati come quelli di andare a rivedere posizioni consolidate e figlie di un lungo percorso, come quelle delle propine d’esame, sta causando una sorta di parcellizzazione degli interventi”.

 

Paolo Crescentini, Ps: “Ritengo che l’emendamento di Civico 10 debba essere integrato perché crea discriminazione nei confronti di quelle figure di insegnanti che non godono della stabilizzazione”.

 

Francesca Michelotti, Su: “E’ vero che in passato, ma anche ora, gli insegnanti che si dedicano agli esami non sono tutti. Ma solo una parte di loro. Le propine nascono per regolamentare una forma di straordinario degli insegnanti che non è possibile equiparare a straordinari ordinari”. Manuel Ciavatta, Pdcs: “La scuola ci sta a cuore e anche l’educazione, ma la proposta va valutata. La riorganizzazione del settore verrà fatta in maniera sempre più progressiva”.

 

Mimma Zavoli, C10: “Ringrazio il consigliere Crescentini che ha fatto notare una dimenticanza che, nel caso dovesse essere accolto nostro emendamento, verrà corretta. Alla scuola ci teniamo tutti”.

 

Segretario di Stato alla Pubblica Istruzione, Giuseppe Maria Morganti: “Negli altri Stati la preparazione degli esami viene fatta dai Ministeri che spendono fior di quattrini. Noi abbiamo pensato di mantenere l’indicazione della Finanziaria, andando a rivedere la problematiche delle propine ma cercando, al contempo, di dare significato a un lavoro in più che viene fatto. Nei risparmi complessivi da 20 milioni di euro c’è già il milione mezzo della Scuola. Voglio sottolineare come intorno all’applicazione di questo decreto c’è già la disponibilità della maggioranza che precisa come tutto verrà concordato con le associazioni sindacali”.

 

L’emendamento di Civico 10 è respinto.

 

Decreto n.72 – Piano di riordino degli assetti scolastici

 

Roberto Ciavatta, Rete: “In questo decreti ci sono errori anche di forma, derivanti dalla proliferazione di decretazione del sistema. All’articolo 22 viene infatti richiamato un decreto già superato. Ma soprattutto, qua si parla di riorganizzazione, viene da chiedersi se è un intervento ragionato o improvvisato. All’articolo 15 sono ridotti gli insegnanti di educazione fisica. Uno si chiede perché si è proceduto qualche anno fa a stabilizzarne più del necessario, tre professori risultano così in esubero e come verranno riassegnati? Si prevede per loro un mantenimento del sistema, ma come si configura ora questa eliminazione di ruoli? Eclatante poi un ulteriore dimezzamento dei distacchi alla Ludoteca. In Finanziaria si è discusso che il servizio di Ludoteca potesse essere privatizzato, mi pare che l’intervento vada nella direzione di depotenziare il servizio per motivare un domani la necessità di scorporarlo dalla pubblica amministrazione. Ci sono alcuni interventi che condividiamo, come quello sulle indennità, in quanto erano emendamenti presentati dal nostro emendamento un anno fa, allora rigettati. Si prevede poi un corso formazione bidelli di 30 ore, eppure non è stato rinnovato lo scorso anno il contratto a diversi bidelli. Viene da chiedersi perché allora si è discusso a lungo sul mancato rinnovo di contratto di bidelli superflui, mentre adesso si riconosce che il problema del personale c’è e serve una formazione? Abbiamo preparato alcuni emendamenti, quello dell’articolo 11 è soppressivo solo perché non c’è possibilità di discutere articolo per articolo con i decreti, a meno che non ci siano emendamenti. L’articolo 11 crea un problema di applicabilità, noi abbiamo presentato emendamento per poterne parlare. Chiediamo infine al governo di intervenire per dare un segno di sensibilità per il Paese, per la situazione che sta vivendo. Perché non rivediamo piuttosto le spese abnormi della diplomazia? I viaggi istituzionali? Perché non tagliamo dove ci si aspetterebbe, per dare l’esempio?”.

 

Paolo Crescentini, Ps: “Il segretario Morganti è alle prese con un riordino che fa passare la scuola come il male per le spese nella Pa. Magari abbiamo uffici che strabordano di dipendenti ma andiamo a tagliare nella scuola. Sicuramente vanno fatte delle economie, ma non devono portare alla perdita di qualità dell’offerta formativa. Un esempio: l’articolo 17, con cui si va a toccare il numero degli alunni delle scuole elementari. Io vivo in un Castello, Montegiardino, vittima di una ‘sperimentazione’ vergognosa, di cui i nostri figli sono stati vittime a nostra insaputa. Togliendo la compresenza si va a ledere un diritto degli alunni. Abbiamo una classe sotto sperimentazione e togliendo l’insegnanti, oltre a saltare la compresenza, si crea un problema per l’intero plesso scolastico. Mi chiedo se ne vale la pena per risparmiare due mila euro al mese, ovvero lo stipendio di un insegnante, per poi dare centinaia di migliaia di euro di premi a fine anno. Questi tagli vanno a danno dei piccoli Castelli, Montegiardino come Chiesanuova”.

 

Marco Podeschi, Upr: “Il segretario Morganti è l’uomo giusto nel posto sbagliato, fa tenerezza. Ribadisco che è inappropriato continuare a fare interventi così importanti con decreti legge. Non è giusto, si crea una costante confusione giuridica all’interno del nostro ordinamento. La macchina dei decreti del governo non si ferma mai e non c’è modo per l’opposizione di agire. Poi non si possono portare avanti in modo strisciante i tagli sulla scuola . State addirittura risparmiando sul personale ausiliario. I Castelli periferici dalla sera alla mattina si vedono ridurre una serie di funzioni e servizi. Non si fa così. Non vorrei che prima delle elezioni a settembre ci si trovino altre sorprese all’interno delle scuole. Non si può risparmiare sui bambini e sulle scuola”.

 

Mimma Zavoli, C10: “Ai veri sprechi nessuno sta dando risposte, d’altra parte qui ci proponete tagli, anzi ridimensionamenti, senza alcun progetto. Per intervenire su scuola e sanità serve un progetto, invece si sta navigando a vista su comparti indispensabili. Sono altri gli sprechi da eliminare e bisogna avere il coraggio di iniziare. La riorganizzazione poi non si fa a colpi di decreti. Mi piacerebbe che come Paese si puntasse molto più in alto. Dispiace segretario vederla da sola in quei banchi, visto che quando fate una cosa si sottolinea che siete tutti responsabili. Mi piacerebbe si percorresse una strada più sostenibile, anche rivoluzionaria, riportando la cultura della conoscenza al centro del progetto di sviluppo del Paese”.

 

Mariella Mularoni, Pdcs: “Vorrei rassicurare i colleghi e anche i promotori sulla qualità della scuola, il decreto non interviene con tagli sul personale, né tanto meno sulla qualità dell’offerta formativa. La riorganizzazione del settore scolastico non tocca la qualità. Non è questa la volontà di governo e maggioranza. San Marino crede molto nella scuola, su cui si è investito tantissimo. Ha una scuola di eccellenza. Rappresenta però un costo importante per lo Stato e serve una razionalizzazione della spesa, ciò comporterà scelte importanti, difficili. Dovremo riflettere sui numeri della scuola per ottimizzare al meglio le risorse senza che i livelli siano toccati e il decreto è stato pensato in questo senso”.

 

Francesca Michelotti, Su: “Un’osservazione doverosa: i sindacati si vedono estromessi dai processi di evoluzione normativa, non dovrebbe essere così. Ad esempio, l’articolo 12, sul progetto sperimentale per gli asili d’infanzia, si parla di revisione di apertura dei servizi, ma anche di cassare tutti gli accordi con le organizzazioni sindacali in materia di rapporto numerico educatore/bambino. I servizi per la prima infanzia sono il fiore all’occhiello dei servizi educativi, mi domando con quali criteri si va a tagliare su qualcosa che funziona. Per la spending review? Non voglio essere una conservatrice a tutti i costi, ma le cose che funzionano lasciamole in pace. In questo decreto ci sono anche cose apprezzabili, un atteggiamento più severo nei confronti di alcune questioni, ma resta un principio mancante, che invece bisognava emergesse. Sono i ragazzi, i bambini, gli studenti: non ci sono in questo progetto. Come Su lanciamo una provocazione, con un emendamento, la continuità didattica nel sostegno, se non passa che l’interesse del bambino deve essere sopra tutto, sopra le graduatorie, non ci sarà nessuna rivoluzione culturale. L’articolo 20 purtroppo mette davanti il diritto di graduatoria. Non ho dubbi che l’emendamento verrà respinto”.

 

Franco Santi, C10: “Questo decreto è figlio di una sequela di decisioni e atti di governo e maggioranza che prendono atto di una situazione di crisi economica importante. E si parte dal presupposto dell’urgenza di risparmio economico e che sanità e scuola sono settori che impiegano larga parte delle risorse dello Stato. Ma se non c’è confronto, ogni volta che andiamo a intervenire con dispositivi organizzativi sulla scuola, rischiamo di peggiorare la situazione. Serve una riflessione più generale sul sistema scolastico. I provvedimenti spiccioli inseriti nel decreto, a cosa vogliono portare? Qual è la riflessione didattica? Quali le ricadute possibili?”.

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