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San Marino, Consiglio Grande e Generale: odg per censurare l’operato di governo

da Redazione

Gli odg vengono così posti in votazione con dichiarazione di voto comune. Respinti. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

In seduta notturna si riparte dalle repliche al dibattito sull’esito referendario. L’opposizione presenta altri due odg, il primo per le dimissioni del comitato amministratore di Fondiss, il secondo per censurare l’operato di governo, maggioranza e segretario di Stato per la Sanità.

Rispetto alla votazione degli odg , al termine delle repliche, il capogruppo del Pdcs, Luigi Mazza, conferma “l’indicazione dell’odg della maggioranza ad avviare un confronto senza indicare indirizzi”, e “a metterlo in votazione questa sera stessa. Gli altri non hanno nulla a che vedere con quello presentato. Si possono votare anch’essi questa sera”.

Gli odg vengono così posti in votazione con dichiarazione di voto comune. Quello della maggioranza per avviare il confronto sul post referendum viene approvato a maggioranza con votazione palese. Il primo dell’opposizione per le dimissioni del direttore sanitario viene respinto con 32 voti contrari e 22 favorevoli; il secondo per le dimissioni del comitato amministratore di Fondiss viene bocciato con la stessa votazione; il terzo è respinto con 31 voti contrari e 23 favorevoli.

Si passa così alla ratifica dei decreti delegati e decreti legge. Quelli non scorporati vengono approvati a maggioranza. Inizia poi il dibattito sul decreto delegato “Tariffe e criteri per il contributo dello Stato ai Servizi Socio-Educativi privati accreditati”. Al termine degli interventi iniziali la seduta viene sospesa. Nella seduta di domani si riprenderà dall’esame dell’articolato e degli emendamenti.

 

Di seguito un riassunto degli interventi.

 

Referendum

 

Franco Santi, C10: “Leggo il secondo odg: Il Consiglio grande e generale osservato che il comitato amministratore di Fondiss non ha dimostrato la volontà di applicare quanto deciso dal legislatore… invita i suoi componenti a dimettersi…”.

 

Simone Celli, Ps: “Leggo un odg sottoscritto da tutta l’opposizione. Il Consiglio grande e generale preso atto degli esiti dei referendum….ritenuto particolarmente significativo il messaggio lanciato dai cittadini…..valutato come il segretario di Stato per la Sanità si sia speso in maniera diretta nella campagna referendaria……considerato che la presentazione delle dimissioni non reiterate è un atto di mera facciata….considera necessario rispettare completamente la volontà popolare…, esprime disapprovazione per l’operato del governo…censura il comportamento del segretario di Stato…”.

 

Nicola Renzi, Ap: “A me non piacciono i giochini o le astuzie del logos. Non posso accettare che tutta la campagna referendaria sia stata gestita sul fatto che la maggioranza voleva fare un piacere ai medici. E oggi si scopre che la maggioranza ha in odio i medici. Torniamo alla realtà. Questa legge poteva dare risorse e potenzialità, anche ai medici. Alla cittadinanza interessa avere una sanità di qualità, cosa faremo di Fondiss. Non conta chi ci mette la faccia o chi ‘fa i casini’. L’odg e l’incontro con i capigruppo è l’esito del referendum. C’è disponibilità al confronto per gestore la fase transitoria. A maggioranza ha fatto provvedimenti anche impopolari. Il consigliere Lazzari ha evidenziato il rischio di troppo tecnicismo e sollevato il tema della democrazia, citando don Milani. Dibatteremo sui valori della democrazia”.

 

Stefano Macina, Psd: “Rispetto alle repliche e agli odg sono basito. La maggioranza è venuta in Aula non per chiedere soccorso all’opposizione. Ritiene che rispetto al’esito del referendum ci sono degli atti da compiere. Il muro contro muro non va bene. Allora abbiamo dato la disponibilità al confronto per come gestire la fase transitoria ne rispetto della volontà popolare. Se altri sono disponibili, bene, altrimenti faremo da soli. Ma l’obiettivo di una sanità di qualità interessa poco, interessa la strumentalizzazione politica”.

 

Francesca Michelotti, Su: “Io sono basita di fronte alla reazione scomposta di Macina. Cosa si aspettava la maggioranza perché ci propone di aprire un tavolo sul post referendum? Che la ringraziassimo in ginocchio? Noi abbiamo aderito, ma lasciateci la libertà di muoverci come ci pare. Nessuno vuole lo sfascio del sistema sammarinese. Accolgo la richiesta di Mussoni di dare un abbraccio ai nostri medici, che si sono sentite vittime di un risentimento. Mi sconcerta invece Renzi, che mi pare abbia contraddetto l’invito. Credo nel valore dei medici, non mi sono accorta di sentimenti malevoli. Capisco il turbamento emotivo del segretario di Stato, ma non è accettabile il suo colpo di spugna rispetto al referendum. E’ un autoassoluzione. Avrei dei dubbi sulla fiducia dei cittadini. Non si è sentita autocritica né riconoscimento del valore del voto. Cercare il dialogo con l’opposizione è una manifestazione di buon senso che vi permette di uscire da una situazione difficile. L’odg della maggioranza è beffardamente laconico. La democrazia referendaria non piace alla deriva oligarchica del Paese, ma i sammarinesi vogliono partecipare”.

 

Paride Andreoli, Ps: “Questa sera gli interventi mi sembrano di natura diversa. Si vuole convincere che siamo tutti fratelli. Non si può mozzare la parola a chi ha vissuto il referendum in maniera diversa. Da parte della maggioranza, che ha dato atto della sconfitta, c’è forte preoccupazione per l’esito referendario. Il Ps, e credo tutta l’opposizione, ha messo in campo un atteggiamento costruttivo per i decreti da emanare. Il Ps condivide l’istituzione del tavolo. Il senso di responsabilità è anche nella minoranza. È improprio che si usino toni forti sugli odg dell’opposizione. Le diversità ci sono. Apriamo insieme una finestra nuova e condividiamo quanto non è stato fatto prima. Ci sono ruoli e mandati distinti, non si può zittire nessun consigliere. Il Ps è pronto a condividere l’odg della maggioranza e verificare se ci sono le condizioni per risolvere la questione. Per il resto sono libero di esprimere le mie considerazioni su governo e maggioranza”.

 

Marco Gatti, Pdcs: “Con le repliche non ho capito più molto. Mi sembrava che ci fosse la disponibilità sul nostro odg, con le opinioni che sono ovviamente libere. Sono settori importanti pensioni e sanità. A nome della maggioranza non mi rimangio quanto detto martedì. Se c’è disponibilità procediamo come detto. Votiamo lunedì, ci vediamo per trovare una sintesi, non è detto su tutto. Invito i capigruppo a incontrasi per capire come andare avanti”.

 

Ivan Foschi, Su: “E’ molto elementare la distinzione tra piano politico e ricerca di una soluzione tecnica. C’è un confronto aperto, non si è detto che non si vuole ragionare su come sanare eventuali lacune. Noi chiediamo anche un’assunzione di responsabilità. C’è stato un referendum. Serve sostanza politica. Le dimissioni possono essere reiterate. Si può verificare in Aula se c’è ancora consenso. Non capisco lo stupore della maggioranza. Abbiamo richiamato il ruolo del direttore sanitario e del comitato di Fondiss. Qualche riflessione è propria del nostro ruolo. Non c’è nessun assegno in bianco. Dovete prendervi le vostre responsabilità. La batosta di domenica deve essere salutare”.

 

Elena Tonnini, Rete: “Il segretario di Stato Mussoni ritiene giusto non reiterare le sue dimissioni. E’ un segnale: è più importante la fiducia di maggioranza e governo del parere di 11mila cittadini. Evidentemente contano poco. I risultati del referendum sembrano scivolare addosso a maggioranza e governo. C’è un enorme distanza dalla cittadinanza. Legge e decreto sono stati annullati dalla Reggenza, l’istituzione più alta. Eppure quasi tutti in maggioranza continuano a ribadire la bontà dei due provvedimenti. Si rispettano le istituzioni quando più fa comodo. Siamo sempre stati disponibili al confronto e continuiamo ad esserlo, indipendentemente dall’odg della maggioranza. Il confronto non dovrebbe essere un modo straordinario di procedere, un favore, una disponibilità da raccogliere. E’ un’opportunità. Ma se le stesse persone rimangono al loro posto sarà difficile trovare un punto d’incontro. Noi siamo pronti al confronto, senza atti di forza, che invece Mussoni continua a fare. Vuole gestire da solo”.

 

Federico Pedini Amati, Ps: “Sono allibito. Si parla di sfumature di grigio. Ma 11mila cittadini ci dicono di non andare avanti in maniera muscolare. Non è bagarre politica. Se fosse un merito dell’opposizione l’abrogazione dei due provvedimenti la maggioranza dovrebbe fare le valigie. Mussoni è stato impallinato dalla maggioranza, i cittadini hanno bocciato il vostro modo di fare politica. La disponibilità al confronto da parte dell’opposizione c’è sempre stato, rimanendo ognuno al proprio posto. Ma se si continua così il Paese va al declino estremo”.

 

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Abbiamo ammesso la sconfitta referendaria. E c’è una visione comune della sanità in Aula: pubblica, gratuita, di qualità, per i sammarinesi. Nelle repliche tutto si è dilatato. Ci sono 4 odg, 3 rivolti al passato. Uno chiede di aprire un tavolo per un dialogo su come risolvere i problemi. Non possono esserci pregiudiziali. Se vogliamo discutere di sanità occorre lavorare su quell’odg. Se vogliamo far cadere il governo la maggioranza non ci sta. Smettiamo di polemizzare e chiudiamo il dibattito”.

 

Dichiarazioni di voto

 

Roberto Ciavatta, Rete: “Sull’odg della maggioranza: siamo disponibili al confronto al tavolo, ma non garantiamo il voto favorevole, alla luce di alcuni interventi offensivi e inconcepibili. Ci asteniamo”.

 

Giovanni Lonfernini, Upr: “Lunedì abbiamo partecipato al’incontro e c’era un atteggiamento diverso della maggioranza, di apertura al confronto sulla sostenibilità dell’Iss. Pur criticando aspramente, siamo per la salvaguardia di alcuni punti fermi, per non dare corso a preoccupazioni. Non abbiamo preclusioni verso l’odg della maggioranza, volgiamo cogliere la disponibilità nell’ottica di quanto detto dai cittadini. Votiamo a favore”.

 

Paride Andreoli, Ps: “In linea con l’incontro tra maggioranza e opposizione siamo favorevoli ad aprire il tavolo di confronto. Ci aspettiamo dalla maggioranza buon senso e senso di responsabilità”.

 

Andrea Zafferani, C10: “I nostri tre odg danno una risposta chiara all’esito del voto. Se non saranno accolti chiuderemo un dibattito con un odg che guarda solo al futuro. Non è la conclusione in linea con il messaggio dei cittadini. E’ una risposta insufficiente. Il confronto non è qualcosa di eccezionale e doveva avvenire prima. La gestione della transizione ci lascia perplessi, sul futuro della sanità non ci tiriamo indietro. Però senza una presa d’atto politica è uno schiaffo ai cittadini. Come Su ci asterremo”.

 

Decreti

 

Decreto Delegato 27 marzo 2014 n.39 – Tariffe e criteri per il contributo dello Stato ai Servizi Socio-Educativi privati accreditati.

 

Roberto Ciavatta, Rete: “Si prevede il contributo statale ad asili nido accreditati. In alcuni casi è il 50% della quota di ogni bambino, anche se non occupa il posto. C’è un’attenzione ampia verso gli istituti accreditati, ma non c’è una programmazione di lungo periodo. Circa 60 bambini non sono accolti nelle strutture pubbliche. Che imprinting vuole dare la segreteria di Stato al servizio? Totalmente pubblico? O solo finché ci sono posti e poi interviene il privato? Ci sono strutture a costo limitato. Occorre ragionare sui numeri e creare i posti necessari. Quali logiche sono alle basi del decreto? Capisco una fase transitoria, all’interno di una progettualità, e di riconoscere a chi mette disposizione degli spazi un contributo. Ma ci sono una serie di contraddizioni. Presentiamo degli emendamenti”.

 

Mimma Zavoli, C10: “Gli istituti privati sono una parte consistente dell’apparato. Mi rammarica che queste strutture sono contenute a un livello di possibilità operativa, mentre per gli stessi servizi di natura pubblica il trattamento è diverso. Lo Stato non è stato in grado di strutturare e gestire l’esistente, preferendo ampliare il settore privato, facendolo ricadere in un ambito ristretto. Presentiamo dei ritocchi importanti, spero vengano considerati. Le cifre sono importanti e lasciamo i contributi anche se i posti non sono coperti. Ragioniamo”.

 

Elena Tonnini, Rete: “Occorre fare chiarezza sulle motivazioni che hanno spinto verso il privato. C’è un comunicato stampa del congresso di Stato del 2009 sull’accreditamento degli asili nido privati da dove emerge l’esigenza: dare una risposta più incisiva alle richieste delle famiglie. Si potevano valutare nuove strutture, ma è risaputo che le esigenze non sono più le stesse. C’è una crisi occupazionale e non c’è più mancanza di posti. Piuttosto un esubero. Occorre domandarsi se è la direzione giusta contribuire con cifre importanti, dal 2010 300mila euro, nel 2013 400mila e 390mila nel 2014. E lo Stato non deve accollarsi il rischio d’impresa. I dati si sanno. Inoltre nel decreto, ma non è una sua particolarità, è discrezionale. Il congresso di Stato può rivedere tutto. Sono importanti anche i controlli. L’accreditamento è provvisorio, per cui devono essere efficaci”.

 

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Condivido l’importanza dei controlli, non il rimettere in discussione il contributo. Il privato ha sostenuto le famiglie, si è impegnato, è difficile tornare indietro anche se ci sono meno bambini. Sono d’accordo sulla razionalizzazione dei contributi, che sono stati ridotti. Queste strutture hanno un valore. Anche nella possibilità di scelta”.

 

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Entriamo nella solita sciagurata politica. Si pone una pezza, invece di fare progettualità. Lo Stato deve assolvere fin dall’infanzia il percorso scolastico dei bambini. Serve un’analisi delle nascite e concedere di avere una struttura statale in ogni Castello. Esistono strutture a norma a basso costo, i bambini si devono radicare nei loro Castelli di appartenenza. Servono soluzioni nuove”.

 

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Pubblica istruzione: “Abbiamo strutture splendide. Abbiamo una popolazione sfuggente, anche se abbiamo le statistiche. E’ difficile governare il fenomeno nel breve periodo. Abbiamo investito in una struttura pubblica. Non abbiamo aumentato nessuno stanziamento dal 2010, non abbiamo aumentato il numero dei posti. E non abbiamo infatti bambini a sufficienza. Comunque vanno prima nelle strutture private. La nostra legge è fatta molto bene. Certo il privato fa più fatica. Le 25 insegnati nei privati chiedono di migliorare l’intervento. Manteniamo il contributo perché l’equilibrio è precario. Per il Consiglio d’Europa è ottimale la disponibilità del 65%, noi siamo tra l’80% e il 100%”.

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