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San Marino: Nicoletta Ceccoli nel Paese delle meraviglie

da Redazione

San Marino Fixing ha intervistato Nicoletta Ceccoli, straordinaria artista sammarinese che sino al 12 giugno espone alla Biennale di Disegno di Rimini e a fine anno sarà a New York. All’interno.

di Alessandro Carli

 

SAN MARINO – Bambine. Bambine all’ennesima potenza, silenziose, che hanno negli occhi un velo di sottile malinconia. E che vivono in un mondo incantato, fatto di lecca lecca, pesci, bottoni, topini bianchi, caramelle. Bambine senza gravità apparente, che fluttuano nella mente e nella mano di Nicoletta Ceccoli, straordinaria artista sammarinese che sino al 12 giugno espone alla Biennale di Disegno di Rimini. Per lei, il pianoterra della biblioteca gambalunghiana. Sono bambine principesse, le sue, sempre inappuntabili, eleganti, nobili. Protagoniste di un piccolo e colorato universo, fatto di quiete, di gesti miti, senza rumore. Tonalità sempre misurate. Animaletti piccoli e fanciulle con teste grandi apparentemente sproporzionate, che vivono luoghi della fantasia. Lavori infantili e poetici che giocano con le contraddizioni. Come il lato oscuro di una filastrocca.

Com’è nata la sua partecipazione alla Biennale?

“Grazie alla sensibilità dell’assessore di Rimini Massimo Pulini che ha voluto il mio lavoro. L’iniziativa mi è subito sembrata molto bella per la qualità degli artisti coinvolti. Sono felice di farne parte”.

Corpi minuti e teste grandi.

“Le dimensioni delle teste – più grandi rispetto al corpo – sono un richiamo all’estetica dei libri per l’infanzia ma i lavori che sto esponendo a Rimini si rivolgono agli adulti. Per molti anni mi sono dedicata all’illustrazione di libri per l’infanzia. Ora mi sto concentrando su una produzione più personale, non rivolta ai bambini. Lavorare a libri su commissione, come ho fatto per tanti anni, significa essere legati ad una direzione artistica: un tema, un target che richiedono che io segua certe regole. Quando lavoro a un progetto così strutturato mi manca il caos che comporta dedicarsi a disegni ‘liberi’. Però quando sono totalmente libera, mi mancano le regole e il loro effetto rassicurante. Nel caso dei libri illustrati con le immagini, stabilisco una serie di corrispondenze con il testo che illustro, cercando di non cadere nella didascalia, nell’illustrazione che ripete le parole scritte. Cerco di raccontare con un altro linguaggio la storia che nasce dalle parole. Lavorare a una mia creazione personale significa per me dare corpo a mie personali ossessioni. Invece disegnare è il mio modo per esorcizzarle”.

Per chi crea arte, oggi, internet ha due facce. Da un lato c’è il problema dell’abuso delle immagini, dall’altro la promozione della creatività.

“Il proliferare delle mie immagini in qualche modo dà popolarità a quello che faccio e mi fa piacere. E’ però capitato che qualche mia opera sia stata utilizzata a scopi commerciali senza che venissi contattata. In Cina poi è successo che alcuni miei disegni siano stati riprodotti anche integralmente. E’ stato molto spiacevole all’inizio ma poi mi ci sono rassegnata. E’ comunque un segnale che il mio lavoro è amato”.

Dove espone?

“Negli ultimi anni ho esposto in molte gallerie statunitensi. Ora lavoro con una galleria di Roma e con una di New York. In Italia ho pubblicato con i maggiori editori ,da Rizzoli a Mondadori. Negli ultimi anni collaboro con editori francesi e americani soprattutto”.

Come nascono le sue opere?

“Disegnare per me è un modo per rimanere in contatto con i miei sogni e infanzia. E’ un continuare a considerarli seri e importanti. Mi influenza la mitologia, la sua immaginazione prorompente e poetica, le sue metamorfosi tra creature, l’umanizzazione di tutte le cose. Così fanno i bambini che danno vita anche alle cose inanimate. L’immaginazione ci connette alla vita al mistero, alla parte più vera di noi. Durante la ricerca di un ispirazione sento che mi devo muovere come in un sogno, senza essere del tutto consapevole di dove stia andando o sapendo che potrei perdere la strada. Parto da un’idea vaga, poi passo allo schizzo di massima e poi raccolgo delle immagini: foto o quadri, in modo da disegnare meglio. Mentre raccolgo la documentazione, l’idea può cambiare. Definendo il disegno anche l’idea si fa più concreta e precisa”.

A Rimini, tra i disegni, anche una Alice nel Paese delle meraviglie.

“Sono molti i miei lavori personali ispirati a quel libro. Le ragazzine adolescenti dei miei disegni sono un po’ tutte Alice. Alice alle prese con un corpo in divenire, mutevole, in un mondo che è esso stesso in continua metamorfosi, in una trasformazione secondo l’ordine ‘illogico’ della sua natura. Il mondo delle meraviglie è il paese in cui c’è spazio per ogni sentimento ed emozione al di là delle regole e delle convenzioni. Un mondo in cui il corso usuale delle cose viene ribaltato e riletto in modo inconsueto. E‘ la ricerca della propria identità e dei propri sogni”.

In tutte le opere, si nota la cura del colore.

“Scelgo tonalità rassicuranti, che rimandano al mondo dell’infanzia, a cui associo temi più disturbanti. Mi piace creare contrasti. A una prima lettura ‘dolce’ e decorativa, ne segue una più adulta. I temi che ricorrono nel mio lavoro sono la solitudine, La sensualità , la perdita di innocenza. Credo che dovrei lasciare le immagini che disegno alla libera interpretazione di chi le guarda. Mentre disegno, il dipinto sembra avere più di una interpretazione. Non sono preparata a una sola risposta”.

Che strumenti utilizza?

“Cerco di cambiare tecnica tra un progetto e l’altro. Se uso il digitale per un lavoro, per quello seguente scelgo tecniche più tradizionali: pennelli ‘reali’, matite ‘vere’. I miei lavori personali li tratto nello stesso modo. Ultimamente però, per quest’ultimi, uso sopratutto l’acrilico, le matite colorate, la grafite e l’aerografo su carta”.

In molte sue opere appaiono golosità. Perché le torte e i dolci?

“I miei ultimi lavori descrivono il piacere, gli appetiti. Ma c’è un senso di colpevolezza che aleggia   su tutto, un sussurro di ansietà incombe su questi mondi ricoperti di zucchero, sazietà e piacere. Volevo ricordare le conseguenze ci accadrebbero se ci si perdesse in un mondo di meraviglie di piaceri, senza preoccupazioni e coscienza. Persi in piaceri che sono fuggevoli e passeggeri. Ho disegnato sogni di cose dolci e amabili ma con un lato oscuro che fa capolino appena dietro. Al di là di una prima apparenza di dolcezza e luce, i dolci sono anche una metafora dei desideri che non sono sempre pienamente appagati”.

Che bambine escono dalla sua fantasia?

“In molti miei lavori prediligo soggetti giovani, adolescenti. Non più bambine e non ancora donne. Me ne servo per descrivere una delicata nostalgia. Esprimono vanità, fragilità, crudeltà. Con grazia e bellezza allo stesso tempo. Le sento come dei miei alter ego. Sono figure femminili solo all’apparenza fragili e delicate. Spesso la bellezza nasconde la bestia. Le gonne sono un elemento con cui mi piace giocare: sono estensioni del corpo che emanano magia e potere. Elementi al centro delle trasformazioni delle mie piccole donne. Gonne che esplodono come fiori rigogliosi, che galleggiano come uova fragili, che ingabbiano uccelli dentro un corpo di crinolina. Sono affascinata da tutto ciò che è inconsueto, bizzarro. Dalla bellezza ‘mostruosa’ dei freak, da ciò che è emarginato, sgradevole. Che si pone fuori dai canoni di bellezza e felicità forzata che vengono imposti a tutti, come compiti impossibili”.

Il primo impatto con le tue opere è quello della dolcezza. Poi però si “leggono” significati più profondi, più inquietanti.

“Le mie bambine, innocentemente sensuali, seducono ma senza esserne del tutto consapevoli. E’ questo delicato passaggio che mi colpisce: il mistero dell’adolescenza, di quell’attimo in cui l’innocenza svanisce e si affaccia l’idea del peccato. Nel mio modo giocoso mi piace suggerire una sensualità maliziosa. L’opera ‘Just Dessert’ richiama le iconografie dei martiri: San Sebastiano, Santa Teresa. Tutti corpi ‘trafitti’ dal dolore ma che appaiono quasi in preda al piacere allo stesso tempo. I ritratti dei martiri mostrano corpi puniti e tormentati. Tanto più feriti e tormentati, tanto più gridano la loro presenza sensuale”.

Sta lavorando a qualche nuovo progetto?

“Sto lavorando a una serie disegni nuovi per una esposizione che si terrà a New York per AFA Gallery alla fine dell’anno”.

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