Il documento che mira a “rivoluzionare” il mondo scolastico sammarinese. In 400 alla presentazione. Dopo l’estate sarà stilato il “manifesto”.
di Loris Pironi
La presenza di circa quattrocento addetti ai lavori nella giornata di lunedì 28 aprile, in occasione della presentazione del documento con il quale si aprono ufficialmente i lavori per proiettare nel futuro la scuola sammarinese, è indicativo dell’interesse dell’intero mondo scolastico del Titano. Che va dai nidi alla scuola secondaria superiore.
“Con la riforma della scuola – afferma a Fixing il Segretario di Stato Giuseppe Morganti – intendiamo parlare di sviluppo e non certo di tagli. Il documento che abbiamo presentato non è certo definitivo, ma ci è servito quale approccio alla questione. Adesso daremo il tempo di maturare le idee e le proposte. Si riuniranno i collegi dei docenti, i gruppi di lavoro interni, e dopo l’estate, presumibilmente a novembre, riuniremo gli stati generali della scuola sammarinese per confrontarci con i docenti su qualcosa di più concreto”.
Il documento di cui parla il Segretario Morganti ve lo illustra Fixing, in anteprima. Non si tratta di un progetto di legge, non si parla di riduzioni o accorpamenti, precariato o compatibilità finanziarie. Non si avanzano proposte precise riguardo ai programmi di studio. Eppure si indica la via che la scuola sammarinese, che il sistema educativo sammarinese, deve perseguire, per rispondere a una domanda educativa ogni giorno più complessa.
Il documento, poche paginette redatte in una prosa talvolta sin troppo appassionata, fissa con chiarezza quelli che sono i punti imprescindibili da cui si è partiti per “accendere” una riforma ritenuta improcrastinabile. E gli aspetti che emergono con chiarezza sono appunto il nuovo contesto sociale ed educativo (le nuove esigenze sociali, familiari, economiche) e, di pari passo, le ridotte risorse finanziarie con cui fare i conti, ma anche, a far da contraltare, una qualità e valori di fondo che hanno da sempre contraddistinto la scuola sammarinese.
Un nuovo spirito
Il documento parla della necessità di ricercare le soluzioni per rispondere a una domanda di qualità sempre crescente, e prende atto della “diffidenza” della pubblica opinione nei confronti del “mondo autoreferenziale” (è così a ogni latitudine, ma chissà se qualcuno in sala si è sentito punto nel vivo in particolare) della scuola.
Ecco allora che diventa importante che “anche la scuola sappia mettersi in discussione e affrontare con spirito aperto questo nuovo contesto, percorrendo con coraggio strade nuove”. Anche i valori di fondo che hanno qualificato negli anni il sistema scolastico sammarinese “come scuola di alto valore sociale e culturale vanno oggi verificati nella loro effettiva efficacia, soppesati alla luce delle mutate esigenze sociali, familiari ed economiche, in un quadro di compatibilità finanziarie”.
Questioni in gioco
Le questioni in gioco sono, a giusta ragione, definite epocali. Nell’occhio del ciclone – invero a San Marino come oltre confine – ci sono i compiti formativi della scuola, l’apprendimento ma anche l’accompagnamento dei ragazzi sino alle porte del mondo (ovvero l’istruzione e l’educazione, due concetti che vanno in parallelo. Si deve affrontare anche la questione dei compiti professionalizzanti che oggi più che mai riguardano la scuola, e quindi il rapporto con il mondo del lavoro. C’è poi il confronto inevitabile e per niente scontato da gestire con il mondo digitale, e con la presenza pervasiva dell’informazione e di una comunicazione portata spesso agli eccessi: in questo senso –ci concediamo un piccolo inciso – da due anni a questa parte è scesa in campo anche la redazione di San Marino Fixing, con un progetto di giornalismo rivolto agli studenti del Liceo Economico. E poi in un mondo globalizzato non può essere trascurata la dimensione interculturale, che deve partire dagli aspetti più pratici – un anelito plurilinguistico – per giungere a stimolare il senso identitario e il dialogo.
Alcune indicazioni
Un occhio attento, il documento per la riforma della scuola sammarinese lo rivolge, naturalmente, all’Italia, con la quale non si può non dialogare e interagire costantemente. In quest’ottica il documento individua specifici obiettivi da perseguire: un migliore raccordo all’interno della formazione di base; l’estensione dell’obbligo di istruzione fino a 16 anni e l’obbligo formativo fino a 18; lo sviluppo dell’autonomia scolastica come possibilità di una maggiore flessibilità e responsabilità nella configurazione dell’offerta formativa; l’incremento dei sistemi di valutazione; la revisione dei percorsi curricolari, in una logica di continuità e coerenza e infine la conferma della tradizionale vocazione all’inclusione del sistema educativo, con attenzione alle situazioni di disabilità conclamata e la capacità di prendersi carico delle diverse forme di disagio educativo.
Il manifesto
Il documento presentato alla platea dei docenti sammarinesi ha un obiettivo ambizioso: quello di diventare un “manifesto”, condiviso il più possibile. Che rappresenti una soluzione ai problemi di oggi – quelle indispensabili scelte razionali nella gestione della scuola sammarinese – ma che nel contempo aiuti a guardare verso il futuro, con un orizzonte temporale di una certa portata, il 2030, per una progettazione intelligente e il più possibile lungimirante. Allora il documento – che sarà definitivo dopo la germogliazione dei prossimi mesi e dopo un confronto che la Segreteria di Stato ha pubblicamente auspicato il più partecipato e vivace possibile – dovrà “fornire risposte convincenti” a precise domande.
Alla luce delle riflessioni poste a premessa, si propone di assumere che la scuola del 2030 debba essere caratterizzata dalla sua capacità di fornire risposte convincenti ad alcuni problemi formativi fondamentali. Tali problemi li riportiamo nella tabella qui a fianco. Lasciando alla scuola gli aspetti più specificatamente legati all’ambito educativo, qui ci soffermiamo brevemente su alcune questioni che ci stanno particolarmente a cuore, ed esplodiamo le domande formulate dal documento. La prima riguarda i processi di internazionalizzazione. In un mondo sempre più globale come è possibile garantire a tutti i cittadini sammarinesi, a partire dai primi anni di vita, le competenze linguistiche e culturali per affrontare questa sfida? Per quel che riguarda il rapporto tra la scuola e il mondo del lavoro in una realtà in rapida trasformazione sociale come realizzare una relazione virtuosa tra competenze generali, competenze trasversali e competenze specifiche? Come preparare il professionista e il lavoratore del domani? Come ridare senso e valore al lavoro anche attraverso appropriate esperienze educative? Infine c’è il delicato binomio cittadinanza / democrazia, che a dire il vero ci sta a cuore come quesito più filosofico che pratico. E la domanda che la scuola sammarinese si è posta è ancora una volta assolutamente suggestiva: In una società che rischia di diventare fragile e anonima come si può riuscire a educare alla cittadinanza attiva, tra ragioni del locale e ragioni del globale, tra costruzione dell’identità individuale e valorizzazione dell’identità collettiva?
Chissà, tra qualche mese forse davvero avremo risposte convincenti a queste questioni davvero epocali…