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San Marino, rotte da ricalibrare nel mare dell’editoria

da Redazione

Le riflessioni di Fixing. Intanto la Commissione si incaglia sull’Authority. In primis, la riservatezza delle fonti. Ma anche incentivi e sgravi.

 

di Alessandro Carli

 

Ancora qualche settimana e la “Legge in materia di editoria e di professione degli operatori dell’informazione” avrà qualche certezza in più. La Commissione consiliare permanente affari esteri, emigrazione e immigrazione, sicurezza e ordine pubblico, informazione, nei giorni scorsi, ha bloccato l’iter consiliare: oggetto del contendere, l’autorità garante dell’informazione. Insomma, in soldoni, ci si è inalberati sui ragionamenti politici. Verrà cancellata oppure no l’Authority?

La norma, all’articolo 7, spiega che “verrà inoltre introdotta l’Autorità garante per l’Informazione che sarà composta da cinque membri, compreso il Presidente (che verrà nominato su proposta del Segretario di Stato con delega all’Informazione e che dovrà essere sammarinese) che verranno decisi dal Consiglio Grande e Generale. I componenti dell’Autorità saranno quindi dei tecnici con nomina politica. Su questi nodi, come detto, la Commissione si è incagliata. Il Movimento RETE ha chiesto più volte di lasciare la politica fuori dalle redazioni. E l’USGI, l’Unione sammarinese giornalisti e fotoreporters, senza mezze parole, ha spiegato che “il problema della composizione dell’Autorità Garante è oggettivamente complesso, perché se da un lato assolve anche i compiti della commissione di vigilanza, se ne comprende la necessità di una parte a forte nomina politica. Ma per le funzioni di controllo sulla deontologia, allora tali nomine politiche stridono fortemente. Per quanto riguarda le questioni deontologiche non è auspicabile attribuire a questa Autorità poteri o ingerenza, in nessun grado, né iniziale, né successivo. Eventualmente, di partecipazione, ma senza diritto di voto”.

Prossimo appuntamento, tra il 20 e il 25 maggio. Dopo la seduta della Commissione, si saprà qualcosa di più.


Riflessioni

 

Intanto il recente incontro con l’USGI ha dato una grossa sferzata alla normativa: modifiche significative, doverose, uscite da chi ogni giorno scrive, impagina, si informa. Precisazioni che in molte parti San Marino Fixing condivide. Su alcuni punti poi il giornale diretto da Loris Pironi va più in profondità, soprattutto per quel che concerne il supporto all’attività giornalistica, quindi incentivi, facilitazioni, sgravi.

Costruire un giornale non è facile: orari, ricerca delle notizie, lavori di impaginazione. Ma soprattutto i costi, davvero alti. Specie in uno Stato che, a differenza per esempio della vicina Italia, concede pochissimi contributi all’editoria (solo per fare un esempio, sino a qualche anno fa La Voce di Romagna riceveva contributi pubblici per circa 2 milioni euro ogni 12 mesi).

A San Marino preparare un giornale è un’impresa. Il bacino di chi acquista il cartaceo è abbastanza limitato (i lettori sono chiaramente di più) e le spese, tra stampa e spedizione, hanno una grandissima incidenza. Le entrate sono talmente limitate che è quasi impossibile riuscire a tenere in pareggio la bilancia (parlare di attivo è quasi un’utopia). Non pensiamo a uno Stato-mamma, chiaramente: sulla spending review la nostra posizione è chiara.

Allo stato attuale delle cose, le sovvenzioni destinate all’editoria sono briciole. Oggi, per legge, le testate si devono spartire una torta di poche decine di migliaia di euro. Con la nuova normativa, i giornali potranno recuperare al massimo 10 mila euro oppure il 7% delle spese. Una caramellina che non toglie l’amaro dalla bocca.

Da artigiani della parola che vivono dentro una redazione – quella magnifica stanza dei bottoni -, crediamo che si potrebbe provare a spingere sui “costi vivi”: da quelli legati alla carta, magari abolendo l’imposta monofase oggi e l’IVA, quando arriverà, domani. Soluzione, questa, che avrebbe ricadute positive anche sulle aziende tipografiche di San Marino, da tempo in difficoltà.

Parimenti, andrebbero pensate una serie di detassazioni per le telefonate, strumento indispensabile per svolgere questa attività.

Altra voce che merita attenzione, quella dei consumi di carburante. Poiché un giornale si fa (nel senso inglese del to make, “fare materialmente”) anche e soprattutto con il block notes e la macchina fotografica fuori dall’ufficio, crediamo che una forma di rimborso per la benzina andrebbe formulata: contributi forfettari, magari da ricaricare sulla SMaC Card, in modo da ammortizzare le spese.

Infine, i costi per le spedizioni in abbonamento, ma anche un’aliquota più leggera per l’acquisto di beni strumentali (computer, tablet, macchine fotografiche e fotocamere in grado di registrare anche i video) e qualche forma di agevolazione fiscale per le aziende che decidono di investire in pubblicità sulle pagine dei giornali locali.

Crediamo infine che manchi un sistema che sia in grado di garantire – un punto fondamentale per chi lavora nell’informazione – la riservatezza delle fonti. I tempi per sistemare la Legge ci sono. E l’apertura del segretario di Stato Iro Belluzzi alle problematiche avanzate dagli interlocutori politici e non, come potete leggere nel box, non può che far ben sperare.

 

Il segretario Iro Belluzzi: “Aperti al confronto”


Che non fosse un percorso privo di ostacoli, era chiaro sin dall’inizio: troppo delicata e troppo mescolata alla politica, la “Legge in materia di editoria e di professione degli operatori dell’informazione”.

Con consapevolezza, il segretario di Stato per il lavoro con delega all’informazione Iro Belluzzi fa il punto sullo stato di avanzamento della normativa.

“Nonostante gli scontri, mossi soprattutto da chi non abbracciava le impostazioni di base – esordisce il segretario – la maggioranza e le segreteria hanno colto le linee-guida della Legge. Il progetto di legge ha incontrato molte resistenze da parte degli operatori dell’informazione perché avevano fatto propri spazi liberi da norme per ottenere la qualifica di giornalista. Dopo il confronto con l’USGI, i toni si sono abbassati. Era intenzione della mia segreteria raccogliere e ascoltare la parti coinvolte, al fine di adeguare la normativa alla realtà locale. Abbiamo accolto le riflessioni degli interlocutori: sin dal primo momento volevamo che il risultato fosse calibrato e condiviso il più possibile”.

Iro Belluzzi promette che “la Legge arriverà a fine percorso”, e che darà “ampio spazio alle tematiche del web”, mettendo al centro “l’importanza di fare informazione a San Marino”.

“Non è stata pensata e scritta per punire o favorire qualcuno – conclude il Segretario -: in questo siamo stati liberi da ogni condizionamento. Vogliamo costruire un ordine che dia unità a chi acquisisce competenze”.

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